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Oltre al danno, la beffa. La stagione di Formula 1 per la Ferrari si sta archiviando nel peggiore dei modi possibili, mostrando platealmente tutte le difficoltà di una scuderia che non riesce a imporsi nelle gerarchie dei suoi due piloti. Al termine di una domenica bestiale Max Verstappen ha conquistato il GP del Brasile di F1: il pilota della Red Bull ha mostrato i muscoli e si è preso la vittoria con due sorpassi da urlo su Hamilton. La follia, invece, si è manifestata dietro tra Leclerc e Vettel che si sono buttati fuori nel finale. Secondo Gasly con la Toro Rosso dopo due safety car, mentre Hamilton è stato penalizzato per il contatto con Albon e ha perso il terzo posto che è andato a Sainz.

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Idue piloti Ferrari, Sebastian Vettel e Charles Leclerc, hanno letteralmente perso la testa, commettendo un errore gravissimo buttandosi fuori a pochi giri dalla fine quando erano in lotta per la quarta posizione. Nessun ordine di scuderia dal muretto e i due piloti hanno deciso di dar vita a una lotta all’ultimo sangue che li ha penalizzati. Contatto e foratura per entrambi che sono stati costretti a parcheggiare le loro SF90 nell’erba. Il tedesco è stato opaco per tutta la gara perdendo la posizione al via da Hamilton e poi da Albon nel corso della gara. Più pimpante il monegasco che, scattato dalla 14.esima piazza, stava rimontando alla grande.

Un finale di gara grottesco, che sottolinea ancora una volta la convivenza ormai impossibile tra chi ha vinto quattro titoli mondiali  ai tempi della Red Bull  e un ragazzino baciato dal talento che non ha alcuna voglia di mettere la divisa del gregario. Una squadra in difficoltà vede finalmente la luce, ma a spegnerla a intermittenza sono proprio i suoi piloti.

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Charles Leclerc ha vinto il GP d’Italia e riportato una Ferrari sul gradino più alto del podio di Monza a 9 anni di distanza dall’ultima volta. Il monegasco ha trionfato al termine di una gara tiratissima, in cui ha dovuto tenere a bada le scatenate Mercedes di Bottas e Hamilton, rispettivamente 2° e 3° al traguardo. Gara buttata da Sebastian Vettel, che è finito in testa coda in avvio, è stato penalizzato e ha poi chiuso addirittura 13°.

Il digiuno è finito. Dopo aver regalato il primo successo stagionale alla Rossa a Spa, Charles ha anche riportato a Maranello la vittoria più ambita, quella nel GP di casa, che mancava dal trionfo di Alonso del 2010. Lo ha fatto al termine di una battaglia al cardiopalma con le Mercedes, prima quella di Hamilton, poi quella di Bottas, arrivato nel finale con gomme molto più fresche dei due rivali. Come in Belgio, il monegasco è stato fenomenale nel resistere alla pressione, nonostante un paio di errori (e un paio di ammonizioni da parte dei commissari), che hanno fatto salire il cuore in gola alla marea rossa dell’autodromo.

Alla fine, però, i tifosi hanno potuto esultare. Il tutto nonostante la domenica da incubo di Sebastian Vettel. Il tedesco è finito in testacoda (da solo) alla variante Ascari, mentre si trovava al 4° posto e stava spingendo per provare ad agguantare la coppia Mercedes. Finito nella ghiaia, è poi rientrato improvvisamente in pista, andando a colpire la Racing Point di un incolpevole Stroll. Una manovra piuttosto pericolosa, che gli è costata anche un’inevitabile penalità: 10 secondi di stop and go. Risultato finale: un 13° posto che fa male a lui e a tutti i tifosi della Rossa. Ennesimo pasticcio per un pilota che sembra ormai l’ombra di se stesso.

La notizia positiva è che Charles Leclerc parte in pole nel GP d’Italia. La quarta stagionale e la seconda consecutiva dopo Spa per il pilota monegasco. La notizia negativa è che la prima casella della griglia di Monza è arrivata al termine di un Q3-farsa, in cui tutti i piloti hanno rallentato per cercare le scie e poi hanno preso bandiera a scacchi, senza poter migliorare il tempo del primo stint. Secondo Hamilton, in seconda fila Bottas e Vettel.

