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Esordio quasi da sogno per Daniele De Rossi con la maglietta del Boca. Il romano segna il gol del 1-0 con un colpo di testa e riceve un’ovazione da parte dei 25 mila tifosi xeneizes che sono allo Stadio Unico di La Plata. Ma quella che sembrava la notte perfetta crolla dopo la sua sostituzione al 76’.

Esattamente cinque minuti dopo, il Boca si fa pareggiare infantilmente e finisce eliminato della Copa Argentina contro l’Almagro (di seconda divisione) 3-1 su rigori. L’allenatore Alfaro aveva deciso di schierare De Rossi come ‘numero cinco’, cioè il mediano classico, con il giovane Nicolas Capaldo (21) accanto. E l’italiano diventa il padrone del centrocampo subito: è quello che fa più passaggi e non sbaglia quasi mai. E prende la regia della squadra con lanci lunghi per Wanchope Abila e Mauro Zarate.

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Al 18’, De Rossi sorprende la difesa dell’Almagro con un assist perfetto per Salvio: rete annullata per fuorigioco. Nel 28’ dopo il calcio d’angolo tirato da Mac Allister, De Rossi scappa dalla marcatura di Benitez e segna quasi sotto la porta. “Ole, ole, ole, ole, Tano, Tano!”, canta la Numero 12.

E De Rossi paga con un’azione identica al suo tatuaggio in scivolata: ammonizione ma ovazione dal pubblico, mentre lui si lamenta perché era il suo primo fallo. Nel 42’, un’altro tackle contro Benitez, che era pronto per tirare, si festeggia quasi come il 2-0. La ripresa sembra un’altra partita. Spreca il gol Mauro Zarate, sostituito da Carlitos Tevez, e l’Almagro -con 7 giocatori che esordivano ieri- va avanti con coraggio. Come era stato programmato, De Rossi è stato sostituito al 76’. Minuti dopo, il suo sostituto, Jorman Campuzano, fa un pasticcio con Junior Alonso e il Burrito Martinez si trova il pallone davanti alla porta libera. Pareggio e sorpresa. Nei rigori, Boca appena fa 1 (Tevez) su 4: parati quelli di Mac Allister e Hurtado, fuori il tiro di Salvio. De Rossi lo segue dalla panchina nella freddissima notte di La Plata. Una notte che sembrava tutta sua, ma che è finita nelle mani del portiere Christian Limousin, l’eroe di La Plata e della qualificazione dell’Almagro.

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Si è chiuso un libro, un ultimo capitolo nettamente diverso per le due squadre di Buenos Aires che, per  anni, hanno sognato una notte speciale come quella vissuta al Bernabeu.

A festeggiare la vittoria della Coppa Libertadores è il River Plate, per quello che è stato il Superclasico più combattuto e più discusso della storia del calcio argentino. Con dolore e tanti rimpianti, torna a casa il Boca Juniors.

Non sono bastati i 180 minuti regolamentari a decretare la squadra vincitrice. Si è arrivato ai tempi supplementari della gara di ritorno, decisa da due colombiani: per il Boca l’espulsione sciocca di Barrios e per il River la magica rete dell’es pescarese, Quintero.

Alla rete di Benedetto al 44esimo del primo tempo, ha risposto Lucas Pratto uno dei tanti ex della Serie A presenti (breve passato al Genoa).

L’ingresso di quello che poi sarà premiato come l’uomo partita della finale ha cambiato l’inerzia del match. Juan Ferdinando Quintero è stato l’assoluto protagonista del Superclasico di Libertadores. Il suo tiro infilatosi sotto l’incrocio alle spalle del portiere Xeneizes, Esteban Andrada, ha spianato la strada verso la quarta Copa per i Millionarios.

Classe 1993, quello che per tutti i tifosi del River sarà l’uomo da adorare, il colombiano Quintero ha trascorso tre anni in Europa tra Italia e Portogallo.

Il Pescara del patron Daniele Sebastiani preleva il diciannovenne Quinterito dall’Atletico Nacional de Medellin, città in cui il centrocampista è nato, nell’estate 2012, quella del ritorno in Serie A. Con gli abruzzesi debutta sin da subito e si dimostra all’altezza del campionato italiano. Nonostante le prestazioni della squadra biancazzurra non siano positive, il colombiano è uno dei pochi a farsi notare, tanto da attirare l’attenzione di importanti club.

