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Dopo dieci giorni dall’inizio del Mondiale le emozioni non sembrano volersi placare ed anzi si amplificano: il Belgio abbatte la Tunisia con una cinquina impressionante; il Messico supera la Corea del Sud e vede gli ottavi di finale sempre più vicini; la Germania ad un passo dall’oblio, supera la Svezia e riapre le chance di qualificazione.

Sembra essere sempre più il Mondiale di Romelu Lukaku: dopo la doppietta contro Panama, l’attaccante del Manchester United ne rifila altri due alla Tunisia avvicinando il Belgio agli ottavi di finale con una gara di anticipo (nel caso in cui domani l’Inghilterra non dovesse perdere si avrebbe la certezza aritmetica). Gara senza storia fin dal calcio d’inizio, la squadra di Martinez mette in difficoltà le Aquile di Cartagine che non mostrano la stessa solidità di cinque giorni fa, quando spaventarono e non poco la nazionale dei Tre Leoni. Bagna con una doppietta la sua prima volta ‘mondiale’ anche Eden Hazard che non era mai andato a segno nelle sei gare precedentemente disputate.

Il Messico si avvicina ancora di più agli ottavi di finale e dopo il successo contro la Germania ottiene altri tre punti, stavolta battendo 2-1 la Corea del Sud. I latino-americani soffrono inizialmente per poi venirne fuori grazie al talento dei propri giocatori: Vela trasforma il calcio di rigore che porta avanti la Tricolor, il Chicharito Hernandez raddoppia nella ripresa chiudendo definitivamente i conti. Inutile quanto bello il gol finale della stella del Tottenham Heung Min Son che batte Ochoa (per la prima volta in questo Mondiale l’estremo difensore ha subito una rete) con un sinistro di pregevole fattura. La matematica ancora non condanna gli asiatici ma la qualificazione sembra essere ormai scappata di mano.

La Germania rischia grosso ma supera la Svezia all’ultimo istante grazie ad una meravigliosa punizione di Kroos. I tedeschi fanno la partita ma a passare in vantaggio è la selezione del Nord-Europa abilissima a sfruttare le innumerevoli lacune difensive degli uomini di Low: Kroos perde un pallone ingenuo che termina sui piedi di Claesson che pesca Toivonen il quale fulmina Neuer con uno scavino stupendo. Il pareggio della Deutschland arriva nella seconda frazione e porta il nome di Marko Reus bravo nel colpire di ginocchio un cross sporcato precedentemente da Gomez. La squadra in maglia bianca cerca di sfondare il muro ma la Svezia sembra impenetrabile: sembra, perché all’ultimo istante Kroos su calcio piazzato regala la vittoria ai suoi compagni.

Tante gare anche domani, in una domenica all’insegna dello spettacolo: apre la giornata l’Inghilterra (14:00, Italia 1) che sfida Panama per ottenere l’aritmetico passaggio del turno; Giappone e Senegal si sfidano alle 17 (sempre su Italia 1) nella gara che può significare il primo posto nel girone H; la sfida serale è quella da non perdere per nessun motivo al mondo, le due grandi sconfitte di quest’ultimo raggruppamento, Polonia e Colombia, daranno vita ad un interessantissimo match da dentro o fuori.

Le probabili formazioni

Inghilterra: Pickford; Walker, Stones, Maguire; Trippier, Henderson, Alli, Young; Lingard, Kane, Sterling. All. Southgate
Panama: Penedo; Murillo, Torres, Escobar, Davis; Gomez; Barcenas, Cooper, Godoy, Rodriguez; Perez. All. Gomez

Giappone: Kawashima; Sakai, Makino, Yoshida, Nagatomo; Hasebe, Shibasaki; Haraguchi, Kagawa, Inui; Osako. All. Nishino
Senegal: K.N’Diaye; Wagué, Koulibaly, Sané, Sabaly; Ismaila, Gueye, N’Diaye; Niang, Diouf, Mané. All. A. Cissé

Polonia: Szczesny; Bereszynski, Cionek, Pazdan, Rybus; Krychowiak, Zielinski; Blaszczykowski, Milik, Grosicki; Lewandowski. All. A. Nawalka
Colombia: Ospina; S. Arias, D. Sanchez, Murillo, Mojica; Lerma, Barrios; Cuadrado, James Rodriguez, Izquierdo; R. Falcao. All. J. Pekerman

Di stelle in campo ce ne saranno tante; di vittorie e trionfi gloriosi si potrebbe parlare per giorni. Tra Scudetti vinti dalla Juventus, Champions League alzate al cielo dal Real Madrid e i vari Pallone d’Oro vinti da Cristiano Ronaldo, se dovessimo mettere assieme trofei di squadra e premi individuali dei due club, avremmo bisogno di una bacheca grande quanto il lato lungo di un campo da calcio.

E poi c’è un re-match che scotta ancora, dopo la finale di Champions League tra il club madrileno e quello di Torino che si sono contesi la 62^ edizione al Millennium Stadium di Cardiff e che ha visto le merengues trionfare per 4-1.
Il Real, dopo la maledizione per la “decima” che tardava ad arrivare, con Ancelotti prima e Zidane poi ha piazzato la terza Champions League negli ultimi quattro anni; la Juventus, invece, dopo la delusione di tre anni fa contro il Barcellona è ancora lì desiderosa di completare un ciclo (quasi)perfetto aperto da Conte e proseguito con Allegri.

