Tag

bergen

Browsing

Al Mondiale di Bergen in Norvegia ha alzato per due volte le mani al cielo tagliando per prima il traguardo, due ori che hanno tenuto alto l’orgoglio azzurro del ciclismo. Stiamo parlando della bolzanina 18enne Elena Pirrone, che, un mese fa, ha fatto sognare gli italiani diventando campionessa Mondiale Juniores 2017 in due categorie: la cronometro e la prova di linea.

Una ragazza umile e sorridente a cui piace divertirsi e stare in compagnia. Per Mondiali.it ci ha voluto raccontare la sua esperienza iridata e quello che sarà il suo futuro sia sportivo che extrasportivo.

A un mese dalla vittoria, che cosa pensi che tu abbia realizzato?

In realtà devo dire che faccio ancora fatica a realizzare! (ride ndr) Nel senso che, sono contentissima di aver vinto due ori, però sono ancora in quella fase un po’ di incredulità. Ero in Norvegia per onorare la maglia azzurra e penso di averlo fatto nel migliore dei modi.

Che cosa hai provato quando stavi per tagliare il traguardo e quando lo hai tagliato?

In riferimento alla prova di linea, è stata una grande emozione, mi ricordo che quando ho passato il cartello dei 2 km all’arrivo mi sono venuti i brividi, perché mi son detta che “ora non possono più riprendermi!”, anche perché quando ero a 10 km dalla conclusione avevo un po’ di dubbi sul vantaggio accumulato e se avessi retto fino alla fine, ho anche avuto problemi con la radio.
Tuttavia il corpo rispondeva alla grande e all’ultimo chilometro sono andata via con molta tranquillità.

Tra le due gare vinte, qual è stata più dura?

Posso chiaramente dire che come sforzo fisico la cronometro: perché comunque in 19/20 minuti di gara c’è bisogno di dare il massimo in tutto il percorso e per tutto il tempo.
Se invece penso al livello di agitazione, mi viene da dire la prova di linea perché prima che partissi c’è sempre quel punto di domanda. Alla partenza non so mai cosa può accedere in gara, quindi, finché non faccio l’attacco, sono sul chi va là!

Arrivare alla prova di linea già con una medaglia d’oro al collo, ti ha dato più carica o hai cercato di resettare il tutto?

Posso confermare che poco prima della partenza della prova su strada ho pensato “ho vinto un oro, proviamo a vincerne un altro!”. Ero convinta di quello che potevo realizzare e mi sono buttata a capofitto sulla gara, e alla fine è andata bene ad entrambe le uscite.

Immagino tu abbia fatto molti sacrifici, chi ti ha guidato al meglio per questa strada?

In realtà, secondo me, quando c’è la passione nel fare, le cose i sacrifici non li reputi tali. Ci sono stati momenti no, come ad esempio l’anno scorso in cui ho avuto un problema fisico in inverno e chi è protratto per tutta la stagione. Comunque in questo caso c’è stato il supporto dei miei genitori, in particolar modo di mio padre che è anche il mio allenatore e il mio direttore sportivo. Grazie a loro ho affrontato il tutto e sono riuscita a fare con la carica giusta.

Tra poco ti affaccerai tra i professionisti, con che spirito farai questo salto?

Fino alla conclusione del 2017 farò parte della Juniores, dal 2018 passo tra i professionisti e lo farò con lo spirito di quella che vuole mettersi in gioco.
So per certo che il primo anno sarà difficile e transitorio per via anche della scuola. Però voglio dare il massimo e voglio vedere cosa riesco a fare, e i due ori conquistati mi danno molta carica.

Hai voglia di percorrere il Giro Rosa?

Mi piacerebbe tantissimo. Per il prossimo anno, ahimè, sarà difficile per via degli esami di Stato al liceo scientifico. Per le prossime edizioni, si vedrà! Comunque rientra tra i miei obiettivi.

Oltre te anche altre azzurre sul podio: Alessia Vigilia e Letizia Paternoster. Siete amiche oltre che colleghe?

Letizia Paternoster la conosco da quando avevo 6 anni. Abbiamo iniziato a correre in due squadre diverse ma abbiamo stretto amicizia sin da subito. Allo stesso modo anche Alessia Vigilia, prima non ci frequentavamo molto, mentre ora è una delle mie migliori amiche.

