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Mentre i tifosi dell’Inter stanno ancora smaltendo lo stress degli ultimi 90 minuti della squadra nerazzurra contro l’Empoli, mister Luciano Spalletti ha voluto ringraziare i suoi ragazzi per il traguardo raggiunto (seppur in maniera soffertissima).

Il tecnico di Certaldo, che oramai è ai saluti finali con la società del presidente Zhang, ha voluto omaggiare i propri uomini per il lavoro e per il carattere messo in campo affinché si agguantasse quell’obiettivo minimo posto all’inizio della stagione, la qualificazione alla Champions League.

Il ringraziamento lo ha fatto in maniera del tutto particolare, postando una foto sul profilo Instagram in cui è ritratto parte di uno scaffale di casa Spalletti in cui ci sono le maglie di tantissimi campioni incrociati dal tecnico toscano durante la carriera e che sono stati protagonisti soprattutto nel torneo calcistico più bello del mondo.

Una collezione di casacche, per l’appunto, appartenute a campioni del passato e del presente in cui al centro spiccano le divise e i nomi dei giocatori nerazzurri che sono stati gli interpreti della stagione appena conclusa.

 

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Nomi da Champions League…Bravi ragazzi, avete riportato nuovamente l’Inter nel torneo più importante del mondo! Grazie 🖤💙⚽️ #senzatregua

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Sotto il post di Spalletti tanti i commenti di ringraziamento per il lavoro effettuato, ringraziamenti che sanno di addio. È sempre più incombente l’ombra di Antonio Conte alla Pinetina. Intanto per Spalletti un’altra brutta notizia è giunta direttamente dalla sua famiglia, con la scomparsa del fratello Marcello.

Meglio di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, una campionessa sempreverde e, nonostante le 40 primavere, non ha intenzione di dire basta.

Stiamo parlando di Francesca Piccinini, capitana dell’Igor Volley Novara, fresca vincitrice della Champions League in finale contro Conegliano. Per la schiacciatrice massese è il settimo titolo europeo in carriera per colei che è un’icona della pallavolo italiana e mondiale.

Un po’ come il portiere Gianluigi Buffon, Francesca vuole continuare a vivere le emozioni che il campo le offre. L’età sembra solamente un numero perché i fatti sono ben altri. La campionessa continua a stupire e a regalare prestazioni top da protagonista, non ultima nella super finale di Berlino.

Il suo intento è quello di giocare almeno per un altro anno, forse ancora a Novara.

I segreti di questa longeva carriera sono legati al gruppo e al sacrificio. Anche se con molte sue colleghe ci sono quasi venti anni di differenza (un esempio Piccinini classe ’79, Paola Egonu ’98) le compagne di squadra non lo fanno certamente pesare trattandola, appunto, come loro coetanea.

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Francesca Piccinini durante i festeggiamenti davanti ai tifosi dell’Igor Novara

Altrettanto importante è il lavoro e la voglia di mettersi in gioco. Si allena tutti i giorni e gli acciacchi non ci sono, pertanto l’idea di dire basta è ancora abbastanza lontana.

La pallavolo ha regalato tanto alla schiacciatrice toscana ma è anche lei che ha offerto tanto a questo sport, donando tantissime gioie con tantissimi titoli in bacheca, ma anche valori. Quei valori che Francesca Piccinini, sottolinea, che sono un po’ smarriti nella società attuale.

Una bacheca infinita iniziata con la medaglia d’argento all’Europeo 1994 con la nazionale Under 19 e con i primi successi a livello di club nella Volley Modena in Coppa delle Coppe e Supercoppa Europea. Da lì in poi una serie di traguardi raggiunti e un palmares che continua ad arricchirsi di medaglie.

In 25 anni di carriera, nei club, ha conquistato: 5 scudetti, 4 Coppe Italia, 5 Supercoppe Italiane, 7 Champions League, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Cev e 1 Coppa delle Coppe. Praticamente tutto.

Successi anche con la nazionale italiana (senza calcolare i titoli minori): 1 oro Mondiale; 1 oro, 2 argenti e 1 bronzo europeo; 2 argenti e 3 bronzi al World Grand Prix; 1 oro in Coppa del Mondo e 1 oro al Grand Champions Cup.

