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Lewis Hamilton e Sebastian Vettel lo hanno scortato nel giro d’onore finale al Gp di Abu Dhabi perché Fernando Alonso è stato un grande campione.

Nell’ultima gara della stagione a festeggiare è stato nuovamente il pilota britannico della Mercedes ma, a Yas Marina, applausi e congratulazioni sono stati indirizzati anche allo spagnolo due volte campione del Mondo in Formula 1. Da oggi si dedicherà ad altro, in primis continuerà la stagione nel Wec (FIA World endurance championship) insieme alla Toyota.

Cresciuto come quasi tutti i piloti sui kart, trascorrerà poi ben 17 anni in F1. Dal debutto con la Minardi nel 2001 all’addio di ieri con la McLaren.

IL DEBUTTO IN F1 CON LA MINARDI
Il debutto in F1 di Alonso con la scuderia di Giancarlo Minardi

Proprio la casa di Faenza è quella che lo lancia in F1 sicura di avere un talento che prima o poi sarebbe sbocciato e diventato un campione. Era proprio in pischello quando il proprietario della scuderia, Giancarlo Minardi, lo accoglie nella famiglia e lo fa crescere fino al debutto a Melbourne nel Gp d’Australia del 2001.

Tra i suoi post d’addio però pare non ci sia stato spazio per la scuderia di Faenza, che non l’ha presa proprio bene.

PASSAGGIO IN RENAULT E I DUE TITOLI
Risultati immagini per alonso mondiale renault
La vittoria mondiale di Alonso in Renault

Nel 2002 passa alla Renault, che aveva rilevato la Benetton. Il team manager della casa francese è Flavio Briatore il quale riconosce in Alonso un vero talento. Dopo la prima stagione da collaudatore, nel 2003 diventa pilota ufficiale accanto a Jarno Trulli.
In Malesia ottiene la prima pole della sua carriera, diventando il pilota più giovane della F1 a scattare davanti a tutti in griglia di partenza, a soli 22 anni. In quella stessa stagione in Ungheria vince il suo primo Gp, con il record di miglior giovane.

I due mondiali arrivano nel fantastico biennio 2005/2006. Nel primo anno vince ben sette gare e comunque in quasi tutti i Gp riesce a salire sul podio. Campionato stravinto con una netta superiorità sulle altre scuderie.
La storia si ripete nel 2006 nuovamente con sette vittorie e duello affascinante con il pluricampione Michael Schumacher.

L’ANNO “SABBATICO” IN MCLAREN

Nel 2007 diviene pilota numero 1 della McLaren, durando però una sola stagione in cui dichiara:

Non mi sono mai sentito a mio agio in questa scuderia!

IL RITORNO IN RENAULT E IL SALTO IN FERRARI

Per questo motivo riabbraccia Briatore in Renault prima del grande salto in Ferrari nel 2010. Il sogno di ogni pilota. Con la Rossa vince subito in Bahrein, ma vive quattro anni tra alti e bassi, complice anche e soprattutto la presenza di un giovane Sebastian Vettel che in Red Bull vince quattro campionati consecutivi. In effetti tra i rimpianti di carriera ci sono proprio i titoli sfiorati nel 2012 e nel 2013.

L’addio non è dei migliori e tuttora c’è sempre quel sapore amaro quando il pilota spagnolo parla della sua esperienza con la scuderia di Maranello. Tuttavia la sua vittoria più bella è stata proprio con la monoposto rossa a Valencia nel 2012, partito dall’undicesima posizione.

La vittoria di Alonso a Valencia nel Gp d’Europa 2012
L’AMARO ADDIO DALLA ROSSA E IL RIAPPRODO IN MCLAREN

Dopo la Rossa firma un contratto con la “neonata” McLaren che torna nel palcoscenico della Formula 1. Le stagioni però passano quasi nell’anonimato fino all’ultimo Gp di Abu Dhabi in cui, però, rispetto e onore sono stati trasmessi dai due campioni come Vettel e Hamilton.

Dopo ben 152 Gran premi, ad Abu Dhabi Kimi Raikkonen si appresta a correre l’ultimo gp con la scuderia Ferrari.