Da quando hai avuto questa passione per il ciclismo?

Ho avuto da piccolina il mio primo triciclo rosso, anche se ho sempre di più preferito la biciclettina con le rotelle.
Mio padre mi ha subito affiancato per via del fatto che ha sempre corso anche lui, così come mia madre. Vengo da una famiglia con una gran bella tradizione ciclistica e io ho continuato su questa scia. Sin da piccola ho subito voluto che i miei genitori mi iscrivessero a una società ciclistica.
Loro, all’inizio, sono stati un po’ titubanti perché spesso il ciclismo è attribuito uno sport duro e faticoso. I miei non mi hanno mai dato pressioni, sono io che ho tanto insistito perché mia madre voleva che facessi pattinaggio artistico, meglio com’è andata! (ride ndr).

Come sei stata accolta in classe e a Bolzano, dopo la vittoria?

Mi hanno accolta nel migliore dei modi, mi sono sentita quasi parte di una famiglia. Mi hanno fatto una torta a forma di bici con le ruote iridate e ho ricevuto un piccolo pensiero oltre che un mazzo di fiori dai docenti. Inoltre sono stata molto felice di ricevere cartoline e complimenti anche da gente che ha visto la gara in tv oltre che dal sindaco e dalla giunta comunale.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?

Adoro stare in compagnia. Mi piace stare con i miei amici e anche quando sono a casa adoro essere circondata dai miei cari. Mi diverto molto!

Nel tuo futuro c’è solo il ciclismo o hai intenzione di continuare gli studi?

Le mie intenzioni sono quelle di iscrivermi all’Università, alla facoltà di Giurisprudenza e quindi conciliare studi e ciclismo.

Dario Sette

Ed eccoci a tirare le somme di questo Mondiale di Ciclismo 2017 che si è concluso domenica 24 settembre. Grande Olanda e soprattutto grandissimo Sagan, ma i nostri occhi adesso sono puntati sugli azzurri che chiudono questa esperienza con un ottimo risultato. L’Italia conquista ben sette medaglie e può considerarsi la più grande sorpresa dei mondiali di Bergen. Nessun’altra Nazione ha fatto meglio, diverso però il peso dei vari metalli: i Paesi Bassi hanno ottenuto quattro ori e due argenti, l’Italia, invece, due ori, tre argenti e due bronzi.

Le prime grandi medaglie arrivano nella categoria juniores femminile con l’oro di Elena Pirrone e l’argento di Alessia Vigilia. Durante la prova cronometro si sono dimostrate molto veloci e preparate salendo insieme sul podio, l’una al fianco dell’altra.
Ma la categoria juniores non ha ancora smesso di regalare soddisfazioni e il giorno dopo, il 19 settembre, ne arriva un’altra con Antonio Puppio, che sale sul podio per aggiudicarsi la medaglia d’argento nella categoria juniores maschile. La prova cronometro lo ha visto battersi contro alcuni avversari davvero temibili e, nonostante non sia riuscito a conquistare la prima posizione, per la nazionale italiana è un grande successo.

L’Italia non smette di stupire e ritroviamo ancora una volta la nostra Elena Pirrone esultare dalla prima posizione del podio con la sua medaglia d’oro vinta nella prova in linea del 22 settembre. Doppietta per la giovanissima ciclista che può adesso pensare ad incorniciare le sue maglie iridate in ricordo di un mondiale che l’ha vista trionfare in modo grandioso.
Durante la stessa gara anche in questo caso Pirrone non festeggia da sola e condivide la gioia della vittoria con la connazionale Letizia Paternoster che si aggiudica il terzo posto. Si confermano, dunque, due giovani e talentuose cicliste dalle quali aspettarsi molto nelle prossime gare.

La categoria juniores maschile conclude questa eccezionale prova a livello mondiale con altre due medaglie tutte azzurre: Luca Rastelli e Michele Gazzoli, secondo e terzo posto dopo il danese Julius Johansen.
Entrambi i giovani ciclisti hanno gareggiato molto bene, sfruttando in pieno le loro capacità e non sprecando energie, che gli sono servite nell’ultimo tratto per staccare tutti gli altri e conquistare la medaglia d’argento e quella di bronzo nella prova in linea.