Una prossima sfida, extrasportiva, sarà la partecipazione alla trasmissione televisiva “Ballando con le stelle” in cui la Piccinini sarà appunto ballerina per una notte. Una sfida, per quando afferma la schiacciatrice, ancora più difficile dato che il ballo non è proprio il suo punto forte.

Nel segno della fuoriclasse Ada Hegerberg.

L’Olympique Lione femminile ha vinto la Champions League trascinata dalla campionessa norvegese, Pallone d’oro 2018, autrice di una tripletta in finale a Budapest.

Le francesi hanno sconfitto 4-1 il Bracellona proprio grazie alle tre reti messe a segno dalla scandinava per quella che è stata la prima tripletta della storia in una finale Champions.

Quarto titolo europeo consecutivo per le transalpine, il sesto negli ultimi dieci anni (otto finali disputate) per quella che oramai è la squadra da battere a livello continentale.

Tra le tante campionesse in campo a brillare è la stella di Ada Hegerberg. La 23enne sta riscrivendo record su record. I numeri fatti sono da capogiro: capocannoniere Champions la scorsa stagione con 15 reti, è salita a 44 in carriera nella competizione continentale. A rapidi passi si sta avvicinando alla cifra numero 300 da professionista, nonostante la giovanissima età.

Purtroppo non potremo vederla all’opera con la nazionale al prossimo Mondiale di Francia 2019. L’attaccante ha avuto non poche divergenze con la federazione norvegese e pertanto ha deciso di abbandonare la maglia.

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Ada Hegerberg durante i festeggiamenti dopo la vittoria della Champions

Il Lione è una squadra con numeri da capogiro. Quest’anno ha chiuso con un triplete, dato che ha conquistato anche la Division 1 Féminine (il massimo campionato francese) e la Coppa di Francia. A guidare la squadra è Reynald Pedros, ex centrocampista francese e conoscenza italiana poiché ha giocato a Parma e Napoli a fine anni ’90.

Tra le catalane gol della bandiera per la nigeriana Asisat Oshoala, per quella che è stata la prima finale di Champions per le blaugrana.

È stato un risveglio magico per la pallavolo azzurra a Berlino.
Risuona il Poo poo ro poo poo poo ro del Mondiale di calcio del 2006, la capitale tedesca torna a essere la città protagonista delle vittorie delle squadre italiane, ma nella pallavolo.

La Igor Volley Novara e la Lube Civitanova ottengono uno storico double in Champions League. Le donne battono la Imoco Conegliano in un derby tutto italiano e i marchigiani strapazzano i russi dello Zenit Kazan dopo essere andati sotto al primo set.

Le donne copertina dell’Igor sono Paola Egonu (Mvp) e Francesca Piccinni. Stella dell’attuale pallavolo italiana e l’eterna campionessa. Vent’anni la prima, quaranta la seconda, al primo trionfo europeo la prima il settimo per la seconda.

 

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Un sogno diventato realtà! 😍🏐🏆🥇 #igorvolley #superfinals #clvolleyw #insiemesiamopiùforti #credercisempre

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Una carriera diversa: la prima in salita, ma che sta dimostrando tantissimo, e la seconda perfetta, poiché ha vinto tutto il possibile sia nei club che con la nazionale italiana.
Per il futuro la schiacciatrice veneta ha già firmato un contratto con l’Imoco Conegliano, raggiungendo altre compagne azzurre come Sylla e Danisi. Per Piccinni il futuro è ancora da capire, le sue intenzioni sono quelle di continuare a giocare nonostante il prossimo 10 gennaio le primavere saranno 41.

Se Egonu e Piccinni sono le donne vetrina di Novara, Juantorena (Mvp) e il cubano Leal. Finale stratosferica per i cucinieri che in cinque giorni sono riusciti a conquistare lo scudetto e la Champions, dopo ben 7 finali perse, per quello che era diventata una vera e propria sfida alla sfortuna.

I cucinieri hanno fatto veramente la voce grossa contro la squadra russa capace di vincere le ultime quattro edizioni.

L’ultima edizione in cui c’è stata la storica doppietta risale alla stagione 2005/06 quando il torneo si chiamava ancora European Champions League e a trionfare furono la Sirio Perugia tra gli uomini e la Volley Treviso tra le donne.

