Tag

francia

Browsing

Nel segno della fuoriclasse Ada Hegerberg.

L’Olympique Lione femminile ha vinto la Champions League trascinata dalla campionessa norvegese, Pallone d’oro 2018, autrice di una tripletta in finale a Budapest.

Le francesi hanno sconfitto 4-1 il Bracellona proprio grazie alle tre reti messe a segno dalla scandinava per quella che è stata la prima tripletta della storia in una finale Champions.

Quarto titolo europeo consecutivo per le transalpine, il sesto negli ultimi dieci anni (otto finali disputate) per quella che oramai è la squadra da battere a livello continentale.

Tra le tante campionesse in campo a brillare è la stella di Ada Hegerberg. La 23enne sta riscrivendo record su record. I numeri fatti sono da capogiro: capocannoniere Champions la scorsa stagione con 15 reti, è salita a 44 in carriera nella competizione continentale. A rapidi passi si sta avvicinando alla cifra numero 300 da professionista, nonostante la giovanissima età.

Purtroppo non potremo vederla all’opera con la nazionale al prossimo Mondiale di Francia 2019. L’attaccante ha avuto non poche divergenze con la federazione norvegese e pertanto ha deciso di abbandonare la maglia.

Risultati immagini per hegerberg lyon
Ada Hegerberg durante i festeggiamenti dopo la vittoria della Champions

Il Lione è una squadra con numeri da capogiro. Quest’anno ha chiuso con un triplete, dato che ha conquistato anche la Division 1 Féminine (il massimo campionato francese) e la Coppa di Francia. A guidare la squadra è Reynald Pedros, ex centrocampista francese e conoscenza italiana poiché ha giocato a Parma e Napoli a fine anni ’90.

Tra le catalane gol della bandiera per la nigeriana Asisat Oshoala, per quella che è stata la prima finale di Champions per le blaugrana.

Manca poco più di un mese al match d’esordio ai Mondiali 2019 in Francia di calcio femminile della Nazionale italiana di Milena Bertolini. Le azzurre, inserite nel gruppo C, scenderanno in campo contro l’Australia a Valenciennes (9 giugno), per poi affrontare la Giamaica a Reims (14 giugno) e il Brasile sempre a Valenciennes (18 giugno). Un raggruppamento non facile per la formazione nostrana che però nell’ultimo periodo ha compiuto dei notevoli passi in avanti, come dimostrato dal brillante percorso nelle qualificazioni che ha visto la squadra azzurra staccare il biglietto iridato da prima del gruppo 6 davanti al Belgio, totalizzando sette vittorie e una sconfitta.

Il ct Bertolini ha convocato 26 calciatrici per la prima fase del raduno che si ritroveranno da domenica 5 a venerdì 10 maggio al Centro tecnico federale di Coverciano, prima di iniziare la campagna mondiale. Giusto precisare che le giocatrici di Juventus e Fiorentina, impegnate domenica scorsa nella finale di Coppa Italia, si aggregheranno al gruppo mercoledì 8 maggio. Le uniche eccezioni riguardano la bianconera Martina Rosucci e il portiere delle gigliate Francesca Durante che saranno a disposizione già nella serata di domenica. Un elenco nel quale è evidente il grande contributo che daranno le due primatrici del nostro campionato, ovvero la Vecchia Signora e la Viola. Sono ben otto le giocatrici campionesse d’Italia mentre sono sei le ragazze della compagine toscana.

Il tecnico azzurro dovrà necessariamente puntare su questi due grandi blocchi per favorire l’amalgama di squadra ed arrivare nel modo giusto alla rassegna iridata. Tra le calciatrici attese vi saranno Cristiana Girelli, fantasista della Juve con 22 gol all’attivo con la maglia azzurra e 7 nel corso delle qualificazioni, Barbara Bonanesa, esterno bianconero di grandissime qualità tecniche e realizzative, Alia Guagni e Sara Gama, figure di riferimento dei due club citati nonché della Nazionale da un punto di vista carismatico. Una selezione forte anche dell’importante contributo che sapranno dare le giocatrici del Milan. Nel gruppo rossonero saranno osservate speciali Valentina Giacinti (capocannoniere del campionato con 21 reti), Daniela Sabatino (17 reti in Serie A) e Manuela Giugliano, mente del nostro centrocampo. Purtroppo peserà molto l’assenza di Cecilia Salvai in difesa, infortunatasi al ginocchio nel corso del big match di campionato tra Juventus e Fiorentina all’Allianz Stadium.