Ottimo gioco di squadra e ottimo risultato per un’Italia juniores decisamente in forma, che lascia l’Italia pienamente soddisfatta.

Il medagliere, dunque, vede l’Italia trionfante con sette medaglie: per un exploit del genere bisogna risalire al biennio 2007-2008 quando l’Italia chiuse entrambe le edizioni del Mondiale in cima alla classifica (tre medaglie a Stoccarda nel 2007 e quattro a Varese l’anno dopo). Un risultato che lascia il ct Cassani gongolante e fiducioso, nonostante nessuna medaglia sia stata guadagnata dalla categoria professionisti, sia femminile che maschile.

Grandi le prove degli atleti elìte in gara, a cominciare da quella di Trentin che si aggiudica un degno quarto posto nella finale di Bergen. Ma un bel voto in pagella è giusto metterlo anche a Gianni Moscon, che si è fatto notare nei giorni scorsi per le sue ottime prestazioni.

Facendo, dunque, un bilancio definitivo possiamo affermare senza dubbio che l’Italia torna a casa vincente e pronta a ripartire verso i prossimi traguardi. Può vantarsi di avere ciclisti davvero in gamba, che hanno tutte le carte in regola per regalare ancora delle importanti vittorie al nostro paese. Il futuro, insomma, è sorridente

L’attesissima finale dei Mondiali di Ciclismo 2017 si conclude con una vittoria eccezionale che rimarrà nella storia. Ancora una volta è Peter Sagan ad aggiudicarsi il titolo di campione del mondo per la terza volta consecutiva nella prova su strada. Con risolutezza e concentrazione è arrivato al traguardo dopo una gara impeccabile che lo ha visto trionfare proprio come nel 2015 a Richmond e nel 2016 a Doha.

La sua nazione è orgogliosa dello slovacco Sagan, che commenta così la vittoria:

«Dedico la vittoria a Michele Scarponi, domani sarebbe stato il suo compleanno. E la dedico anche a mia moglie, che aspetta il nostro bambino: è il modo migliore per chiudere la stagione»

 Le sue dichiarazioni dimostrano umiltà e professionalità e non possono che fargli riscontrare ancora più consensi tra chi con passione ha seguito questi sorprendenti mondiali di ciclismo.

Bergen per l’occasione è stata clemente con tutti i corridori di questa gara che vedeva sfidarsi i professionisti della categoria elìte maschile. Nemmeno una goccia d’acqua è caduta per creare difficoltà ai ciclisti e durante la gara non si sono registrati particolari disagi.
Il percorso che prevedeva circa 267.5 km non presentava molte insidie per i partecipanti, che soprattutto nell’ultimo tratto hanno dato il meglio di sé e si sono contesi il titolo. Nessuno però è riuscito a raggiungere il vincitore Sagan, che conquista il podio seguito immediatamente da Alexander Kristoff e Michael Matthews.

Il norvegese Kristoff è stato davvero ad un filo dalla vittoria ed era pronto a regalare alla sua nazione questo grande trionfo. Ma giocare in casa non è servito a molto perché l’astuzia e l’energia di Sagan erano di gran lunga superiori alle sue. La prova comunque è stata ottima e non ha nulla da rimproverare a se stesso.

La terza posizione è stata fino all’ultimo combattuta tra due corridori: Matthews e Trentin se lo sono giocato fino alla fine, ma per pochissimo il traguardo è stato raggiunto prima dall’austriaco, che sale sul podio conquistando un meritato terzo posto.

Grande amarezza per l’Italia, quindi, che chiude questa gara con un ottimo 4 posto ma che sperava, invece, di giungere più in alto nella classifica e guadagnarsi un posto nella top 3.
Trentin ci ha provato, come il suo collega Gianni Moscon, che per tutto l’ultimo tratto è partito all’inseguimento dei ciclisti che aveva davanti, ma senza riuscire davvero a primeggiare fra gli altri. Per lui, oltre il danno anche la beffa! Accanto al suo nome nel tabellone finale si legge una parola che brucia moltissimo: squalificato a causa di un traino prolungato dall’ammiraglia.

Il ct Cassani però si ritiene soddisfatto di tutti i suoi ragazzi, perché si sono battuti con avversari più forti facendo del loro meglio e dimostrando il loro grande talento.