Queste vittorie non possono che portare nuova linfa alla pallavolo azzurra che tra qualche mese vedrà impegnate le nazionali nell’Europeo.

La Champions League femminile di volley viaggia verso una finale tutta italiana. Sì, perché nell’andata delle semifinali la Igor Novara ha risposto a Conegliano, in una doppia sfida tutta Italia-Turchia.  L’Imoco ha battuto nettamente in casa il Fenerbahce per tre set a zero con il punteggio di 25-21, 25-23, 26-24, mentre la Igor Novara di Egonu e Piccinini è passata a Istanbul sul Vakifbank sempre con il risultato di tre a zero, con i parziali di 17-25, 25-27, 15-25. Le gare di ritorno,  il 9 e il 10 aprile, potrebbero sancire una finale di Champions tutta tricolore.

Novara in campo con Egonu in diagonale a Carlini, Chirichella e Veljkovic al centro, Bartsch-Hackley e Piccinini in banda e Sansonna libero; Vakifbank con Ozbai in regia e Sloetjes opposta, Rasic e Gunes centrali, Zhu e Robinson schiacciatrici e Orge libero.

 

Gunes fa il primo break a muro (5-3), Egonu replica “stoppando” Robinson per il 5-7 e Chirichella prima e un errore di Sloetjes poi lanciano le azzurre sul 6-10. Il Vakifbank rientra 10-11 ma Novara non si scompone e trova il cambio palla con Egonu (10-12) e il nuovo break con Chirichella (10-14) mentre l’ace di Carlini vale il +5 sull’11-16. Sloetjes accorcia le distanze (14-16), Barbolini ferma il gioco e Novara riparte con Egonu a segno a muro (14-19) e in attacco (14-20) e poco dopo è una magia di Carlini a regalare alle azzurre il set point di seconda intenzione (17-24). Chiude un attacco out di Zhu.

Bartsch-Hackley riparte forte (0-2) ma le turche reagiscono e scappano 6-4 con Gunes mentre la solita Egonu firma il controbreak del 6-7 cui Guidetti replica inserendo in banda Di Iulio. La schiacciatrice italiana alza il ritmo in battuta (11-8, ace) e dopo il timeout di Novara sono un muro di Piccinini (12-10) e un diagonale di Bartsch-Hackley a sigillare la nuova parità (14-14) con Egonu che sorpassa concretizzando una gran difesa di Sansonna sul 15-16. Il Vakifbank accelera (20-17), Novara non perde lucidità e rientra con Chirichella (21-20) ma nel testa a testa il primo set ball è delle padrone di casa sul 24-23. Egonu annulla e sorpassa dopo una gran difesa di Piccinini (24-25) e al secondo tentativo è ancora lei, sul 25-27, a chiudere in diagonale il parziale.

 

Guidetti rivoluziona il sestetto prima e durante il terzo set, ma il parziale è un fantastico assolo azzurro: Karakurt tiene il ritmo fino al 6-6, poi due punti in fila di Piccinini scavano il primo solco (6-9) e il resto lo fa l’alternanza tra Bartsch-Hackley (7-11, poi 7-13) ed Egonu (7-12) in attacco con Chirichella che mura Zhu e fa 7-15. Novara è impeccabile, Bartsch-Hackley raggiunge quota 20 sul +11 con un gran lob e il diagonale di Egonu vale il 13-23; Il Vakifbank prova a reagire ma due errori mettono fine al set e al match sul 15-25.

 

IL TABELLINO

VAKIFBANK ISTANBUL – IGOR GORGONZOLA NOVARA 0-3 (17-25, 25-27, 15-25)

VAKIFBANK ISTANBUL: Ozbay, Zhu 11, Robinson, Sloetjes 5, Rasic 7, Gunes 5, Orge (L), Aykac (L), Gulubay, Di Iulio 4, Caliskan, Karakurt 1. Non entrate: Gurkaynak, Senoglu. All. Guidetti.

IGOR GORGONZOLA NOVARA: Carlini 3, Chirichella 6, Piccinini 4, Bartsch-hackley 14, Veljkovic 1, Egonu 30, Sansonna (L), Plak, Nizetich, Zannoni. Non entrate: Stufi, Camera, Piacentini (L), Bici. All. Barbolini.