Una qualifica mai vista prima, una situazione quasi “da Moto3“, che non dà certo una bella immagine della F1. Quello di Monza è stato senza dubbio il Q3 più bizzarro della stagioneLeclerc ha chiuso in 1’19”307 il primo stint, tenendosi alle spalle le due Mercedes di pochissimo (+ 0”039 Hamilton+ 0”047 Bottas). Vettel aveva ottenuto il 4° tempo (+ 0”150), senza riuscire a prendere neanche una scia, a differenza dei tre rivali. Poi, la farsa: piloti fuori a 2 minuti dalla fine della sessione, continui rallentamenti in pista per cercare di prendere la scia migliore e passaggio sul traguardo quando la bandiera a scacchi aveva già cominciato a sventolare.

Una grossa delusione per Seb, che aveva tutte le carte in regola per fare benissimo e regalare ai tifosi una prima fila tutta rossa. Hanno ottenuto il massimo invece le Mercedes, che sembravano destinate a inseguire a distanza e invece si sono ritrovate lì, pronte ad attaccare Charles in partenza e con un passo gara eccezionale. Il giro conclusivo è stato messo sotto investigazione, ma Hulkenberg, Sainz e Stroll sono semplicemente stati richiamati con una reprimenda ufficiale mentre le riprese tv non hanno chiarito se Vettel, nel giro che gli è valso il quarto tempo, avesse oltrepassato il bordo pista alla Parabolica e quindi non sono stati presi provvedimenti.

L’appuntamento con la gara è alle 15.10 in diretta esclusiva su Sky Sport F1 (canale 207) e Sky Sport Uno (canale 201).

 

Gara pazza, suggeriva il meteo. E gara pazza è stata, tra pioggia a intermittenza, innumerevoli Safety car (4 più 3 virtual), incidenti a ripetizione e un numero nemmeno quantificabile (non in tempo reale) di cambi gomme. L’ha vinta Max Verstappen tra il tripudio dei tifosi arancioni che hanno trasformato anche Hockenheim in un circuito olandese. Bravo, Max, a sopravvivere, rimediando anche a un testacoda e a scappare quando è stato il momento. Per una vittoria che resterà nella memoria della Formula 1. Secondo Sebastian Vettel, che era partito ultimo. Bravissimo, dunque. A scattare avanti mangiandosi via una grossa fetta del gruppone. Poi ha faticato un po’ sul passo. Ma a differenza di tutti gli altri non ha mai sbagliato e ha sfruttato l’occasione nel finale, quando la Safety car lo ha portato sotto il gruppo di outsider che si è sorprendentemente trovato in lotta per il podio. Sul quale è salito Daniil Kvyat, per la prima volta sulla Toro Rosso (nel 2016 ci salì con la Red Bull). La Toro Rosso non ci saliva da 11 anni, da Monza 2008 con Vettel. Sì, perché le due Mercedes e la Ferrari di Charles non sono arrivate in fondo, come anche la Red Bull di Pierre Gasly. Tutte e tre hanno sono uscite di scena nel cambio di direzione del Motordom. Talmente insidioso da diventare una specie di Trattoria al Curvone di Fantozzi. Con continue uscite di pista. Dalla battaglia esce felice anche Antonio Giovinazzi, ottavo, miglior piazzamento in carriera.

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Al via Verstappen si inchioda e volan davanti le due Mercedes: 1° Hamilton, 2° Bottas. Dietro Leclerc balza da 10° a 6° e Vettel da 20° a 14°. La prima Safety entra al 3° giro per l’incidente Sergio Perez. Girandola di cambi per mettere le gomme intermedie. Vettel continua a risalire, arriva all’8° posto. Dal 23° giro qualcuno comincia ad azzardare le gomme slick, comincia Magnussen, poi Vettel (rosse), Verstappen (gialle) e via via tutti gli altri, sfruttando la Virtual safety car decretata per un lungo di Lando Norris (uscito di scena). Solo che con le slick non si sta in pista. Tutti gli errori sono nel cambio di direzione al Motodrom, le ultime due curve : Verstappen si gira, un 360°, ma resta in pista. Leclerc no, si schianta e si impantana nella ghiaia, disperato. Poco dopo sbaglia anche Hamilton, nello stesso punto. Danneggia l’ala, ma riesce a ripartire, entra ai box, tagliando malamente la traiettoria (si prenderà 5” di penalità) i meccanici non hanno le gomme pronte, il pit durerà 50”. Ancora Safety car, e ancora tutti dentro a rimettere le gomme verdi-intermedie. Davanti c’è Verstappen, secondo Hulkenberg, terzo Bottas, quarto un eccellente Albon, quinto Hamilton, Vettel è ottavo.