La prima rete europea la segna il 23 settembre 2012 direttamente da punizione, nel match finito 1-1 contro il Bologna. I pescaresi retrocedano con diverse giornate d’anticipo e i lusitani del Porto fiutano l’affare acquistandolo per 5 milioni di euro più altri cinque di bonus.

Tra Porto e qualche altra squadra europea in prestito, ritorna in Sudamerica: al River in Argentina. I primi mesi non sono stati facili a causa di un fisico non proprio in forma. Tuttavia come spesso accade il finale è ben diverso e ora Quintero è l’eroe della Banda.

Se Quintero ha chiuso il match, un altro ex è stato colui che lo ha agguantato dopo il vantaggio del Boca. Lucas Pratto El Camello, anch’egli un breve passaggio in Europa e in Serie A. È il Genoa di Preziosi a farlo esordire in Italia. Tre reti con il grifone, due in Coppa Italia e uno in campionato, decisiva per la vittoria casalinga contro il Bologna.
Pratto è cresciuto nel Boca che però non ha creduto in lui. I Millionarios lo acquistano nel gennaio scorso per 11,5 milioni di euro dal San Paolo, diventando il calciatore più pagato della storia del River. Col senno di poi un ottimo acquisto.

Che non sarebbe stata una partita come le altre era più che immaginabile, peccato però che la partita nemmeno si sia giocata.

In un Superclasico di Libertadores tra River Plate – Boca Juniors a vincere è stata solo la violenza. Un vero spot dell’antisportività che purtroppo ha rovinato quello che poteva essere un grande spettacolo e una grande vetrina calcistica.

Il match si avrebbe dovuto giocare alle 21 ma a causa dei gravissimi episodi accaduti è stato prima più volte posticipato di qualche ora, fino al definitivo slittamento a oggi (forse).

Tafferugli, spintoni ma soprattutto un attacco violento da parte dei tifosi Millionarios al pullman del Boca che trasportava i calciatori al Monumental. È stato lanciato di tutto, soprattutto pietre che hanno sfondato i vetri del bus gialloblu. Sono stati feriti cinque giocatori Xeneizes in maniera grave, mentre altri sono rimasti intossicati dallo spray al peperoncino che la polizia ha spruzzato per sedare gli animi della violenta tifoseria.

Le brutte immagini hanno fatto il giro del mondo in pochi minuti, video e foto vergognosi per quella che invece poteva essere una gran bella cornice di sport e di gioia.

C’è stata gente che ha rovinato tutto, gente che è disposta a tutto pur di dire la sua in malo modo. Come una mamma che fregandosene dei rischi per la figlia, avvolge la piccola con dei bengala sotto la maglia, quasi come se fosse una kamikaze. Oltre a tantissima gente che ha provato ad entrare nello stadio senza biglietto assalendo la polizia ai cancelli.

Ciò che è successo ha sdegnato il mondo del calcio oltre agli sportivi che hanno anche vissuto in passato le emozioni che solo un Clasico può offrire.

Alcuni ex calciatori come l’attaccante della Fiorentina e del River, Gabriel Omar Batistuta, e il centrocampista Juan Pablo Sorin si sono decisamente esposti in maniera marcata per i gravi episodi accaduti

Un tifoso del River ha volute cercare di calmare gli animi discostandosi da quella cerchia di gente che non reputano tifosi.

 

L’obiettivo è quello di giocare questa sera, ma ci potrebbero essere ancora altri ribaltamenti. Intanto la società del Boca pare abbia fatto richiesta di vittoria a tavolino.

Quando Leandro Paredes è stato espulso nel match del campionato russo tra Zenit e Akhmat c’è chi aveva ipotizzato che il centrocampista si fosse fatto espellere volontariamente per saltare la partita contro il Cska Mosca e volare a Buenos Aires per gustarsi il Superclasico alla Bombonera tra Boca – River.

Beh è andata così!

L’ex calciatore della Roma ha postato un suo selfie allo stadio del Boca Juniors tra i tifosi in tribuna. Il numero 5 dello Zenit, però, aveva già anticipato la sua presenza allo stadio a una trasmissione tv argentina, affermando che il tutto era stato concordato con la società russa e che non vi fossero alcun problema. I tifosi però non l’hanno preso proprio bene, a maggior ragione perché lo Zenit ha perso 2-0 in trasferta a Mosca.

