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Il primo fischio d’inizio è previsto alle 21 tra Francia – Corea del Sud dopo la grande inaugurazione allo stadio Parco dei Principi di Parigi.

Le Bleus ha una squadra molto forte tra cui le due campionesse del Lione Amandine Henry e Wendie Renard, le sudcoreane sono ragazze veloci, con un buon gioco e potrebbero dare del filo da torcere alle padrone di casa.

Questo evento sarà seguito da tutto il mondo e, finalmente, si da la giusta attenzione mediatica. Il boom riguarda anche il lato del commerciale e del merchandising come, per esempio, le maggiori aziende di abbigliamento sportivo (Nike, Adidas e Puma) che hanno disegnato le maglie.

Ecco tutte le divise delle nazionali a Francia2019:

Parma e Sampdoria scenderanno in campo a maglie invertite. O meglio, con maglie speciali che evocano le divise dell’avversario. L’iniziativa, che vedrà la luce il 5 maggio in occasione della sfida tra le due squadre, è stata promossa dai due club per celebrare il gemellaggio che da tempo lega Parma e Sampdoria.
«Una storia fatta di grandi sfide sul campo e di una lunga amicizia sugli spalti. Da quasi 30 anni, mentre le due squadre lottano per vincere, le due tifoserie danno prova di rispetto reciproco, amore e passione per la propria maglia. Oggi le due società hanno deciso di celebrare questo storico legame tra i propri tifosi scambiandosi la maglia», si legge in un comunicato del Parma. Le maglie da gioco verranno poi messe all’asta e il ricavato verrà devoluto in beneficienza all’Istituto Gaslini di Genova e all’Ospedale dei Bambini di Parma.

 

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 Il gemellaggio tra le due tifoserie nasce agli albori degli Anni 90, in occasione del primo anno di Serie A del Parma. I tifosi gialloblù, all’epoca, erano gemellati con gli ultrà del Verona, a loro volta legati ai tifosi doriani. Ma, si sa, i rapporti tra tifoserie nascono anche da un “nemico” comune: i tifosi del Genoa erano rivali degli ultrà del Parma già dagli Anni 80 e al Tardini, nel ‘90-’91, nasce ufficialmente il gemellaggio tra Parma e Sampdoria. Nel ‘99, poi, la Sampdoria retrocede all’ultima giornata per mano del Bologna, la cui tifoseria è storicamente rivale di quella ducale: ecco l’altro “nemico” che rende ancora più intenso il legame tra Sampdoria e Parma. L’iniziativa dei due club è l’ultimo atto di “una storia fatta di grandi sfide sul campo e di una lunga amicizia sugli spalti”.

Parlare di maglie delle nazionali ha sempre un fascino particolare, soprattutto se si trattano delle edizioni di Mondiali degli anni passati. C’è chi addirittura ha giocato con le maglie dei club!

Il Campionato del Mondo di Usa 1994 è stato quella della prima volta dei nomi dei calciatori sulle maglie della loro nazionale.

Per la prima volta si leggono i nomi tra gli altri di Baggio, Maradona, Bergkamp e Romario.

Una novità per tutti gli appassionati del calcio e anche per gli statunitensi che certo non avevano il calcio nel sangue. In effetti secondo un’indagine di quell’anno, il 66% degli americani non aveva idea che si stessero per svolgere i Mondiali di calcio. Solo il 17% manifestava curiosità per la cosa.
Quindi diciamo che gli americani, all’inizio, non erano proprio attratti da questa manifestazione che comunque avrebbe offerto un’altra ottica agli Usa.

Tornando alle maglie, l’edizione del ’94 fu quella anche delle maglie estroverse delle nazionali, in particolare dei portieri. Su tutti si ricorda la maglia del portiere del Messico, Jorge Campos, che lui stesso si disegnava. A primo acchito sembrava un vero e proprio vestito a maschera dai colori accesi.

Altrettanto colorata, ma meno conosciuta, anche la divisa della Corea del Sud dell’estremo difensore Young Choi. Anche la divisa dell’Italia porta in auge molta nostalgia per gli appassionati. La casacca del portiere azzurro Pagliuca, con forti richiami al Tricolore. Tra gli azzurri spiccava anche il doppio Baggio: D. Baggio (con la maglia numero 13) e R. Baggio (con la 10).

Un aspetto però fu importante e rese le partite molto complicate, il caldo. Nell’estate 1994 ci fu una forte ondata di caldo asfissiante che coinvolse gran parte degli Usa. La Fifa non facilitò certo le nazionali fissando molte partite dei gironi in orari improponibili, con temperature ben oltre i 40 gradi.

Al quanto particolare, invece, è stata la petizione messa in atto dagli islandesi. I tifosi del piccolo paese prima di Euro 2016 hanno iniziato una raccolta firme sul sito iPetitions per convincere la federazione calcistica locale a stampare il nome dei calciatori, e non il cognome, usanza molto frequente sull’isola.