 

GARE DI RITORNO

Martedì 9 aprile, ore 18.00 | Fenerbahce Opet Istanbul (TUR) – Imoco Volley Conegliano

Mercoledì 10 aprile, ore 20.30 | Igor Gorgonzola Novara – VakifBank Istanbul (TUR)

Se nel mondo del calcio l’atmosfera della Champions la si vivrà la prossima settimana, nel volley il torneo europeo è nel vivo, con due squadre italiane a giocarsi i posti in finale.

C’è chi vince: la Lube Civitanova, e c’è chi è uscita sconfitta: la Sir Safety Perugia.

La Lube passeggia in trasferta a Lodz in Polonia contro la Skra Bełchatów vincendo con un netto 3-0.

I marchigiani sono stati trascinati da un super muro della coppia Stankovic – Juantorena che hanno avuto modo di divertirsi anche con attacchi dalla seconda linea.
I primi due set sono andati via in maniera leggera con un 14-25 e un 20-25; prima di un terzo set più equilibrato chiusosi con un 23-25.

Questa netta vittoria, in appena 82 minuti di gioco, offre il giusto piglio per la gara di ritorno in Italia per quello che, ora come ora, è già un piccolo pass per la finale di Berlino.


La squadra polacca, guidata dall’italiano Roberto Piazza, si è inclinata allo strapotere dei cucinieri dopo che ai quarti di finale si sono sbarazzati dei russi dello Zenit San Pietroburgo.

Leggermente diversa è la situazione di Perugia che, invece, è uscita sconfitta in casa contro i russi dello Zenit Kazan per 3 set a 2.

Al PalaBarton, infatti, è andata in scena una vera e propria battaglia, tra due squadre fortissime, conclusasi solamente al tie-break dopo 139 minuti di gioco.

Per poter strappare il pass per la finale gli uomini di coach Bernardi dovranno vincere la gara di ritorno e con almeno due set di scarto (3-0 o 3-1) nella tana dei Campioni d’Europa (quattro nelle quattro edizioni).

Un’impresa che comunque la squadra campione d’Italia può e deve poter pensare di fare, perché c’è in gioco la vittoria del titolo europeo e molto probabilmente contro la Lube Civitanova.

In principio è stato il 2 luglio 2016, calci di rigore tra Germania – Italia ai quarti di finale degli Europei di calcio: l’azzurro Graziano Pellè di fronte al tedesco Manuel Neuer e un beffardo rigore dopo le scenetta del famoso “Mo ti faccio il cucchiaio!”.

Beh di tempo ne è passato da quel giorno e i desti dei due calciatori sono un po’ cambiati: l’attaccante salentino è in pianta stabile in Cina con uno stipendio da paperone e continua a fare gol; l’estremo difensore del Bayern Monaco ha subito un’involuzione rispetto a qualche anno fa e, stavolta, un tocco sotto (quello di Mané in Champions League) lo ha beffato, dopo un’uscita azzardata.

Partendo da Neuer, il portiere non sta vivendo la sua miglior stagione in realtà il pregresso è iniziato già da qualche tempo. Lo dicono i numeri: la difesa bavarese non è più imperforabile e lo si può notare sia in Europa che in Bundesliga. A questo punto del campionato il Bayern ha già subito 27 reti, una in meno rispetto alle 28 totali della scorsa stagione e nettamente superiori a quelle incassate nelle annate precedenti (22 nel 2016/ 17 e 17 nel 2015/16).

Il continuo movimento del portiere/libero Neuer ha mandato un po’ in difficoltà la retroguardia tedesca, com’è successo contro il Liverpool sotto il segno di Sadio Mané.

Dal cucchiaio nello stadio Matmut-Atlantique di Bordeaux qualcosa è cambiato anche per l’attaccante pugliese Pellè. Il leccese classe ‘85 è oramai al terzo anno in Cina nella squadra dello Shandong Luneng, con cui ha realizzato più di trenta reti in 70 presenze.
Le ultime due sono state realizzate nella Champions asiatica durante il match giocato in casa contro i campioni in carica del Kashima Antlers. Dopo il doppio vantaggio nipponico, i cinesi hanno agguantato il pareggio proprio grazie alla doppietta dell’italiano, prima su rigore (stavolta la palla non è andata fuori) e poi con un sinistro sotto l’incrocio all’altezza del dischetto del rigore.