Da lunedì, infatti, il finlandese sarà a disposizione del suo nuovo team dell’Alfa Romeo Sauber al posto di Leclerc, passato invece in Rosso.

Nove sono state le vittorie a bordo della monoposto della casa di Maranello, di cui sei solamente nella prima stagione nel 2007 quando ha vinto il Mondiale (ultimo pilota della Ferrari a vincerlo).

Il pilota scandinavo ha avuto sempre un carattere particolare, complice anche del so atteggiamento un po’ freddo rispetto agli altri suoi colleghi che si sono intercorsi in Ferrari e nel circus, proprio per questo è soprannominato Iceman.

Quest’anno sul circuito di Austin negli Stati Uniti è arrivata la vittoria dopo un digiuno lungo cinque anni e oltre 100 Gp senza salire sul gradino più alto del podio.

Ripercorrendo la carriera del finlandese in Ferrari c’è sicuramente da sottolineare un fattore importante: l’incostanza. Se da una parte si può attribuirgli le congratulazioni per essere stato l’ultimo vincente, dopo il trionfo del 2007 ha avuto sempre un andamento molto altalenante, soprattutto durante questa sua seconda esperienza dopo la parentesi rally e Lotus.

Raikkonen mondiale 2007
I festeggiamenti di Raikkonen per la vittoria del Mondiale 2007

Spesso ci sono state scaramucce con il compagno di squadra  Sebastian Vettel e con gli uomini dei box per dei problemi riscontrati durante i week end, in particolare durante le gare.

Tuttavia la Scuderia Ferrari ha voluto omaggiarlo e ringraziarlo per le diverse stagione trascorse insieme, durante una cena interamente dedicata a Raikkonen. Serata in cui il finlandese si è un po’ “sciolto” esprimendo parole al miele per tutto il team.

 

 

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Big family. Photos @calloalbanese

Un post condiviso da Kimi Räikkönen (@kimimatiasraikkonen) in data:

L’ultimo gp di Abu Dhabi a Yas Marina correrà gli ultimi chilometri con la monoposto rossa e lo farà partendo dalla quarta piazza alle spalle delle due Mercedes di Hamilton e Bottas e dell’altro ferrarista Vettel.

La carriera in Formula 1 di Robert Kubica si è fermata a causa di un incidente in una competizione rallystica subito il 6 febbraio 2011. Dopo sette anni il polacco annuncia il suo grande ritorno nel circus come pilota della Williams Racing per la stagione 2019. L’ufficialità è stata data durante quest’ultimo weekend di corse sul circuito di Abu Dhabi.

Il prossimo sette dicembre  Kubica spegnerà 34 candeline e inizierà il suo nuovo lavoro da primo pilota del team britannico, dopo essere stato il terzo alle spalle del canadese Lance Stroll e  del russo Sergej Sirotkin.

Robert Kubica è stato un pilota che, nei suoi 4 anni di Formula 1 tra il 2006 e il 2010, ha dimostrato di essere molto competitivo e che avrebbe avuto le chances per duellare con i migliori.

DEBUTTO IN BMW SAUBER

Il debutto avvenne un po’ per caso al Gp d’Ungheria del 2006 in sostituzione a Jacques Villeneuve nella Bmw Sauber. Con quel primo Gp divenne il primo polacco del circus. Quella gara fu positiva a metà: giunto settimo, fu poi squalificato per un problema alla monoposto. Tuttavia dopo quel gran premio la scuderia decise di proseguire con lui definitivamente.

PASSAGGIO IN RENAULT
Robert Kubica sul podio di Spa in Belgio

Con la Bmw Sauber resta per 3 stagioni ben figurando. Il 2010 il grande salto. La Renault lo chiama per sostituire Fernando Alonso, passato in Ferrari. Nonostante le difficoltà economiche della scuderia francese, il polacco riesce a raccogliere ottimi risultati, chiudendo con  1 vittoria, 1 pole position, 12 podi e 273 punti.

