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L’ultimo rossonero ad aver firmato la vittoria del Milan in un derby di campionato giocato fuori casa? Risposta quasi scontata: Zlatan Ibrahimovic. Correva la 12esima giornata 2010/2011 e al minuto numero 5 un rigore del campione svedese, tornato a vestire la casacca del Diavolo solo qualche settimana fa, risultò decisivo per lo 0-1 finale. Successivamente ecco 5 successi dell’Inter, il più recente per 1-0 nello scorso campionato con Icardi man of the match al 92’, e 3 pareggi.

Cercando negli almanacchi di calcio i precedenti Inter-Milan giocati proprio alla 23esima giornata di Serie A, ci imbattiamo 5 stracittadine. Nel 1929/1930, all’esordio del campionato con la formula del girone unico, ecco un 2-0 firmato Serantoni. Nel 1934/1935 altro 2-0, stavolta frutto delle reti di Porta e Demaria. Nel 1956/1957 primo punto per il Milan grazie all’1-1 con marcatori Bean (M) e Invernizzi (I). Nel 1962/1963 furono Mazzola (I) e Sani (M) gli artefici del secondo pareggio per 1-1. Mentre nel 1975/1976 arrivò il primo segno 2 in schedina, 0-1 con Bigon uomo gol decisivo. Insomma, il bilancio di questo mini ciclo racconta di 2 successi Inter, altrettanti pareggi, 1 vittoria del Milan. Soprattutto, 6 marcature per i nerazzurri a fronte delle 3 per i rossoneri.

La compagine di mister Conte in casa ha fatto 22 punti (6V – 4X – 1P con 19GF/8GS). Lo scorso weekend con l’Udinese ha ritrovato quei tre punti che mancavano da qualche settimana. Prima, difatti, c’erano stati 3 pareggi senza soluzione di continuità. È in serie positiva da 15 turni: 9 affermazioni più 6 match chiusi in parità. L’undici del tecnico Pioli in trasferta ha raccolto 18 punti (6V – 0X – 5P con 12GF/14GS). L’ultima volta con un pareggio risale al 20 aprile 2019, 1-1 a Parma. Col Verona ha fatto 1-1, un risultato da non sottovalutare alla luce della prestazione degli scaligeri a Roma, e raggiunto quota 5 gare a punti di fila. È la miglior performance di stagione.

Chiusura con due dati dalla classifica all time di A, rossoneri a 4.699 gol marcati, e di rendimento, per entrambe le difese 8 clean sheet in questo campionato.

CONFRONTI DIRETTI CON L’INTER PADRONA DI CASA (SERIE A)*

85 incontri disputati
32 (27) vittorie Inter
30 (35) pareggi
23 (23) vittorie Milan
123 (57) gol fatti Inter
111 (48) gol fatti Milan

ULTIME 5 SFIDE IN SERIE A CON L’INTER PADRONA DI CASA

2014/2015, 31° giornata, Inter-Milan 0-0
2015/2016, 3° giornata, Inter-Milan 1-0
2016/2017, 32° giornata, Inter-Milan 2-2
2017/2018, 8° giornata, Inter-Milan 3-2
2018/2019, 9° giornata, Inter-Milan 1-0

RISULTATI PIU’ RICORRENTI IN SERIE A CON L’INTER PADRONA DI CASA

1-1 comparso per 13 volte, l’ultima nel 2012/2013 (El Shaarawy 21’ – Schelotto 71’)
2-2 comparso per 8 volte, l’ultima nel 2016/2017 (Candreva 36’ – Icardi 44’ – Romagnoli 83’ – Zapata 97’)
0-0 comparso per 8 volte, l’ultima nel 2014/2015

* Fra parentesi i dati dei precedenti Inter-Milan in Serie A dopo la prima frazione di gioco

Conte versus Pioli: da Grosseto-Bari in Serie B

I primi scontri diretti fra Antonio Conte, Inter, e Stefano Pioli, Milan, sono andati in scena in cadetteria. Ne contiamo 3, infatti, fra il 2007/2008 (Grosseto-Bari 2-2) e il 2008/2009 (Piacenza-Bari 2-2). Il resto, 4, si sono svolti tutti in Serie A.

