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Jean Todt

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Jean Todt, ex manager della Ferrari e oggi presidente della Fia (Federazione Internazionale dell’Automobile), torna a parlare dell’ex pilota di F1 Michael Schumacher, a sei anni dal terribile incidente sulle piste da sci avvenuto a Meribel, nelle Alpi francesi, il 29 dicembre 2013.

Todt, intervistato da Radio Monte Carlo, ha parlato delle attuali condizione del campione e del rapporto di amicizia che li lega ancora oggi, seppure in maniera diversa: «Sono sempre molto cauto quando faccio queste dichiarazioni, ma è vero: ho guardato con lui le gare di Formula 1 nella sua casa in Svizzera. Michael non si arrende, continua a combattere ed è nelle migliori mani», ha dichiarato l’ex manager facendo riferimento al team che segue il campione in questa lunga fase di riabilitazione a cui è sottoposto.

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Oltre ad aver ammesso di aver visto il Gp di Hockenheim, durante l’intervista, Todt ha anche rivelato che, anche se oggi non c’è più la comunicazione di un tempo, a legarli c’è ancora una grande amicizia, nata nella lunga esperienza condivisa in Ferrari dal 1996 al 2006, durante la quale Schumacher ha vinto ben cinque Mondiali. Poi ha aggiunto: «Michael continua a lottare, e con lui la sua famiglia».

Intanto Mick Schumacher, il figlio 20enne di Michael, ha intrapreso la strada di suo padre. Pilota di formula 2 e membro della Ferrari Driver Academy, nel Gran Premio di Hockenheim ha avuto occasione di guidare la monoposto dell’indimenticabile campione.

 

È stata appena inaugurata la Hall of Fame di Formula 1: la Federazione internazionale (Fia) ha sancito l’evento a Parigi durante una serata di gala che ha visto partecipare i grandi campioni delle quattroruote.

La Hall of Fame della FIA è stata creata per mettere in evidenza i campioni della storia dello sport automobilistico, che rappresentano o hanno rappresentato per la FIA valori come impegno, integrità, rispetto e sportività. Questa è la prima fase di un progetto ambizioso: la nostra Hall of Fame si espanderà a Ginevra e nel corso dei prossimi anni saranno introdotti piloti di altre categorie. In questo modo celebreremo degnamente tutti i campioni FIA che hanno fatto la storia e che rendono anche la storia del Motorsport ricca e stimolante

Queste sono le parole cariche di orgoglio di Jean Todt pronunciate all’inaugurazione del grande evento.

La Hall of Fame ha incluso ben 33 campioni del mondo di Formula 1 e una parte di loro ieri era a Parigi per festeggiare: Sir Jackie Stewart, Mario Andretti, Alain Prost, Nigel Mansell, Damon Hill, Jacques Villeneuve, Fernando Alonso, Sebastian Vettel e Nico Rosberg.

In un momento di grande gioia e soddisfazione per tutta la Formula 1 e i presenti alla serata c’è però una nota di rammarico per l’assenza del 7 volte campione del mondo Michael Schumacher, che aveva il diritto di presiedere all’incontro come i suoi compagni.

In tanti si sentono di esprimere un pensiero verso lo sfortunato pilota che da anni ormai è lontano dalle piste a causa di un incidente sulla neve e che sta affrontando un lungo percorso di riabilitazione.

Il primo è proprio Jean Todt, che dice:

Ci manca Michael. È lì, sta ancora combattendo. Michael è una persona molto speciale, lo è per il mondo dei motori, lo è per me, è un vero amico e continua a lottare per riprendersi

Anche la portavoce del pilota si sente di dire qualche parola:

Tutti sappiamo che Michael dovrebbe essere qui e sono certa che gli sarebbe piaciuto esserci, ne sarebbe molto onorato. Ciò che ha reso Michael così speciale e vincente è stato l’amore e la passione per questo sport, come per tutti in questa sala

La formula 1 tiene infatti legati tutti i partecipanti all’inaugurazione della Hall of fame, che ravviva la storia di questo sport e lo rende sempre più protagonista. Sebastian Vettel, insieme ai suoi colleghi, ne è entusiasta:

E’ stato incredibile vedere tutti questi nomi e questi volti. Molti di loro li conosco solo per quello che ho letto e che ho visto, ma penso sia una fantastica idea. C’è così tanta storia negli sport, è ancora così viva, e grazie a eventi come questi lo sarà ancora

Una carriera in ascesa, una personalità umile e tanta strada da percorrere per inseguire il suo sogno: Jules Bianchi, il pilota di formula 1 rimasto vittima di un incidente in gara, non è mai stato dimenticato, né dalla sua famiglia né dai suoi sostenitori.

A due anni di distanza dalla sua tragica scomparsa, la sua famiglia ha deciso di farlo rivivere in un’associazione intitolata proprio a lui.

Cari tifosi di Jules, siccome vogliamo mantenere vivo il suo ricordo, abbiamo creato un’associazione che porta il suo nome. Jules ha ricevuto così tanto sostegno e amore quando era in vita che abbiamo pensato fosse giusto restituirlo, e aiutare le persone bisognose. Questo spazio è rimasto silente per troppo tempo e, da oggi in poi, posteremo le attività dell’associazione e condivideremo i ricordi di Jules

Un’iniziativa per tenere sempre vivo il suo ricordo e al contempo aiutare le famiglie bisognose. E così si rianima quel profilo twitter che da tantissimo tempo ormai non veniva aggiornato. Adesso servirà per dare le news sulla nascente associazione.

Jules Bianchi era un giovanissimo pilota di Formula 1 che ha iniziato la sua carriera nel 2009, quando fu introdotto nella Scuderia Ferrari. Da allora ha disputato ben 34 Gran premi di Formula 1, fino all’ultima sua grande sfida in Giappone, dove cominciò la battaglia più dura della sua vita.

La sua partecipazione al Gran premio di Giappone del 2014 fu l’ultima sua prova su pista e segnò l’inizio di un calvario durato quasi un anno. Durante la corsa ebbe un incidente violento che gli causò delle lesioni cerebrali piuttosto gravi e rimase in coma fino al 25 luglio 2015. Quel giorno Jules Bianchi morì, lasciando un gran vuoto non solo nella sua famiglia, ma anche nella Formula 1 e nei suoi fans.

Una vita breve ma intensa che ha lasciato il segno: oggi nasce l’associazione in suo onore, ma tempo prima erano già state avviate altre iniziative per ricordarlo per sempre.

Subito dopo la sua morte il Presidente della FIA Jean Todt ha deciso di eliminare il numero 17 dalle gare, per onorare la memoria del pilota scomparso precocemente.

E nella sua città d’origine, Nizza, all’inizio dell’anno è stata intitolata anche una via in suo nome: Rue du Sapin ha cambiato nome in Rue Jules Bianchi”. (Leggi qui)

Insomma, è chiaro che Jules Bianchi non è stato mai dimenticato e che la sua morte ha scosso tutti. Queste iniziative servono però a non lasciare che la sua scomparsa diventi solo un lontano ricordo col passare del tempo e sperano di onorare la sua memoria per sempre.