IL GRAVE INCIDENTE E RITORNO AL RALLY

La passione per il rally gli rovina il futuro da pilota di Formula 1. Durante la gara di Ronde Andora, in Liguria, subisce un gravissimo incidente che lo tiene lontano diversi mesi dai motori. Il rientro avviene nel 2012 sempre nel rally in cui gareggia per diverse stagioni.

RITORNO IN F1

Il grande ritorno in Formula 1 avviene nel 2017 per alcuni test il mese di agosto a Budapest, con la Renault e successivamente con la Williams. Proprio la casa britannica gli propone un contratto da terzo pilota/collaudatore per la stagione ancora in corso e per l’anno prossimo il sorprendente rientro da titolare.

Il gran premio di Formula 1 a San Paolo ci ha lasciato altre impressioni: un Lewis Hamilton già campione che continua a vincere, una Mercedes sempre forte e che grazie ai suoi piloti ha vinto anche il titolo costruttori e un Max Verstappen sempre più protagonista del circus.

Il pilota olandese infatti, dopo la grande gara in Messico si è ripetuto sul circuito brasiliano che per poco non ha vinto. Per poco perché a rovinargli la festa è stato il pilota della Racing Point Force India, Esteban Ocon, reo di aver speronato Verstappen da doppiato quando l’olandese era leader della gara; per la cronaca poi la gara l’ha vinta Hamilton superando proprio il pilota della Red Bull andato in testacoda.

Da questa azione è scaturita una lite post gara in cui Verstappen ha più volte spintonato il francese durante le fasi di pesatura. Ai microfoni, inoltre, ha rincarato la dose dicendo di “esser stato buttato fuori da un idiota”. Il transalpino ha poi ribattuto: “Rifarei la stessa manovra, anzi allungherei la staccata ancora di più!”.

A causa della reazione avuta, il giovanissimo Verstappen è stato punito dalla FIA a due giorni di lavori socialmente utili da scontare entro sei mesi.

Non è la prima volta che in Formula 1 avvengono questi tipi di litigi tra piloti.

SALAZAR – PIQUET 1982

Uno scontro che è rimasto nella storia della Formula 1. Il pilota Piquet guida indisturbato la gara ad Hockenheim in Germania. Un po’ com’è successo a Verstappen a rovinarglia la festa è stato un doppiato. Il cileno Eliseo Salazar, invece di far passare il leader del Gp chiude improvvisamente sulla Brabham guidata da Piquet, ponendo fine alla gara per entrambi. La reazione del francese è stata ripresa da tutte le tv mondiali: sceso dalla vettura Piquet cerca subito il faccia a faccia con Salazar, il quale si prende due pugni sul casco e schiva pure un calcio.

SCHUMACHER – SENNA 1992

Puramente nostalgica è stato lo scontro verbale tra il compianto Ayrton Senna e l’allora giovanissimo e inesperto Michael Schumacher. Al Gp di Magny-Cours, il tedesco manda fuori gioco il campione del mondo in carica al primo giro. Il brasiliano si presenta sulla griglia di partenza in borghese e si avvicina al giovane Schumacher, il quale viene “bacchettato” dallo stesso brasiliano, ma con toni pacati.

La ramanzina di Senna a un giovane Schumacher per del Gp di Francia

SCHUMACHER – COULTHARD 1998

Meno pacato è stato invece lo scontro tra Schumi e il pilota McLaren David Coulthard al Gran Premio del Belgio a Spa del ’98. Il ferrarista era al comando della gara e una vittoria avrebbe riaperto i discorsi in ottica campionato, complice il forfait di Mika Hakkinen. Il tedesco compie il sorpasso di doppiaggio sul britannico, il quale però frena di colpo, distruggendo la Rossa del tedesco e la sua monoposto. Per Schumacher addio vittoria. Al rientro nei rispettivi box, Schumi scende dalla sua F300 per si dirige in quello McLaren arrabbiato più che mai e intenzionato a risolvere la faccenda con lo scozzese. Memorabili sono i tentativi di Jean Todt e Stefano Domenicali per cercare di calmare il tedesco. I due si rappacificarono qualche giorno più tardi in pubblico.