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Le due Mercedes si prendono seconda e la terza posizione. Davanti Verstappen allunga. È il giro 41 quando nel solito punto va a sbattere Nico Hulkenberg. Safety car, allora. Ancora un giro di pit per rinnovare le verdi, ma non per tutti. Il che rimescolerà molto le carte. Perché al 48° giro non piove, la pista va asciugandosi di nuovo e c’è la processione ad andare a montare le rosse. In testa rimane Verstappen, ma dietro è bagarre: secondo Stroll, terzo Kvyat, quarto Bottas, quinto Sainz; Vettel è nono, Hamilton dodicesimo, Giovinazzi tredicesimo. Kvyat passa Stroll; Albon supera Gasly per il 7° posto. Al 52, incredibile, sbaglia ancora Hamilton, un 360° senza urti, che lo sbalza ultimo, cioè 15°, dietro anche alle povere Williams: alla fine chiuderà 11°. E tre giri dopo scivola via anche l’altra Mercedes: Bottas si stampa sotto al solito Motodrom. Con l’ennesimo boato degli olandesi in tribuna. Torna dentro la Safety car, che ormai ha fatto quasi gli stessi giri delle auto in corsa. E si ricuce tutto: Vettel è quinto, davanti ha Sainz, Stroll e Kvyat. Il podio è a portata. Al giro 60 si prende Sainz. Sul rettilineo del 62° si fuma Stroll. Al 63 si prende Kvyat ed è secondo. E contento, un’iniezione di fiducia di cui aveva tanto bisogno.

 

 

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That’s one VERY happy podium 🥳🍾 . Epic race, guys 👏👏👏 Enjoy your celebrations! . #GermanGP 🇩🇪 #Formula1 #F1

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Pare che tra la Ferrari e Sebastian Vettel non ci sia pace.

Dopo il flop nella gara inaugurale di Melbourne in cui la macchina ha deluso, stavolta in Bahrain è stato il pilota tedesco a gettare alle ortiche un intero weekend in cui le Rosse partivano da favorite.

Vettel ha perso l’ennesimo duello contro il campione del mondo Lewis Hamilton, in quello che oramai è diventata una vera propria ossessione.

Tra il britannico e il tedesco c’è sempre stata competizione in cui il pilota ferrarista ha avuto modo di trionfare in duelli, soprattutto quando era in Red Bull. Da sottolineare il “soprattutto”, perché il numero 5 da quando è a bordo della monoposto di Maranello ha subito tantissime sconfitte, anche per demerito suo.

L’ultima cocente beffa è successa proprio durante il giro 39 del Gp di Sakhir: Vettel viene prima sorpassato dal campione della Mercedes e poi commette il grave errore di andare in testacoda, perdendo secondi e causando un danno alla vettura che poi ha portato la rottura dell’ala anteriore.

Ovviamente eravamo molto vicini, ho cercato di prendere l’interno come avevo fatto il giro prima. La curva 4 è una delle più complicate, è stato un mio errore!

L’ammissione dello sbaglio è sincera e segna un passaggio importante del week end della Ferrari che si ritrova a festeggiare il primo podio in carriera di Leclerc (poteva ambire anche alla vittoria se non fosse per i capricci del motore) ma anche a mangiarsi le mani per la situazione del tedesco.

Contro Hamilton, Sebastian Vettel sta vivendo una vera e propria disfatta, iniziata già nello scorso anno in cui, per suoi errori evidenti, ha perso i vari confronti diretti gettando punti e podi.

