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«Fantastica». Così è stata definita l’organizzazione della ventunesima edizione dei campionati mondiali di calcio di Russia 2018 dall’ambasciatrice islandese nella Federazione Russa, Berglind Asgeirsdottir.

Dopo aver sottolineato l’influenza determinante della Coppa del Mondo sull’aumento dei flussi turistici e sul commercio bilaterale tra i due Paesi, l’ambasciatrice islandese ha dichiarato ai giornalisti presenti:

Colgo questa opportunità per complimentarmi con la Russia per la fantastica organizzazione della Coppa del Mondo…  voglio inoltre aggiungere che i nostri media hanno testimoniato, mostrandolo in tante interviste, come i tifosi islandesi siano stati accolti con grande ospitalità ed amicizia.

L’Islanda ha posto il suo ritiro nella città di Gelendzhik, sulla costa orientale del Mar Nero, nel territorio di Krasnodar.

Martedì 26 giugno la squadra islandese ha affrontato la Croazia, alla Rostov Arena di Rostov sul Don, nel sud della Russia, ultima del Gruppo D che ha sancito il ritorno a casa della nazionale dopo la sconfitta per 2-1 e dopo aver chiuso all’ultimo posto del girone.

Infatti, la Croazia ha concluso il suo girone a punteggio pieno, mentre l’Argentina, al termine di una partita non per deboli di cuore, ha vinto 2-1 contro la Nigeria.

Sabato 16 giugno, minuto 23 di Argentina – Islanda. Alfreð Finnbogason segna il gol del pareggio, segna il primo storico della nazionale islandese alla prima apparizione in un Mondiale. E io me lo sono perso, o meglio, ho provato a recuperarlo vedendolo dal mio smartphone mentre correvo a sinistra e a destra per Vienna. Un doppio dispiacere perché c’è un po’ della mia Sardegna: sì perché l’attaccante, nel 2007, ha svolto il programma Intercultura in Sardegna, durante il quale giocò per qualche mese a Sassari con la Torres. Lo stesso percorso Intercultura che io ho fatto tre anni prima con senso di marcia opposta. E se è vero che l’Islanda è sufficientemente piccola e tutti si conoscono, lo stesso si può dire della Sardegna: conosco, infatti, personalmente i “genitori” che hanno adottato Finnbogason quell’anno!

Tutti i possibili contrattempi si sono manifestati e concentrati in questo pomeriggio, ma proprio tutti. Alle 14 aspettavo due turisti per il check-in di una camera all’interno del B&B dove lavoro, ma hanno ritardato e quindi ho passato minuti interminabili sudando freddo, guardando l’orario. Non passavano mai, come quella leggenda popolare secondo cui se fissi l’acqua in pentola, questa non bolle mai. Poi corro via e mi dirigo alla piazza del municipio di Vienna dove di consueto piazzano il maxischermo per vedere le partite. Come quella notte indimenticabile di due anni fa.

“Ok, dai forse mi perdo solo i primi dieci minuti” ho pensato, ma ecco il secondo – insormontabile – imprevisto. Niente trombette, niente maglie islandesi o argentine, nessuno spirito da Coppa del Mondo. C’era il Gay Pride e l’amministrazione non ha installato lo schermo. No! Non è possibile!

Poi mi ricordo che c’è un posto ideale per queste occasioni: è lo Strandbar Herrmann, un’illusione di spiaggia estiva ed esotica riprodotta lungo il Danubio. Trovo posto e mi accomodo (si fa per dire tanta era l’euforia e l’agitazione per l’andamento del match), non ripenso al primo tempo perso e mi aggrego a un gruppetto di austriaci che tifano Islanda. Tutto attorno c’è una moltitudine di argentini che sorridono nel vederci.

Un sorriso molto ironico che poi al 90’ va via dal loro volto e compare sul mio.

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Ari Freyr Skúlason è nato a Reykjavik il 14 maggio 1987 ed è uno dei veterani della nazionale islandese, essendo nel gruppo dal 2009. Dopo aver fatto la trafila nelle giovanili del Valur e dopo una breve, quanto infruttuosa parentesi all’Heerenveen, Skulason esordisce nel calcio professionistico  in Svezia, nell’Hacken. Dopo due stagioni non brillantissime (condite da una retrocessione in seconda divisione), passa al GIF Sundsvall dove si afferma (149 presenze e 29 gol in 5 stagioni). Nel 2013 si trasferisce in Danimarca, all’Odense, nella massima serie locale, dove colleziona 74 presenze e 6 gol. L’ultimo trasferimento risale all’estate del 2016, quando il terzino si sposta nella Jupiter Pro League belga, più precisamente al Lokeren, dove gioca attualmente. In nazionale ha esordito in un’amichevole contro l’Iran il 10 novembre 2009 ed al momento vanta 54 ma ancora nessun gol all’attivo.