 

Dopo le medaglie conquistate nelle categorie juniores, ci si aspetta tanto dall’Italia e dai suoi rappresentati nell’ultima prova di oggi.
Il ct Davide Cassani non nasconde la fiducia riposta nel team azzurro. Attraverso le sue diverse dichiarazioni date in questi giorni è evidente che possiede grandi aspettative ed è convinto che domani gli azzurri faranno una grande gara.
Al suo arrivo a Bergen probabilmente non si aspettava di collezionare tanti successi e questi ottimi risultati lo portano a sperare che non siano ancora finiti i festeggiamenti per l’Italia.

Cassani, però, sa bene che i favoriti non sono affatto gli italiani e in un’intervista si sbilancia anche nel fare qualche nome di quelli che ritiene possano domani portarsi a casa l’ambito titolo:

«Sagan su tutti. Poi Boasson Hagen, Matthews, Kwiatkovski e i belgi Van Avermaet e Gilbert»

 Ma rimane molto soddisfatto dei “suoi ragazzi” che con un impegno costante sono riusciti a farsi notare in questi mondiali norvegesi, nonostante non fossero allo stesso livello degli avversari. Ed è così che definisce la sua squadra sin dai primi giorni:

«In forma. Non la più forte in gara, ma desiderosa di correre da squadra»

 E Cassani aveva proprio ragione: l’Italia finora ha regalato delle piacevoli sorprese e al momento si porta a casa diverse medaglie e anche delle ottime posizioni nella classifica dei top 10, con Affini e soprattutto con Gianni Moscon, che definisce una promessa del ciclismo:

«E’ il frutto di un lavoro iniziato tre anni fa, bravi anche i direttori sportivi delle società a prenderne coscienza. L’esempio è Moscon: ha avuto la possibilità di fare un cammino ideale verso il professionismo e oggi è il talento che promette di più»

Insomma, a prescindere da come si concluderà questo Mondiale, l’Italia esce già vittoriosa e senza rimpianti di alcun tipo e con questa carica di ottimismo e fiducia domani affronterà l’ultima grande prova.

Gli azzurri in gara su cui si punta di più, a parte Gianni Moscon, sono Elia Viviani, Sonny Colbrelli e Matteo Trentin.

Insieme ai loro avversari stranieri dovranno affrontare un tracciato che presenta in alcuni tratti delle difficoltà un po’ insidiose, come la salita di Salmon Hill, piuttosto temuta da molti corridori. Questa pendenza rappresenta però l’ultimo grande scoglio da superare prima di tagliare il traguardo. Infatti, l’ultima parte della corsa non presenta delle grosse difficoltà perché abbastanza pianeggiante.

La gara è in diretta su Rai Sport ed Eurosport 1.

 

Grande vittoria per l’Olanda nella gara pomeridiana di sabato 23 settembre ai Mondiali di ciclismo 2017. La categoria che si sfidava nel pomeriggio ha visto correre le professioniste femminili della prova di linea, che ha incoronato vincitrice assoluta l’olandese Chantal Blaak.

Una gara davvero eccezionale la sua, che a gran sorpresa, si aggiudica un titolo che tutti vedevano già in tasca alla sua connazionale Anna Van Der Breggen, la grande favorita di questa categoria.
L’Olanda può comunque festeggiare e resta una delle nazioni che possono vantarsi di aver dominato i mondiali di Bergen.

Ma andiamo a riepilogare i momenti salienti di questa prova, per svelare poi i nomi delle altre cicliste che sono salite sul podio. Le cicliste partono puntuali in un percorso relativamente facile che non ha fatto riscontrare particolari problemi a nessuna delle partecipanti. Anzi, inizialmente la gara si è svolta senza grandi sorprese o distacchi evidenti. I primi distacchi sono arrivati a metà gara e si è cominciato a delineare un quadro più preciso della situazione fino a quel momento poco chiaro.

L’Olanda è partita per prima mantenendo un certo vantaggio sulle avversarie. Negli ultimi tratti c’è stato un vero e proprio assalto al traguardo da parte di diverse cicliste: l’olandese Ensing, l’australiana Spratt, la britannica King, la francese Delzenne, le olandesi Van Vleuten e Van Der Breggen, la britannica Deignan, l’australiana Garfoot, la svedese Nilsson, la francese Ferrand Prevot, la polacca Niewiadoma, la danese Ludwig e l’italiana Tatiana Guderzo.

