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Il posticipo tra Empoli e Milan in programma alle 21 al “Castellani” chiude il turno infrasettimanale della sesta giornata di serie A. Due ore prima, alle 19, Spal Sassuolo sarà sfida tra due squadre hanno iniziato al di sopra delle aspettative il loro campionato.

Il match in Toscana è fondamentale per gli uomini di Gattuso, impegnati a risalire la classifica dopo un inizio di stagione abbastanza tribolato: i rossoneri sono nelle retrovie della graduatoria, ma con due partite in meno. Stasera dovranno fare a meno del loro uomo di maggior classe, Gonzalo Higuain, non convocato a causa di un problema al flessore. Un ko che conferma il rapporto curioso tra gli attaccanti del Milan e la partita contro l’Empoli.

L’esultanza di Higuain dopo il gol all’Atalanta

Segnare un gol ai toscani non sembra portare bene ai centravanti di via Aldo Rossi, nonostante la società del presidente del Corsi non abbia mai sconfitto in casa il Milan. I precedenti sono disparati: qualcuno forse ricorderà Andreas Andersson, attaccante biondo svedese che nel 1997 atterrò a Milano con grandi speranze, visti i numeri incoraggianti ottenuti a Goteborg (32 gol in 39 partite). Ma Andersson lasciò traccia di sé solo con le ragazze, come vociferavano i maligni, segnando un solo gol proprio a Empoli il 5 ottobre 1997. Poi di lui si sono perse le tracce.

Il Milan della stagione 97/98: Andersson è in alto, il quarto da sinistra

Anni dopo, nel 2005, Christian Vieri passa dall’Inter al Milan, un tradimento in riva ai Navigli che non porterò molta fortuna a Bobo. Il suo unico gol in rossonero lo segna proprio a Empoli il 26 ottobre prima di continuare il suo valzer di magliette trasferendosi a Montecarlo.

Bobo Vieri in maglia rossonera

Nove anni più tardi, nel 2014, Fernando Torres è il colpo piazzato da Galliani nel calciomercato estivo. El Niño ex Chelsea, Liverpool e Atletico Madrid non si rivelerà all’altezza delle aspettative: un solo gol in rossonero, proprio a Empoli nel 2-2 del 23 settembre 2014.

Fernando Torres al Milan

In questa particolare cronistoria c’è anche Mattia Destro, il ragazzo incompiuto del calcio italiano, mai definitivamente sbocciato. Neanche in maglia rossonera, che indossa nell’inverno del 2015 per pochi mesi: il suo primo gol nel Milan è contro l’Empoli, questa volta a San Siro. Resterà uno sbiadito ricordo.

Mattia Destro esulta a San Siro

Nel 2016, infine, Gianluca Lapadula ha trascinato il Pescara come capocannoniere alla promozione in A. Quei gol gli valgono il salto in una grande squadra: col Milan realizza 8 reti in 29 partite, la sua prima doppietta nella massima serie è al “Castellani” nel novembre 2016.

Gianluca Lapadula, attaccante del Milan di Montella

Patrick Cutrone, che stasera dovrebbe sostituire a Empoli l’infortunato Higuain, è avvisato.

Corre, segna a raffica e gioca divertendosi la Nazionale del futuro, che ad Empoli travolge 8-0 San Marino con quattro gol per tempo in un’amichevole ‘vetrina’ per alcuni tra i migliori talenti di un calcio italiano che guarda con fiducia ai suoi giovani.

Il match con San Marino è la degna conclusione dei quattro raduni organizzati dallo scorso novembre e dedicati ai calciatori emergenti dei campionati di Serie A e Serie B, un’attenzione al vivaio confermata dall’età media sempre più bassa nelle gare disputate dagli Azzurri tra settembre e marzo (scesa dai 31 anni di Italia-Francia ai 26,7 di Olanda-Italia).

