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Definito il quadro dell’All Star Game del prossimo 18 febbraio a Charlotte e non mancano le sorprese.

Le due squadre saranno capitanate da LeBron James (Western Conference) e da Giannis Antetokounmpo (Eastern Conference).
A far notizia però sono le esclusioni eccellenti. A ovest, i due giocatori a essere assenti nel quintetto titolare sono: Luka Doncic nel frontcourt e Derrick Rose nel backcourt. A est, ha fatto scalpore la mancata presenza dell’eterno Dwyane Wade.

Doncic e Rose si sono ben messi in mostra in questa stagione e in pochi si aspettavano una loro esclusione all’ultimo atto della votazione.
Per Wade, dato che sta vivendo la sua ultima stagione in Nba, sarebbe stata la giusta chiusura di una grandissima carriera.

Un riscontro che ha sorpreso un po’ tutti poiché, a ovest, il diciannovenne sloveno e la stella dei Minnesota Timberwolves hanno avuto una valanga di voti dai supporters.
Purtroppo da qualche anno le preferenze dei fans valgono solamente al 50%, con la restante metà suddivisa tra giornalisti e giocatori.
Il numero 77 dei Dallas, alla prima annata nel campionato di basket più importante del mondo, ha ottenuto più voti di tutta la sua Slovenia. Se il piccolo Paese europeo ha poco più di 2 milioni di abitanti, il giovane Luka è andato ben oltre i 4 milioni di voti (dietro al solo Le Bron). Al suo posto è stato preferito Kevin Durant dei Warriors.

Sorprendente anche la mancata chiamata del playmaker Rose, che sta vivendo la sua miglior stagione dopo una serie infinita di infortuni che lo hanno bloccato per anni. Tra i titolari partirà l’MVP della scorsa stagione James Harden dei Rockets.

A est, invece, non ci sarà il 37enne dei Miami Heat, Dwyane Wade. Al posto della guardia nata a Chicago ci sarà Kemba Walker, playmaker degli Hornets. Con oltre 2 milioni di preferenza difficilmente si pensava all’esclusione dallo starting five.

I DUE TEAM

 

Per gli esclusi, però, non è ancora detta l’ultima. Il 31 gennaio i due coach annunceranno le riserve, poi i due capitani sceglieranno le due squadre il 7 febbraio: LeBron sceglierà per primo.

Out i nostri Gallinari e Belinelli. I due nonostante stiano vivendo una stagione positiva non hanno potuto competere a livello di numeri con gli altri campioni.

A settemila punti dalla vetta di ogni tempo, 6962 per l’esattezza. Con i 44 segnati a Portland Lebron James entra nella top five dei marcatori all time dell’Nba. L’ala di Los Angeles ha sfiorato la tripla doppia (44 10 rimbalzi e 9 assist) trascinando i Lakers alla vittoria per 126 – 117. Lebron ha superato Wilt Chamberlain in questa speciale classifica, issandosi solitario al quinto posto:

  1. Kareem Abdul-Jabbar, 38.387 punti in 1560 partite
  2. Karl Malone, 36.928 punti in 1476 partite
  3. Kobe Bryant, 33.643 punti in 1346 partite
  4. Michael Jordan, 32.292 punti in 1072 partite
  5. Lebron James, 31.425 punti in 1157 partite
  6. Wilt Chamberlain, 31.419 punti in 1045 partite
  7. Dirk Nowitzki, 31.187 punti in 1471 partite
  8. Shaquille O’Neal, 28.586 punti in 120 partite
  9. Moses Malone, 27.409 punti in 1329 partite
  10. Elvin Hayes, 27.313 punti in 1303 partite

Lebron entra nell’Olimpo dei grandi con una prestazione monstre, infiammando lo Staples Centre di Los Angeles come mai aveva fatto da quando è stato ingaggiato dai Lakers. Il numero 23 è quasi infallibile dal perimetro (5/6 da tre, 13/19 al tiro), dando il proprio contributo in difesa con 3 stoppate. Il cestista di Akron ha così superato una leggenda senza tempo come Wilt Chamberlain al quinto posto, un’altra leggenda della storia dei Lakers. Il campione americano, scomparso nel 1999, detiene però lo storico record di punti in una singola partita. Il 2 marzo 1962 Chamberlain segnò 100 punti contro i New York Knicks, nella gara vinta 169-147. Nel solo secondo tempo segnò 59 punti.


Considerando la media di 27 punti a partita tenuta da Lebron, avvicinare e superare il primato di Kareem Abdul-Jabbar non sembra fantascienza. Se dovesse mantenere questo trend a canestro, già nel prossimo aprile metterebbe Kobe Bryant nel mirino, avendo già superato Michael Jordan. A dicembre compirà 34 anni e il suo contratto firmato con i Lakers questa estate è quadriennale. Ciò significa che il fuoriclasse statunitense potrebbe entrare nella gloria assoluta nella stagione 2021-2022. A 38 anni, senza alcuna intenzione di fermarsi.


 

 

 

Fa strano vederlo con la canotta gialloviola, ma è questione di abitudine. Prima o poi ci abitueremo tutti a vedere LeBron James con la maglia dei Los Angeles Lakers.

Il suo esordio nel preseason c’è stato, anche se non è stato dei migliori a livello di risultato per i Lakers, i quali hanno perso contro i Nuggets 124 – 107.

Per il Prescelto solo 15 minuti di partita a ritmi abbastanza bassi. Per lui nove punti con due triple, tre assist e altrettanti rimbalzi.

Ovviamente l’evento della serata non è stato il match in se per se, ma tutti attendevano l’ingresso di King James con la nuova maglia 23.

È stato bello tornare sul parquet e iniziare un nuovo viaggio per me stesso. È stato bello sentire il ruggito dalla folla!

Quindi belle sensazioni per LeBron che, con questa nuova avventura a Los Angeles, si è messo nuovamente alla prova per tentare di fare bene in un’importantissima squadra oltre che cercare di rubare lo scettro ai Golden State Warriors, campioni Nba la scorsa stagione.

Intanto per la prossima stagione LB23 sarà protagonista anche da attore, dato che vestirà la canotta dei Tunes Squad per il film Space Jam 2.

Il primo canestro messo a segno contro Denver è stata una tripla ben oltre la lunetta. Tre punti che hanno subito scaldato l’umore dei compagni ma soprattutto della folla dei 13500 tifosi impazziti del Valley View Casino di San Diego, accorsi a vedere la prima del Re.

Il prossimo match sarà nuovamente contro i Nuggets per continuare la preparazione in vista della lunga stagione Nba in cui LeBron James vuole ancora migliorarsi ed essere il migliore.

Intanto per ora si gusta le nuove sensazioni e le nuove emozioni con i Lakers:

Dalla canotta del St. Vincent-St. Mary a quella dei Cavs. Da quella dei Cavs a quella degli Heat. Ritorno a quella dei Cavs ed ora sono un Laker. È una sensazione diversa, ci vorrà un po’ per abituarsi.