Un roster, comunque, completo che poi subirà una scrematura, per arrivare alle 23 che partiranno per la Francia.

L’elenco delle convocate

Portieri: Francesca Durante (Fiorentina Women’s), *Laura Giuliani (Juventus), Chiara Marchitelli (Florentia), Rosalia Pipitone (AS Roma);

Difensori: Elisa Bartoli (AS Roma), *Lisa Boattin (Juventus),  Laura Fusetti (Milan), *Sara Gama (Juventus), *Alia Guagni (Fiorentina Women’s), Linda Cimini Tucceri (Milan), *Valery Vigilucci (Fiorentina Women’s);

Centrocampiste: *Greta Adami (Fiorentina Women’s), Lisa Alborghetti (Milan), Valentina Bergamaschi (Milan), *Barbara Bonansea (Juventus), *Valentina Cernoia (Juventus), *Aurora Galli (Juventus), Manuela Giugliano (Milan), *Alice Parisi (Fiorentina Women’s), Martina Rosucci (Juventus), Annamaria Serturini (AS Roma);

Attaccanti: *Cristiana Girelli (Juventus), Valentina Giacinti (Milan), *Ilaria Mauro (Fiorentina Women’s), Daniela Sabatino (Milan), Stefania Tarenzi (Chievo Verona).

*raggiungeranno il ritiro nella serata di mercoledì 8 maggio

Quattro mete, trentuno punti segnati e una straordinaria vittoria: l’Italia femminile riscrive un importante pezzo di storia a Padova, battendo la ben più quotata Francia e chiudendo al secondo posto il Sei Nazioni 2019. Al 70’ sul 26-12, profumo già intenso di vittoria ma col retrogusto amaro dell’agganciare in classifica le bleus rimanendo però terze, le azzurre hanno pensato che no, non potevano accontentarsi e hanno deciso di mettere la freccia per il sorpasso.

Dopo la meta segnata da Rigoni serviva la quarta, del bonus, del punto in più per toccare quota 17 e non restare a 16 come le francesi dotate però di una differenza punti enorme. Allora la capitana Manuela Furlan, come un capitan Giovanelli d’annata ai suoi affamati azzurri anni 90, ha pronunciato le stesse parole: «Ragazze, adesso ne facciamo un’altra». La triestina sorride con gli occhi e ripete «Le ho guardate e ho detto “vogliamo il bonus”».

Son bastati trenta secondi. In quel momento entrava in campo Sara Tounesi a sostituire la guerriera Valentina Ruzza, quando le è arrivata la palla dal calcio di invio, l’ha arpionata ed ha tirato dritto sfondando la difesa bleus al centro e, visto che nessuna la fermava, ha proseguito per trenta metri. Placcata alla fine, Tounesi è riuscita in un riciclo plastico dell’ovale verso la Furlan che davanti aveva solo campo libero da correre. L’estremo ha debordato al largo, per evitare ritorni di difensori e si è poi seduta in meta fra il ruggito dei tifosi consapevoli dell’impresa appena nata.

Passa un minuto e il centro Rigoni, dopo essersi informata dei secondi residui, s’è fatta passare l’ovale per spedirlo in tribuna e chiudere la battaglia. 31-12 finale, quattro mete e il secondo posto storico per qualsiasi formazione italiana nel 6 Nazioni. Dietro le marziane inglesi e davanti alle altre, dopo tre vittorie e un pareggio. Un solo bonus, quello decisivo. In 12 edizioni, dopo due cucchiai di legno all’esordio, l’Italia è sempre cresciuta arrivando all’ultimo gradino del podio nel 2015 con tre vittorie. Ora seconde in mezzo a due nazionali già qualificate per la Coppa del Mondo, stracciando le bleus ricordiamo campionesse in carica e alle quali, pur senza due seconde e un numero 8 titolari, sarebbe bastato un bonus difensivo per star sopra. Ma l’intensità del ritmo 6 Nazioni in sette settimane è così: si arriva all’ultimo con la benzina in riserva e la truppa malconcia. Vince chi ne ha di più e la fame azzurra era troppa. Il gruppo in un anno ha perso solo la sfida contro le inglesi che ora alzano la coppa chiudendo un slam imponente con l’80-0 sulla Scozia.