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“Questa partita – il commento di Ventura – non fa che confermare che alle spalle di chi sta giocando ora in Nazionale c’è un gruppo di ragazzi che vuole arrivare lì, è il segnale più bello e importante. Lo spirito e la disponibilità sono quelli giusti, il risultato non contava perché incontravamo una squadra che non è di grandissimo livello, ma era la prima partita per chi ha fatto gli stage e c’era in ballo la possibilità di dire chi sono e cosa vogliono diventare. C’erano pochi spazi e, soprattutto nella prima mezzora, abbiamo fatto buone giocate. Non so quando, ma alcuni di questi ragazzi faranno parte della Nazionale prossima futura: sono molto giovani, hanno del potenziale e hanno bisogno di tempo per trovare la strada giusta per sfruttarlo”.

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“Il mister ci teneva molto all’atteggiamento – sottolinea Lapadula – per noi era una gara importante, ci tenevamo a fare bene e sono contento che le giocate provate e riprovate in questi giorni siano riuscite”.

Quando entra in campo lui, a San Siro cambia la musica. Soprattutto dagli spalti, i mugugni e qualche fischio nel rapporto amore-odio del pubblico con Niang e Bacca, si trasformano in applausi, boati di incoraggiamento. Gianluca Lapadula è adrenalina e panacea: lotta su ogni pallone, dinamico, sa fare il centravanti sporco.
Soprannominato sir William per il suo temperamento, elogio al condottiero William Wallace. A San Siro, come detto, quando gioca lui, cambia la musica. Eppure la sorprendente stagione dell’ex Pescara, alla prima esperienza in Serie A, con il Milan, si arricchisce di un’altra particolarità…con sfumature musicali.

Nella trasmissione serale della Domenica Sportiva, dopo il match tra Milan e Cagliari, sbloccato all’88esimo da Bacca proprio su assist del centravanti torinese, Lapadula si è esibito al pianoforte, in diretta, suonando il “Notturno in Si bemolle” di Fryderyk Chopin. Un po’ di emozione e timidezza, quella che non si vede certamente in campo, «sono un po’ emozionato perché non ho mai suonato davanti a tante persone», ha detto prima di lasciare lo studio, ma ha regalato un sincero e genuino sorriso.

Ma l’intreccio tra musica e calcio, dribbling e assolo di chitarra, è ricco di protagonisti notevoli e un po’ “stonati”. Sbarcato dagli Stati Uniti d’America come se fosse sulla luna, a metà degli anni ’90, Alexi Lalas appassionò i tifosi del Padova, per il suo stile che sfuggiva alle etichette italiane, tra capelli e barba rossa e la sua passione per la musica. Appena smesso di giocare, ha fondato la sua band, i Gypsies, e registrato tre album.
C’è chi, poi, ha fatto il percorso inverso, emigrando dall’Italia alla volta degli States: Giorgio Chinaglia, bandiera della Lazio, chiuse la carriera nel Cosmos di Pelé e, in quell’occasione, incise “I’m football crazy”. Era il 1974, autentico precursore.

Dal rock al reggae e parliamo del fuoriclasse del Milan, l’olandese Ruud Gullit. Istrionico, bello da vedere in campo, imperioso con i suoi lunghi capelli neri a treccina. Ascoltava la musica delle terre giamaicane per caricarsi prima di ogni partita; il passo successivo è stato prendere in mano una chitarra e cantare.
I primi anni ’90, in Italia, erano autentici duelli tra Milan e Napoli, tra i tulipani olandesi e il genio di Diego Armando Maradona. Dio con i piedi, discreto anche con la voce: nel 1988 uscì un vinile con un pezzo dedicato alla madre, “Querida Amiga”, con un vocativo riff da soap-opera, cantato dall’idolo partenopeo assieme al gruppo Pimpinella.

Con Maradona, scomodiamo i grandi del calcio: l’olandese Johan Cruyff, nel 1969, in piena ondata Beatles incise (o l’obbligarono a farlo, chi lo sa!) “Oei, Oei, Oei (Dat Was Me Weer Een Loei)”, mentre tre anni prima il tedesco Franz Beckenbauer, con un intro da cori da stadio, cantò “Gute Freunde Kann Niemand Trennen”.