FISICHELLA – VILLENEUVE 2006

Durante le qualifiche del Gp d’Europa a Nürburgring va in scena un siparietto acceso tra il pilota romano della Renault Giancarlo Fisichella e Jacques Villeneuve su Bmw Sauber. L’italiano accusa il canadese, reo di aver rallentato il giro lanciato, restando fuori dai primi 10 in griglia. “Fisico” si presenta nei box Sauber insultando in maniera palese Villeneuve.

MASSA – ALONSO 2007

Sempre a Nürburgring un anno più tardi, i protagonisti di un battibecco furono Alonso e Massa. Lo spagnolo della McLaren durante l’ultimo giro si tocca con il ferrarista e, prima della premiazione sul podio, accusa il brasiliano di aver cercato volontariamente la collisione. Massa non accetta l’accusa e tra i due volano insulti in lingua italiana, con il brasiliano che sembra più nervoso.

VETTEL – WEBBER 2013

Al Gran Premio di Sepang in Malesia i due piloti della Red Bull sono rivali per il titolo. L’australiano guida la gara e il muretto ordina a Vettel di non attaccare. Il tedesco, però, non rispetta l’ordine ed effettua il sorpasso pericoloso andando a vincere la gara. Il loro rapporto si rompe e la tensione nel box Red Bull sarà palpabile fino al termine del campionato (vinto da Vettel).

Vettel vince il Gp di Sepang davanti a un visibilmente arrabbiato Mark Webber

VETTEL – HAMILTON 2017

A Baku duello tra Vettel e Hamilton. Il britannico guida la gara in regime di safety car. Il tedesco lo segue alle spalle. Dopo una curva Hamilton frena, secondo il ferrarista in maniera troppo brusca, e Vettel lo tampona danneggiando la sua Ferrari. Il tedesco perde le staffe e si affianca alla Mercedes dell’inglese, insultandolo e speronandolo con le gomme anteriori.

Ancora lui, per la quinta volta lui: Lewis Hamilton.

Il pilota britannico è nuovamente il campione del mondo di Formula 1. Vittoria ottenuta grazie al quarto posto al Gran Premio del Messico alle spalle di Verstappen e dei due ferraristi Vettel e Raikkonen.

Un titolo che, dalla seconda parte del campionato, non è mai stato messo in discussione soprattutto perché l’avversario diretto, Sebastian Vettel, non si è dimostrato lucido in molte occasioni.

Come detto Hamilton conquista un altro titolo in bacheca (il quarto in 5 anni) e raggiunge quota cinque. Staccati il tedesco Vettel e il francese Alain Prost rimasti a quattro e agguanta un altro grande e storico pilota della Formula 1: l’argentino Juan Manuel Fangio.

Sono qui dal 2013, eguagliare quello che ha fatto Fangio con la Mercedes è una sensazione incredibile. E’ una sensazione molto strana quella che provo ora. Voglio ringraziare il mio team, non ho vinto il Mondiale qui ma grazie al loro duro lavoro in tantissime gare.

Le parole del pilota sono anche per il team. In effetti negli ultimi trionfi non è stato solamente Hamilton il protagonista ma, anche meccanici e tutta la scuderia. La macchina quasi sempre è stata affidabile e veloce, nonostante il gap con la Ferrari si sia accorciato moltissimo.

 

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Per il fuoriclasse inglese quest’anno sono giunte 9 pole position e 9 vittorie e il campionato non è ancora finito: proverà a chiudere in bellezza.

A 33 anni Hamilton ha scritto già numerose pagine della storia della Formula 1. Il pilota, infatti, detiene diversi record come il numero di pole position (81) e maggior numero di vittorie partendo dalla pole position (45). Inoltre, se avesse vinto quei titoli sfiorati nel 2007 (a vincere è stato Kimi Raikkonen) e nel 2016 (vittoria per Nico Rosberg), il britannico avrebbe lo stesso numero di trionfi di Michael Schumacher.

Michael Schumacher e Lewis Hamilton durante la conferenza stampa del Gp di Monaco nel 2012

Tuttavia Ross Brawn, che Schumi l’ha conosciuto bene, ha affermato che Hamilton ha tutte le caratteristiche per raggiungere il tedesco e il suo numero di vittorie ottenute in pista (91).
Dopotutto il britannico ha ancora due anni di contratto con la Mercedes e non ha intenzione di fermarsi.