«Al di la di ogni considerazione tecnica – dice il ct aquilano Di Giandomenicoquesto 6 Nazioni è tutto delle ragazze». E queste azzurre sono partite di slancio, imponendo ritmo e pressione dal primo minuto con un’azione di 13 fasi stoppata dalle francesi sotto i pali. Al 20’ il primo acuto dell’ala Sofia Stefan, nato sugli sviluppi di un buco della Barattin sostenuto dalla Giacomoli che dopo una serie di ruck ha dilatato la difesa francese al largo. Tre azzurre contro una e Stefan che si tuffa evitando un placcaggio e segnando di schiena. La difesa azzurra è incredibile fra gli avanti e dietro (Muzzo in evidenza), le blues cercano di sfondare a centro ma non riescono mai a passare la metà campo. Servono i calci della Bourdon per lanciare le ali come la Boujard che accorcia al 38’. Nella ripresa arriva il giallo a Diallo che nel clou del match lascia la Francia in 14, ed arriva la meta della Bettoni vistata dal Tmo (apertura da touche per Ruzza a sfondare, dalla ruck l’ovale vincente) poi trasformata dalla Sillari. Poi il ritorno bleus all’ala con la meta di Jason. Ma il morale ospite va in pezzi, quando la Rigoni scappa solo di sprint fra l’apertura Bourdon e il centro Vernier. A quel punto la Furlan dice: ora ne facciamo un’altra.

In un calcio in cui si corre di più, si gioca di più, si spende di più e dove l’attaccamento alla maglia è sempre più un miraggio ci sono ancora quei calciatori “veterani” o forse “anzianotti” che riescono ancora a tener testa nonostante l’età.

Se per il calcio italiano Francesco Totti e Gigi Buffon sicuramente rappresentano gli ultimi calciatori a smettere ben oltre i 40 anni e a livelli altissimi, anche negli altri maggiori campionati europei ci sono “vecchietti” che si fanno ancora notare.

L’ultimo in ordine cronologico è stato il peruviano Claudio Pizzarro in Bundesliga. Il sudamericano infatti ha segnato il nuovo record di goleador più longevo nella massima seria tedesca.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Es algo muy especial y me siento muy orgullloso!! Muchas Gracias a todos por las felicitaciones y por el apoyo!!!

Un post condiviso da CP14 (@claupiza14) in data:

Nel match giocato a Berlino contro l’Hertha, all’età di 40 anni e 136 giorni, Pizarro direttamente da calcio di punizione ha insaccato la rete che è valso il pareggio per il Werder Brema al 96esimo minuto. Un gol che però ha segnato la storia della Bundes e che piazza il peruviano tra i marcatori più anziani del campionato. E questo record lo realizza chi di gol in Germania né ha segnati bizzeffe durante la lunga carriera da professionista, oltre ad aver vinto tutto durante le stagioni al Bayern Monaco e la Coppa di Germania col Werder nel 2009.

SERIE A: BILLY COSTACURTA O SVEND HANSEN?

Su tanti dati statistici è Alessandro Costacurta l’anziano ad aver segnato una rete in Serie A. L’ex difensore del Milan il 19 maggio 2007 a 41 anni e 25 giorni al 57 minuto di gioco segna da calcio di rigore il momentaneo 2-2 contro l’Udinese, in quello che è stato l’ultimo match della sua carriera davanti al pubblico di San Siro.

Tuttavia se facciamo un tuffo agli anni ’50, precisamente nella stagione 1950/51, il centrocampista danese dell’Atalanta, Svend Hansen, il 29 aprile 1951 segna la rete del momentaneo 2-1 per la Dea alla venerandissima età di 44 anni e 282 giorni. Quel campionato lo vinse il Milan con un altro scandinavo come protagonista: il goleador svedese Nordahl che, in quella stagione, realizzò 34 gol.