LA CARRIERA DI ARI FREYR SKÚLASON NEI CLUB
2006: Valur, 11 (1)
2006–2007: BK Häcken, 28 (2)
2008–2013: GIF Sundsvall, 149 (29)
2013–2016: Odense, 74 (6)
2016–: Lokeren, 49 (6)

LA CARRIERA DI ARI FREYR SKÚLASON IN NAZIONALE
Presenze: 54
Debutto: 10 novembre 2009, all’Azadi Stadium di Teheran, in amichevole contro l’Iran. Risultato finale 1-0

Gol: 0

CURIOSITÀ
Come si può notare dalle statistiche sopra riportate, il bottino di gol di Ari Freyr è andato diminuendo nel corso delle stagioni, in particolare dopo il trasferimento all’Odense nel 2013. Infatti, il giocatore chiese esplicitamente al nuovo club di essere impiegato come terzino sinistro, per poter rafforzare il suo ruolo nella nazionale allenata da Lars Lagerback che, in quel momento, non aveva molte alternative valide in quel ruolo. Nella prima parte di carriera l’ex giocatore del Valur, infatti, ricopriva principalmente il ruolo di ala sinistra e centrocampista centrale. Il ct svedese chiese quindi a Skulason se se la sentisse di arretrare sulla linea difensiva e il giocatore rispose affermativamente.

Nelle ultime qualificazioni ai campionati del mondo, Skulason è stato un po’ messo da parte dal ct Hallgrimsson che gli ha preferito Hörður Björgvin Magnússon; ciononostante l’esperienza del giocatore del Lokeren sarà fondamentale nella prossima campagna di Russia.

Nei giorni della fantastica cavalcata in Francia, in un comune della provincia bolognese, Pieve di Cento, nasceva la Skulason-mania. Nel dialetto locale, infatti, il patronimico del terzino ha una fortissima assonanza con un termine che indica sorpresa. Nel giro di pochi giorni, i residenti hanno acquistato ben 3000 magliette del giocatore, creando inoltre un gruppo Facebook nel quale chiedevano la cittadinanza onoraria per il giocatore. Il 3 settembre del 2016 nella piazza della città, oltre 1000 persone hanno organizzato un flash mob al suono della famosissima geyser sound. Alla fine il sogno si coronato quando l’Islanda, ospite dello sponsor tecnico Errea, si è allenata per qualche giorno a Parma, così che Skulason ha potuto incontrare i suoi più accaniti tifosi italiani.

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Emil Hallfredsson, professione centrocampista, è nato ad Hafnarfjörður il 29 giugno 1984. La sua carriera di calciatore ha visto muovere i suoi primi passi nell’FH, squadra locale, con cui ha debuttato diciottenne. Da lì, la consueta esperienza all’estero, un must per i giocatori islandesi. A rilevarlo fu il Tottenham, nel 2005, anche se gli inglesi non riuscirono a farlo debuttare in prima squadra. Il nome del centrocampista è però sicuramente legato alla sua lunga militanza italiana, dal 2007 in poi: Reggina, Hellas Verona e Udinese le sue squadre nel Belpaese, mai più abbandonato se si eccettua una breve parentesi nel Barnsley. Ha totalizzato 64 presenze con la maglia della Nazionale, con una rete all’attivo.

Giocatore di una certa duttilità, è in grado di ricoprire i ruoli di regista, mezzala sinistra ed esterno sinistro di centrocampo. In Italia lo abbiamo visto più che altro agire in una mediana a tre, ma in Nazionale veniva impiegato in passato prevalentemente da esterno. Con il passare degli anni ha definitivamente occupato la posizione di centrocampista centrale, unendo dinamismo e una discreta tecnica di base. E’ anche in possesso di un gran tiro dalla distanza: la Juventus ne sa qualcosa.

