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È una delle stagioni più positive per Marco Belinelli in NBA, almeno dal punto di  vista  realizzativo. Molto meno per quanto riguarda i successi della sua Atlanta che, come s’immaginava a inizio torneo, sta vivendo un periodo di caos, e lo dimostrano le 30 sconfitte subite in Eastern Conference e l’ultimo posto in classifica.

Belinelli però comunque sta facendo del suo meglio per tenere la squadra a galla e gli anni di esperienza in NBA si iniziano a sentire. Ha acquisito consapevolezza dei propri mezzi e ha avuto modo di scontrarsi e incontrarsi con i migliori cestisti americani ed europei degli ultimi anni. Per l’anno prossimo, intanto, ci potrebbero essere delle sorprese perché il contratto con gli Hawks sarebbe in scadenza e si potrebbero creare scenari davvero interessanti per il bolognese. Tempo al tempo.

Ma torniamo a quelli che sono stati i campioni che Belinelli ha incontrato in questi anni e che lui stesso ha inserito in una classifica Top 5. Si tratta di quei cestisti che ha sfidato ma prettamente europei.

Dirk Nowitzki

Ha incontrato il tedesco in un match tra Italia e Germania oltre 10 anni fa.

Tutti sapevano che Dirk era un grandissimo tiratore, così, quando cambiavo su di lui sui blocchi, gli stavo attaccato perché faticasse a prendersi il tiro. Ma era impossibile. Mise palla a terra e mi saltò. Si sapeva muovere come una guardia, ed era così alto che non riuscivo a stopparlo. Quello che faceva era irreale. È uno dei 5 più forti di ogni epoca, secondo me!

Hedo Turkoglu

Ha giocato insieme al turco quando era a Toronto nei Raptors. È cresciuto grazie a Turkoglu.

A Toronto mi prese sotto la sua ala, e mi spinse ad arricchire il mio gioco. Era molto più forte di me fisicamente, ma era anche molto veloce e molto bravo a giocare in pick’n’roll, era difficilissimo da marcare. Sapeva passare la palla e farla arrivare esattamente nel punto giusto. Hedo sapeva giocare a basket, eccome!

Peja Stojakovic

Un tiratore come Belinelli che ammette che contro il gigante croato non c’era storia.

Mi è sempre piaciuto tirare, ma, in confronto a Stojakovic, sono uno che spara mattoni. Un giorno, quando giocavamo insieme a New Orleans, Peja mi sfidò in una gara di tiro da tre punti. Per cominciare, segnò 40 triple di fila. È stato il miglior tiratore con cui abbia mai giocato, probabilmente il migliore di sempre in NBA. Era professionale e mi ha aiutato anche tanto ad allenarmi sul mio tiro, cosa di cui avevo bisogno ai tempi

Anthony Parker

Per Belinelli era il Michael Jordan dell’Eurolega, un americano che faceva flagelli in Europa, hanno giocato insieme negli Spurs.

Con la Fortitudo Bologna, affrontammo la sua squadra, il Maccabi Tel Aviv, in finale di Eurolega. Ci massacrarono, perdemmo di più di 40 punti. Parker ne segnò 21 e penso non abbia sbagliato nemmeno un tiro, o al massimo uno o due. Al tempo avevo 18 o 19 anni, ero molto impressionabile, e Parker – almeno per gli europei – non era come Jordan. Ma era Jordan. Palleggiava tra le gambe in partita, cosa che quasi nessuno in Europa faceva in quei tempi. Era in grado di fare quelle stoppate chase-down come LeBron James

Manuel Ginobili

Non è europeo, si sa, ma Belinelli con cui ha giocato sia nelle gloriose vittorie a Bologna che a San Antonio e lo ha voluto inserire lo stesso.

Ginobili è un campione vero, mi ha mostrato tanti trucchi del gioco offensivo, la sua attenzione al dettaglio è sempre stata maniacale. Sa tutto di ogni avversario, altrimenti come farebbe ad essere ancora protagonista? Un perfezionista soprattutto durante i playoff

Partenza a singhiozzo per gli Hawks in questa stagione di Nba.

La squadra di Atlanta, in cui milita l’azzurro Marco Belinelli, è ferma a quota tre punti in classifica di Eastern Conference, fanalino di coda tra le squadre dell’area orientale americana.

Ultima sconfitta, in ordine cronologico, è stata in trasferta contro i Clippers. Il team di Los Angeles ha ottenuto così una vittoria dopo 9 sconfitte consecutive in Nba e pertanto rialza la testa.

I Clippers hanno ottenuto questo importante successo nonostante l’assenza dell’altro italiano in Nba: Danilo Gallinari. Il derby tutto azzurro, dunque, non è andato di scena, con il solo Belinelli in campo.  l problema al gluteo, che ha già fatto saltare otto partite, inclusa quella di Atlanta, al Gallo, infatti lo terrà fuori ancora una decina di giorni.

Faro dei losangelini è stato Blake Griffin, il quale, con una secca tripla doppia, ha trascinato non poco i compagni a questa importante vittoria.

A guidare invece Atlanta è stato il nostro Beli. La guardia azzurra nell’ultimo match contro i Clippers ha giocato solo 26 minuti, realizzando 20 punti (6/6 da due, 1/5 da tre e 5/5 ai liberi).

L’ingresso sul parquet di Marco Belinelli si fa subito sentire e l’azzurro trova subito ritmo dal perimetro, firmando quattro canestri consecutivi e poi chiudendo un primo quarto da urlo con una tripla. Il primo tempo è davvero buono per l’ex Spurs che chiude con 16 punti, tirando con un eccellente 7/8 dal campo. Purtroppo però come spesso accade agli Hawks in questa stagione, nonostante i parecchi punti davanti, si fanno prima agguantare e poi superare dagli avversari. Prima dei Clippers anche i Boston Celtics e New Orleans Pelicans.

La vita sportiva di Belinelli in America ora pare un po’ difficile ma tutto sommato le prestazioni del bolognese sono sempre ad alti livelli, tranne l’uscita contro i Celtics quando in 26 minuti, Belinelli ha realizzato solo 4 punti. Il cestista azzurro però non demorde e sa che questo periodo poco fortunato per la sua squadra dovrà, prima o poi, finire.

Dario Sette