Conte annovera soltanto match positivi contro il collega e negli ultimi 3 incroci ha raccolto ben 9 punti vincendo sempre grazie a 2 reti marcate dalle sue formazioni (vale a scrivere la Juventus). Da segnalare, tuttavia, che la sfida fra i due tecnici mancava nel massimo campionato italiano dalla stagione 2013/2014.

Positivo, per l’allenatore leccese, il bilancio delle sfide al Milan. Fra l’altro nell’unica volta in cui le sue squadre non hanno segnato ha incassato la prima e sola sconfitta. Ben 14 i testa a testa fra il mister originario di Parma e l’Inter (che ha guidato per 23 panchine di A nel 2016/2017). I numeri strizzano l’occhio alla società nerazzurra. Pioli non batte la Beneamata dal 2015/2016, quando guidava la Lazio. Mentre l’ultimo scontro diretto ha prodotto un 3-3.

Da segnalare che al calcio d’inizio di Inter-Milan saranno 150 le panchine dell’ex ct nel massimo torneo italiano.

TUTTI I PRECEDENTI FRA CONTE E PIOLI IN CAMPIONATO

4 vittorie Conte
3 pareggi
0 vittorie Pioli
12 gol fatti squadre di Conte
6 gol fatti squadre di Pioli

TUTTI I PRECEDENTI FRA CONTE E IL MILAN IN CAMPIONATO

5 vittorie Conte
2 pareggi
1 vittoria Milan
12 gol fatti squadre di Conte
5 gol fatti Milan

TUTTI I PRECEDENTI FRA PIOLI E L’INTER IN CAMPIONATO

4 vittorie Pioli
4 pareggi
6 vittorie Inter
19 gol fatti squadre di Pioli
23 gol fatti Inter

I NUMERI DI CONTE IN SERIE A

149 panchine
101 vittorie
34 pareggi
14 sconfitte
135 gare a punti

I NUMERI DI PIOLI IN SERIE A

325 panchine
115 vittorie
94 pareggi
116 sconfitte
209 gare a punti

C’è anche l’attaccante Fabio Quagliarella tra i 10 candidati al Puskas Award, il premio – dedicato al campione ungherese Ferenc Puskas – che dal 2009 viene assegnato annualmente dalla Fifa all’autore o all’autrice del gol più bello della stagione precedente.

La lista è compilata dalla stessa Fifa con l’aiuto di ex giocatori e allenatori: quest’anno sono stati presi in considerazione i gol segnati dal 16 luglio 2018 al 19 luglio 2019. Per essere presi in considerazione dai giudici, i gol devono essere stati realizzati senza l’aiuto di errori degli avversari ed evidenti colpi di fortuna. Non vengono fatte distinzioni tra i livelli dei campionati professionistici, le nazionalità e il genere. Dalla lista attuale ne verranno poi selezionati tre tramite votazione online: il vincitore del Puskas Award 2019 sarà annunciato nel corso della cerimonia della consegna dei premi FIFA in programma il 23 settembre al Teatro alla Scala di Milano.

Stropicciatevi gli occhi e ammirate le 10 prodezze:

🇧🇷 Matheus Cunha
🇩🇪 RB Lipsia

🇨🇴 Juan Fernando Quintero
🇦🇷 River Plate

🇸🇪 Zlatan Ibrahimovic
🇺🇸 Los Angeles Galaxy

🇦🇷 Lionel Messi
🇪🇸 Barcellona

🇮🇹 Fabio Quagliarella
🇮🇹 Sampdoria

🇺🇸 Amy Rodriguez
🇺🇸 Utah Royals

🇬🇧 Billie Simpson
🇬🇧 Cliftonville

🇬🇧Andros Townsend
🇬🇧 Crystal Palace

🇭🇺 Daniel Zsori
🇭🇺 Debrecen

🇨🇲 Ajara Nchout
🇨🇲
Camerun

 

 

🌝 Per conoscere il quartiere Arcella 🌝

Mondiali.it ospita nel suo spazio, in via de’ Menabuoi 4 a Padova, la libreria Limerick. Marta e Grazia ci consigliano tre letture e ne discutiamo assieme:

– “Arpad Weisz e il Littoriale” di Matteo Matteucci; –

“Zlatan: Un viaggio dove comincia il mito” di Paolo Castaldi;

– “Giorni Selvaggi” di William Finnegan | 66thand2nd Editore

Se vi interessano, chiedete direttamente a loro come acquistarli!