PREMIER LEAGUE: TEDDY SHERINGHAM
Risultati immagini per sheringham west ham 2006
Sheringham è uno dei calciatori che ha disputato più partite nella storia del calcio inglese

Non ci sono dubbi invece nel campionato inglese. All’età di 40 anni e 262 giorni è l’ex bomber del Manchester United a detenere questo speciale record. Nell’ultima stagione in Premier, quando il numero 10 vestiva la maglia del West Ham United, Sheringham segna la rete del 2-1 contro il Portsmouth nel Boxing day del 2006.

LIGUE 1: BENJAMIN NIVET

In Francia è il centrocampista del Troyes, Benjamin Nivet, il goleador vecchietto con 41 anni e 116 giorni. Classe 1977, il transalpino tuttora è ancora nella formazione della piccola città francese anche se in Ligue 2. La sua ultima marcatura nel massimo campionato risale al 28 aprile 2018 quando ha realizzato il secondo gol contro il Caen, nel match chiusosi sul 3-1. Per lui, capitano e numero 10 della squadra, una rete speciale non solo per l’età ma anche per il gesto tecnico: un colpo di tacco degno dei migliori fantasisti della storia del calcio.
Occhio però a Buffon!

LIGA: DONATO
Immagine correlata
Il brasiliano Donato è stato uno dei difensori con più presenze nel Deportivo

Per trovare l’anziano goleador nel campionato spagnolo dobbiamo fare un salto di quasi sedici anni. Il difensore brasiliano del Deportivo La Coruña Donato Gama da Silva, più noto come Donato, realizza a 40 anni e 137 giorni il gol del più longevo calciatore della storia della Liga. La rete viene messa a segno il 17 maggio 2003 nel match tra Deportivo – Valencia, finito 2-1 per i Taronja.

Applausi, cori, brividi e lacrime. Un mix di emozioni è stata la partita tra Nantes – Saint Etienne di Ligue 1, in cui si è ricordato l’attaccante argentino Emiliano Sala, scomparso mentre era in volo sulla Manica direzione Cardiff.

Il calciatore è rimasto nei cuori dei tifosi canarini. Lo stadio Beaujoire  è stato colorato di giallo e, prima della partita, i supporters lo hanno omaggiato con cori, sciarpate e una gigantografia.

L’ingresso in campo degli ex compagni è stato totalmente dedicato al bomber argentino. I calciatori hanno indossato una maglietta con una foto sul petto e sulle spalle una scritta in francese On t’aime Emi, “Ti amiamo Emi”.

Sul cerchio di centrocampo una foto ingigantita, le maglie ufficiali di gara dei canarini tutte con il cognome Sala e sulle tribune il tripudio dei tifosi.

Risultati immagini per nantes saint etienne
L’ingresso in campo delle due squadre

Un grande gesto del pubblico e un’atmosfera fantastica per un calciatore che ha contribuito a suon di gol alle vittorie del Nantes. La società francese lo aveva venduto ai gallesi del Cardiff, poi il tragico incidente aereo.

Il momento più commovente è scattato al minuto 9, numero di maglia dell’attaccante argentino. L’arbitro ha sospeso il match per un minuto in cui Emiliano Sala è stato omaggiato, applaudito e acclamato da tutti. Sui volti degli ex compagni tanta tristezza e anche qualche lacrima, soprattutto da parte dell’allenatore Halilhodzic.

Omaggio anche in Premier League. Qualche giorno fa nel match tra Arsenal – Cardiff City, i Gunners hanno voluto inserirlo comunque nella lista dei convocati di quella che sarebbe diventata la sua nuova squadra.

La classe operaia va in paradiso. Blaise Matuidi non è un giocatore appariscente, di quelli che trascinano le folle o conquistano gli obiettivi dei fotografi. Il suo ruolo, in mezzo al campo, è uno solo: correre. Sia quando ha il pallone, sia soprattutto quando non ne è in possesso. Spina nel fianco degli avversari, elemento imprescindibile in tutte le squadre in cui ha giocato. Gli allenatori lo sanno bene: il francese è uno di quei calciatori a cui non rinuncerebbero mai. Non vincerà mai un Pallone d’Oro, né un riconoscimento individuale. Eppure lo juventino può pregiarsi di un particolare primato nel 2018.