Tornando ai giorni nostri, ma rimanendo in Germania, ecco un’imbarazzante Lukas Podolski, passato senza lasciar tracce all’Inter, cresciuto a Colonia, che assieme al cantante Brings e con buona dose di auto-tune, si è esibito nel brano “Hallelujah”.
Decisamente più rock è Pablo Osvaldo, il bomber italo-argentino che a 30 anni ha appeso scarpette al chiodo per dedicarsi interamente alla sua passione. Dopo aver girato tanto, girato anche a vuoto, ha deciso di essere la voce e il frontman, a tempo pieno, della sua band, il Barrio Viejo Rock&Roll. Ha svestito i panni dell’attaccante, passando dal calcio alla musica. Proprio come il celebre Julio Iglesias.

Una carriera da cantante frantumando record di vendite e successi internazionali con “Se mi lasci non vale” o “Sono un pirata, sono un signore”. Eppure, agli inizi degli anni ’60, seguendo la passione di suo nonno per il Real Madrid, Julio sognava di sfondare nel calcio. Giocò come portiere di riserva della squadra madridista, se ne parlava anche bene, ma a 20 anni, a causa di un brutto incidente stradale, fu costretto a smettere. In ospedale, durante la lunga riabilitazione, nelle notte insonni, iniziò a scrivere testi musicali. Il resto è noto.

Sarà un derby speciale, il prossimo Milan–Inter, anzi sarà un derby mondiale: le stime parlano di 643.165.764 persone che seguiranno la partita in tv da ogni parte del pianeta. Ma non solo: anche la tribuna stampa di San Siro sarà composita con 250 giornalisti accreditati pronti a scommettere su chi sarà più decisivo tra Donnarumma o Icardi, tra Niang o Handanovic.
E’ il derby, dunque, anche dei giovani, delle possibili sorprese per alcuni o della prova di maturità per altri; di chi, insomma, potrebbe ritagliarsi uno spazio importante durante i prossimi Mondiali del 2018 in Russia. E proviamo a immaginare, pescando dalle rose di Milan e Inter, l’11 migliore in prospettiva. Il modulo è il 3-4-3.

Portiere

Gigio Donnarumma: nel 2018, il giovane talentuoso portiere del Milan avrà 19 anni. Anche se Buffon dimostra ancora di essere una garanzia tra i pali e vero leader nello spogliatoio, il ragazzotto è il futuro della Nazionale italiana e, se diamo per sicura la sua convocazione in Russia, è auspicabile anche un suo impiego;

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Difesa

Jeison Murillo: anche se la sua Colombia ha perso 3-0 nell’ultima sfida contro l’Argentina ed è momentaneamente a due punti dal quarto posto che significa qualificazione matematica per Russia 2018, il difensore dell’Inter, classe 1992, è una certezza nelle retrovie della Nazionale sudamericana;

Alessio Romagnoli: da acquisto troppo costoso per il suo reale valore (il Milan l’ha preso dalla Roma a 25 milioni) a incrociare le dita (e relativi scongiuri dall’altra sponda di Milano) per vederlo in campo nel derby. Ha il numero 13, come quello di Alessandro Nesta, non da poco. In Nazione ha esordito lo scorso 6 ottobre 2016, a 21 anni, giocando titolare nella partita pareggiata 1-1 contro la Spagna. Il Milan e Ventura possono sorridere: il ragazzo si farà;

Miranda: a suo modo, può essere una sorpresa. Il centrale brasiliano dell’Inter non è più tanto giovane (nel 2018 avrà 34 anni), ma è stato in grado di conquistare il posto nella difesa del Brasile, spodestando Thiago Silva e David Luiz. Ma il difensore esploso nel San Paolo e portato in Europa dall’Atletico Madrid, è una garanzia: con lui in campo, la Nazionale carioca, ha perso solo contro il Cile nell’ottobre 2015; poi tre pareggi e otto vittorie;

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Centrocampo

Manuel Locatelli: il The Guardian l’ha inserito nella lista dei migliori cinquanta calciatori nati nel 1998. Le premesse ci sono tutte. Il ragazzo di 18 anni ha segnato il suo primo gol in Serie A con un bel gol da fuori area, nella partita vinta per 4-3 contro il Sassuolo, dopo essere subentrato a Montolivo. Qualche settimana dopo ha castigato anche la Juventus nella vittoria per 1-0. Personalità e piedi buoni per il centrocampista. Al momento è stato convocato dal ct Di Biagio dell’Under-21, ma una coppia Verratti-Locatelli sarebbe affascinante, non trovate?

