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La figlia di Luis Enrique non ce l’ha fatta. All’età di 9 anni si è spenta la piccola Xana, dopo cinque mesi di dura battaglia contro un tumore osseo: a renderlo noto è lo stesso Luis Enrique tramite una nota pubblicata sul proprio profilo twitter: «Ci mancherai molto, ma ti ricorderemo ogni giorno della nostra vita nella speranza che ci incontreremo di nuovo in futuro. Sarai la stella che guida la nostra famiglia”, il passaggio più toccante della nota. Lo spagnolo ha anche ringraziato “i medici, gli infermieri, il personale e i volontari degli ospedali San Joan de Deu e Sant Pau».

 

Il 26 marzo Luis Enrique aveva abbandonato il ritiro della Nazionale e a giugno, senza fornire spiegazioni, aveva fatto sapere di rinunciare all’incarico. La Roma, club allenato dal tecnico spagnolo nella stagione 2011-2012, ha espresso la propria vicinanza allo spagnolo tramite un messaggio su Twitter: «L’As Roma si stringe attorno a Luis Enrique in questo momento di dolore. Coraggio Mister».

 

Anche Francesco Totti  non fa mancare il suo messaggio di cordoglio nei confronti di Luis Enrique.

 

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Non ci sono parole…riposa in pace piccola stella🙏🙏🙏

Un post condiviso da Francesco Totti (@francescototti) in data:

La prima volta di un giocatore squalificato tramite prova tv, l’ultima partita di Mauro Tassotti con la maglia azzurra, lui che, al Mondiale Usa del 1994, ci arriva a 33 anni quasi per caso, alla sua ultima possibilità, chiamato perché il ragazzotto conosce i dettami di mister Sacchi e di lui ci si può fidare. Una storia strana quella del terzino del Milan con l’Italia che lui ha già in mente di abbandonare dopo l’esperienza negli Stati Uniti: in azzurro non era riuscito a trovare spazio quando, nel fior della sua carriera, macinava chilometri e marcava attaccanti nella difesa del Milan. Lo trova a fine carriera, ma, conoscendo gli esiti drammatici e beffardi di quel Mondiale perso ai rigori contro il Brasile, forse era meglio non arrivarci. Perché Italia – Spagna, match dei quarti di finale, è per tutti la gomitata di Tassotti al giovane Luis Enrique.

Un pomeriggio afoso, quello del 9 luglio 1994 al Foxboro Stadium di Boston, un catino rovente che ospita il quarto di finale tra Spagna e Italia. Chi vince incontra la Bulgaria in semifinale. E’ un match aperto a tutti e tre i risultati possibili: l’Italia di Arrigo Sacchi gioca un ottimo primo tempo e passa meritatamente in vantaggio al 25’ con la rete del centrocampista Dino Baggio; il secondo tempo è altalenante, sale la Spagna guidata da Javier Clemente che trova il pareggio, al 58’, con un fortunato tiro deviato di Caminero. Le Furie Rosse sfiorano anche il gol del sorpasso in più di un’occasione, ma prima dei supplementari, è l’altro Baggio, il fantasista Roberto, a superare Goicoechea, a tre minuti dal 90’, per siglare il definitivo 2-1.

Squadre stanche, spossate dal caldo e da una sfida sfibrante, la mente non comanda più il corpo che reagisce d’impulso, di stimoli esterni. Così in pieno recupero e in piena area di rigore, con il pallone che sta per giungere proprio in quella zolla di campo, Mauro Tassotti, tenendo a bada Luis Enrique, commette un’autentica sciocchezza assestando una decisa gomitata sul viso dell’asturiano che stramazza a terra. Attimi di attesa, tutti aspettano il fischio dell’arbitro ungherese Puhl che, invece, lascia proseguire il gioco. Il 24enne spagnolo, colmo di ira e con il naso sanguinante, si alza furioso, il colpo c’è stato e solo il replay spiega con esattezza la dinamica. Il match finirà di li a poco e così anche il Mondiale di Tassotti: il terzino del Milan verrà squalificato per otto giornate grazie alla prova televisiva. L’Italia è in semifinale, lui con la testa già a casa. In un’intervista anni e anni dopo dirà:

Purtroppo è una cosa che è diventata parte integrante della mia carriera. Ho fatto una stupidata. Una grossa stupidata di cui ero già pentito un minuto dopo…Nella carriera di un calciatore ci sono episodi fortunati ed episodi sfortunati. Non potrai mai sapere come andrà a finire un’entrata su un avversario. Di sicuro non c’era premeditazione, è stata una cosa istintiva

Inghilterra – Spagna, dove eravamo rimasti. Il teatro è lo stesso, stadio Lužniki di Mosca, mondiali di Russia: in quell’impianto hanno condiviso le amarezze brucianti della competizione iridata. Gli inglesi, a un passo dal sogno della finale, che manca dal 1966, eliminati dalla Croazia con un gol di Mario Mandzukic nei tempi supplementari. Gli spagnoli, rispediti a Madrid dai russi padroni di casa nei rigori degli ottavi di finale, specchio di un mondiale anonimo iniziato con il caos Lopetegui e il successivo arrivo last minute di Fernando Hierro.

Inghilterra e Spagna ripartono da Wembley (ore 20.45, diretta Canale 5) e dalla Uefa Nations League, nel gruppo 4 in cui c’è anche la Croazia, ghiotta occasione di rivincita della semifinale di pochi mesi fa per i Tre Leoni. Sulla panchina dei Campioni del mondo 2010 debutta Luis Enrique, chiamato a riportare le Furie Rosse agli antichi splendori dopo le delusioni degli ultimi Mondiali ed Europei. Lucho, reduce da un anno e mezzo sabbatico, trova una Nazionale orfana dei suoi senatori come Iniesta, Pique e David Silva, ritiratisi dalla Roja. Spazio alla nuova generazione di Isco, Asensio e Rodrigo, con Morata e Suso che scalpitano dalla panchina.

Ironia della sorte: nonostante gli ultimi risultati deludenti, la Spagna è imbattuta da 2 anni, dagli ottavi di finale di Euro 2016 persi a Parigi per 0-2 contro l’Italia di Antonio Conte.

L’Inghilterra di Gareth Southgate riprende il suo cammino dalle basi solide tracciate in Russia. Doveva essere un Mondiale sperimentale, di lancio per un manipolo di giovani dal futuro roseo, è stato un torneo al di sopra delle aspettative a cui è mancato il sigillo finale per renderlo indimenticabile. Il faro inglese resta Harry Kane, capocannoniere iridato, che prima del match riceverà la Scarpa d’Oro per le reti realizzate in Coppa del Mondo. Il centravanti del Tottenham non si ferma al solo premio visto che durante la partita indosserà delle scarpette color oro. Confermato il blocco mondiale, con la sorpresa Pickford in porta, Dele Alli e Sterling a supportare davanti il bomber di Pochettino.

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