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Boniek

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Tra le protagoniste del Mondiale in Russia 2018 ci sarà anche la Polonia, guidata dal capitano e capocannoniere Robert Lewandowski.

Dodici anni dopo l’ultima apparizione, era da Germania 2006 che i polacchi non si affacciavano a una fase finale, la prossima edizione sarà quella della conferma per una nazionale che tanto bene ha fatto durante la fase di qualificazione e che dispone di molti giocatori interessanti.

Su tutti proprio il bomber del Bayern Monaco, Robert Lewandowski, il quale cercherà di seguire le orme di un altro grande calciatore polacco che nel 1982 tanto bene fece al Mondiale in Spagna e che guidò i biancorossi alla conquista del terzo posto, Zbigniew Boniek.

Proprio il talentino dai capelli rossi, che durante il mondiale spagnolo era poco più che 26enne e sconosciuto alla massa, si mette in mostra a suon di giocate e di grandi prestazioni che gli permettono di essere al centro della cronaca sportiva anche in Italia.

Una nazionale mediocre quella polacca al Mondiale iberico che però è riuscita a puntare tutto sul proprio talento, superando così le due fasi a gruppi, perdendo solo in semifinale contro l’Italia.

Il numero 20 dai folti baffi, in quella specifica edizione, timbra il cartellino per quattro volte, diventando così il terzo miglior marcatore del torneo dopo Rossi e Rummenigge.

Due sono gli episodi che segnano il Mondiale della Polonia e di Zibì Boniek.
In maniera positiva, da ricordare è sicuramente la tripletta messa a segno dal trequartista contro il Belgio nel match contro il Belgio e, in maniera negativa, l’espulsione rimediata nei minuti finali contro l’Urss che gli ha impedito di giocare la semifinale contro gli azzurri.

Quella contro il Belgio è stata la partita che ha segnato la carriera del polacco.

I belgi sono i vice-campioni d’Europa e nella prima fase hanno battuto l’Argentina. Ma al Camp Nou di Barcellona va in scena uno spettacolo di Boniek e un trionfo della Polonia. La partita termina 3-0, con tripletta di Zibì variamente assortita: il primo è una splendida sassata da fuori area, defilato; il secondo è realizzato di testa a scavalcare il portiere; il terzo grazie a un dribbling sull’estremo difensore, seguito da comodo tocco in rete.

 

Una vittoria che apre a grandi scenari, così com’è capitato 8 anni prima, nel 1974, in cui la nazionale polacca è giunta sul gradino più basso del podio.

Il talento di Boniek fa sperare in bene, soprattutto nel contro l’Urss in cui sarebbe bastato un pareggio per strappare il pass per la semifinale. Partita non solo calcistica ma anche “politica” dati i continui contrasti dovuti al passato tra le due nazioni a forte impronta comunista.

La partita si conclude 0-0 e la Polonia vola a giocarsi un posto in finale contro l’Italia. Peccato che però all’88esimo minuto del match contro i sovietici il numero 20 polacco si fa cacciare dal match e si trova costretto a saltare la partita più importante.

Partita che, col senno di poi, risulta fatale per il destino della nazionale la quale esce sconfitta per 2-0 contro l’Italia del ct Bearzot.

Questa è la storia di un talento nascosto, un calciatore che a 20 anni ha deciso, non riuscendo a sfondare nel proprio paese, di lasciare la sua comfort zone per cercare altrove la sua America, diventando di fatto cittadino del mondo. Questa è la storia di Stefano Napoleoni.

Romano di Tor di Quinto, classe 1986, Stefano calca sin dall’infanzia i campi di calcio della provincia di Roma, alimentando la sua innata passione per il calcio, sempre indossando il numero di maglia di chi, durante una partita, sa di dover sempre determinare con qualità e fantasia: il numero 10.

A 19 anni, Napoleoni è la star della squadra Juniores del Tor di Quinto. Con Francesco Morga, altro talento mai veramente sbocciato, forma una coppia d’attacco formidabile che fa ammattire le difese avversarie a suon di gol fino a portare la squadra laziale alla conquista dello Scudetto Nazionale Juniores nel 2005/2006.

Un talento, quello di Stefano, che non era però mai stato notato da squadre professionistiche del Belpaese e che rischiava di rimanere intrappolato tra le maglie strette dei difensori nei polverosi campi della Promozione laziale.

In questi casi, per uscire dall’anonimato serve una scintilla, una miccia che faccia deflagrare il talento nella giusta direzione. Questa miccia, nel caso di Stefano, non la accende un carneade: la accende Zbigniew Boniek, per tutti “Zibì”.

Boniek ai tempi della Roma

Lo vede giocare e ne rimane folgorato. Due chiacchiere con lui nel dopopartita e la classica offerta che non si può rifiutare.