LA CARRIERA DI EMIL HALLFREDSSON NEI CLUB

2002-2004: FH, 29 (7)
2005-2007: Tottenham, 0 (0)
2006: Malmö FF (prestito), 19 (5)
2007: Lyn Oslo, 1 (0)
2007-2011: Reggina, 34 (1)
2009-2010: Barnsley (prestito), 27 (3)
2010-2011: Hellas Verona (prestito), 34 (4)
2011-2016: Hellas Verona, 150 (12)
2016-: Udinese, 58 (0)

LA CARRIERA DI EMIL HALLFREDSSON IN NAZIONALE

Presenze: 64
Reti: 1

Esordio: il 30 marzo 2005 in amichevole contro l’Italia allenata da Marcello Lippi, a Padova. Finì 0-0.

L’unica rete segnata dal centrocampista con la Nazionale risale a oltre dieci anni fa: Hallfredsson segnò il gol del vantaggio di testa (su assist di Joey Gudjonsson) nell’1-1 casalingo contro la Spagna (pareggio iberico di Iniesta nel finale). Il match era valido per le qualificazioni agli Europei 2008, e la Spagna andò in grande difficoltà in quanto in inferiorità numerica dal 20′ del primo tempo, per l’espulsione di Xabi Alonso.

CURIOSITÀ

Al termine della stagione 2010/2011, è stato insignito del premio “Mastino del Bentegodi” con la maglia dell’Hellas Verona, squadra con cui ha trascorso gli anni migliori della sua carriera. Forse non tutti sanno che ha un fratello minore, Hákon Atli Hallfreðsson, classe ’90, la cui carriera si è sviluppata principalmente con la maglia dell’FH senza lasciare particolari tracce di sé. L’Italia è sicuramente nel destino di Emil, come abbiamo detto: uno dei pochi islandesi a essersi adattato alla perfezione nel calcio italiano, contro gli azzurri ha anche collezionato la prima presenza in Nazionale.

Come molti suoi compagni, per Hallfredsson si tratta della seconda competizione internazionale con la maglia della Nazionale islandese: anche lui infatti era presente nella spedizione a Euro2016 in Francia.

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Albert Gudmundsson è nato il 15 giugno del 1997. In virtù della sua età, ha alle spalle una breve carriera che però promette decisamente bene. In patria è considerato come il talento emergente per eccellenza, e qualcuno già afferma che sarà lui l’erede di Gylfi Sigurdsson. Discorsi per ora ancora prematuri, visto che il giovane Gudmundsson ha giocato soprattutto con la squadra riserve del PSV. L’ultima stagione nella seconda divisione olandese, però, ha mostrato come Albert abbia i numeri dalla sua parte: 15 presenze, 9 gol e 8 assist, e anche 9 gettoni in prima squadra (con 3 assist a referto: niente male considerando i soli 174′ giocati). La sua convocazione ha un po’ sorpreso per certi versi, ma in virtù della sua stagione è assolutamente meritata.

E’ alla sua prima convocazione in una grande competizione internazionale: a Euro 2016 non c’era, in quanto troppo giovane. Come detto, è uno degli astri nascenti del calcio islandese: parliamo di un centrocampista offensivo in grado di giocare un po’ in tutti i ruoli dalla trequarti in su. Esattamente come un certo Gylfi Sigurdsson… ma basta paragoni, non è ancora il caso di caricarlo di troppe responsabilità. Di sicuro, però, potrà sorprenderci in positivo se riuscirà a ritagliarsi uno spazio nella competizione iridata.

LA CARRIERA DI ALBERT GUDMUNDSSON NEI CLUB

-2013: KR, (giovanili)
2013-2015: Heerenveen, (giovanili)
2015-: PSV, 9 (0)
2015-: Jong PSV, 63 (28)

LA CARRIERA DI ALBERT GUDMUNDSSON IN NAZIONALE

Presenze: 5
Gol: 3

Ha debuttato nell’amichevole Cina-Islanda (0-2) del 10/01/2017.

Ha realizzato tutti e tre i suoi gol in Nazionale in occasione della vittoria per 4-1 sull’Indonesia (gli asiatici giocavano con una squadra formata da giovani, ndr).