Due squadre complete in tutti i reparti: esperienza e fantasia si mescolano a intelligenza tattica e affiatamento tra i vari reparti. Giocatori che hanno alle spalle tante finali giocate, con l’adrenalina a mille, la carica e un po’ di tensione per un quarto di finale che ha l’allure di vendetta, ma anche di un forte scossone verso la finale del 26 maggio a Kiev. Ma quanti di loro hanno giocato la finale di un Mondiale, vincendola?

Lo spagnolo

Il difensore Sergio Ramos è l’unico superstite merengues ad aver vinto il Mondiale in Sudafrica nel 2010. Il resto della ciurma che sette anni fa giocava nel Real è, infatti, andato via: Raúl Albiol gioca nel Napoli, Álvaro Arbeloa ha giocato una stagione al West Ham, Xabi Alonso, dopo l’avventura al Bayern Monaco, si è appena ritirato e lo storico leader e portiere Iker Casillas, ancora in attività, difende i pali del Porto.
Così il goleador centrale Sergio Ramos è, in questa finale di Cardiff, l’unico spagnolo che ha sollevato la prestigiosa coppa ideata da Gazzaniga. Con la Nazionale maggiore ha esordito il 26 marzo 2005, quattro giorni prima del suo 19esimo compleanno; e durante i festeggiamenti per il trionfo del Mondiale 2010 con la vittoria per 1-0 contro l’Olanda, Sergio Ramos ha indossato una maglietta con la foto di Antonio Puerta, suo connazionale ed ex-compagno al Siviglia deceduto nell’agosto 2007;

I tedeschi

Quest’anno, tra i teutonici sponda Madrid e sponda Torino, a spuntarla sono proprio gli juventini: da un lato Toni Kroos, 27 anni, arrivato nel club di Madrid nel luglio 2014 da campione del Mondo. Dall’altro lato, Sami Khedira, 30 anni, alla Juventus dal 2015. Entrambi centrocampisti, entrambi protagonisti nella spedizione in Brasile del 2014, entrambi a segno nella stessa e unica partita di tutta la competizione: nel devastante 7-1 contro i padroni di casa. Piccola vittoria, in realtà, per Toni che in quel match ha segnato una doppietta.
Ma nel mercato estivo, però, a scombussolare gli equilibri di questa particolare classifica, è arrivato Benedikt Höwedes, difensore centrale, ex Schalke 04, autentico protagonista ai Mondiali brasiliani. Benedikt, infatti, ha giocato tutte e sette le gare, non perdendosi nemmeno un minuto di gioco (compresi i supplementari). Una sicurezza per il ct  Löw.

Gli italiani

Sono quelli più “anziani” ad aver vinto una Coppa del Mondo. Bisogna risalire al 2006, quasi 11 anni fa dalla finale di Berlino contro la Francia, il nove luglio. Gianluigi Buffon e Andrea Barzagli sono ancora oggi esperienza ed efficacia in difesa: assieme a Bonucci e Chiellini hanno formato, in questa nuova era juventina, una delle difese più forti e sicure della storia. Solo tre gol subiti in quest’avventura europea, merito anche delle parate del 39enne Buffon che oggi, come allora, impressiona ancora per la sua reattività tra i pali.
Del resto, nei nostri occhi è ancora impressa la sensazionale e fantasmagorica parata sul colpo di testa di Zidane nella finale…

E poi c’è Barzagli, scelto nella rosa dei Mondiali del 2006 anche se aveva giocato appena sei minuti nelle qualificazioni, che collezionò due presenze in Germania, tra cui gli interi 90 minuti dei quarti di finale contro l’Ucraina al posto dello squalificato Marco Materazzi. Uscito dal giro della Nazionale dopo il trasferimento al Wolfsburg, grazie all’intuizione della Juventus che l’ha riportato in Italia nel 2011, Andrea è stato uno dei difensori più affidabili negli ultimi cinque anni;

Il francese

Ha smesso di giocare, ma è ancora un vincente. Anche se adesso ha una giacca e una cravatta e mantiene un certo aplomb, sicuramente di più di quanto non faceva in campo. Zinédine Zidane, il figliol prodigo di Carlo Ancelotti come vice sulla panchina del Real, si sta dimostrando un allenatore preparato e sicuro di sé: ha già inanellato due Champions League, una Liga, due Supercoppe europee, una Supercoppa spagnola e due Mondiali per club.

 

La sua ultima immagine legata a un Mondiale è tristemente nota: lui, di spalle, mentre si allontana dal campo e dalla Coppa, dopo la testata inflitta a Materazzi. Ma quando vuole, l’ex fantasista transalpino, la testa la sa usare per far sognare i tifosi: Mondiali del 1998, in Francia, finale allo Stade de France di Saint-Denis contro il Brasile. Un trionfante 3-0 con doppietta proprio del fantasista numero 10: due colpi di testa, il secondo, con tanto di pallone passato in mezzo alle gambe di Roberto Carlos.

Insomma, se volessimo guardare i campioni che hanno vinto un Mondiale, la sfida tra Juventus e Real Madrid finirebbe 4-3…e chi di questi sei sarà il più decisivo nella doppia sfida tra andata e ritorno dei quarti di finale?