Napoleoni lascia il Tor di Quinto con un biglietto di sola andata dall’Italia e dalla sua Roma, con direzione Polonia, Lodz, città del Widzew. Nel suo piccolo, un record: è il primo calciatore italiano a firmare per una squadra polacca. Una scelta di pancia, quella di Stefano, che vede l’occasione di uscire dall’oblio e decide di agguantarla al volo.

Benvenuto a Lodz

E’ l’estate 2006, tutto l’italico mondo festeggia la vittoria degli Azzurri a Berlino ma per Napoleoni il periodo non è dei più facili, l’ambientamento nel freddo ambiente polacco non è immediato, l’integrazione con i compagni più dura del previsto.

Widzew

Se Napoleoni è turbato, tuttavia, non lo dà a vedere sul campo. Esordio in campionato contro il Gornik Łęczna: gol. Seconda di campionato contro il quotato Lech Poznan: gol. Sembra proprio che l’intuizione di Boniek sia stata geniale: il talento e la velocità di tocco del 20enne laziale fanno la differenza in un calcio fatto di fisicità e ritmi compassati come quello della Ekstraklasa.

Dopo un inizio scoppiettante, la stagione si chiude bene: 5 reti al primo anno da professionista per Stefano e 12° posto finale per il Widzew, appena promosso dalla serie cadetta.

LA B Polacca

La stagione 2007/2008 non è altrettanto serena. La squadra naviga in cattive acque e i 7 gol segnati da Napoleoni in 27 partite non bastano al Widzew per rimanere nell’olimpo del calcio polacco.

Il Lodz precipita nel baratro della serie B e, complice il cambio di proprietà, con un presidente votato ad una squadra di soli polacchi, per Napoleoni non c’è più posto.

Dalla Polonia alla Grecia

Ma il mondo è grande per chi non ha confini e a gennaio 2009, il Leviadakos, squadra della serie A greca con chiaro obiettivo salvezza, lo ingaggia dopo un provino. In Beozia, Stefano non è titolare fisso ma dà il suo contributo con 4 reti in 8 partite e la squadra si salva comodamente. Tutto sommato, un successo.

Anche in Grecia, però, il secondo anno è uno scoglio più arduo da superare: Napoleoni, raramente titolare, garantisce come sempre il suo contributo con ben 7 reti in 17 presenze ma il suo gruzzolo non basta per salvare la squadra da un’amara retrocessione nell’inferno della Beta Ethniki.

LA B Greca

La serie B greca è il campionato che ogni calciatore di qualità vorrebbe evitare. Tatticismo esasperato, poco spazio all’iniziativa individuale e contrasti da codice penale. Nonostante questo, il centravanti italiano riesce a determinare e, dopo una stagione da titolare, con 8 reti in 35 presenze, riporta la squadra in massima serie.

L’anno successivo è uno dei più belli della storia della compagine beota, che sfiora la zona play-off per qualificarsi all’Europa League. Napoleoni si ritaglia uno spazio importante, che lo consacra nell’olimpo dei migliori attaccanti del campionato greco: 8 reti realizzate in 19 presenze, di cui una decina da titolare.

Napoleoni e quEL flirt con le italiane

Ed ecco che, finalmente, nel gennaio 2013 anche i riflettori del calcio italiano si accendono su Napoleoni: prima il Siena, in serie A, poi il Modena e il Novara in B vorrebbero assicurarselo ma non hanno fatto i conti con lo spirito libero del romano che non cede alle lusinghe del calcio di casa, con il rischio di essere un mero comprimario, e decide di firmare con un’altra squadra greca, sicuramente più “piccola” e forse meno stimolante, ma dove può essere più decisivo: l’Atromitos. Bilancio con il Leviadakos? 95 presenze, 28 gol. Non male.

L’Atromitos

Best goal della Super League greca 2014

Con la maglia biancoblù degli alfieri di Peristeri, il centravanti si gioca il posto con la consueta grinta e riesce a contribuire con le sue reti, ben 13 nella stagione 2014/2015, a due qualificazioni all’Europa League (nel 2013/2014 e nel 2014/2015).

Ma dopo 3 anni pieni di soddisfazioni è giunto il momento di cambiare. D’altronde Napoleoni è un nomade, un cittadino del mondo e il suo desiderio di conoscere nuove realtà ha la meglio anche in questo caso.

IL NOMADE DEL GOL SBARCA IN TURCHIA

La scheda di Stefano Napoleoni

Dopo 81 presenze e 24 gol, nel gennaio 2016 lascia la Grecia e si accasa ad Istanbul, al Basaksehir. Rimandando ancora una volta il rientro a casa.

Un post condiviso da Stefano Napoleoni (@stenapoleoni18) in data:

Ma Stefano Napoleoni sarà mai protagonista in Italia? Bella domanda.

Il talento capitolino e il campionato italiano sembrano due rette parallele che non si incrociano mai. La loro è una storia d’amore mai sbocciata, un matrimonio mai celebratosi ma che sarebbe bello si concretizzasse.

Ma si sa, nemo propheta in patria e la storia del bomber con la valigia non sembra fare difetto.

Michele De Martin