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Un’assenza lunga, esattamente 20 anni da quell’estate del 1999 e l’ultima apparizione dell’Italia femminile in un Mondiale di calcio. Una competizione che, dal 1991 a oggi, ha visto solo due partecipazioni della nostra rappresentativa (la terza, il Mondiale in corso in Francia).

Il primo storico Mondiale del 1991

Nella prima edizione a 12 squadre, in Cina, le Azzurre si fermarono ai quarti di finale, piegate 3-2 dalla Norvegia, compagine che poi arriverà in finale per poi piegarsi agli Stati Uniti. Un match molto combattuto, nel quale le italiane seppero recuperare due volte il vantaggio scandinavo, firmato dalle reti di Hegstad e Carlsen, grazie a Salmaso e Guarino. Tuttavia la segnatura di Svensson costò caro alle nostre giocatrici che, nella fase a gruppi, furono inserite nel Girone C assieme a Germania, Nigeria e rappresentativa cinese.
E contro le asiatiche, la Nazionale femminile centrò la prima storica vittoria con un secco 5-0, a Jiangmen, il 17 novembre 1991 con le reti di Ferraguzzi, Marsiletti e la tripletta di Carolina Morace. Il girone fu chiuso al secondo posto, alle spalle della Germania, con 6 punti grazie alla vittoria per 1-0 contro la Nigeria con rete ancora dell’attaccante Morace.

Il ritorno nel 1999, l’ultima apparizione

Dopo l’assenza del 1995, l’Italia ritornò ai Mondiali nel 1999, terza edizione ufficiale della manifestazione, che si disputò negli Stati Uniti d’America dal 19 giugno al 10 luglio 1999. Il campionato, composto da 16 Nazionali, venne vinto dagli Stati Uniti, al secondo titolo iridato dopo quello del 1991, che in finale sconfissero la Cina 5-4 dopo i tiri di rigore. La finale, giocata al Rose Bowl di Pasadena, fu l’evento più seguito nella storia del calcio femminile, con 90 185 spettatori.

Ma per le Azzurre, inserite in un girone difficilissimo con Germania, Brasile e Messico, il sogno americano durò solamente tre partite, quelle del Gruppo B. Contro le tedesche, le Azzurre dovettero accontentarsi del pari, dopo aver sbloccato per prime il risultato con Panico, per via della realizzazione di Wiegmann (calcio di rigore). Contro le verdeoro, poi, una doppietta di Sissi rese vano per la nostra formazione il successo 2-0 contro le messicane (reti di Panico e Zanni), giungendo terza nel raggruppamento.

Davanti a Patrizia Panico c’è solo da sedersi, temperare la matita e prendere appunti. In rigoroso silenzio. Anche perché dinanzi a una vincente del calcio c’è poco da parlare e si avrebbe l’impressione di fare domande fuori luogo. Una spruzzata di numeri per capire il contesto: 664 reti segnate in carriera, attaccante di razza di Lazio, Torino, Modena, Milan, Torres, Bardolino (poi diventata Agsm Verona) e, infine, Fiorentina nella stagione 2015-2016. A 41 anni con 20 reti in 24 gettoni. In mezzo anche una brevissima esperienza negli Sky Blue di New Jersey.
Parentesi Nazionale: 110 gol in poco più di 200 presenze, primo posto nella classifica marcatrici, superando Elisabetta Vignotto con 102 gol e Carolina Morace, istituzione del calcio femminile, con 105 realizzazioni.
Cosa ha vinto? Dieci scudetti, cinque Coppe Italia e otto Supercoppe italiane. Capocannoniere di Serie A per 14 volte (12 da singola, due ex aequo).

Ora, per quanto il calcio sia stato scritto da penne maschili che narravano le gesta di uomini, si può dire che le imprese e i successi non hanno connotazioni femminili o maschili. Sono una gioia per gli occhi, traguardi da vivere perché emozionano. Poter imparare da Patrizia Panico, ripercorrere solo un centesimo della sua carriera è un trionfo che tu sia ragazzo o ragazza.


Alcuni parlano di traguardo storico; noi diciamo, invece, che è la piacevole conferma che il valore, quello vero e indiscutibile, non conosce etichette o paletti. Panico sarà la prima allenatrice italiana a sedere sulla panchina di una Nazionale azzurra maschile.
Guiderà l’Under 16 nella doppia amichevole contro la Germania, sostituendo il ct Daniele Zoratto, del quale Patrizia è già assistente tecnico, impegnato con la nazionale Under 19 nella fase Elite del Campionato Europeo.
Le partite in programma sono rispettivamente mercoledì 22 marzo ore 14:30 allo stadio Bentegodi di Verona e venerdì 24 marzo ore 11 allo stadio Comunale di Caldiero Terme. Ecco le sue parole:

Penso che bisogna abbattere ancora tanti muri e questa decisione è una cosa che aiuta a farli crollare. Essere la prima donna su una panchina di una Nazionale maschile è senz’altro un bel traguardo e mi piace pensare che questa mia prima volta possa esserlo anche per tante altre mie colleghe. Non sapevo nemmeno che Zoratto andasse via durante le date delle partite e comunque penso che sia una scelta giusta, visto che sono la sua assistente. La novità me l’ha comunicata Zoratto stesso ma non posso dire quale è stata la mia prima esclamazione…