Una sfida decisiva che si è giocata negli ultimi minuti di gara, con lo stacco evidente di Chantal Blaak, che giocando un bel ruolo di squadra, è passata in testa conquistando il primo posto.
Al secondo posto si è aggiudicata la medaglia d’argento l’australiana Katrin Garfoot, che nello sprint finale è stata davvero grandiosa, meritandosi ampiamente un posto sul podio.
Al terzo posto la medaglia di bronzo spetta invece alla danese Amalie Dideriksen, il cui talento era già noto per la sua performances di Doha del 2016 in cui aveva conquistato l’oro.

 E le azzurre in gara? Sfortunatamente in questa categoria l’Italia non può né trionfare né esaltare le prestazioni delle sue rappresentanti. Infatti, tra la sfortuna e una scarsa dose di energia, nessuna italiana riesce davvero a farsi notare in questa prova di linea.

Elisa Balsamo è costretta ad abbandonare la corsa in seguito ad una caduta. Elisa Longo Borghini, invece, non riesce a trovare le forze per superare la parte di percorso in salita e rimane indietro in quella che non possiamo certo definire la sua prova migliore.
D
i gran lunga più degna di interesse la prestazione di Tatiana Guderzo che, pur non riuscendo a classificarsi nella top 10, può dire di avere fatto il possibile per raggiungere il gruppetto di avversarie che si avvicinavano al traguardo.
Decimo posto, invece, per un’altra italiana in gara, Elena Cecchini, che ha fatto una gara mediamente buona ma non al punto da primeggiare e guadagnarsi un posto sul podio.

 

 

Sabato 23 settembre, nei Mondiali di ciclismo 2017 che si stanno svolgendo a Bergen, è stata la volta della prova juniores maschile. Dopo una gara avvincente, con soddisfazione l’Italia riesce a portare a casa altre due medaglie.

Il primo posto è stato conquistato dalla Danimarca con il suo rappresentante Julius Johansen, che dopo una corsa abbastanza combattuta, è riuscito nelle ultime battute a staccarsi dal resto del gruppo e aggiudicarsi la medaglia d’oro. Fino alla fine è stato inseguito dai nostri ciclisti azzurri, Luca Rastelli e Michele Gazzoli, che rispettivamente conquistano la medaglia d’argento e quella di bronzo.

Ancora l’Italia sul podio, quindi, per dimostrare a tutti che nonostante la nostra nazione non fosse proprio tra i favoriti possiede un gran talento e delle giovanissime promesse in grado di regalare dei grandi successi.
La gara è cominciata senza pioggia, ma una lieve difficoltà è stata comunque registrata causa del terreno bagnato dalla pioggia caduta durante la notte.

Non c’è stato alcun vantaggio assoluto per tutto il percorso e le sorti della prova si sono decise proprio nell’ultimo tratto, a partire dalla salita di Salmon Hill. I nostri italiani, con in testa Rastelli, Colnaghi e Zana, non hanno dato tregua alla medaglia d’oro Johansen che però è riuscito con uno stacco finale a seminare gli avversari.

Nonostante la vittoria del ciclista danese l’Italia trionfa: con questa prova è riuscita a raggiungere ben 7 medaglie. Nessuno osava sperava un risultato simile e adesso si guarda avanti con ansia alla prova finale che concluderà questo eccezionale mondiale norvegese in cui l’Italia è stata una delle nazioni protagoniste in ogni categoria.

Nella prova di linea odierna che si è conclusa da qualche ora, gli azzurri in gara erano Andrea Bagioli, Luca Colnaghi, Michele Gazzoli, Andrea Innocenti, Giulio Masotto, Fabio Mazzucco, Luca Rastelli, Samuele Rubino e Filippo Zana.

 Chi più e chi meno, sono riusciti tutti a fare un’ottima prova e soprattutto hanno fatto un buon gioco di squadra, rendendo anche il ct Cassani pienamente soddisfatto.

Anche gli altri corridori hanno dimostrato di voler a tutti i costi conquistare una delle prime posizioni. Tra loro, in particolare, sono stati il ceco Vacek, il britannico Donovan e il tedesco Heinschke a movimentare la gara, ma senza però riuscire a raggiungere i nostri due italiani e il vincitore danese.