La stagione è iniziata benissimo con cinque gol in quattro partite. L’anno scorso, alla fine del campionato, sono stati 16 in totale. Nel dicembre scorso è arrivato il rinnovo a 15 milioni di euro netti a stagione, che lo ha reso l’italiano più pagato al mondo, davanti all’altro Italians: Sebastian Giovinco.

Non Cristiano Ronaldo e neanche Leo Messi. Il bomber della Champions League nell’anno solare 2018 è, apparentemente, un insospettabile. Edin Dzeko ha segnato solo 2 reti in questa prima parte della stagione in serie A. I fanta allenatori che avevano puntato su di lui ne sanno qualcosa. Eppure in Europa la musica è ben diversa. Il bosniaco vince questa speciale classifica avendo centrato la porta avversaria per 10 volte in 10 partite. Lo stesso numero di Robert Lewandoski che però ha impiegato 140 minuti in più rispetto all’attaccante della Roma.


Dzeko approfitta così al meglio di un’annata da ricordare per la squadra giallorossa in Europa. La semifinale di Champions nella prima parte dell’anno, con la clamorosa remuntada contro il Barcellona nei quarti di finale. Dall’1-4 dell’andata al 3-0 dell’Olimpico. Il gol della speranza al Camp Nou e poi quello che ha aperto la rimonta in casa al ritorno. E poi ancora due reti nelle semifinali con il Liverpool che non sono comunque servite per raggiungere la finale. In questa prima parte di Champions, Dzeko è andato a segno già 5 volte. Hattrick con il Viktoria Plzen e doppietta casalinga contro il Cska Mosca. Dieci reti totali che gli valgono il titolo di capocannoniere di Champions 2018.

Dietro di lui ci sono i pezzi grossi del calcio europeo, da Ronaldo a Messi, da Lewandowski al trio delle meraviglie del Liverpool. Tutti dietro il cecchino bosniaco, chiamato ora a riprendersi in campionato con la Roma.

  1. Edin Dzeko, Roma – 10 gol in 899 minuti
  2. Robert Lewandowski, Bayern Monaco – 10 gol in 1039 minuti
  3. Sadio Mané, Liverpool – 9 gol in 1146 minuti
  4. Mohamed Salah, Liverpool – 7 gol in 960 minuti
  5. Cristiano Ronaldo, Real Madrid/Juventus – 7 gol in 1019 minuti
  6. Paulo Dybala, Juventus – 6 gol in 511 minuti
  7. Lionel Messi, Barcellona – 6 gol in 657 minuti
  8. Karim Benzema, Real Madrid – 6 gol in 811 minuti
  9. Roberto Firmino, Liverpool – 6 gol in 953 minuti
  10. Andrej Kramaric, Hoffenheim – 5 gol in 481 minuti

Come da routine a Nyon , nel primo lunedì dopo gli ultimi match di Champions ed Europa League ci sono stati i sorteggi per le nostre squadre italiane impegnate nei due tornei.

In vista degli ottavi, grande sfida per la Juventus che, nonostante sia passata come prima nel proprio girone, se la vedrà contro gli spagnoli dell’Atletico Madrid, allenati dall’argentino Diego Pablo Simeone.

Una gara difficilissima per la squadra di Allegri che volerà prima al Wanda Metropolitano di Madrid il 20 febbraio, per poi disputare la gara di ritorno all’Allianz Stadium il 12 marzo.

Decisamente meglio è andata alla Roma nonostante fosse in seconda fascia. I giallorossi hanno pescato i lusitani del Porto. Una sfida alla portata per la squadra di Di Francesco che però non deve certamente sottovalutare.

Tornando ai bianconeri, l’ottavo di finale ha già un sapore forte dato che entrambe le squadre sono competitive a livello europeo. In effetti, nella lista delle formazioni di seconda fascia, i Colchoneros sicuramente sono tra i più pericolosi da affrontare. La squadra di Simeone è ad alti livelli da diversi anni con calciatori che possono risolvere il match con una giocata, su tutti il francese Griezmann. È un gruppo solido che si basa su buonissima base difensiva e con un centrocampo sia tosto che tecnico, come gli spagnoli Koke e Saul.
Non è la prima volta che Max Allegri affronta Simeone e, sinora, il tecnico livornese  ne è uscito vincitore. Stessa sorte per Cristiano Ronaldo. Il campione portoghese ha tantissime volte affrontato gli ex cugini ai tempi del Real Madrid, si in campionato che in Champions come nella finale del 2014 a Milano.

