Quattro mete, trentuno punti segnati e una straordinaria vittoria: l’Italia femminile riscrive un importante pezzo di storia a Padova, battendo la ben più quotata Francia e chiudendo al secondo posto il Sei Nazioni 2019. Al 70’ sul 26-12, profumo già intenso di vittoria ma col retrogusto amaro dell’agganciare in classifica le bleus rimanendo però terze, le azzurre hanno pensato che no, non potevano accontentarsi e hanno deciso di mettere la freccia per il sorpasso.
Dopo la meta segnata da Rigoni serviva la quarta, del bonus, del punto in più per toccare quota 17 e non restare a 16 come le francesi dotate però di una differenza punti enorme. Allora la capitana Manuela Furlan, come un capitan Giovanelli d’annata ai suoi affamati azzurri anni 90, ha pronunciato le stesse parole: «Ragazze, adesso ne facciamo un’altra». La triestina sorride con gli occhi e ripete «Le ho guardate e ho detto “vogliamo il bonus”».
Son bastati trenta secondi. In quel momento entrava in campo Sara Tounesi a sostituire la guerriera Valentina Ruzza, quando le è arrivata la palla dal calcio di invio, l’ha arpionata ed ha tirato dritto sfondando la difesa bleus al centro e, visto che nessuna la fermava, ha proseguito per trenta metri. Placcata alla fine, Tounesi è riuscita in un riciclo plastico dell’ovale verso la Furlan che davanti aveva solo campo libero da correre. L’estremo ha debordato al largo, per evitare ritorni di difensori e si è poi seduta in meta fra il ruggito dei tifosi consapevoli dell’impresa appena nata.
Passa un minuto e il centro Rigoni, dopo essersi informata dei secondi residui, s’è fatta passare l’ovale per spedirlo in tribuna e chiudere la battaglia. 31-12 finale, quattro mete e il secondo posto storico per qualsiasi formazione italiana nel 6 Nazioni. Dietro le marziane inglesi e davanti alle altre, dopo tre vittorie e un pareggio. Un solo bonus, quello decisivo. In 12 edizioni, dopo due cucchiai di legno all’esordio, l’Italia è sempre cresciuta arrivando all’ultimo gradino del podio nel 2015 con tre vittorie. Ora seconde in mezzo a due nazionali già qualificate per la Coppa del Mondo, stracciando le bleus ricordiamo campionesse in carica e alle quali, pur senza due seconde e un numero 8 titolari, sarebbe bastato un bonus difensivo per star sopra. Ma l’intensità del ritmo 6 Nazioni in sette settimane è così: si arriva all’ultimo con la benzina in riserva e la truppa malconcia. Vince chi ne ha di più e la fame azzurra era troppa. Il gruppo in un anno ha perso solo la sfida contro le inglesi che ora alzano la coppa chiudendo un slam imponente con l’80-0 sulla Scozia.
«Al di la di ogni considerazione tecnica – dice il ct aquilano Di Giandomenico – questo 6 Nazioni è tutto delle ragazze». E queste azzurre sono partite di slancio, imponendo ritmo e pressione dal primo minuto con un’azione di 13 fasi stoppata dalle francesi sotto i pali. Al 20’ il primo acuto dell’ala Sofia Stefan, nato sugli sviluppi di un buco della Barattin sostenuto dalla Giacomoli che dopo una serie di ruck ha dilatato la difesa francese al largo. Tre azzurre contro una e Stefan che si tuffa evitando un placcaggio e segnando di schiena. La difesa azzurra è incredibile fra gli avanti e dietro (Muzzo in evidenza), le blues cercano di sfondare a centro ma non riescono mai a passare la metà campo. Servono i calci della Bourdon per lanciare le ali come la Boujard che accorcia al 38’. Nella ripresa arriva il giallo a Diallo che nel clou del match lascia la Francia in 14, ed arriva la meta della Bettoni vistata dal Tmo (apertura da touche per Ruzza a sfondare, dalla ruck l’ovale vincente) poi trasformata dalla Sillari. Poi il ritorno bleus all’ala con la meta di Jason. Ma il morale ospite va in pezzi, quando la Rigoni scappa solo di sprint fra l’apertura Bourdon e il centro Vernier. A quel punto la Furlan dice: ora ne facciamo un’altra.