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È la sua partita, salirà per la prima volta le scale dell’Allianz Stadium e magari penserà che sarebbe potuta andare diversamente. Mimmo Criscito, capitano del Genoa, affronta alle 18 la Juventus, la squadra che l’ha sedotto portandolo in Primavera nel 2004 per poi abbandonarlo qualche anno più tardi. Oggi difende i colori rossoblù, con il ritorno in panchina di Ivan Juric dopo l’esonero a sorpresa di Davide Ballardini. Il difensore genoano si è confidato in un’intervista al Corriere di Torino:

Dopo sette anni all’estero, nello Zenit San Pietroburgo, per me sarà un piacere ritrovare tanti calciatori e dirigenti con cui sono rimasto in contatto. Affrontare i sette volte campioni d’Italia, poi, sarà molto affascinante. Per non perdere servirà un mezzo miracolo

La carriera di Criscito ha avuto un bivio il 23 settembre 2007. Il terzino classe ’86, originario di Cercola, ha ancora 20 anni. Ha già iniziato il suo balletto tra Genova e Torino, con la Juve di Capello guadagna anche una convocazione in Champions League. Poi nel 2006 torna sotto la Lanterna agli ordini di Gasperini in B. Una stagione da protagonista, in cui affronta anche i bianconeri post Calciopoli. La Juventus lo richiama nell’anno del suo ritorno in A, in panchina c’è Claudio Ranieri. Nelle prime tre giornate di campionato, con due vittorie e una sconfitta, Criscito è titolare fisso. In difesa, accanto a lui, ci sono Chiellini, Jorge Andrade, Birindelli e Zebina. Ma è l’attuale capitano della Juve a fare il terzino, il difensore centrale è il giovane Domenico.

Si va a Roma, quarta giornata. I giallorossi, allenati da Spalletti, giocano con Totti falso nueve circondato da Perrotta, Mancini e Taddei. Il pomeriggio di Criscito è da incubo. Il pupone segna una doppietta nel primo tempo dopo il vantaggio di Trezeguet. Su entrambi i gol il centrale bianconero (in maglia blu) è colpevolmente in ritardo. A complicare i piani di Ranieri c’è il gravissimo infortunio di Jorge Andrade che, in sostanza, chiude la sua esperienza juventina. Ma quel pomeriggio anche la carriera bianconera di Criscito svolta verso un punto di non ritorno. A fine primo tempo Ranieri lo sostituisce con Legrottaglie. La Juve pareggia in extremis 2-2 con gol di Iaquinta su rimessa laterale di Chiellini. Proprio quest’ultimo, dopo questa partita, inizierà a giocare più al centro e meno sulla fascia, come invece aveva iniziato nelle giovanili.

Dopo qualche mese, a gennaio Mimmo torna nella sua Genova. Tornerà quello di una volta, come terzino sinistro nel Genoa di Gasperini. Nel 2011 la chiamata a San Pietroburgo con lo Zenit, dove ritroverà proprio Spalletti che in quel settembre 2007 allenava la Roma. Resta in Russia per 7 anni, l’ultima da capitano, poi la scorsa estate il figliol prodigo torna in rossoblù. Anche qui capitano, ma all’Allianz Stadium poteva andare diversamente. Forse non incrocerà a inizio gara Chiellini, che dovrebbe andare in panchina nel turnover voluto da Allegri. Ma non c’è dubbio che Mimmo Criscito, salendo quelle scale, penserà a quello che poteva essere e non è stato. Nessun rimpianto, il Genoa è diventato la sua Juventus.

Mimmo Criscito, oggi capitano del Genoa

 

Sette anni a San Pietroburgo, di cui gli ultimi tre da capitano, non sono di certo passati inosservati dalle parti dell’ex capitale imperiale: lo testimonia l’addio che i tifosi dello Zenit hanno riservato a Mimmo Criscito, 31enne difensore partenopeo. All’aeroporto di San Pietroburgo, infatti, i tifosi russi lo hanno aspettato per l’ultimo saluto: bandiere, cori, fumogeni e persino uno striscione con scritto “Ciao Mimmo, Bravu guaglion”.

Pubblicando su Instagram il video del saluto dei tifosi, l’ormai ex terzino dello Zenit non ha trattenuto la sua commozione:

Grazie, grazie, grazie. Siete venuti a salutarmi in aeroporto: qui lascio sicuramente un pezzo del mio cuore

L’avventura con la maglia dello Zenit di Mimmo Criscito si conclude dopo aver disputato 224 partite, segnando 20 gol e fornendo ai compagni 30 assist vincenti, con ben cinque trofei messi in bacheca: due campionati, una coppa nazionale e due supercoppe nazionali. Nel video postato su Instagram, l’ormai ex difensore dello Zenit era all’aeroporto, dove lo aspettava un volo per l’Italia, con destinazione finale Genova, per la firma del contratto quinquennale con la sua nuova-vecchia squadra. Il Genoa infatti è la società a con la quale Criscito esordì in Serie A nella stagione 2003/2004, disputando complessivamente cinque stagioni.

Avendo rifiutato sia il Fenerbahce che il Galatasaray, il futuro di Criscito sarà quindi ancora a Genova, sponda rossoblu, una decisione assunta con entusiasmo:

Tutti sanno quanto amo il Genoa, quando il Genoa chiama è facile dire di no agli altri. Sono felicissimo di tornare al Genoa, ho mantenuto la parola: sette anni fa avevo detto che era un arrivederci e adesso sono qui a indossare nuovamente questi colori e speriamo di toglierci tante soddisfazioni

 

Il difensore azzurro ha poi parlato anche della nomina di Roberto Mancini come nuovo commissario tecnico della nazionale italiana:

Credo che il mister sia la persona giusta per la panchina dell’Italia. Purtroppo non andremo ai Mondiali, adesso bisogna ricominciare e credo che Mancini sia l’uomo giusto. Ritorno in azzurro? Lo spero, tutto dipende da me e dalle mie prestazioni. Il mister mi conosce e sa cosa posso dare e magari è più facile arrivarci adesso, visto che ho lavorato un anno con Mancini e quindi lui sa come sono. Un sogno? Tornare tra una settimana in Nazionale

È stata una giornata da non dimenticare ieri soprattutto per gli amanti dello sport e per chi lo pratica. L’ultimo saluto a Davide Astori ha commosso tutti.

Ha voluto ricordarlo in maniera speciale, un suo ex compagno di Nazionale, il difensore Italians, Domenico Criscito.

L’ex Genoa, e attuale capitano dello Zenit San Pietroburgo, ha voluto dedicare il gol realizzato in Europa League nella trasferta di Lipsia.

Un gesto umile ma pieno di significato quello di Criscito che ha marcato l’amicizia tra lui e l’ex capitano Viola, soprattutto durante i ritiri della Nazionale.

Insieme hanno preso parte ad alcune amichevoli con la maglia azzurra sia in quella maggiore che negli Under.

È convinto che proprio Davide Astori abbia dato una mano a segnare la rete che lasciare aperte le speranze di qualificazione alla squadra russa guidata dall’altro Italians, Roberto Mancini.

Era una persona speciale e il gol di stasera era tutto per lui. Mi piace pensare che mi abbia dato una mano a infilare quel calcio di punizione nel sette!

Astori ha lasciato il segno in molti dei suoi ex compagni che lo hanno salutato con tanto calore ma che non lo dimenticheranno mai.