🎯 Ma prima di parlare dei libri, come nasce la libreria Limerick? E perché questo nome? 🎯

In coda al video, altre tre proposte di libri che potete trovare sul nostro shop online

Arpad Weisz e il Littoriale 

 Bologna, 1938.  Una squadra che regala emozioni, uno stadio tra i belli d’Europa, una città che esulta, sogna, sorride al futuro. Un allenatore e la sua famiglia, approdati in un’Italia che riconosce il talento e che vuole crescere. Poi, all’improvviso, il grigio all’orizzonte. I sorrisi spenti, gli sguardi bassi; il disprezzo. È tempo di andare. Non si può tornare indietro. E in un attimo la felicità è un ricordo lontano, sempre più sbiadito. I pomeriggi in campo con la squadra, gli incoraggiamenti nello spogliatoio la domenica mattina, le trasferte, le partite vinte e quelle perse, i successi che portano in alto, le strategie ideate passeggiando in via Saragozza sulla strada verso casa: tutto cancellato. Cancellati i nomi sul campanello di via Valeriani, quelli dei figli sul registro di scuola; cancellati i progetti, i desideri, le speranze; cancellato un uomo e la sua vita. Un uomo che un giorno è costretto a salire su un treno, non sa per dove. Insieme a lui tante altre vite annullate dall’odio. La destinazione è una e terrificante, e non prevede ritorno.

Arpad Weisz (Solt, Ungheria, 1896 – Auschwitz, Polonia, 1944), fu l’allenatore ebreo ungherese che dal 1935 al 1938 portò la squadra di calcio del Bologna a vincere per due volte consecutive lo scudetto e la prestigiosa Coppa del Torneo dell’Esposizione di Parigi nel 1937. Le tavole del volume di Matteo Matteucci “Arpad Weisz e il Littoriale” (Bologna, Minerva 2016), esposte in originale o riprodotte graficamente, raccontano le vicende calcistiche e storiche del periodo compreso tra gli anni Venti e gli anni Quaranta nel territorio bolognese. Si parte dall’inaugurazione dello Stadio nel 1926, con la presenza di Mussolini per arrivare fino agli anni nei quali la squadra del Bologna, all’epoca vincente in Italia e in Europa, è guidata dall’ungherese Arpad Weisz.

Ulteriore approfondimento qui

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Zlatan: Un viaggio dove comincia il mito

Puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma non il ghetto dal ragazzo

Rosengård è uno dei pochissimi quartieri-ghetto della Svezia. A detta di alcuni, il più pericoloso. Turchi, arabi, polacchi, magrebini. C’è tutto il “vecchio continente”, tutto il Mediterraneo, lì.  Migliaia di persone hanno cercato un futuro possibile lungo l’Amiralsgatan, la principale arteria stradale del quartiere di Malmö. Un futuro per loro e per i loro cari. E c’era una volta… anche un ragazzino di origini slave, introverso e irrequieto, a inseguire il suo pezzetto di destino. Abitava al quarto piano del 5C di Cronmansvag e il suo nome era Zlatan Ibrahimovic. Per la gente di lì, per la gente di Rosengård, per la sua gente, semplicemente “Zlatan”. Perché non Ibrahimovic disegna su carta gli anni giovanili del fuoriclasse che tutti oggi conosciamo, quelli che ne hanno formato il carattere spigoloso e ribelle, troppe volte, troppo superficialmente, accostato alla parola “prepotenza”. Un viaggio-reportage tra le vie di Rosengård che mostra il giovane (ma già altissimo) Ibrahimovic in cerca della sua chance, del suo riscatto da una vita difficile passata tra i campetti del quartiere e la casa del padre, dove il frigorifero è sempre troppo vuoto e la guerra in Jugoslavia sempre troppo presente.

