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Corea del Nord

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In questo clima di riappacificazione che vede coinvolte la Corea del Nord e la Corea del Sud accade anche l’impensabile, che si ripercuote nello sport con decisioni clamorose che entrano nella storia.

Due squadre che si rifiutano di essere l’una contro l’altra: ecco cos’è successo ai Mondiali femminili di ping pong a Stoccolma, dove per volere del sorteggio le due Coree avrebbero dovuto sfidarsi tra di loro per giocare la partita dei quarti di finale. Ma loro non ci stanno e fanno una richiesta bizzarra direttamente al cospetto della Federazione Internazionale:

Facciamo così: noi questa sfida non la giochiamo. Non ci sono né vinte né vincitrici. Ma ci uniamo in un’unica squadra per la semifinale

Increduli ma compiacenti, i membri del vertice sportivo accolgono la proposta e si congratulano con le giocatrici che hanno messo da parte l’antagonismo per diventare una squadra unica, la nazionale della Corea Unita. 

Il presidente della Ittf, Thomas Weikert, si è detto molto soddisfatto del coraggio avuto dalle due squadre avversarie, che danno un’importante lezione di vita, che va aldilà delle regole e viene appoggiata da tutti all’unanimità:

Sono felice. E’ un po’ rischioso e non è al 100% secondo le regole, ma non crea nessun svantaggio per i team eliminati e abbiamo informato tutti gli altri. Sono d’accordo, se non lo fossero stati non avremmo fatto nulla. Ma tutti hanno capito che è importante per il processo di riunificazione della Corea

Consapevoli del loro gesto, che rappresenta l’ennesimo passo verso l’unione delle due Coree, sono pronte ad affrontare la loro avversaria nella semifinale del Mondiale, con una marcia in più dovuta alla voglia di lottare insieme, senza più alcuna divisione, proprio come avvenne già nel lontano 1991.

Allora la Corea, unita in una sola squadra, vinse la medaglia d’oro ai Mondiali a squadre femminili di tennis da tavolo.

Che vogliano fare il bis di quel successo?

In attesa di conoscere l’esito dei Mondiali di ping pong , le parole di Weikert  vogliono lanciare l’ennesimo messaggio di pace:

Quando il Consiglio direttivo è stato informato dell’intenzione delle nazionali coreane di giocare con una squadra unificata, i delegati hanno risposto con un lungo applauso in segno di apprezzamento per la storica decisione. Questo dimostra che il tennistavolo può essere uno strumento ideale per promuovere la pace attraverso lo sport. Si tratta di una decisione storica per i nostri due paesi

La diplomazia nel ping pong ha già avuto effetti positivi in passato nei rapporti tra Cina e Stati Uniti e ancora una volta si appresta a fare da tramite per una riappacificazione che diventa sempre più concreta.

Per le vicende politico-sportive che coinvolgono le due Coree oggi è stato un giorno decisivo. Il 9 gennaio, infatti, era stato fissato il grande incontro che avrebbe riunito i rappresentanti dei rispettivi stati per trovare un accordo in relazione alle prossime Olimpiadi Invernali di Pyeongchang.

In mattinata il ministro dell’Unificazione del Sud Cho Myoung-gyon e il capodelegazione nordcoreano Ro Son Gwon si sono incontrati nel villaggio di Panmunjom, zona neutrale. E qui hanno raggiunto i termini di un accordo che soddisfa entrambi.

Il dato certo è che la Corea del Nord potrà essere presente alle Olimpiadi invernali che avranno inizio fra un mese esatto.

Ed ecco i termini del vertice raggiunti: la Corea del Nord invierà una delegazione di alto livello ai Giochi Olimpici, formata da un gruppo di dirigenti politici di rilievo, atleti in rappresentanza del Comitato Olimpico del Popolo, un team di supporto, un team di artisti dello spettacolo, un gruppo di turisti, una squadra di dimostrazione di Taekwondo e un gruppo di giornalisti.

E la Corea del Sud si è offerta di intavolare anche delle trattative militari per riuscire a trovare un accordo di pace che possa soddisfare entrambe le parti. E non si è limitata a questa proposta, ma ha anche pensato di far sfilare insieme le due Coree nella cerimonia di apertura dei Giochi e in quelle di chiusura. Inoltre, vorrebbe anche organizzare un meeting della Croce Rossa per parlare della situazione delle famiglie che sono state divise nel lontano 1953, dopo la conclusione della guerra di Corea.

