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Quella di stasera a san Siro è una partita dal profumo d’Europa, Milan – Torino si affrontano con l’obiettivo per entrambe di agguantare quel posto in classifica che, per i rossoneri significa Champions League, per i granata Europa League.

Non è una partita come le altre, è una classica del calcio italiano accomunate anche dal passato di un grande come Gigi Radice, storico calciatore rossonero e grande allenatore granata, che è scomparso qualche giorno fa. Il “tedesco” sarà ricordato dal Meazza con un minuto di silenzio.

Sarà anche la notte dei due numeri 9, due bomber come Gonzalo Higuain e Andrea Belotti.
Attaccanti che vivono per il gol e che, in questa stagione, stanno trovando un po’ di difficoltà più che a livello realizzativo (5 gol per entrambi) a livello di prestazioni e di carattere.

Il Pipita torna dopo la serataccia contro la Juve, con l’errore dal dischetto e la successiva espulsione, il Gallo sta vivendo una stagione un po’ sottotono, tanto da essere escluso anche dal ct Roberto Mancini, tre delle cinque reti le ha realizzate dal dischetto, nonostante abbia giocato tutte le partite.

L’argentino però è quello che sente di più questa partita perché ha voglia, anche se non ce n’è bisogno, di dare delle risposte al pubblico rossonero.

L’espulsione di Gonzalo Higuain nel match contro la Juve

L’ultima rete risale a un mese e mezzo fa contro la Sampdoria nel match terminato 3-2 per i diavoli. È rimasto a secco anche durante la goleada in Europa League contro i lussemburghesi del Dudelange.

Il Gallo vive di queste partite e il san Siro è uno stadio in cui ha fatto spesso gol. Ultima vittima l’Inter nel 2-2 d’inizio campionato.

L’esultanza di Belotti contro i nerazzurri

E pensare che proprio il terreno del Meazza poteva essere suo dato che il club rossonero lo ha cercato più volte per rimpiazzare Andrè Silva e Kalinic. Le grandi richieste del presidente granata, Urbano Cairo, e l’affare con la Juventus hanno poi fatto cambiare idea al direttore sportivo del Milan, Leonardo.

I pronostici possono essere vari, una cosa è certa i due bomber ci saranno e proveranno entrambi a colpire.

C’è chi è tornato al gol dopo un lungo digiuno (Belotti). Chi ormai è una piacevole conferma (Pavoletti). Chi ha smarrito la via della rete dopo un inizio travolgente (Piatek). Dopo l’anticipo tra Frosinone e Fiorentina (1-1), la serie A si appresta a vivere un sabato con i bomber protagonisti. E tanti fanta-allenatori sono lì davanti ai teleschermi, a incrociare le dita di fronte a partite che forse mai avrebbero seguito con tale pathos. Cosa c’è di meglio di uno Spal Cagliari alle 18 di un sabato di novembre, per esempio.

Torino Parma – Alle 15, allo stadio Olimpico “Grande Torino”, i granata cercano conferme dopo il convincente successo a “Marassi” contro la Sampdoria. Gli emiliani, invece, non vincono da un mese (in trasferta contro il Genoa) e vivono un periodo di appannamento. Nel Torino si è sbloccato il “gallo” Belotti. La doppietta contro i blucerchiati ha ripagato la fiducia di tanti che avevano puntato su di lui nell’asta estiva del fantacalcio. Il capitano aveva però deluso le attese, con una sfilza di 5 che non facevano bene né al suo morale né a quello dei fanta-allenatori. La speranza è che sia tornato quello di una volta, quello dei 26 gol in 35 partite nella stagione 2016-2017. Il centravanti granata vorrà anche rifarsi della mancata convocazione di Mancini in Nazionale.

Spal Cagliari – O’Pavoloso fa sognare l’isola e magari la Nazionale. Momento d’oro per Leonardo Pavoletti, a Cagliari dall’estate 2017 dopo la deludente parentesi napoletana. Cinque gol finora in campionato in dieci presenze. Numeri che gli sono valsi il ritorno con la maglia dell’Italia, convocato dal ct Mancini per le partite contro Portogallo e Usa. A quasi 30 anni l’attaccante livornese sembra aver trovato la sua dimensione ideale. E’ il leader dei sardi, ben allenati da Maran e che stanno disputando un ottimo campionato. Perno centrale di una squadra con tanta qualità. Pavoletti è, infatti, assistito in area dalle giocate di Joao Pedro, Castro e di Barella. Centimetri e muscoli che lo rendono devastante soprattutto nei colpi di testa.