Una “frittata” è stata fatta a Hockenheim nel 2018 con Vettel partito dalla pole position e conseguento dominio della gara. In tutta solitudine, però, ha perso il controllo della monoposto sull’asfalto bagnato finendo a muro: ritiro con conseguente vittoria di Hamilton.

Ma errori sono stati commessi anche a Baku, in Francia e in Austria. Non pochi per chi punta al titolo iridato. In Azerbaijan il tedesco è andato lungo alla staccata della prima curva.

Una serie un po’ lunga per uno che ambisce alla vittoria di un Mondiale.

Di sicuro c’è che alla prima pole position o al primo gp vinto nessuno ne parlerà più. Ma la Ferrari SF90 presentata a Maranello sta già facendo discutere per il suo colore lontano dai canoni tradizionali del Cavallino. Il rosso Ferrari, infatti, non esiste più: è diventato opaco, poco lucido, con tinte rossonere sulla carrozzeria al posto del bianco. I più conservatori hanno già arricciato il naso. Le tinte cromatiche della creatura che sfreccerà nei test di Fiorano sono il simbolo della vettura made in Italy per eccellenza. Lo stesso Enzo Ferrari, fondatore nel 1947 della casa automobilistica più famosa del mondo, amava ripetere:

Chiedi a un bambino di disegnare una macchina e sicuramente lui la farà rossa

“E’ colpa della luce”

Chissà come avrebbe reagito a questa vettura che non è così rossa come immaginavamo. Il nuovo team principal di Maranello, Mattia Binotto, ha rassicurato tutti: «Il colore opaco è una scelta tecnica e non estetica: la vernice pesa meno e ci fa risparmiare qualche etto». Il colore rivoluzionario non piace a tutti, ma l’erede di Arrivabene tranquillizza: «State tranquilli, alla luce naturale vedrete un bel rosso». Di certo questo rosso, un po’ arancio un po’ milanista, ha l’arduo compito di far dimenticare l’annata appena trascorsa. Quella della grande illusione di Seb Vettel, rimasto all’asciutto dopo un avvio promettente. La SF90, per celebrare i nove decenni del Cavallino, sarà anche la monoposto di Charles Leclerc, prodotto dell’Accademia Ferrari e pronto a rovesciare le gerarchie.


Una Ferrari biancoblu

Il colore rosso ha un’origine storica ben precisa. Già un secolo fa le auto da corsa avevano delle tinte cromatiche ben definite in base alla provenienza. Così le francesi erano blu, le inglesi verdi, le tedesche bianche. Le vetture italiane erano, invece, rosse a causa di un accordo preso da quella che diventerà la federazione internazionale (FIA). Il rosso corsa Ferrari è sempre stato usato in gara sin dalla prima monoposto (125 F1) del 1948. Eppure, nel 1964, la Ferrari 158 vinse il Mondiale con la livrea biancoblu. A causa della non omologazione della 250LM, il Drake di Modena decise di correre le ultime due gare mondiali con il nome di North American Racing Team (NART). La scelta, per due gp, portò comunque bene: il pilota britannico John Surtees vinse il mondiale sia piloti che costruttori. Ma quel biancoblu restò solo una fortunata parentesi.

La Ferrari in biancoblu del 1964

 

Per un ferrarista che va, c’è un ferrarista che viene ed è Charles Leclerc, nuovo pilota della Ferrari che ha preso il posto del finlandese Raikkonen passato proprio in Alfa Romeo Sauber.

Il 21enne monegasco ha iniziato la sua nuova avventura con la scuderia di Maranello in questi giorni di test ad Abu Dhabi.

 

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Test day. #ScuderiaFerrari #SF71H #F1 #Ferrari #PrancingHorse

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Tanta emozione per il giovane pilota, ma subito anche ottime sensazioni alla guida della Rossa arricchite dai buoni tempi fatti sulla pista di Yas Marina.

Possiamo certamente ribadire che non poteva chiudere nel migliore dei modi la stagione dato anche il buon rendimento in   Alfa Romeo Sauber nella stagione appena conclusa, in cui ha messo in mostra il talento e una buona attitudine.