Adesso non resta che aspettare il gran finale di oggi che saluterà questo mondiale di Bergen 2017 con l’ultima prova che vedrà correre e sfidarsi fino alla fine i professionisti della categoria maschile elìte.

 

 

 

 

Dopo la grande gara di linea della categoria juniores femminile in cui ha dominato l’azzurra Elena Pirrone, i Mondiali di Ciclismo del 2017 si sono conclusi anche per la categoria maschile Under 23.

La medaglia d’oro è stata conquistata con successo dal francese Benoit Cosnefroy che ha fatto una prova veramente eccezionale, nonostante le condizione climatiche. A Bergen, infatti, il tempo non ha dato tregua ai ciclisti in gara, che hanno dovuto cominciare la loro prova proprio sotto la pioggia.

La prova di linea è stata avvincente fino alle ultime battute decisive. Il ciclista francese che ha conquistato l’oro si è giocato la vittoria fino all’ultimo facendo un testa a testa con Kamna per l’intero chilometro finale. Alla fine è riuscito ad avere la meglio, lasciando al suo avversario un degno secondo posto.

Lennard Kamna si meritava davvero un posto sul podio e ha conquistato la medaglia d’argento. Il ciclista tedesco ha sperato fino alla fine di poter vincere la prova di linea, ma alla salita di Salmon Hill ha perso il vantaggio che aveva mantenuto fino a quel momento sugli altri e ha agevolato la vittoria di Cosnefroy. Il destino e forse la mancanza di forze gli hanno giocato davvero un tiro mancino: ormai sembrava proprio avere la vittoria in tasca e il sorpasso del ciclista francese è stata una sorpresa per tutti.

Il tracciato prevedeva proprio questo punto in pendenza come quello più temuto dai ciclisti under 23, perché in tutti i 191 chilometri da percorrere rappresentava sicuramente la parte più impegnativa e difficoltosa.
Al terzo posto conquista la medaglia di bronzo il danese Michael Carbel Svendgaard, che ha preceduto gli altri ciclisti per pochissimi secondi.

Grande delusione, invece, per il risultato e la prova del campione uscente Kristoffer Halvorsen, che proprio nella salita di Salmon Hill chiude la sua gara. Infatti, questo tratto pare sia stato per lui troppo faticoso e lo ha portato a staccarsi nettamente dal gruppo. In quel momento è diventato abbastanza evidente per tutti che avrebbe dovuto rinunciare, almeno per stavolta, a salire sul podio.

E l’Italia come si è comportata in questa gara? Nella categoria maschile Under 23 gareggiava per l’Italia il giovane Vincenzo Albanese, che si è conquistato un degno quinto posto nella classifica. Con tenacia e impegno ha provato fino alla fine ad aggiudicarsi le prime posizioni, soprattutto nel tratto finale della gara, ma non è riuscito a raggiungere i vincitori.

Ottima, comunque, la sua prestazione e il team italiano si ritiene molto soddisfatto della prova svolta dal ciclista azzurro, verso il quale si nutrono delle grandi aspettative per il futuro. Archiviata, dunque, anche questa prova si guarda già alle prove di linea di oggi, in cui vedremo correre le categorie juniores maschile e l’elìte femminile, rispettivamente alle 9.30 del mattino e alle 13.15.

Dopo la giornata di pausa, oggi riprendono i Mondiali di ciclismo 2017 di Bergen con un programma molto fitto che continuerà per tutto il weekend. La fase conclusiva avverrà domenica 24 settembre.

Facciamo un breve riepilogo delle fasi iniziali della gara, che hanno visto il trionfo assoluto di Tom Dumoulin nella categoria elìte. Durante la cronometro si è distinto per l’ottima performances anche il nostro ciclista azzurro Gianni Moscon, verso il quale si nutrono grandi aspettative.

Per quanto riguarda le altre categorie abbiamo visto gareggiare le juniores, sia maschili che femminili, l’elìte femminile e la under 23 maschile. Nella categoria maschile Under 23 il podio è stato conquistato dal norvegese Mikkel Berg, seguito da Brandon McNulty e Corentin Ermenault. La categoria juniores maschile ha visto primeggiare Pidcock, ma sul podio troviamo anche un italiano, il giovane Antonio Puppio, che si è conquistato, con un tempo di 28’14”, una meritata medaglia d’argento.