Paredes è cresciuto nelle giovanili degli Xeneizes e da sempre è innamorato dei colori del Boca Juniors e della propria tifoseria. L’argentino è comunque rimasto in patria dato che da lì a poco ha ricevuto la chiamata dal commissario tecnico della Selección, Lionel Scaloni, in vista della doppia amicheveole contro il Messico del 17 e del 20 novembre.

La gara di ritorno della Coppa Libertadores è in programma sabato 24 novembre al Monumental e, complice anche il divieto di trasferta ai tifosi gialloblu, Paredes credo se la gusterà sul divano di casa.

Possiamo dire che tutto il mondo calcistico, alle 21 di sabato 10 novembre, sarà con gli occhi puntati in Argentina? Sì, diciamolo pure: A Buenos Aires è un evento storico,  e per certi versi, tra i tifosi locali segnerà per sempre l’esistenzaBoca Juniors e River Plate, squadre della stessa città e tra le più blasonate in Sud America, si affrontano per la prima volta in una finale di Copa Libertadores, la Champions League sudamericana.  
Nello stadio della Bombonera di Buenos Aires, si gioca la finale di andata (in Italia trasmessa da Dazn), mentre fra due settimane allo stadio Monumental, quello del River, è in programma il ritorno, che deciderà il campione del continente sudamericano. Storia nella storia, si tratta dell’ultima edizione della Copa Libertadores in cui la finale è spezzata nell’arco di 180 minuti: dall’anno prossimo, infatti, si giocherà in gara secca. 

La tensione è altissima e, per questioni di ordine pubblico, alle tifoserie ospiti non sarà concesso assistere alla finale. Una perdita, senz’altro, dal punto di vista del folklore e dell’entusiasmo per una rivalità che va oltre il secolo di vita: Boca Juniors e River Plate sono nate nello stesso quartiere di Buenos Aires, la Boca, e pur essendo state fondate nella zona portuale da comunità di immigrati genovesi, lungo la loro esistenza, le due società si sono differenziate. Il Boca, fondato 117 anni fa da cinque amici genovesi (da qui il soprannome della squadra, gli “Xeneizes”) rimase il club delle classi più povere. Il River, invece, dopo aver perso lo spareggio per restare nel quartiere, si trasferì nella parte settentrionale della città, una zona ricca e divenne così la squadra delle classi agiate della capitale: deve il suo soprannome, i “Millonarios”, alla sua forza economica.
Per distendere il clima, saggiamente l’Afa, la Federazione argentina, ha realizzato un video dal forte impatto emotivo che ripercorre episodi e personaggi argentini marcando il carattere “inspiegabile” della Nazione. E’, dopo tutto, una finale tutta argentina e andrà come deve andare, a risplendere sarà tutto il calcio del Paese. Il video è davvero emozionante e fa venire i brividi:

La finale di Coppa Libertadores si avvicina sempre di più e il clima a Buenos Aires si fa sempre più rovente. Boca Juniors e River Plate si stanno preparando al meglio per la sfida di sabato 10 novembre alle ore 21 italiane.

A fare notizia però non è stato solamente il divieto alle trasferte per le due tifoserie, ma anche il discusso episodio in cui è stato protagonista l’ex centrocampista della Roma, Leandro Paredes.

Il calciatore argentino, ora in forza allo Zenit San Pietroburgo, pare si sia fatto espellere appositamente durante l’ultima partita di campionato russo contro l’Akhmat per volare a Buenos Aires e gustarsi la gara d’andata della finale di Libertadores alla Bombonera.

Le accuse sono state mosse dai tifosi dello Zenit i quali hanno palesemente insultato Paredes sul suo profilo Instagram. L’ex giocatore anche dell’Empoli qualche giorno fa ha pubblicato un post in cui palesava il suo amore per gli Xeneizes, squadra in cui è cresciuto prima dell’approdo in Europa, invitandoli a un tifo pacifico.

Da sempre, infatti, il tifo in un Superclasico è accesissimo. Durante i prepartita spesso ci sono tafferugli, anche con gravi incidenti. Leandro Paredes, in una foto con il suo attuale compagno di squadra Sebastian Driussi, ex River Plate.

 

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Somos rivales no enemigos , disfrutemos de esta histórica final sin violencia ⚽️?￰゚メロ @sebadriussi.11

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Ovviamente non si saprà mai la verità resta il fatto che Leandro Paredes prima di prendere un aereo direzione Argentina deve pensarci su due volte.