Paolo Castaldi si è imposto con la graphic novel Diego Armando Maradona, con cui ha raccontato a fumetti uno dei miti del calcio. Fra le altre sue opere, pubblicate in vari paesi del mondo, Etenesh, l’odissea di una migrante, Gian Maria Volonté (su sceneggiatura di Gianluigi Pucciarelli), Pugni (insieme a Boris Battaglia) e Allen Mayer. All’attività di fumettista, Castaldi affianca quella di disegnatore di storyboard, che lo ha portato a collaborare con lo studio di Bruno Bozzetto. Per Feltrinelli Comics ha pubblicato Zlatan. Un viaggio dove comincia il mito (2018).

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Giorni Selvaggi 

 Per molti il surf è solo uno sport. Per il surfista è una filosofia di vita, «una via» alla ricerca di sé. William Finnegan ha cominciato a sfidare il dio oceano da ragazzo, in California e alle Hawaii. Giorni selvaggi è la storia di una vita trascorsa a inseguire le onde più belle nei cinque continenti, dalla Polinesia all’Australia, da Madeira al Sudafrica, dalle Figi al Madagascar. È il diario di un’ossessione, uno straordinario romanzo d’avventure, e infine un viaggio iniziatico nei segreti di un’arte esatta – il surf –, che è la chiave per esplorare la vita. Il surfista ha sempre davanti un orizzonte che attrae e atterrisce: nel mare ogni cosa è connessa alle altre. «Le onde sono il tuo campo da gioco,» scrive Finnegan «sono l’oggetto dei tuoi desideri e della tua adorazione e più profonda». Ma allo stesso tempo sono il tuo avversario, il tuo nemico mortale, la tua nemesi. Vincitore del premio Pulitzer 2016

66thand2nd (Sixtysixthandsecond) è l’incrocio tra la Sessantaseiesima Strada e la Seconda Avenue, a Manhattan, dove gli editori hanno creato il primo nucleo del progetto editoriale di 66thand2nd

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Nella sua vacanza di pochi giorni che si è concesso, a ogni passo che percorreva per le strade di Parigi, veniva fermato per una foto o un autografo. Ci può stare, in fondo, Nihad Dedovic è un giocatore di basket del Bayer Monaco. Gioca la Bundesliga e l’Eurolega, palcoscenico prestigioso, ha 28 anni, è bosniaco di origine e in passato ha vestito anche la maglia della Virtus Roma per due stagioni.

C’è un però, un fastidiosissimo “però”: Nihad non viene fermato in quanto Nihad, ma perché scambiato con un altro sportivo, uno che a Parigi così come in tutte le città e i campionati in cui ha giocato, ha marchiato indelebilmente il suo nome: Zlatan Ibrahimovic.

 

La somiglianza tra i due atleti è notevole, Dedovic per di più si sta facendo crescere i capelli e questo aggrava ulteriormente la sua posizione: adesso viene anche taggato sui post tra Facebook e Instagram. Esasperato, l’Eurolega ha pensato di suggerirgli un bel rimedio, scrivere un libro che fa il verso a “I am Zlatan”. Il suo libro si intitolerebbe “I am NOT Zlatan” e c’è anche la copertina digitale. “Io non sono Zlatan” che è la risposta che, pazientemente Nihad dà ai fan che chiedono un selfie pensando di trovarsi davanti al fuoriclasse svedese.

In panchina c’è Rino Gattuso, ma non come attuale allenatore del Milan bensì come fidato alleato in mezzo al campo come ai vecchi tempi. L’allusione, però, c’è tutta nel “dream team” che Zlatan Ibrahimovic ha pubblicato sul suo profilo Instagram. La formazione ideale, 11 in campo più sostituti, scelta da King Zlatan pescando tra tutti i calciatori con cui ha giocato tra Ajax, Juve, Inter, Barcellona, Milan, Psg e Manchester United.

