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Quando è sceso in campo in molti pensavano che sarebbe diventato un grande calciatore, il Borussia Dortmund (squadra proprietaria del suo cartellino) ha sempre creduto in lui, anche nei momenti più difficili. Ora però per il 21enne Dario Scudieri è momento di voltare pagina perché, dopo il grave infortunio di due anni fa, i medici gli hanno consigliato il ritiro dal calcio giocato.

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Dario Scuderi in azione con il suo Dortmund II

Sì perché il terzino originario di Paternò è rimasto coinvolto in un gravissimo infortunio durante un match di Youth League (la Champions League Primavera) nel 2016 con il suo BVB II contro il Legia Varsavia. In quella partita l’allora sedicenne difensore si è rotto il crociato, il menisco e tutti i legamenti del ginocchio, con seri problemi di circolazione del sangue lungo tutta la gamba, che ha fatto ipotizzare addirittura un’amputazione.

Per lui si erano fatti avanti ad augurargli il meglio campioni come Totti, Neymar e Iniesta attraverso i social.

Un vero e proprio dramma per un ragazzo che aveva in mente soltanto il calcio. Ora, dopo 9 operazioni, Dario è tornato alla normalità e a correre anche se non potrà più giocare a calcio. Tuttavia il Borussia Dortmund gli ha voluto dare una seconda possibilità.


Il club giallonero ha intenzione di offrirgli un posto all’interno dello staff delle giovanili. Una possibilità di continuare a crescere in un club importantissimo qual è il Dortmund, non da calciatore ma da collaboratore tecnico.

Il giovane Scudieri ha apprezzato tantissimo il gesto della squadra in cui è cresciuto e che gli ha permesso di esordire anche nelle giovanili dell’Italia (tra cui due presenze con l’U19).
La società, dopo l’infortunio, ha offerto gli studi in Management dello Sport. Certo lui avrebbe sicuramente voluto ritornare a calpestare l’erba in campo, ma il rischio è troppo grande ed è per questo che con razionalità ha preferito dire basta con il calcio giocato, accettando un ruolo da collaboratore.

Una nuova vita per il giovanissimo Scuderi, comunque nel mondo del calcio.

Era l’11 aprile 2017 e Sergei W. a Dortmund faceva esplodere tre ordigni contro il pullman della squadra del Borussia Dortmund prima del match di Champions League contro i francesi del Monaco.

A distanza di un anno e mezzo il tribunale tedesco ha sentenziato condannando il 28enne a 14 anni di carcere per tentato omicidio di ventotto persone.

Sergei W. in tribunale dopo la sentenza

Il giorno dell’attentato, ovviamente, si è fatto in primis riferimento a un attacco terroristico, ma in breve tempo è stato fermato Sergei W., il quale ha costruito di sua mano le tre bombe rudimentali per “intimorire” solamente. In effetti la difesa dell’imputato è stata proprio quella di ribadire che “non era sua intenzione fare del male ai calciatori”.

In quell’incidente, fortunatamente, sono stati feriti solamente l’ex difensore giallonero Marc Bartra e un poliziotto. Il calciatore catalano ha subito un intervento al polso e al braccio per rimuovere le schegge di vetro che lo hanno colpito nell’esplosione.

Marc Bartra dopo l’intervento chirurgico

Per l’accusa, l’imputato avrebbe architettato questo attentato per fini prettamente economici. Durante le indagini, infatti, la polizia avrebbe scoperto operazioni finanziare da parte di Sergei W., il quale avrebbe comprato 15mila azioni del club giallonero, per 78 mila euro. Se il titolo della società fosse sceso, avrebbe ottenuto dei profitti così com’è stato con l’eliminazione dalla Champions. Un attentato di quel genere avrebbe fatto ulteriormente calare il titolo con guadagni superiori.

Da quell’attentato qualcosa è cambiato in casa Borussia, lo stesso ex capitano Wienderfeller ha ribadito che quell’attacco “gli ha cambiato la vita”.