Il countdown è già iniziato. Con la pole di Lewis Hamilton al Gp degli Usa ad Austin, l’edizione 2018 della Formula 1 potrebbe avere presto il suo campione. L’inglese ha chiuso davanti a Kimi Raikkonen, che scatta dalla seconda piazza in griglia, a 70 millesimi, con il tedesco della Ferrari Sebastian Vettel, l’unico che potrebbe tenere testa al pilota Mercedes, che aveva il secondo tempo con un distacco di 60 millesimi, ma è costretto a partire dal quinto posto in griglia per la penalizzazione di tre posizioni, per non aver rallentato abbastanza in regime di bandiera rossa nelle prime prove libere.

Mancano una manciata di punti, dunque, per Lewis Hamilton per avvicinarsi al quinto sigillo iridato di una carriera stratosferica. Il britannico della Mercedes ora deve fare un po’ il ragioniere contabile: per mettersi in tasca il titolo, il pilota deve far salire il margine su Sebastian Vettel da 67 a 75 punti. Sarebbe il colpo del definitivo e matematico ko perché, in quel caso, se anche il tedesco della Ferrari vincesse gli ultimi tre Gran premi della stagione (in Messico, in Brasile e negli Emirati Arabi Uniti), a fronte di uno zero in fatto di punti da parte del britannico, sarebbe sempre Hamilton a laurearsi campione del mondo per il maggior numero di GP vinti in stagione.

 

Il quinto posto di Vettel, ovviamente, facilita l’impresa di Lewis: può laurearsi campione del mondo se trionfa e Vettel arriva terzo; se chiude al secondo posto e il tedesco si piazzasse quinto; se è terzo e il ferrarista è settimo; se si classifica quarto e Vettel non riesce ad andare oltre l’ottavo posto.

La gara di Austin è trasmessa in diretta e in chiaro su Tv8, tasto 8 del telecomando, o su Sky Sport F1, canale 207. Appuntamento alle 20.10.

 

Una cosa è certa: gli organizzatori del Gp di Austin, prossima tappa del Mondiale di Formula 1, avranno tutto il tempo e la quasi certezza di preparare una celebrazione esclusiva a Lewis Hamilton, a un passo – aritmetico – dal vincere il quinto titolo iridato della sua carriera.

Sì perché il Gran Premio del Giappone ha visto il pilota della Mercedes tagliare il nastro del traguardo per primo, per la quarta volta di fila e per la nona volta stagionale: ora sono 67 i punti di vantaggio in classifica su Vettel, alle prese con un’altra domenica da dimenticare a Suzuka. Il gap è ormai pressoché incolmabile. La rimonta del ferrarista si è fermata al 6° posto a causa di un contatto con la Red Bull di Verstappen, poi 3°. Sul podio anche Bottas. Quinto, invece, Raikkonen.

 

Sebastian Vettel è partito alla grande ha recuperato in un soffio diverse posizioni, portandosi sino al quarto posto, anche grazie a un errore di Max Verstappen, che ha accompagnato fuori Kimi Raikkonen, beccandosi 5″ di penalità. Il problema è che poco dopo, nel tentativo di passare anche l’olandese, il ferrarista di Germania ha esagerato in frenata e ha causato un contatto, di cui ha pagato il maggior prezzo (ma nessuna penalità visto che è stato giudicato incidente di gara). Si è ritrovato al 19° posto e da qui ha iniziato un recuperato forsennato, che però gli ha impedito di fare meglio della sesta piazza nonostante il giro più veloce nel finale.

 

Per Lewis Hamilton, invece, la gara di Suzuka è comunque stata una delle più facili, avendo preso la testa del gruppo alla prima curva e mantenendola in scioltezza per tutti i 53 giri, accompagnato da un Valtteri Bottas, che non lo ha mai infastidito.