Le Olimpiadi di Pyeongchang diventano quindi un vero e proprio strumento di pace che unisce due stati che non avevano alcun rapporto diplomatico dal 2015.

La conferma della partecipazione della Corea del Nord a Pyeongchang pone per il paese il problema degli atleti da schierare, in quanto i due pattinatori che hanno conquistato il pass olimpico, Ryom Tae Ok e Kim Ju-Sik, non sono stati regolarmente iscritti entro la scadenza. Ma fortunatamente la CIO sta già provvedendo in moda da superare questa formalità attraverso una wild card e permettere ai giovanissimi atleti di prendere parte alla competizione olimpica.

C’è ancora tanta strada da fare prima che le due Coree mettano da parte gli antichi rancori e si ricongiungano, ma un primo passo verso la pace è stato fatto e ovunque si parla di “disgelo”, che potrebbe gettare le basi per un futuro più roseo dove lo sport ricopre senz’altro un ruolo mediatore di grande rilievo.

A quasi un mese dall’inizio delle Olimpiadi Invernali di Pyeongchang si intravvede una possibile tregua fra la Corea del Nord e quella del Sud. Pare che una telefonata possa aver dato inizio alle trattative di “pace”: sullo scenario dei prossimi Giochi Olimpici si affaccia una speranza che nasce nel cuore dello sport.

I rappresentanti al vertice delle due Coree si incontreranno il 9 gennaio per discutere di alcuni temi importanti per una migliore convivenza e per parlare dei termini della partecipazione degli atleti della Corea del Nord alle Olimpiadi. E sembra che da entrambe le parti ci sia la voglia di trovare un punto d’incontro. Ecco cosa dice la Corea del Nord in proposito:

In conformità con la decisione del nostro leader stabiliremo un contatto con la Sud Corea in maniera sincera

Per evitare problemi legati a motivi di natura politica, con il perenne rischio di un conflitto, sembra che gli atleti e gli ospiti della Corea del Nord potranno alloggiare per tutta la durata delle Olimpiadi a bordo di una nave da crociera, proprio come avvenne nel 2002 in occasione dei Giochi asiatici.

E mentre in tanti parlano di Olimpiadi della pace, dal momento che i contatti fra le due Coree erano fermi al 2016, secondo la nazione americana la proposta avanzata dalla Corea del Sud e l’apertura al dialogo sono una scelta sbagliata. Portavoce di questa protesta tutta americana, nata dall’impossibilità di accettare che la Corea del Nord possieda armi nucleari, è la senatrice repubblicana della South carolina, Lindsey Graham, che afferma con convinzione:

Far gareggiare i nordcoreani ai Giochi significa legittimare il regime meno legittimo del pianeta, la Sud Corea rinunci a questa offerta di dialogo assurda altrimenti gli Usa non dovrebbero partecipare all’Olimpiade

Che sia una minaccia o solo una provocazione, non riscontra i consensi di altre nazioni, come la Cina, che invece apprezza la piega che stanno prendendo gli eventi e vede lo sport come la base per creare un nuovo rapporto di alleanza e un passo in più verso la pace.

La Corea del Sud, in occasione delle Olimpiadi invernali, sta cercando non solo di stabilire un contatto con la Corea del Nord, ma dall’altra parte sta anche provando a mediare con gli Stati Uniti, affinchè sospenda le esercitazioni militari nel territorio sia durante la competizione di febbraio che in quella paralimpica di marzo.

In questo scenario si accendono le speranze di Ryom Tae-ok, 18 anni, e Kim Ju-sik, 25 anni, che si sono qualificati per i Giochi Olimpici nel pattinaggio artistico. I due giovani nordcoreani sono reduci da prestazioni di grande livello come la medaglia di bronzo nel 2017 agli Asian Winter Games e hanno tutte le carte in regola per partecipare a pieno diritto all’evento sportivo.

Potrebbero essere proprio queste giovani promesse del pattinaggio gli ambasciatori della pace? In attesa dell’incontro del 9 gennaio i due pattinatori continuano ad allenarsi duramente come hanno fatto per tutta la stagione estiva.