Genoa Napoli – Il sabato di serie A si conclude a “Marassi” con la sfida tra due tifoserie gemellate. Genoa Napoli potrebbe addirittura rappresentare l’ultima chiamata per il tecnico Ivan Juric, richiamato sulla panchina rossoblu dopo l’esonero (inspiegabile) di Davide Ballardini. E proprio con il tecnico croato Krzysztof Piątek sembra aver perso la via del gol. L’avvio dell’attaccante polacco è stato sontuoso. Con 9 gol in 8 partite era stato il miglior esordiente in serie A dai tempi di Hansen nell’Atalanta della stagione 1949-1950. Poi, dopo il centro contro il Parma il 5 ottobre,  per Piatek inizia il black out. Il polacco non segna da un mese, in coincidenza dell’arrivo di Juric. Il calendario non ha aiutato (Juventus e Inter affrontate, tra le altre), il Napoli è osso duro, davanti ha il suo connazionale Milik. Ma Piatek non è uno che sembra intimorirsi per l’avversario di turno. I suoi fanta-allenatori confidano nel suo ritorno al gol.

 

 

 

Il Commissario tecnico Giampiero Ventura ha convocato 27 calciatori per la doppia sfida con la Svezia valida per il play off della Coppa del Mondo FIFA Russia 2018 in programma a Stoccolma (‘Friends Arena’ di Solna, 10 novembre ore 20.45 diretta Rai 1) e Milano (Stadio ‘Giuseppe Meazza’, 13 novembre ore 20.45 diretta Rai 1).

Tornano a vestire la maglia della Nazionale Jorginho, convocato per l’ultima volta in occasione dell’amichevole del 6 giugno 2016 con la Finlandia, Alessandro Florenzi e Simone Zaza, assenti rispettivamente dall’ottobre e dal novembre 2016. Dopo aver saltato per infortunio le due gare di ottobre con Macedonia e Albania, sono nuovamente a disposizione del Ct anche Andrea Belotti, Marco Verratti e Daniele De Rossi.

convocazioni play off

Gli Azzurri si raduneranno domani sera al Centro Tecnico Federale di Coverciano, dove si alleneranno fino a giovedì, quando è prevista la partenza per Stoccolma. Il giorno successivo alla gara di andata, la Nazionale farà rientro in Italia e si trasferirà al ‘Centro Sportivo Suning’ di Appiano Gentile, dove preparerà il match di ritorno.

L’elenco dei convocati

Portieri: Gianluigi Buffon (Juventus), Gianluigi Donnarumma (Milan), Mattia Perin (Genoa);
Difensori: Davide Astori (Fiorentina), Andrea Barzagli (Juventus), Leonardo Bonucci (Milan), Giorgio Chiellini (Juventus), Danilo D’Ambrosio (Inter), Matteo Darmian (Manchester United), Daniele Rugani (Juventus), Leonardo Spinazzola (Atalanta), Davide Zappacosta (Chelsea);
Centrocampisti: Federico Bernardeschi (Juventus), Antonio Candreva (Inter), Daniele De Rossi (Roma), Stephan El Shaarawy (Roma), Alessandro Florenzi (Roma), Roberto Gagliardini (Inter), Lorenzo Insigne (Napoli), Jorge Luiz Frello Jorginho (Napoli), Marco Parolo (Lazio), Marco Verratti (Paris Saint Germain);
Attaccanti: Andrea Belotti (Torino), Eder Citadin Martins (Inter), Manolo Gabbiadini (Southampton), Ciro Immobile (Lazio), Simone Zaza (Valencia).