João Mário: all’Inter, società e tifosi, aspettano di vedere il reale potenziale del portoghese, acquistato quest’estate dallo Sporting Lisbona e tra i protagonisti del trionfo del Portogallo nell’Europeo francese. In patria ha fatto vedere ottime cose in qualità di mediano, in Serie A, complice il disastroso inizio di stagione dei neroazzurri, ha avuto difficoltà a caricarsi sulle spalle le responsabilità del controcampo. A 23 anni c’è tempo ancora per crescere e diventare leader anche della sua Nazionale;

Suso: è maturato nel Genoa, succursale per certi versi del Milan. Da possibile meteora rossonera, da quando Montella siede sulla panchina, il fantasista spagnolo sta diventando sempre più prezioso e pedina insostituibile. Fosforo e piedi buoni per il 23enne di Cadice che in Serie A sta dimostrando personalità. Sarà, però, sufficiente per trovare una maglia nella Spagna dove il tasso tecnico è estremamente elevato? Intanto il ct Lopetegui, nell’ultimo giro di partite l’ha inserito nella lista dei pre-convocati. Anche se nel suo ruolo c’è Isco, Lopetegui conosce molto bene Suso, avendolo già convocato negli anni scorsi con le nazionali giovanili, Under-19 e Under-21. Bisogna crederci;

Marcelo Brozović: la sua Croazia ha un girone di qualificazione molto abbordabile. Il primo posto in classifica e una buona chance di arrivare in Russia è, dunque, abbastanza possibile. La sua è stata un’estate travagliata, tra voci di calciomercato e difficoltà nel trovare continuità tra i vari allenatori, ma il centrocampista 24enne dell’Inter, cresciuto tantissimo dal suo arrivo in Italia nel gennaio 2015, è il giocatore di maggior spessore e tecnica tra le pedine a disposizione di Pioli. E’ stato convocato per i Mondiali 2014 senza aver mai vestito la maglia della Nazionale maggiore in precedenza;

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ATTACCO

Gabriel Barbosa, Gabigol: troppi punti interrogativi aleggiano attorno a lui e alla sua esperienza interista. Il 20enne brasiliano, messosi in luce nell’ultima Olimpiade a Rio, dove ha vinto la medaglia d’oro con la Nazionale brasiliana, è stato l’acquisto di punta della scorsa estate. Quasi 30 milioni di euro, uno spot di presentazione sfarzoso, qualche minuto giocato con il Bologna e nulla più. Con il 2016 ormai al termine, può essere il 2017 il suo anno? Inter e Brasile ci sperano;

Gianluca Lapadula: la sua è una nomina romantica per caparbietà e determinazione che caratterizzano l’attaccante di Torino che ha fatto bene nel Teramo prima di esplodere al Pescara. Nel maggio del 2016 ha rifiutato la proposta della Nazionale peruviana di prendere parte alla Copa América perché, in cuor suo, ha sperato in una convocazione italiana. Arriva, infatti, nello scorso match, dopo il forfait di Manolo Gabbiadini, viene convocato da Ventura per la sfida contro il Liechtenstein e l’amichevole contro la Germania;

Mauro Icardi: tra Higuain, Aguero, Messi, Dybala e Di Maria, gli spazi, in attacco, sembrano serrati. L’Argentina, che sta arrancando nel girone di qualificazione, in avanti può vantare tra i migliori bomber nel panorama calcistico mondiale. L’attaccante dell’Inter che, a 23 anni, stringe al braccio la fascia di capitano, sul campo dimostra di essere predatore d’area, come pochi. I guai, però, sono tutti fuori dal terreno di gioco. Nell’Albiceleste, tra i grandi, non ha ancora debuttato; Maradona e Messi sono contrari: riuscirà a dimostrare tranquillità e maturità per ottenere la fiducia del ct Bauza?

Ecco la formazione al completo: Donnarumma – Miranda, Romagnoli, Murillo – Suso, João Mário, Locatelli, Brozović – Gabigol, Lapadula, Icardi.