Per la Roma la strada può essere più che percorribile. I portoghesi non sono imbattibili, nonostante abbiano superato il girone con cinque vittorie e un pareggio, realizzando ben 15 gol subendone 6.

Per quanto riguarda i sorteggi per i sedicesimi di Europa League, Napoli e Inter (le due italiane escluse dalla Champions) sfideranno rispettivamente FC Zurigo e Rapid Vienna, più difficile l’impegno per la Lazio che giocherà contro il Siviglia. Le gare si disputeranno il 14 e il 21 febbraio prossimo. I partenopei saranno prima ospiti allo stadio Letzigrund della città svizzera, mentre i nerazzurri voleranno a Vienna. Gara d’andata casalinga, invece, per i biancocelesti partiti in seconda fascia. Inter e Napoli hanno la possibilità concreta di poter strappare il pass per gli ottavi della competizione, sicuramente più ardua la strada per gli uomini di Simone Inzaghi. Il Siviglia è una squadra forte a livello europeo e recentemente ha più volte già vinto il torneo (2013-2014, 2014-2015 e 2015-2016). In rosa ci sono vecchie conoscenze del calcio italiano come: Franco Vàzquez, Éver Banega, Simon Kjær, Luis Muriel e André Silva. Il Rapid Vienna non è una squadra che deve impensierire quella di Spalletti a maggior ragione ora che non sta vivendo un buon periodo anche in campionato, tanto da essere uscito sconfitto nettamente per 6-1 nel derby contro l’Austria Vienna. I nerazzurri hanno tutti i mezzi per poter passare il turno in maniera agevole. Il Napoli di Ancelotti, dopo aver affrontato in maniera egregia Paris Saint Germain e Liverpool in Champions League, non può minimamente pensare che gli svizzeri possano essere un ostacolo insormontabile. Tuttavia non è una squadra da sottovalutare e che la sconfitta della Juventus a Berna contro lo Young Boys faccia da lezione.

Avrebbe sperato che quel gol avesse avuto un’importanza maggiore nel match, purtroppo così non è stato, tuttavia resta una rete storica per la società e per se stesso.

Nella notte negativa di Berna ci sono comunque dei dati positivi per la Juventus: in primis la sconfitta subita contro gli svizzeri è stata indolore ai fini della classifica di Champions e perché il numero 10, Paulo Dybala, ha realizzato la rete numero cinquemila della storia del club bianconero.  

Una tappa importante per la Juve ed è un segno importante che questo gol sia stato realizzato proprio dall’argentino, simbolo del cambiamento del club in questi anni.

Se l’arbitro avesse convalidato la seconda marcatura, la Joya avrebbe avuto l’onore anche di superare questa importante cifra. Con 5 gol, l’attaccante ex Palermo è il miglior marcatore bianconero della fase a gironi. Meglio sicuramente di Cristiano Ronaldo, fermo a uno.

Da sottolineare che Dybala è il primo straniero a entrare in questa particolare classifica:

Carlo Parola: quota 1000, anno 1948;

Gianni Rossi: quota 2000, anno 1962;

Massimo Briaschi: quota 3000, anno 1984;

Marco Di Vaio: quota 4000, anno 2003.

Le tappe delle 5000 reti bianconere

Mille reti sono state messe a segno negli ultimi 15 anni. Stagioni in cui ci sono stati tantissimi successi e gli anni bui post Calciopoli. Sicuramente hanno contribuito al raggiungimento di questo obiettivo, campioni come campioni del passato come Giampiero Boniperti, Omar Sivori, Roberto Bettega, Michel Platini, Roberto Baggio, Alessandro Del Piero, David Trezeguet e, negli ultimi anni, Gonzalo Higuain e proprio Dybala.

Marco Di Vaio il 9 novembre 2003 realizzò contro l’Udinese una doppietta e fu proprio lui a rompere il muro delle 4000 reti della storia juventina, a quindici anni di distanza un altro attaccante raggiunge quota 5000.

Chi sarà il prossimo? Quanti anni si dovrà attendere?