L’ultima apparizione di Sebastian Giovinco con la maglia della Nazionale risale all’incirca a un anno fa: 13 ottobre 2015, stadio Olimpico di Roma, Antonio Conte concede al giocatore del Toronto una mezz’ora di gioco, subentrando all’infortunato Eder, nel match vinto per 2-1 contro la Norvegia. Il talento salpato in America non ha mai convinto del tutto l’attuale allenatore del Chelsea che l’ha poi escluso dalla formazione che ha partecipato a Euro 2016. Problema evidente di modulo, ci può stare come motivazione. Nel 3-5-2 dogmatico di Conte, Seba non era piazzabile, lui che, il suo meglio lo garantisce come seconda punta pura o appena dietro l’attaccante di riferimento.

Del resto chi meglio di Conte può conoscere la Formica Atomica? Voluto alla Juventus nell’estate del 2012, dopo l’esplosione a Parma, Giovinco è rimasto per molti un bel desiderio inespresso, la bellezza a intermittenza tipica di quei talenti che i tifosi più romantici non riescono a capire e trovare rassegnazione. La Juventus c’ha provato una, due, tre volte: lui nato a Torino, dall’età di nove anni in tutta la trafila bianconera, non poteva essere una meteora da quelle parti.
Una breve comparsa nella Juve vestita da Serie B, un giro a Empoli, poi il ritorno in bianconero, le convincenti stagioni al Parma e il terzo e ultimo ritorno nella sua città e nella sua squadra. Bene nel complesso il primo anno anche se non dimostra lo strappo da campione, poche apparizioni l’anno dopo, quasi nulla nel 2014-2015. A gennaio chiude la valigia e sbarca in Canada, città Toronto. Esplode definitivamente collezionando 69 partite, 45 gol e 28 assist, ultima tripletta nella semifinale contro i New York City di Pirlo nella semifinale playoff della Conference Est di Mls. Nel punto più basso della sua carriera, fatta di panchine e delusione, quando molti vanno negli Stati Uniti per chiudere la carriera, lui l’ha riaperta trovando un ambiente che, mentalmente, lo fa stare bene.

Oltreoceano, nel 2016 (e la stagione non è ancora finita), ha realizzato 21 reti e 16 assist, affermandosi tra i giocatori più determinanti, incisivi e spettacolari. Conte non l’ha convocato per mancanza di affinità col suo modulo, ma forse anche per un pizzico di discredito verso un campionato, quello della Mls, ritenuto non troppo performante. Ora la gestione della Nazionale italiana è stata affidata a Giampiero Ventura e Giovinco non ha ritrovato una maglia azzurra. Problema di modulo, anche qui, un’altra volta con l’ennesimo 3-5-2.
Ma considerando l’infortunio di Berardi, l’esclusione di Pellè e un Balotelli che sta ritrovando se stesso in quel di Nizza, Giovinco ha fatto davvero tanto peggio rispetto gli altri attaccanti convocati per i prossimi impegni azzurri? Se dovessimo valutare l’intero anno solare (seconda parte della stagione 2015-2016 e nella prima parte dell’attuale 2016-2017) in pochi hanno sorriso: c’è sicuramente Lapadula con 20 gol nel 2016 (19 di questi realizzati con il Pescara in Serie B), convocato da Ventura per rimpiazzare l’infortunato Gabbiadini (per lui solo 5 realizzazioni). Positivo il bilancio di Belotti con 19 marcature e di Immobile, rientrato in Italia prima al Torino e ora alla Lazio, con 15 gol. La quarta scelta dell’ex allenatore del Toro è Pavoletti, 12 reti, prima di sprofondare nel quasi nulla con Zaza e le sue tre reti, per finire con Eder, solo due gol con la maglia dell’Inter da quando è arrivato a gennaio.

giovinco-nazionale

Possiamo sospettare, per indole italica, sulla caratura dei difensori avversari, sul tasso tecnico delle squadra, ma resta un dato, restano i numeri che, spesso, sono veritieri, e soprattutto le giocate: calci di punizione, colpi di genio, dribbling e assist. Indipendentemente dagli avversari, Sebastian Giovinco, quest’anno, ha fatto meglio di tutti. Ah, un’ultima cosa: sapete con quale modulo gioca il Toronto? Esatto, proprio il 3-5-2.