A dire il vero c’è molta Italia, molto Milan e Juventus e poi fuoriclasse riconosciuti a livello mondiale tra cui Leo Messi nonostante il rapporto durante l’esperienza spagnola di certo non sia stato tra i migliori. Ci sono Thiago Silva e Nesta come centrali di difesa, il suo fidato amico Maxwell sulla corsia di sinistra e in avanti oltre alla pulce, c’è Ronaldinho che giocano alle spalle, ovviamente, di Ibrahimovic stesso.

 

In panca strappa un sorriso la scelta di eliminare De Gea (con tanto di sbarra nera sul suo nome) lasciando a Julio Cesar il ruolo di primo portiere di riserva che si accomoda tra le riserve assieme a Iniesta, Cannavaro, Seedorf e sì proprio Gennaro Gattuso. Una considerazione di profonda stima per l’attuale allenatore del Milan visto che nell’11 titolare il centrocampo è in mani e polpacci sicuri tra Xavi, Nedved e Vieria con cui ha giocato assieme nei due anni juventini.

In questo squadrone che come lui stesso dice nel post dà sicuramente argomenti validi per parlare durante il periodo natalizio, dunque, troviamo Buffon in porta, linea a quattro di difesa con Thuram a destra, il fedele compagno Maxwell a sinistra e la coppia Thiago Silva-Nesta al centro; Xavi in regia con Vieira e Nedved mezzali e, infine, Messi con Ronaldinho sulla trequarti alle spalle di Ibra. Pronti a entrare in partita in corso Gattuso, Julio Cesar, Iniesta, Seedorf e Cannavaro.

Come dite, manca l’allenatore? Beh, a sentire le voci di mercato di gennaio, per l’attaccante svedese ora ai Los Angeles Galaxy, il mister ci sarebbe già…

L’ultimo bellissimo gesto di Zlatan Ibrahimovic non è un gol impossibile, magari con una mossa pari a quella di taekwondo. L’attaccante svedese ha regalato una gradita sorpresa a un gruppo speciale di suoi fan. Durante la trasmissione americana “The Ellen DeGeneres Show” il campione dei Los Angeles Lakers ha fatto il suo ingresso trionfale in studio. Ha trovato ad attenderlo gli occhi pieni di meraviglia dei 12 ragazzi thailandesi intrappolati per 18 giorni in una grotta nel loro Paese, insieme al loro allenatore.

L’ex centravanti, tra le altre, di Juventus, Inter e Milan ha regalato al gruppo della squadra “Wild Boars” una sua maglietta per ogni ragazzo, invitando anche i suoi piccoli tifosi a un allenamento dal vivo dei suoi Lakers. Ibrahimovic ha commentato così la sua speciale esperienza in tv:

Pensavo di essere coraggioso ma questa squadra lo è più di me. I ragazzi hanno mostrato spirito di squadra e avuto pazienza confidando pure negli altri. Questa è probabilmente la migliore squadra del mondo

Ellen Degeneres è un’attrice americana che dal 2003 conduce un talk show basato su interviste, monologhi comici e intrattenimento musicale. Su twitter ha voluto esprimere tutta la sua emozione per aver ospitato nella sua trasmissione i 12 ragazzi thailandesi

I giovani calciatori thailandesi avevano lasciato il mondo con il fiato sospeso dal 23 giugno al 10 luglio scorsi. Erano rimasti intrappolati, con il loro allenatore 25enne, nella grotta di Tham Luand. Hanno tutti tra gli 11 e i 16 anni. Nonostante la loro giovane età, sono riusciti a mantenere la calma e ad attendere i soccorsi, abbandonando la grotta al termine delle operazioni di salvataggio. Negli ultimi giorni, i Cinghialetti, così come sono stati soprannominati, sono stati invitati a partecipare anche alle Olimpiadi giovanili di Buenos Aires, giocando contro i coetanei del River Plate.