Matuidi, infatti, è il giocatore più vincente nell’anno appena trascorso. Né CR7 e neanche Messi. Ad aver vinto più partite è proprio il centrocampista di origini angolane nato a Tolosa nel 1987. Su 56 gare disputate (49 con la Juve, 7 con la Francia) ha colto la vittoria in ben 48. Praticamente l’86% degli incontri a cui ha partecipato. Per l’ex Paris Saint Germain un’annata d’oro visto che ha vinto il Mondiale con la Nazionale, uno scudetto e una Coppa Italia con la Juventus.

Dietro di lui, a quota 44 vittorie, ci sono Roberto Firmino e Ivan Rakitic al terzo posto. Piazza d’onore, invece, per Angel Di Maria e Antoine Griezmann con 45 sigilli da 3 punti. Approdato alla Juve nell’estate 2018, Matuidi si è rivelato subito pedina fondamentale per Max Allegri. Assieme a Pjanic e Khedira compone il centrocampo bianconero, che si avvale anche degli innesti di Bentancur ed Emre Can in questa stagione. Con la Juventus non ha perso il vizio del gol, avendo segnato 6 reti in 68 partite. A Parigi, invece, ha militato 5 stagioni con il Psg, con 295 presenze e ben 33 gol.

L’annuncio ufficiale non è ancora stato dato, ma è Alvaro Morata attraverso un post su Instagram a dare l’addio al compagno di squadra Cesc Fabregas, che saluta la Premier League e il Chelsea per accasarsi al Monaco.

 

All’età di 31 anni, dunque, una nuova avventura per il centrocampista spagnolo che lascia il campionato inglese dopo 4 anni e mezzo per volare in Ligue 1 nella squadra guidata da Thierry Henry che lotta per la salvezza.

L’ultima partita con la maglia dei Blues è stata giocata ieri sera in FA Cup contro il Nottingham Forest vinta per 2-0 allo Stamford Bridge, grazie alla doppietta di Morata. In realtà anche Fabregas ha avuto un occasione per segnare, ma è stato ipnotizzato dal dischetto dal portiere Steele al trentesimo del primo tempo.

Quest’ultima stagione è stata quella dell’anonimato dato lo scarso utilizzo da parte dell’allenatore Maurizio Sarri. Ma forse è da molti anni che si è perso il vero Fabregas che ha estasiato tutti con la maglia dell’Arsenal e con la nazionale spagnola.

Proprio grazie alle grandi stagioni con la maglia numero 4 dei Gunners l’ex capitano si fa notare al grande calcio come uno dei centrocampisti più di prospettiva, dotato di tantissima qualità e quantità. Imprescindibile per il gioco di Arsene Wenger e dei commissari tecnici Luis Aragonés e Vicente Del Bosque.

Con l’Arsenal gioca 391 partite realizzando 59 reti e 92 assist vincendo una Fa Cup nel 2004/05 e una Community Shield nel 2004.

Il ritorno al Barcellona è stato quello da favola dato che lui è cresciuto nella cantera blaugrana e che ha lasciato quando aveva sedici anni. Il club spagnolo lo acquista alla cifra di 40 milioni di euro e fissando una clausola di 200. Con il Barcellona vince quasi tutto anche se l’amore non sboccerà mai con la società e con i tifosi. Nonostante i blaugrana siano la squadra più forte in circolazione, Cesc Fabregas decide di lasciare nuovamente la Spagna per accettare la proposta del Chelsea del presidente Abramovich.

I Bleus lo comprano alla cifra di 33 milioni di euro e alla prima stagione risponde come uomo assist. Ben 25 passaggi vincenti e 5 reti e vittoria della Premier League nel 2014/15. Nelle ultime stagioni il suo rendimento è calato e non ha più quella freschezza atletica di un tempo nonostante abbia ancora 31 anni.