In effetti, in Islanda è consuetudine riferirsi alle persone chiamandole sempre per nome, anche se si cita o se si sta parlando con una persona che non si conosce; gli autori della petizione sostengono che il nome sulle maglie sia un modo per rispettare la tradizione del proprio paese. Rifaranno questa raccolta firme in vista di Russia 2018?

Avere nella propria “hall of fame” la maglia di Lionel Messi dev’essere una grande soddisfazione. Ma se è Messi ad avere la TUA maglia, beh, forse è davvero un sogno, il massimo riconoscimento possibile.
Nel mondo dello sport tra atleti professionisti e appassionati è storica la mania di collezionare cimeli legati a un singolo giocatore, a una squadra o più club: molto diffusa nel calcio è, per esempio, l’usanza di scambiarsi la propria casacca a fine partita tra due calciatori.
Soprattutto nelle classiche sfide da “Davide contro Golia” i giocatori del club più debole rincorrono la celebrità di turno e fanno a gara tra loro pur di accaparrarsi l’ambito trofeo.

Anche Messi, l’attaccante argentino del Barcellona, considerato tra i più forti giocatori di sempre, ha una sua privata collezione che ha mostrato sul suo profilo Instagram. Date un’occhiata con attenzione:

 

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Tra le circa 70 maglie, la fila centrale è rigorosamente dedicata alla “Pulce” stessa: ci sono le sue camisetas della Nazionale argentina e quelle del Barcellona. Ma guardando velocemente a destra e sinistra troviamo “volti” noti e prestigiosi come Francesco Totti, capitano della Roma, Iker Casillas e Raul, storiche bandiere del Real Madrid, Gerard Pique, Cesc Fabregas e Dani Alves, suoi amici al Barcellona, Yaya Touré, passato al Barça e poi al Manchester City come Sergio Agüero. In alto, nel lucernario, anche la casacca di Pavel Nedved ai tempi della Juventus e di Henry.

Ma se aguzzate la vista inizia il bello. Sì perché nella sala che con tanta fierezza Messi mostra immortalato accanto a suoi figlio Thiago saltano dei nomi un po’ buffi, inusuali e bizzarri. Niente Cristiano Ronaldo o Buffon, per intenderci. Accanto a lui, sulla sua destra, troviamo Oscar Ustari, portiere argentino di 30 anni che attualmente gioca in Messico, nell’Atlas, dopo aver girato diversi club in carriera. Con Messi ha condiviso tutta la trafila argentina, tra Under e breve apparizione in Nazionale maggiore.   Rimanendo sempre nella terra del tango, un’altra maglia che attira l’attenzione è quella di Manuel Lanzini, fantasista di 24 anni che gioca nel West Ham e a giudicare da questa foto su Instagram si sono scambiati le rispettive casacche nel gennaio 2016.

Sueño cumplido!! Gracias @robertolopeztattoo y un crack @leomessi increíble día Un post condiviso da Manuel Lanzini (@manuulanzini) in data:

Ma prepariamoci al meglio. Il lato destro, infatti, è un guazzabuglio di magliette “italiane”. Oltre a Francesco Totti, l’altro italiano a essere onorato e immortalato nella collezione è l’ex capitano del Cagliari, Daniele Conti. Bandiera della società sarda per aver giocato dal 1999 al 2015, è suo padre, Bruno, a svelare come ha fatto a impossessarsi della maglia:

Sono onorato di vedere Messi con la maglia di mio figlio. Un giorno Daniele mi ha chiamato dicendomi di avere due biglietti per andare a Barcellona. Gli chiesi se ci fosse la possibilità di farci una foto con Messi. Avevo sentito anche il mio capitano, Francesco Totti, prima di andare da Messi il quale mi ha dato una maglia autografata da consegnarli. Messi è stato di una disponibilità incredibile, ci ha dato la maglietta firmata per Daniele e per Totti. Oltre a un fenomeno ho conosciuto una persona di grande umiltà

 

Kevin Costant è davvero una sorpresa, non fosse che, giocando contro il Milan, Messi avrebbe potuto chiedere quella di Nesta, tanto per rimanere in difesa. Le due squadre, negli ultimi anni, si sono incrociate diverse volte, ma a guidare dallo stile, dovrebbe essere stagione 2012-2013.
Un altro ex Milan appare nel muro a destra: Adil Rami, che da due anni gioca col Siviglia, mentre più spostata c’è la casacca di Rodrigo de Paul, attualmente all’Udinese, ma per due stagioni al Valencia.

 

Ma sul pavimento c’è una doppia sorpresa: due magliette dell’Apoel Nicosia, la squadra più titolata di Cipro. Sono di Tomas De Vincenti, centrocampista argentino, e Mario Sergio, difensore portoghese. Ancora una volta è la Champions League a incrociare le storie: i due club, infatti, si sono incontrati nella stagione 2013-2014.
Beh che dire, anche in questo Messi si dimostra unico!

 

Giovanni Sgobba