Il salvataggio dei ragazzi thailandesi nella grotta

Negli ultimi giorni anche Rafa Nadal si è reso protagonista di uno splendido gesto di solidarietà, aiutando direttamente le popolazioni colpite dall’alluvione di Maiorca, in Spagna.

In pieno clima Serie A e competizioni europee, c’è chi comunque non smette mai di lavorare in ottica mercato.

Direttori sportivi sono sempre all’erta per fiutare gli affari in vista delle finestra di mercato invernale, al fine di migliorare la propria squadra.

Chi sicuramente al lavoro è Leonardo. Il direttore generale del Milan, insieme al suo staff e a Paolo Maldini, sta cercando di capire quelli che possono essere innesti utili per la squadra rossonera.

Tra le pazze idee passate per la mente del brasiliano c’è un nome di livello mondiale: Zlatan Ibrahimovic.

Il 37enne svedese, in forza ai Los Angeles Galaxy, potrebbe essere un’ipotesi  accattivante in vista della seconda parte di stagione, periodo in cui il campionato americano di Major League Soccer è sospeso.

Se ciò dovesse accadere, e con la coppia Ibrahimovic – Raiola nulla è impossibile, sarebbe un gradito ritorno a Milano. Ibra è rimasto legato alla città dopo le stagioni trascorse sia al Milan che all’Inter. I tifosi rossoneri andrebbero in visibilio e sarebbe un’altra bella vetrina per la Serie A.

La strategia di mercato in mente a Leonardo sarebbe quella del prestito secco, così com’è stato in passato per altri calciatori.

In Italia a dare il via a queste tipo di operazioni è stato proprio il Milan nel gennaio 2009 con David Beckham. Il club rossonero ha ottenuto in prestito proprio dai Los Angeles Galaxy lo Spice Boy per la seconda parte di stagione. Per l’inglese 18 partite e due reti all’attivo.
La stagione successiva (gennaio 2010) Beckham è ritornato nuovamente a Milano per altri 6 mesi. Stavolta però un grave infortunio al tendine d’Achille non gli ha permesso di continuare la stagione e ha dato forfait anche al Mondiale in Sudafrica.

Operazioni simili sono state fatte anche all’estero.
Lo stesso Beckham ha avuto modo di “assaporare” anche i campi della Ligue 1, in prestito secco al Paris Saint Germain nel 2013. La squadra parigina è stata l’ultima della sua carriera.

Numerose parentesi di calciatori di MLS sono state vissute pure in Premier League. L’irlandese Robbie Keane, di proprietà dei Galaxy, nel 2012 ha accettato la proposta momentanea dell’Aston Villa. In sei partite ha realizzato tre reti.

L’americano Clint Dempsey, in forza ai Seattle Sounders, nel gennaio 2014 ha firmato un contratto di due mesi con il Fulham: la squadra che lo ha portato in Europa. Cinque presenze e zero gol.

Stessa idea l’ha avuta anche il grande Thierry Henry. Il francese nel 2010 si è trasferito ai New York Red Bull, ma nel gennaio 2012 ha ufficializzato un ritorno all’Arsenal in prestito per due mesi. Esordio in FA Cup e dopo dieci minuti è andato in rete contro il Leeds. Si è ripetuto nella sua ultima partita in Premier League segnando, a tempo scaduto, il gol del 2-1 che ha regalato ai Gunners la vittoria sul campo del Sunderland.

Un vero e proprio giramondo è stato, invece, Landon Donovan. Il fantasista americano per diverse stagioni si è suddiviso tra Stati Uniti ed Europa. Prima il Bayern Monaco e per due volte l’Everton, hanno avuto modo di sfruttare l’estro dell’americano per qualche mese. Con la squadra di Liverpool ha totalizzato 22 presenze e due reti.

Quando il lontano 30 ottobre 1999 realizzò la prima rete con il Malmö nel massimo campionato svedese a soli 18 anni non avrebbe mai pensato che quasi 19 anni dopo avrebbe raggiunto quota 500 reti in carriera. O forse sì, perché Zlatan Ibrahimovic non è mai stato uno qualunque.