Ancora protagonista l’Italia, nelle categoria femminile juniores. Tra le giovani ben due posizioni di spicco, la prima e la seconda, sono occupate dalle azzurre: Elena Pirrone e Alessia Vigilia.
Nella categoria riservata alle professioniste, invece, grande delusione per le azzurre in gara, che non riescono a classificarsi nemmeno nella top 10. A trionfare e ricevere la medaglia d’oro è ancora l’Olanda, con Annemiek van Vleuten.

Il programma: orari e dove vedere le gare

Cosa ci riserva la programmazione dei prossimi giorni? Ecco il programma stabilito per ogni categoria.

Oggi 22 settembre, si riparte con la gare per quanto riguarda la categoria juniores femminile, che vedrà le sue cicliste pronte per correre già dalle ore 10.05. È possibile seguire la diretta dalle ore 10 su Rai Sport e dalle ore 11.30 anche su Eurosport 1.
Nel pomeriggio entrano in scena i ciclisti uomini under 23, che cominceranno la loro gara alle ore 16.30, orario in cui avrà inizio anche la diretta di Eurosport. Invece, dalle ore 17.30 si potrà seguire lo svolgimento della prova anche su Rai Sport.

Sabato 23 settembre sarà la volta della categoria juniores maschile e dell’elìte femminile. I primi cominceranno alle ore 8.55, seguiti dalla diretta di Rai Sport da subito, e dalle 11.30 anche da Eurosport 1. Le seconde, invece, partiranno alle ore 13.00, sempre in diretta su rai Sport. A seguire si potrà vedere la gara anche su Eurosport 2 dalle ore 15.00.

Domenica 24 settembre, ultimo giorno dei mondiali di Bergen, si sfideranno i professionisti della categoria maschile. In mattinata saranno già pronti e carichi per dare il meglio di sé e correre verso il titolo di campione del mondo.
Si parte alle ore 10 in punto e contemporaneamente i tifosi e i curiosi potranno seguire questa finale di gara tra l’elìte maschile sia su Rai Sport che su Eurosport 1. Entrambi i canali cominceranno infatti a seguire la gara a partire dalle ore 10.

Mettiamoci comodi, dunque, perché sarà un fine settimana ricco di suspence e probabilmente anche di sorprese.

 

 

 

 

Un dominio esclusivo nella crono individuale da parte di Tom Dumoulin, campione già del Giro d’Italia 2017.
Dunque, il favorito dei pronostici non ha deluso le aspettative, anzi ha sorpreso per la sua tenacia, messa a dura prova da un tempo incostante.

Durante la sua prova, infatti, la pioggia ha dato qualche problema al ciclista che non ha potuto osare ancora di più con la velocità, ma che comunque non è riuscita a condizionare la sua ottima performance.
Parliamo di un tempo di 44′ 41″ 00 ad una media di 41.626 km/h per un primo posto decisamente meritato. Dumoulin ha dato prova della sua superiorità fino all’ultimo, creando un netto distacco con i suoi avversari sin da subito.

Al secondo posto il tempo migliore è stato registrato dallo sloveno Primoz Roglic, che è stato sicuramente penalizzato dalla pioggia incessante. Nonostante il tempo non fosse dalla sua parte, però, è riuscito a emergere fra gli altri e meritarsi una significativa medaglia d’argento con un tempo di +57″ 79. In fondo non è colpa sua se oggi Dumoulin era davvero imbattibile!

Terzo posto, invece, per Chris Froome, dal quale in effetti ci si aspettava molta più competizione. Il suo tempo è stato di +1′ 21″ 25. L’abbiamo visto davvero faticare a causa della pioggia e nonostante la medaglia di bronzo, resta una grande amarezza da parte di chi si aspettava molto di più da un campione del suo calibro.

E com’è andata la prova del nostro connazionale in gara? Possiamo promuovere a pieni voti il ciclista italiano che si è conquistato un ottimo sesto posto. La sua gara è stata davvero entusiasmante e solo per 8 secondi non è riuscito ad eguagliare il tempo di Chris Froome. Gianni Moscon ha fatto un tempo di +1′ 29″ 49, che non è affatto male visto e considerato che siamo alla sua prima gara da cronometro individuale.

