Come nei passi della vita che ci chiama a scegliere che strada percorrere arrivati a un bivio, anche nel calcio fattori contingenti posso determinare il flusso del futuro. Noi non sapremo mai se senza gli infortuni di Biglia e di Bonaventura e le conseguenti scelte obbligate di Rino Gattuso, avessimo potuto davvero apprezzare l’attuale Tiémoué Bakayoko.
Il francese contro l’Empoli ha probabilmente giocato la migliore partita con la maglia del Milan, un 7 in pagella pieno che alza la sua media che, dall’inizio della stagione, ha visto troppe insufficienze. Prestazioni che avvaloravano l’oscura annata al Chelsea, dubbi sull’operazione di mercato – 5 milioni per il prestito e riscatto a 35 – e un’inadeguatezza di inizio stagione coincisa con le brutte rimonte subite da Napoli e Atalanta.
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Proud and fortunate to have met such legends of the club 💪🏾🔴⚫️ #forzamilan
Partita dopo partita, Bakayoko è diventato il leader del centrocampo rossonero. E anche dei tifosi che, nel giro di 40 giorni durante la sessione di mercato invernale, si sono ritrovati con tre nuovi beniamini: Piatek, Paquetà e proprio il centrocampista francese al punto che la società lo ha scelto come testimonial su Instagram per presentare la maglia vintage disegnate per i 119 anni del Milan.
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Parliamoci chiaro: l’ex centrocampista del Monaco con cui ha vinto la Ligue1 ha un fisico fuori parametri per gli standard della Serie A. Con i suoi 190 centimetri d’altezza, petto e spalle possenti, gambe robuste è atleticamente “diverso” dagli altri avversari e, una volta “scolarizzato”, diventa davvero complesso girargli attorno. Perché nonostante il mismatch Tiémoué non è un calciatore falloso, contro l’Empoli ha recuperato otto palloni in 80 minuti, un numero che sintetizza il suo momentaneo dominio nel campionato italiano.
Ovviamente ciò che dà in fase di non possesso, perde in fase di impostazione con un’espressione di gioco evidentemente diversa da Biglia, più playmaker e accentratore. Al momento, l’allenatore del Milan, sta ovviando con due soluzioni tattiche: molte volte Ricardo Rodriguez gioca in una posizione ibrida tra terzino e terzo centrale proprio per incaricarsi di giocare il pallone in avanti; oppure quando il turco Calhanoglu ha agito da mezzala è stato lui ad abbassarsi per impostare da dietro.
L’arrivo di Lucas Paquetà è la chiave di volta: il brasiliano è entrato talmente tanto in sintonia da non aver saltato una partita dal suo arrivo e Gattuso non ci ha pensato su due volte nel buttarlo nella mischia, già bello e pronto. Un impatto continuativo, qualità di palleggio, inserimento e geometria, che racchiudono tutte le caratteristiche della mezzala moderna, lasciando a Kessiè e Bakayoko i muscoli necessari.