È così, Ibra ha messo a segno il gol numero 500 della sua grandissima carriera e, ovviamente, non l’ha fatto in maniera banale.

Nel match del suo Los Angeles Galaxy, il fuoriclasse svedese è salito in cattedra con una rete delle sue: un gol alla Zlatan. Sotto per 3-0 contro il Toronto di Giovinco, al minuto 43 il messicano Dos Santos ha innescato lo svedese con un lancio da dietro. Quasi tutti avrebbe addomesticato il pallone prima di calciare, invece Zlatan no. Con una torsione su se stesso, ha atteso la palla a gamba alta e l’ha indirizzata in porta con un tacco esterno. Una vera e propria mossa di taekwondo di cui Ibra è cintura nera, applicata al calcio.

Una rete mozzafiato che ha fatto il giro del mondo in pochi secondi, per colui che fa sempre parlare di sé. In Major League Soccer le reti sono 17 in 22 apparizioni, arricchite da 5 assist. Mica male per chi il prossimo 3 ottobre spegnerà 37 candeline, ma che continua a fare la differenza nonostante un gravissimo infortunio al ginocchio subìto quando era a Manchester.

Una cifra mostruosa che gli permette di stare tra gli dei del calcio. In effetti oltre allo svedese, solamente Ronaldo e Messi sono i calciatori in attività ad aver raggiunto e superato quota 500.
Qualsiasi sia stata la casacca indossata da Ibrahimovic, il bomber ha sempre fatto il suo dovere nei club e in nazionale: 18 nel Malmö, 48 nell’Ajax, 26 nella Juve, 66 nell’Inter, 22 nel Barcellona, 56 nel Milan, 156 nel Psg, 29 nel Manchester United, 17 nei LA Galaxy e 62 nella Svezia.

Mai banale nei gol e mai banale nelle sue esternazioni. Sin da bambino quando si rifiutò di fare un provino per l’Arsenal su diretta richiesta di Wenger, rispondendo “Zlatan non fa provini!”; oppure quando ha detto addio al Psg “Arrivato da Re me ne vado da Leggenda!”. Anche ora non è stato da meno: Ibra si è presentato sui social così

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Un post condiviso da Zlatan Ibrahimović (@iamzlatanibrahimovic) in data:

Tuttavia sono tanti i gol capolavoro realizzati dal gigante svedese.
Il tacco contro l’Italia a Euro 2004

La rovesciata contro l’Inghilterra

Il gol all’esordio con i Galaxy

E tanti, tanti altri…

Alla fine ha vinto di nuovo lui, o almeno questo è il messaggio che vuole far trapelare la VISA che per aiutare le persone a sconfiggere la paura di essere lasciati in disparte (letteralmente Fomo, fear of missing out) ha scelto come testimonial il più grande escluso della prossima edizione della Coppa del Mondo Fifa, Zlatan Ibrahimovic il quale appena sbarcato a Los Angeles aveva dichiarato nel ‘Late late show with Jimmy Kimmel‘ che sarebbe riuscito ad essere parte della selezione nazionale svedese che partirà alla volta della Russia con la speranza di arrivare il più in fondo possibile.

La federazione però non si è piegata alla volontà del fuoriclasse facendo sapere che l’ex Manchester United non farà parte dei 23 convocati dal commissario tecnico Jan Andersson.

Ibrahimovic
Fonte foto: si.com

Modificando una citazione dello stesso calciatore svedese verrebbe quasi naturale da dire “puoi togliere Ibra dal Mondiale, ma non il Mondiale da Ibra” e così l’istrionico centravanti ha trovato una porta sul retro che gli permetterà di far parlare di sé solo per le sue giocate extra campo ma stavolta metterà a disposizione il suo ego per dei fini molto più che nobili: negli ultimi anni sono divenute tantissime le associazioni che cercano di dare un appiglio a chi resta da solo  e tende a chiudersi in sé stesso ed un testimonial di tale caratura aumenterà l’attenzione mediatica.