Ora sarà il francese Henry a cercare di recuperarlo del tutto così che possa dare un contributo importante al Monaco in ottica salvezza.

Arriva un punto della vita in cui i genitori si mettono l’anima in pace lasciando ai propri figli la libertà di tappezzare i muri della stanzetta con poster, immagini, scritte e quant’altro. Nella cameretta di ogni adolescente c’era, c’è e ci sarà il volto di un personaggio di un fumetto, di un cartone animato, del proprio idolo sportivo. E di certo, le riviste con gli inserti speciali e i calciatori a grandezza naturale non aiutavano.

Kylian Mbappé lo scorso 20 dicembre 2018 ha compiuto 20 anni, è ancora un ragazzino anche se per lui l’anno appena concluso l’ha consacrato come il talento più cristallino non solo in prospettiva, ma letale e decisivo anche declinando il tempo al presente. Veloce, tecnico, rapido nello stretto, funambolico e letale sottoporta, l’ex ragazzotto cresciuto nel Monaco, si è affermato al Paris Saint-Germain e con la Nazionale francese vincendo da protagonista il Mondiale in Russia.

Immagine correlata

Negli ultimi due-tre anni la vita dell’esterno/punta nato a Bondy è letteralmente andata di corsa, spedita  come quando sul campo accelera e lascia le fiamme dietro di sé: era solo un bambino, un adolescente con i propri idoli appiccicati sulla parete della cameretta. Anzi l’idolo era solo uno: Cristiano Ronaldo. Nel 2013 il giornale France Football ha scattato una foto di Mbappé, quando aveva soltanto 14 anni, nella sua stanza, con felpa e sguardo sognante e alle spalle decine di immagini del portoghese, idolo della sua infanzia.

Ora, però, sul suo profilo Instagram, per augurare a se stesso e a tutti un 2019 quanto meno positivo come l’anno appena compiuto, ha pubblicato una foto nel quale ha “cancellato” dal muro le foto di CR7 piazzando gli istanti più iconici del suo anno incredibile che, oltre ad averlo visto sollevare la Coppa del Mondo, si è arricchito di una Ligue1, Coppa di Lega, Coppa di Francia, Supercoppa, riconoscimento come miglior giovane del Mondiale, nell’All Star team di Russia 2018 e vincitore del Trofeo Kopa come miglior under-21 al mondo. E una copertina del Time.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

• 2018 🏆🎉✅ • 2019…..❓❓❓ 🥳HAPPY NEW YEAR🥳

Un post condiviso da Kylian Mbappé (@k.mbappe) in data:

Un fotomontaggio, ovviamente nulla contro Cristiano Ronaldo, solo un messaggio chiaro: è cresciuto, ha realizzato in un batter ciglio i suoi sogni, raggiungendo traguardi che altri calciatori non raggiungerebbero nemmeno in una carriera intera. Ora il mito del giovane Kylian è Mbappé stesso.

Ma CR7 rimane l’idolo del giovane francese e il calcio, nell’ultimo anno, ci ha nuovamente sorpreso con il passaggio del portoghese alla Juventus. Mbappé sogna in grande, sogna da ragazzo di 20 anni e chissà cosa gli regalerà questo 2019…

Risultati immagini per mbappe france

Se confermata sarebbe una notizia speciale per tutti i tifosi strettamente legati al campione tedesco.

Era il 29 dicembre 2013 e il sette volte campione del mondi di Formula 1, Michael Schumacher, è vittima di un gravissimo incidente sulle nevi di Meribel, in Alta Savoia. Da quel giorno tante ipotesi, dubbi sul suo reale stato di salute, fino alla scoop del Daily Mail di qualche giorno fa.

Le condizioni di salute del pilota tedesco, secondo la redazione del giornale inglese, sono in miglioramento, tanto da essere in grado di respirare autonomamente e di non essere più costretto a restare a letto. Tuttavia, il fatto che Schumi possa essere addirittura cosciente, il Daily Mail non lo ammette.

Notizie davvero confortanti, che però non sono state accertate da nessuna fonte ufficiale.

