C’è chi sognerebbe di scendere in campo solamente per una partita, solamente per un tempo, solamente per poter dire di aver vissuto l’emozione della Champions League. C’è chi arriva a fine carriera, c’è chi la vedrà eternamente davanti al televisore. E poi c’è chi, dal suo debutto nel 1999, continua per lunghi e ininterrotti anni a provare la pelle d’oca quando sente l’inno. Da 20 lunghi anni, nessuno come Iker Casillas conosce la competizione europea per club meglio delle proprie tasche.
Sceso in campo per difendere i pali del Porto contro lo Schalke 04, nel match della prima giornata di Champions League, il 37enne spagnolo ha superato Ryan Giggs fermo a 19 stagioni ed è diventato il primo calciatore in assoluto a tagliare questo traguardo. La sua avventura inizia il 15 settembre 1999, in Grecia, nella partita finita 3-3 tra Olympiacos e Real Madrid.
Pensateci: è già un successo mirabile giocare a calcio per due decenni, farlo ancora ai massimi livelli assume tratti epici. Ma c’è di più: Casillas è il più giovane portiere ad aver vinto la Champions League perché nella finale del 2000, in occasione del 3-0 tra Real Madrid e il Valencia, aveva 19 anni e quattro giorni.
Lui, del Real Madrid, è stato una bandiera apprezzata e amata; poi qualcosa si è inceppato con l’arrivo in panchina di José Mourinho che, nell’estremo difensore, vedeva la talpa dello spogliatoio che destabilizzava l’ambiente e decise di farlo fuori. Lui è rimasto lì, composto e rispettoso, e si è preso la sua rivincita alzando nuovamente la coppa dalle grandi orecchie con l’arrivo di Carlo Ancelotti: quella tanto attesa Décima che mancava nella sala dei trofei del Bernabeu da 12 anni.
L’ha sollevata a Lisbona e il Portogallo è rimasto nel suo destino: dal 2015 è il portiere del Porto e, con il club lusitano, sta allungando la striscia di record e presenze. Attualmente in Champions ha toccato quota 172 gettoni, verrà superato probabilmente da Cristiano Ronaldo, 14 presenze in meno e anche con 16 partecipazioni alla Champions League.
Ma Iker non sembra voler mollare, ha la testa sulle spalle e, forse, anche questo è un successo non meno scontato per essere uno che ha avuto davanti a sé una generazione di galattici. Casillas, infatti, parlando delle sue umili origini ha detto:
Non sono Galáctico, sono di Mostoles