CURIOSITÀ

Sicuramente, le curiosità relative ad Albert Gudmundsson riguardano le sue illustri parentele. Albert viene infatti da una grande famiglia di calciatori. Suo padre è l’ex attaccante Guðmundur Benediktsson (10 presenze e 2 gol in Nazionale), meglio noto come Gummi Ben, quello che per gli italiani è semplicemente il telecronista pazzo. Guardare per credere. Anche sua madre Kristbjörg Helga Ingadóttir è stata calciatrice (4 presenze con la Nazionale femminile nel 1996), mentre il nonno materno Ingi Björn Albertsson (15 presenze in Nazionale) è stato recordman di reti segnate nel massimo campionato islandese.

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Rúrik Gislason è nato a Reykjavik il 25 febbraio 1988. Cresciuto calcisticamente nell’HK della vicina Kópavogur, a 20 anni ha iniziato la sua carriera internazionale che l’ha portato a calcare i campi di Belgio, Inghilterra, Danimarca e, in ultimo, Germania. Ala vecchio stampo, è dotato di una tecnica non eccelsa sopperita da polmoni e grande potenza fisica. Con queste doti non poteva far altro che ritagliarsi uno spazio sulla fascia, dove copre sia la fase offensiva che quella difensiva. Ha buone statistiche anche per le reti segnate. Quando centra la porta sono dolori (per il portiere avversario): ne sa qualcosa l’estremo difensore del Sønderjyske.

Ha saltato Euro 2016 per i postumi di un intervento al tendine d’Achille. Le sue doti sono congeniali a scompigliare le carte a partita in corso e per questo Heimir Hallgrímsson l’ha richiamato per i Mondiali. Durante la sua gestione, è il giocatore ad essere subentrato più volte.

LA CARRIERA DI RURIK GISLASON NEI CLUB

2004-2005: RSC Anderlecht 0 (0)
2005: HK 12 (1)
2005–2007: Charlton Athletic 0 (0)
2007–2009: Viborg 46 (16)
2009–2012: OB 87 (10)
2012–2015: Copenhagen 68 (5)
2015–2018: 1. FC Nürnberg 30 (0)
2018– :SV Sandhausen 12 (3)

LA CARRIERA DI RURIK GISLASON IN NAZIONALE

Presenze: 47
Goal: 3

Esordio: il 22 marzo 2009 a Kopavogur contro le Faer Oer che vinsero 2-1

CURIOSITÀ

La curiosità che più balza all’occhio è la candidatura di Gislason alle elezioni politiche del 2016. E’ sceso in campo con il Sjálfstæðisflokksins, (Partito dell’Indipendenza), partito di centrodestra liberal-conservatore fra i più importanti del panorama politico islandese. Molto radicato fra le lobby della pesca e quelle finanziarie, è riuscito a sopravvivere allo scandalo dei Panama Papers nonostante fosse costato le dimissioni all’allora premier (e segretario di partito) Bjarni Benediktsson. Gislason era candidato nel collegio di Reykjavik Sud in quattordicesima posizione. La sua era una posizione di rincalzo infatti il sistema elettorale islandese, proporzionale puro, rendeva di fatto impossibile la sua elezione.

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Olafur Ingi Skulason nasce a Reykjavik il 1° aprile 1983. Cresce calcisticamente nel Fylkir, in cui debutta giovanissimo nel massimo campionato islandese, tanto da farsi notare addirittura dall’Arsenal. Nella squadra allenata da Arsène Wenger, tuttavia, non riesce a trovare spazio. Dopo un prestito ancora al Fylkir, nel 2005 recide il cordone che lo lega ai Gunners, giocando prima nel Brentford e poi iniziando una peregrinazione in giro per l’Europa. Nelle ultime tre stagioni ha giocato in Turchia, dividendosi tra Gençlerbirliği e Karabükspor, ma finito il Mondiale tornerà al Fylkir, dove tutto è iniziato. Una scelta dunque simile a quella di altri due veterani della Nazionale: anche Kari Arnason e Birkir Sævarsson hanno infatti deciso di fare rientro a casa. Decisione un po’ in controtendenza, ma che segnala anche una volontà da parte dei calciatori islandesi di far crescere la qualità del campionato locale.

Per quanto riguarda le sue caratteristiche tecniche, Skulason è principalmente un mediano, in grado di coniugare quantità e una discreta qualità. La sua chiamata da parte del ct Hallgrimsson ha un po’ sorpreso, data la concorrenza nel ruolo e visto che il giocatore non era presente a Euro 2016. Evidentemente, il tecnico ha cercato di aggiungere esperienza al reparto nevralgico.