Schumi, grazie al continuo supporto della famiglia, pare stia ricevendo numerose cure fisioterapiche da circa 50mila sterline a settimana a casa sua, nella villa di Gland in Svizzera.

Qualche settimana fa a parlare del tedesco è stato il suo grande amico Jean Todt, attuale presidente della Fia. L’ex manager della Ferrari ha ribadito di andare spesso a far visita all’ex pilota e che insieme hanno visto in tv il Gp del Brasile, senza però precisare lo stato di salute di Schumi.

In attesa che tali voci possano essere confermate, la Scuderia Ferrari, in occasione dei suoi cinquant’anni, che festeggerà il 3 gennaio prossimo, gli ha voluto dedicare una mostra speciale a Maranello.

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

MICHAEL 50’ at Ferrari Museum. (Opening 03/01/2019) #KeepFighting #TeamMichael #ScuderiaFerrari #F1 #Ferrari #PrancingHorse #Nevergiveup

Un post condiviso da Scuderia Ferrari (@scuderiaferrari) in data:

“Michael 50” sarà un vero e proprio “tour” tra i trionfi del tedesco in Formula 1 a bordo della Rossa, e scoprire il contributo che Michael ha dato allo sviluppo di vetture GT. La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione Keep Fighting.

La Germania in Lega B. Fa un certo effetto leggerlo (e scriverlo) dopo l’eliminazione ai Mondiali, ma è il verdetto clamoroso della serata di Uefa Nations League. In attesa di capire se l’Italia potrà avere chance di vincere il suo girone, i tedeschi finiscono matematicamente all’ultimo posto del gruppo 1. La vittoria per 2-0 dell’Olanda contro la Francia ha fatto fuori la Mannschaft, retrocessa senza scendere in campo. Il successo degli Orange pone in discussione anche il primato del girone. Si decide tutto nell’ultimo turno: alla squadra di Koeman basta un pareggio per vincere il raggruppamento con le ultime squadre campioni del Mondo. In quel caso sarebbe decisivo lo scontro diretto a favore con la Francia (1-2, 2-0).

La partita – A Rotterdam la nuova emergente Olanda ha maltrattato i galletti di Deschamps. I tulipani, reduci da due mancate qualificazioni a Euro 2016 e Russia 2018, sembrano aver imboccato la strada giusta per riemergere. De Ligt e Van Dijk dietro, De Jong e De Roon a centrocampo, Babel e Depay davanti: l’asse portante degli olandesi si basa su questa ossatura. Nonostante diversi big in campo (Mbappè, Griezmann, Kantè, Giroud, Matuidi, Varane, Lloris) i campioni del mondo non riescono quasi mai a impensierire il portiere di casa Cilessen. Il vantaggio è firmato da Wijnaldum al 44’ che trafigge in rete la palla respinta da Lloris. Depay a tempo scaduto sigilla il 2-0 con un cucchiaio su rigore. La vittoria dell’Olanda fa fuori aritmeticamente la Germania all’ultimo posto e riapre i giochi per il primo posto.

Gruppo 1

Francia 7

Olanda 6

Germania 1

Gli altri gironi – In Lega B la Danimarca ottiene il matematico passaggio nella Lega A. Eriksen e compagni si impongono 2-1 a Cardiff, in Galles, nel gruppo 4. Joergensen apre le danze al 42’, poi succede tutto nel finale: Braithwaite chiude la partita all’88’, Bale prova invano a riaprirla un minuto dopo. Nel gruppo 1 Slovacchia a valanga (4-1) sull’Ucraina già qualificata, con protagonista l’ex milanista Kucka. In Lega C doppio 1-1 tra Cipro Bulgaria e Slovenia Norvegia nel gruppo 3. Norvegia e Bulgaria si giocano il primo posto all’ultimo turno (Cipro Norvegia e Bulgaria Slovenia). Infine, in Lega D nel gruppo 4,, Armenia a valanga (6-2) in Gibilterra con poker di Yuri Movsisyan, centravanti dei Chicago Fire. Vittoria esterna della Macedonia (2-0) in Liechtenstein. Alla squadra di Pandev basta un punto con Gibilterra per vincere il girone e accedere in Lega C.