È stata definita la generazione d’oro perché non si era mai vista una Colombia così ricca di talento. E così, dopo 28 anni dall’ultima volta nel 1990, i Cafeteros raggiungono la qualificazione alla fase finale di un Mondiale di calcio.
In effetti era proprio a Cile ’62 che la nazionale colombiana si è affacciata nel calcio che conta.
Era la generazione dei campioni come il portiere Rene Higuita, i centrocampisti Carlos “El Pibe” Valderrama e Leonel Alvarez e l’attaccante Fredy Rincon. Una nazionale ricca di “pazzia” che ha espresso un gioco tecnico chiamato “toque-toque sotto l’ex allenatore dell’Atletico Nacional, Francisco Maturana.
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Il loro approccio a Italia ’90 non è stato per niente semplice dato che si è ritrovata nel girone dei futuri campioni del mondo della Germania, la Jugoslavia e gli Emirati Arabi Uniti, debuttante nella competizione.
Primo match al Bentegodi di Bologna contro gli arabi. Match vinto per 2-0 dai sudamericani grazie alle reti di Bernardo Redin del Deportivo Cali che ha aperto le marcature al minuto 50, grazie all’assist di Alvarez.
A quattro minuti dalla fine è il turno del capitano Valderrama che chiude i conti regalando così la prima vittoria della “Tricolor” in un Campionato del Mondo.
Festa in Colombia tra le vie di Bogotá, per quella che è stata una vittoria storica per quella che era una nazionale spesso criticata dal fatto che fosse “controllata” dal narcocalcio.
Il secondo match contro la Jugoslavia è un remake di quella che era stata una pesante sconfitta da parte dei colombiani (5-0 a Cile ’62). L’esito è però simile, sconfitta per 1-0 contro i balcanici e tutto rimandato all’ultimo match del girone contro la Germania Ovest di capitan Matthäus.
Contro i tedeschi sarebbe bastato solo un pareggio e così è. I Cafeteros riescono a strappare l’1-1 a pochi minuti dal fischio finale dopo il vantaggio siglato da Pierre Littbarsky. A salvare Higuita e compagni è stato l’attaccante Rincon che ha superato agilmente il portiere tedesco Illgner. Un gol che porta la Colombia direttamente agli ottavi di finale di Italia ’90.
La gioia per aver passato per la prima volta il girone in una fase finale ai Mondiali. Agli ottavi i sudamericani se la vedono contro un’altra rivelazione del Mondiale italiano, il Camerun.
Il match tra le due scoperte è avvincente. Al san Paolo di Napoli si va oltre i minuti regolamentari. A sbloccarla però sono gli africani con il subentrante Roger Milla al 106esimo.
Lo stesso Milla si ripete qualche minuto più tardi su una grave ingenuità del portiere colombiano Higuita.
Quella dell’estremo difensore sudamericano si è rilevata come una vera e propria pazzia. Non era certo la prima volta che il numero 1 dai capelli ricci si è addentrava in avventure rischiose. Quella degli ottavi è stata una scelta sbagliata, quanto sfortunata.
Il gol di Rincon permette solamente di pensare ai rimpianti per un match buttato via con sregolatezza. Quella partita è stata quella della beffa per la generazione d’oro, per quella che è stata considerata come la Colombia più forte di tutti i tempi.