La Ferrari ha voluto dare fiducia a Leclerc per voltare pagina e guardare al futuro. L’anno prossimo Sebastian Vettel non può più sbagliare dopo il secondo posto di quest’anno.
Dalla Galleria del vento di Maranello quasi sicuramente verrà fuori una monoposto ancor più competitiva di quella sfornata quest’anno e il tedesco avrà il dovere di sgomitare ancora di più con il leader Lewis Hamilton per strappargli lo scettro di campione mondiale.

Negli Emirati sono stati due giorni di prove. Tanti chilometri percorsi per Leclerc al fine di trovare feeling con il motore della Rossa. Nella seconda giornata, il monegasco sulla monoposto con il numero 16 ha completato 135 giri ottenendo il miglior tempo tra tutte le scuderie; ebbene sì ì, anche meglio del suo nuovo compagno di squadra Vettel.

Il pilota, cresciuto nella Ferrari Academy, fino a qualche mese fa certo non si aspettava il salto di qualità nel team di Maranello in così poco tempo, ma lui ha reso tutto più semplice dimostrando fermezza, una bella guida e convinzione dei propri mezzi.

È stato emozionante, un giorno che aspettavo da tanto tempo e che non ero sicuro sarebbe arrivato. Sono molto contento di come abbiamo cominciato questa nuova avventura e ci tenevo a fare una bella figura!

Il gran bel tempo e la buona tenuta fanno pensare che molto probabilmente Leclerc non farà solamente da spalla al tedesco Vettel per la prossima stagione, ma potrà essere anche una piacevole sorpresa, soprattutto in ottica classifica costruttori.

Tra i tanti a fargli un in bocca al lupo c’è stato il vicepremier, Luigi Di Maio, attraverso i social

Giorni di debutti anche in Alfa Sauber con il veterano Raikkonen affiancato dal giovane Antonio Giovinazzi. Il 24enne pilota pugliese sarà titolare la prossima stagione. A Yas Marina ha concluso 128 giri nei test, un buon modo per macinare chilometri in vista dell’inverno.

La notizia era trapelata già dal deludente weekend di Monza: Kimi Raikkonen lascia la Ferrari a Charles Leclerc a partire dal prossimo anno. Contestualmente il pilota finlandese ha annunciato il suo approdo alla Sauber Alfa Romeo, lì dove aveva iniziato nel 2001.

Kimi Raikkonen annuncia su instagram l’approdo alla Sauber

L’annuncio da Maranello arriva in mattinata:

Scuderia Ferrari comunica che, alla fine della stagione 2018, Kimi Raikkonen lascerà il suo ruolo attuale.

Durante questi anni, Kimi ha dato alla squadra un contributo fondamentale, sia in qualità di pilota, sia per le sue doti umane. Il suo ruolo è stato decisivo per la crescita del team e, al tempo stesso, è sempre stato un grande uomo-squadra.

In qualità di campione del mondo, rimarrà sempre nella storia e nella famiglia della Scuderia. Per tutto questo lo ringraziamo e auguriamo a lui e alla sua famiglia un futuro pieno di soddisfazioni

L’annuncio sul sito della Ferrari

Raikkonen, 39 anni il prossimo 17 ottobre, rimane tuttora l’ultimo pilota ad aver vinto un Mondiale con la Ferrari nel 2007: da allora né Fernando Alonso né fino a oggi Sebastian Vettel sono riusciti a portare a casa l’atteso titolo iridato. Il campione finlandese ha vissuto due epoche diverse con la Rossa: la prima, dal 2007 al 2009 con Felipe Massa compagno di squadra; la seconda esperienza inizia nel 2014, prima con Alonso e poi con Vettel, dopo il momentaneo ritiro e l’approdo alla Lotus nel 2012.

Charles Leclerc arriva dalla Ferrari Driver Academy

Negli stessi minuti, la scuderia del Cavallino ha annunciato l’ingaggio di Leclerc, non ancora 20enne, prodotto dal 2016 della Ferrari Driver Academy, il serbatoio di talenti allevati a Maranello. Il pilota monegasco ha finora disputato 14 Gp in Formula 1 con il casco della Sauber, scuderia che lascerà a fine stagione, venendo sostituito proprio da Raikkonen.