Tramite una nota rilasciata proprio da Visa, Zlatan ha poi aggiunto:

Avevo annunciato a tutto il mondo che sarei stato presente alla Coppa del mondo FIFA del 2018 in Russia, Visa sta aiutando me e i fan di tutto il mondo a entrare nel vivo dell’azione

La doppietta di Zlatan Ibrahimovic regala uno slancio in più alla competizione calcistica americana che più di ogni altra al momento sta appassionando il popolo a stelle e strisce.

Dopo l’esclusione ai Mondiali di Russia 2018 che, come è successo anche alla nazionale azzurra, è una ferita aperta difficile da accettare, adesso si guarda avanti e si concentrano tutte le attenzioni sulla Major League Soccer, il più importante campionato nordamericano di calcio per club.

La competizione ha preso il via lo scorso 3 marzo e sono diverse le squadre che si contendono il titolo. E, dopo la partita dello scorso 31 marzo, tra queste viene promossa a pieni voti anche la squadra dei Los Angeles Galaxy, dove ha esordito in grande stile il calciatore svedese Ibrahimovic.

I risultati della scorsa stagione per il Galaxy non sono affatto soddisfacenti. Basti pensare che nell’ultima competizione sono arrivati ultimi. Ma con l’arrivo di Ibrahimovic si torna a sperare in un cambiamento e in una ripresa che può portare l’intera squadra al successo di un tempo. Anche perché le sue avversarie non sono proprio da sottovalutare, cominciando dalla prima classificata del campionato precedente, il Toronto.

Le punte di diamante della squadra americana la rendono quasi imbattibile. Primi fra tutti il nostro italians Sebastian Giovinco, che ha portato il Toronto alla vittoria, innalzando la coppa della Major League Soccer 2017.

Il capocannoniere, che ha all’attivo ben 16 gol, è affiancato da giocatori altrettanto forti come l’ex Chievo e Roma, Michael Bradley, e Víctor Vázquez, per formare un team che vuole ad ogni costo mantenere il titolo anche quest’anno.

Ma anche le altre squadra in gara non si lasceranno vincere senza combattere. A cominciare da una delle più giovani, l’Atlanta United, che promette di regalare parecchie sorprese in Mls. I giocatori, allenati dall’ex ct del Barcellona e della Nazionale argentina Gerardo  Martino, stanno già appassionando gli spettatori della competizione che vedono in questo nuovo team, che ha giocato la sua prima partita nella Major League Soccer proprio l’anno scorso, la rivelazione del campionato.

E la curiosità intorno a questa squadra cresce ad ogni partita, contribuendo ad aumentare anche l’affluenza dei tifosi allo stadio.

Secondo le statistiche, l’Atlanta United nel 2017 ha attirato ben 8000 persone in più rispetto alla squadra più famosa dei Seattle Sounders. Infatti, nonostante l’esperienza in Mls più radicata di altre squadre, il club guidato da Brian Schmetzer, di cui uno dei proprietari è addirittura Paul Allen, l’ideatore di Microsoft, sembra attirare meno attenzione rispetto a squadre emergenti. Se i suoi risultati nella competizione odierna non saranno di rilievo, il Seattle Sounders rischia di perdere popolarità.

Anche il Los Angeles FC potrebbe emergere e superare la fama che nel tempo hanno acquisito i giocatori del Seattle Sounders. Al suo debutto qui al torneo di Major League Soccer 2018, ha tutte le carte in regola per crescere di livello e affermarsi fra le più forti. Nonostante la recente sconfitta contro la squadra di Ibrahimovic, ha un allenatore già noto nel mondo del calcio per i suoi risultati, Bob Bradley, e alcuni giocatori di punta come il messicano Carlos Vela, acquistato direttamente dal Real Sociedad.

Tra club emergenti e vecchie potenze del calcio americano la Mls promette di essere teatro di colpi di scena anche quest’anno. E l’America, delusa e ferita dalla mancata partecipazione alla competizione mondiale come non succedeva dal 1986, ha davvero bisogno di concentrare le attenzioni su un tipo di calcio capace ancora di regalare emozioni, in attesa di vedere rinascere la nazionale americana e tornare ad essere la squadra di un tempo.