Non si sbottona il pilota inglese quasi pentacampione:

Dobbiamo fare un passo alla volta, ora abbiamo vinto un grandissimo Gran Premio, c’è un bel gap su Sebastian, ma non vogliamo cantare vittoria troppo presto. Spero di fare bene ad Austin, in un circuito in cui mi diverto molto

Amareggiato (ed è dir poco) Seb Vettel:

Ci ho provato. Ho spinto al massimo fin da subito. Ho notato subito che c’era un gap. Ci ho provato con Verstappen, ma non mi ha lasciato spazio. Non abbiamo potuto fare la curva insieme. L’incidente è stato un vero disastro. Dopo il contatto con Max, la macchina era danneggiata. L’atmosfera nel team? Con risultati simili non è facile essere ottimisti. Lavoriamo forte per tutto l’anno e quando non arrivano i risultati difficile per tutti. A volte non so che dire. Non è stato un risultato giusto per noi

Quando mancano quattro appuntamenti alla fine della stagione, la classifica politi dice: Hamilton 331 punti, Vettel 264, Bottas 207. Anche nella classifica costruttori dominio Mercedes con 538 punti rispetto ai 460 della casa di Maranello.

 

Invertendo l’ordine degli addendi, la somma non cambia. Nelle qualifiche del sabato del GP di Russia, Valtteri Bottas ha beffato il compagno di team Hamilton, centrando la pole. Rimane il dominio di una Mercedes che indirizza ancor di più verso casa l’esito positivo di questo Mondiale. Il finlandese ha chiuso con un super 1’31”387, un decimo e mezzo più veloce del leader della classifica, mentre per le Ferrari è stato un sabato pomeriggio, per così dire, complicato: Vettel e Raikkonen partono dalla seconda fila dopo aver accusato distacchi pesanti e domenica in gara saranno costretti all’impresa anche per tener vivo il mondiale

Le Mercedes hanno confermato lo straordinario feeling con il tracciato di Sochi dominando le qualifiche e monopolizzando una prima fila che costituisce, di fatto, un altro piccolo mattone verso la conquista del titolo iridato. Per la Ferrari un’altra qualifica complicata, dopo quella di Singapore: entrambe le SF71H sono infatti sembrate alle prese con problemi di stabilità al posteriore e mentre le Frecce d’Argento volavano con le hypersoft, Seb e Kimi faticavano specialmente nel terzo settore, accusando alla fine ritardi pesanti: + 0”556 il tedesco, + 0”850 il finlandese.

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Seb è praticamente chiamato a vincere per tener ancora viva la fiammella della speranza. Sarà necessaria una super partenza e una strategia impeccabile:

Si decide tutto domenica: la partenza sarà decisiva, vi ricordate cos’è successo l’anno scorso, quando Bottas vinse partendo terzo? La qualifica non è andata come volevo, ma la macchina va bene. Nel Q3 mi sarei potuto avvicinare ancora un po’ e ridurre il gap dalle Mercedes. Sapevo di avere un piccolo margine di miglioramento, ma allo stesso tempo non volevo fare errori come altre volte. Ci ho provato. Non è andata come volevo, ma sono abbastanza felice

Una vittoria per la svolta. È questo l’obiettivo che si è posto Sebastian Vettel in vista del prossimo Gran Premio di Russia il prossimo weekend.

Il tedesco, dopo le ultime delusioni, vuole puntare al massimo a Sochi cercando di ridurre i 40 punti di distacco dal leader del Mondiale, Lewis Hamilton.

Un vittoria infatti darebbe sicuramente fiducia e morale alla Ferrari e al pilota, viste le ultime apparizioni non proprio all’altezza della scuderia di Maranello e del tedesco.

Hamilton dice di sentirsi al top come mai successo prima d’ora e ha tutte le carte in regola per aggiudicarsi anche questo titolo iridato, che sarebbe il suo quinto personale (Vettel è fermo a 4 tutti in Red Bull).

Per Sebastian c’è fiducia e c’è ancora voglia di stupire perché fino a quando la matematica non si opporrà ai sogni del tedesco, lui ci proverà con caparbietà. Ridurre il gap non sarà facile proprio perché Hamilton negli ultimi Gp ha trovato un grande feeling con la sua monoposto soprattutto dal punto di vista dell’affidabilità.