LA CARRIERA DI OLAFUR INGI SKULASON NEI CLUB

2000-2001: Fylkir, 20 (0)
2001-2005: Arsenal, 0 (0)
2003: Fylkir (prestito), 14 (1)
2005-2007: Brentford, 16 (1)
2007-2009: Helsingborgs, 37 (0)
2010-2011: SønderjyskE, 41 (3)
2011-2015: Zulte Waregem, 99 (6)
2015-2016: Gençlerbirliği, 25 (0)
2016-2018: Karabükspor, 41 (3)
2018-: Fylkir, 0 (0)

LA CARRIERA DI OLAFUR INGI SKULASON IN NAZIONALE

Presenze: 36
Reti: 1

Esordio: 20 novembre 2003 in amichevole contro il Messico (0-0).

La sua unica rete in Nazionale l’ha segnata in amichevole contro la Georgia, gara poi vinta dall’Islanda per 3-1. In quell’occasione fu sostituito nel finale dall’islandese-giapponese Björgólfur Hideaki Takefusa.

CURIOSITÀ

Agli albori della sua carriera, Skulason (che non vanta gradi di parentela con l’esterno sinistro Ari Freyr Skulason) era considerato un centrocampista molto promettente. In effetti l’Arsenal di Arsène Wenger lo rilevò dal Fylkir, ma il giocatore non trovò mai spazio. Quando venne ceduto nuovamente in prestito al Fylkir, nel 2003, fu votato come miglior giovane del campionato islandese in quell’annata. Tra il 2002 e il 2005 è stato uno dei punti fermi della Under 21 islandese, di cui ha vestito anche la fascia di capitano. In quella Under curiosamente giocava anche Emil Hallfredsson, che ritrova da compagno di squadra in questa edizione dei Mondiali.

Skulason, peraltro, è il secondo giocatore più vecchio della spedizione islandese. Il più esperto in assoluto dei 23 convocati è Kari Arnason, di un anno più anziano.

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Hannes Thor Halldorsson è il portiere regista dell’Islanda che attende l’esordio mondiale sabato prossimo contro l’Argentina alle 15.00 alla Otkrytie Arena di Mosca.

No, non è anche il faro di centrocampo in grado di smistare i palloni verso Bjarnason e gli attaccanti Sigurdsson e Finnbogason. No, Halldorsson ama dirigere lo spettacolo dietro la macchina da presa, nel vero senso della parola.

Prima di fare il professionista sul prato verde, infatti, l’estremo difensore del Randers (massima serie danese) ha fatto ciak su diversi set cinematografici per la realizzazione di videoclip pubblicitari e musicali. Non solo riprese amatoriali da proiettare nelle serate goliardiche con amici, ma qualcosa di molto più professionale: è stato responsabile del video per la presentazione dell’Islanda all’Eurovision Song Contest nel 2012, partecipando anche alla clip della canzone Never Forget di Greta Salome e Jonsi.

Il ct Hallgrimsson può contare, quindi, su un atleta di sicuro valore in campo (tra gli assoluti protagonisti del miracolo islandese a Euro 2016 fino ai quarti di finale) e sulla sedia da regista.
Halldorsson, tuttavia, non ha appeso il ciak al chiodo, anzi. Ha unito le due passioni della sua vita, dirigendo il nuovo spot della Coca Cola, confezionato appositamente per i vichinghi di Reykjavik. In un climax crescente, seguendo il ritmo del “viking clap”, nel video si vede la popolazione islandese nella sua quotidianità tra sport, pesca, scuola e famiglia, che all’unisono segue l’avventura Mondiale della nazionale, quella con il minor numero di abitanti a partecipare alla Coppa del Mondo

I pensieri di Hannes sono proiettati verso Russia 2018, ma vanno già oltre. Il 34 enne portiere non ha dimenticato la promessa del patron della Saga Film, la casa di produzione per cui lavorava. «Quando smetterai con il calcio, la sedia da regista è tua». Prima, però, c’è il ciak mondiale.

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Samuel Kari Fridjonsson è nato il 22 febbraio 1996 nel Reykjanesbaer. E’ la municipalità di Keflavik, la squadra con la quale ha esordito a soli 17 anni. Due presenze con la prima squadra e il ruolo da titolare nell’U17 islandese gli sono valsi l’ingaggio da parte del Reading. I tre anni passati nelle giovanili della squadra inglese non gli sono bastati per guadagnarsi la riconferma ed è così approdato ai norvegesi del Vålerenga.