Qualcuno ipotizza che il suo risultato sia stato agevolato dalla momentanea mancanza di pioggia, ma conoscendo il suo talento è assurdo pensare che una tale prestazione sia stata influenzata dal tempo clemente. Siamo sicuri che la sua carriera è in ascesa e probabilmente presto lo ritroveremo anche sul podio.

Prima di lui si classificano al quarto posto il ciclista Nelson Oliveira e al quinto posto Vasil Kiryienka, con i quali il distacco è stato davvero minimo.

Adesso non ci resta che aspettare la breve pausa prevista per il Campionato dei Mondiali di Ciclismo 2017 e attendere fino a domenica 24 settembre per scoprire chi sarà il vincitore che riuscirà, forse, a strappare il titolo al campione uscente Tony Martin, che in questa gara odierna si classifica al nono posto, deludendo per la sua prestazione non eccezionale. La sua partenza è stata anche oscurata da polemiche sterili che probabilmente andavano evitate in questo primo giorno di gara.

 

 

 

La sua partenza della prova crono è fissata alle 16.15 (visibile su Rai Sport ed Eurosport). Gianni Moscon è l’unico italiano in gara e vuol provare a spingersi oltre i limiti per avvicinarsi quanto più ai primi posti del Campionato Mondiale di Ciclismo 2017 che si sta svolgendo in questi giorni a Bergen, in Norvegia.

Cerchiamo di conoscere meglio il ciclista italiano che vuole farsi largo fra professionisti del calibro di Tony Martin, Tom Dumoulin o Chris Froome. Moscon è nato in Trentino il 20 aprile 1994. Ad appena 23 anni si è già fatto notare nel mondo del ciclismo per la sua grinta e le sue doti, che gli hanno permesso di ottenere già degli importanti successi.

Le gare che lo hanno fatto conoscere al mondo sono soprattutto due: la Parigi-Roubaix e la Vuelta a España. Nella prima, Moscon conquista un importante e significativo quinto posto e nella seconda si avvicina addirittura moltissimo a vincere la tappa nella tredicesima frazione.

Anche nel nostro Paese ha potuto far vedere il suo talento, aggiudicandosi il primo posto nel campionato italiano a cronometro del giugno 2017: un grande risultato considerando che corre da professionista soltanto dal 2016. Proprio l’anno scorso è entrato a far parte del Team Sky. Possiamo dire che il suo è stato un anno d’oro, anche se ha avuto pure dei grattacapi, nella sua nascente carriera.

Risale al mese di aprile 2017, infatti, la sua espulsione dal Team Sky, a causa di un episodio di stampo razzista. Pare che durante il Tour de Romandie si sia lasciato andare a uno sproloquio razzista nei confronti di un suo avversario, il ciclista francese Kévin Réza. Ben sei settimane di riposo forzato che hanno però permesso all’italiano di allenarsi duramente in vista dei prossimi obiettivi.

Oggi lo ritroviamo carico e pieno di aspettative per questo Mondiale, come uno che potrebbe dare qualche grattacapo al campione in carica Tony Martin. Gianni Moscon è pronto per farsi notare ed entrare nella top 10: il percorso odierno è sicuramente alla sua portata, essendo lui,  come sappiamo bene, molto forte nei percorsi in salita.
Ma ricordiamoci che si scontra con i professionisti e non sarà facile primeggiare anche stavolta. Fra loro ci sarà lo stesso Chris Froom, al quale faceva da gregario nella Vuelta a España.

In che forma fisica ed emotiva svolgerà la sua prova di cronometro individuale di oggi?

Sembra sia abbastanza in forma, nonostante il Team Sky non gli dia tregua perché punta molto su quello che considera un talento emergente, ma è proprio grazie alla fiducia che ha riposto in lui che Moscon può dire oggi di essere un professionista.

In una recente intervista, oltre alla sua ammirazione per il Team Sky, Moscon ha anche ribadito di essere molto tranquillo per questa nuova prova che sta per affrontare. Sa bene che dovrà vedersela con ciclisti di punta, ma promette di dare il meglio di sé. Non possiamo fare altro che tifare per lui e seguire la sua prova.