Ma il tedesco non intende arrendersi:

Abbiamo ancora una chiara opportunità di ribaltare le sorti di questo Mondiale, ma io guardo a un obiettivo per volta: cominciamo a vincere qui e poi pensiamo alla gara successiva. La macchina c’è, ed è competitiva.

Ci vorrà un grande lavoro di squadra sia nei box che in pista. Fare una buona qualifica aiuterebbe a capire quali possono essere gli obiettivi in gara domenica.

A supportare la prima guida della Rossa ci sarà Kimi Raikkonen. Il finlandese, in ombra a Singapore, deve cercare di aiutare il tedesco. Sicuramente un grande risultato sarebbe piazzarsi primo e secondo così da recuperare punti in classifica costruttori e allontanare Hamilton dalla prima piazza.

Lo stress non fa paura a Vettel il quale ribadisce di non sentire il bisogno di ricevere assistenza da un mental coach:

Ti serve equilibrio, ho sviluppato certe cose che funzionano su di me e ho sufficiente autodisciplina

Un altro weekend da accantonare per la Ferrari e per Sebastian Vettel al Gp di Singapore.

Un mostruoso Hamilton riesce a vincere la settima gara del Mondiale, volando così a +40 sul ferrarista tedesco il quale, negli ultimi 5 gran premi è riuscito a vincere solo in Belgio a Spa contro le 4 vittorie del britannico.

Numeri poco esaltanti per il tedesco che quest’anno, avendo una macchina competitiva, ha il dovere di continuare a pensare in un finale Mondiale diverso da quello che la classifica racconta ora.

In questo ultimo weekend a Singapore la Ferrari non è mai stata realmente veloce, tanto che in griglia di partenza il tedesco partiva dalla seconda fila mentre Raikkonen  addirittura dalla quinta posizione. Lewis Hamilton ha dominato sin dall’inizio del Gp e Vettel, a parte il guizzo alla partenza con il sorpasso a Verstappen, non è riuscito poi a essere competitivo, chiudendo nuovamente sul gradino più basso del podio.

Ma se a Singapore, la scarsa velocità è stato il punto debole della rossa, a Monza per Vettel è stato un altro weekend negativo in cui ha perso punti a discapito di Hamilton. Forse Sebastian ha “sentito” in maniera eccessiva il confronto con Lewis, fino alle estreme conseguenze alla variante della Roggia: contatto e conseguente testacoda. Durante la gara poi è riuscito a risalire fino al quarto posto.

Ma gli errori del tedesco quest’anno sono stati parecchi e hanno contribuito ai successi di Hamilton e alla delusione del mondo rosso. Una “frittata” è stata fatta a Hockenheim. Il pilota tedesco è partito dalla pole position e dominava la gara con pochi problemi. In tutta solitudine però ha perso il controllo della monoposto sull’asfalto bagnato finendo a muro: ritiro con conseguente vittoria del campione del Mondo Hamilton.

Ma errori sono stati commessi anche a Baku, in Francia e in Austria. Non pochi per chi punta al titolo iridato. In Azerbaijan il tedesco è andato lungo alla staccata della prima curva tentando invano il sorpasso sul finalndese Bottas dopo la Safety Car.

Al Paul Ricard di Le Castellet Vettel ha centrato in pieno Bottas alla partenza in curva 1. Gara compromessa per entrambi e il ferrarista chiuderà al 5° posto.

Poi è la volta dell’Austria: Verstappen vince un Gran Premio in cui le due Mercedes vanno ko per problemi di affidabilità. Occasione d’oro per Vettel, se non fosse che il tedesco scontava una penalità di 3 caselle sulla griglia di partenza per aver ostacolato in modo pacchiano Sainz durante il Q2: finirà 3°.

Il cammino verso il titolo si è nettamente complicato e restano solo 6 Gran Premi. Sebastian Vettel non deve assolutamente commettere più errori e deve, invece, sperarne in qualcuno da parte di Hamilton il quale ora come ora è tornato ad essere imbattibile.