Nato come difensore e dotato di una buona visione di gioco, da alcune stagioni gioca da mediano. Il precoce trasferimento in Inghilterra e le numerose presenze in tutte le under islandesi (11 con l’U17, 20 con l’U19, 8 con l’U21) hanno creato molte aspettative su di lui. Finora non ha spiccato il volo, ma la partecipazione ai mondiali di Russia può essere il trampolino per la sua carriera. La giovane età e una valutazione risicata l’ha già fatto finire su qualche taccuino. Secondo convocato più giovane dopo Albert Guðmundsson, la sua è un’altra delle sorprese messe da coach Hallgrímsson nella lista per Russia 2018.

LA CARRIERA DI SAMUEL KARI FRIDJONSSON NEI CLUB

2012–2013: Keflavík 2 (0)
2013–2016: Reading 0 (0)
2016–: Vålerenga 27 (3)

LA CARRIERA DI SAMUEL KARI FRIDJONSSON IN NAZIONALE

Presenze: 3
Esordio: il 14 gennaio 2018 al Gelora Bung Karno Stadium di Jakarta (Indonesia) in Indonesia – Islanda 1:4

CURIOSITÀ

Acquistato dal Reading nel corso della stagione 2013, ha atteso di terminare il campionato con il Keflavik prima del trasferimento. Al Reading è arrivato insieme al connazionale Tómas Ingi Urbancic (prelevato dalle giovanili del Vikingur Reykjavik) e furono accolti entrambi con grandi speranze. Nel 2005 avevo fatto lo stesso percorso un certo Gylfi Sigurðsson che, con i The Royals, ha trascorso quattro stagioni nelle giovanili e una fra i pro.

La mancata conferma di Samuel Kari alla scadenza del suo contratto è suonata come una bocciatura, ma di lui si dice un gran bene tanto che Heimir Hallgrímsson l’ha scelto per iniziare a costruire l’Islanda di domani.

Per la cronaca, a Tómas Ingi Urbancic è andata peggio. Anche lui bocciato dal Reading è tornato in patria, faticando anche lì a trovare spazio. Dal Vikingur è passato all’HK, prima di approdare al Thróttur Vogar a metà della scorsa stagione. Con gli arancioni ha conquistato la promozione in 2.deild ritagliandosi uno spazio da titolare.

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Björn Bergmann Sigurðarson è nato ad Akranes il 26 febbraio 1991. Dopo la sfortunata esperienza iniziale con il club della sua città natale, culminata con una retrocessione, si trasferisce in Norvegia, al Lillestrøm, dove viene colpito da una serie incredibile di infortuni. Ripresosi, riesce a passare agli inglesi del Wolverhampton, che però lo cedono in prestito a Molde e Copenaghen. Attualmente milita nel campionato russo con la maglia del Rostov. Convocato in nazionale per la prima volta nel 2011, non è stato più convocato nei successivi cinque anni, tanto che ad oggi conta appena 11 presenze. Inoltre, è tra i pochi giocatori del gruppo a non aver partecipato a Euro 2016.

La carriera di Björn Sigurdarson nei club

2007-2008: ÍA, 30 (6)
2009-2012: Lillestrøm, 70 (17)
2012-2016: Wolverhampton Wanderers, 69 (7)
2014: Molde [prestito], 15 (3)
2015: Copeenaghen [prestito], 14 (1)
2016-2017: Molde, 38 (20)
2018-oggi: Rostov

La carriera di Björn Sigurdarson in nazionale

Presenze: 11
Debutto: 6 settembre 2011 contro Cipro, a Reykjavík, in una gara di qualificazione a Euro 2012. Vittoria Islanda per 1-0. Non convocato per cinque anni. Partita successiva giocata il 6 ottobre 2016 (Islanda-Finlandia 3-2).

Gol:
1) 24 marzo 2017, Scutari (Stadiumi Loro Boriçi, campo neutro), contro il Kosovo, un gol. Vittoria Islanda per 2-1.

Curiosità

A essere onesti, la carriera di Björn Sigurdarson è piuttosto anonima, ma c’è comunque un dato della sua vita privata che merita attenzione. Infatti, Björn ha tre fratellastri: Bjarni Guðjónsson, Þórður Guðjónsson e Joey Guðjónsson, tutti e tre ex giocatori. Joey, in particolare, ha giocato anche lui nel Wolverhampton.

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