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Fabio Aru non ce la fa fisicamente ed è per questo che si trova costretto a dire di no al Mondiale di Innsbruck il prossimo 30 settembre.

Il Cavaliere dei Quattro Mori con tanta amarezza ma anche con tanta professionalità ha deciso di non aggregarsi al team azzurro per la rassegna iridata, a causa della scarsa condizione fisica dopo la brutta caduta rimediata nella 17esima tappa della Vuelta di Spagna.

 

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Nelle ultime settimane e nelle recenti gare ho cercato di fare del mio meglio per dare segnali significativi, in vista del Mondiale. Purtroppo, la mia condizione non è quella che vorrei e, con ogni probabilità, non mi consentirebbe di onorare al meglio la convocazione in Azzurro. A malincuore, dopo essermi consultato con il commissario tecnico Davide Cassani, ho preso la decisione di rinunciare alla convocazione della Nazionale Italiana per i Campionati del Mondo di Innsbruck. È una scelta sofferta ma basata sul mio amore e rispetto verso la Maglia Azzurra. Credo sia giusto lasciare spazio a chi, in questo momento, può contare su una condizione migliore. Auguro il meglio ai miei colleghi che cercheranno di tenere in alto i colori dell’Italia sul tracciato di Innsbruck. Fabio Aru -ENG- In recent weeks and in recent races I have tried to do my best to give meaningful signals, in view of the Worlds. Unfortunately, my condition is not the one I would like to have and it would not allow me to best honor the convocation in the National Representative. Reluctantly, after consulting with Davide Cassani, I made the decision to renounce the call of the Italian National Team for the World Championships in Innsbruck. It is a painful choice but based on my love and respect for the Italian Jersey. I think it is right to leave room for those who, at this moment, can count on a better condition. I wish the best to my colleagues who will try to keep the colors of the Italian flag high on the Innsbruck race route. Fabio Aru

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Una scelta sofferta quella del 28enne ciclista sardo il quale questa stagione ha dovuto vivere una delle annate più sfortunate da quando è professionista.
Ritiro al Giro d’Italia all’inizio della 19a tappa e ventitreesimo posto alla Vuelta di Spagna. Numeri decisamente diversi da quelli ottenuti nelle stagioni precedenti in cui Fabio Aru è stato protagonista in tutte le grandi competizioni. Da ricordare che è uno dei pochi corridori ad aver indossato la maglia di leader in tutti e tre i Grandi Giri.

Per questa stagione ha dovuto issare bandiera bianca e per quanto riguarda il Mondiale lui stesso si è chiamato fuori per dare spazio a chi è più in forma. Tale scelta potrebbe contribuire in maniera più importante alla conquista della maglia arcobaleno che all’Italia manca dal lontano 2008 con Alessandro Ballan.

Il commissario tecnico ha accettato la scelta del sardo e al raduno premondiale di Torbole ci sono solamente gli otto che prenderanno parte alla gara.

Per la tappa di 258,5 chilometri da Kufstein a Innsbruck, Cassani ha convocato: Gianluca Brambilla, Damiano Caruso, Dario Cataldo, Alessandro De Marchi, Gianni Moscon, Vincenzo Nibali, Franco Pellizzotti, Domenico Pozzovivo.

In gara dunque il ct si affiderà a questi uomini ma ovviamente i due leader saranno Vincenzo Nibali, che si sta riprendendo al meglio dopo la caduta al Tour de France, e Gianni Moscon che tanto bene ha fatto in questa stagione.

L’ultima uscita dello Squalo è stata buona. Al Memorial Pantani, infatti, il messinese ha percorso su un tracciato particolarmente impegnativo di 200 km e ha potuto continuare la sua preparazione in vista del Mondiale.

Il fondo ce l’ho dopo essere uscito dalla Vuelta, ma mi manca quella “fucilata” che fa davvero la differenza. Magari la troverò nei giorni che mancano al Mondiale, oppure dopo, a fine stagione. Non sono al cento per cento. Credo al 90%, o all’89%.

Mancano oramai pochi giorni all’inizio del Mondiale di ciclismo e il commissario tecnico Davide Cassani sta iniziando a pensare come preparare al meglio la il gruppo che prenderà parte alla fase preparatoria.

Il team azzurro, per ora, è composto da undici convocati, ma in realtà al Mondiale di linea si correrà a Innsbruck in Austria il 30 settembre prossimo solamente in otto saranno in gara.

Tra questi sicuramente uno degli azzurri più in forma del momento, Gianni Moscon. Il ciclista trentino del team Sky si è aggiudicato la novantesima edizione del Giro della Toscana. Il successo è giunto in volata in cui l’azzurro ha battuto allo sprint di Pontedera il francese Romain Bardet (AG2R) e Domenico Pozzovivo (Bahrain Merida).

La vittoria del Giro della Toscana bissa quella ottenuta sabato scorso nella Coppa Agostoni.

Tra i convocati ci sono i due campioni più importanti delle ultime stagioni ciclistiche: Fabio Aru e Vincenzo Nibali. Entrambi però non sono in forma: il Cavaliere dei quattro mori non è al meglio dopo la brutta caduta rimediata durante la Vuelta; lo Squalo, invece, seppur abbia partecipato alla corsa spagnola non è ancora al 100% dopo il grave incidente capitatogli al Tour de France.

Non sono nelle condizioni di fare la differenza e di poter vincere i Mondiali. Di salute sto meglio, ma la mia condizione l’avete vista, in quest’ultima Vuelta ho raccolto ben poco.

Proprio per questo motivo il ct Cassani, che comunque non si vuole privare dei due campioni, sta cercando altre soluzioni. Tra queste ci sarebbe proprio l’idea di puntare su Moscon, ma anche su Pozzovivo.

Per l’Italia la strada si fa dura ma comunque il gruppo cercherà di tirare fuori tutto il necessario per fare bene. La vittoria di un Mondiale manca da troppo tempo. L’ultimo azzurro ad aggiudicarsi il titolo iridato è stato Alessandro Ballan nel 2008 sulle strade di Varese. Successo che arrivò dopo i due trionfi di Paolo Bettini a Salisburgo (2006) e Stoccarda (2007).  

Come detto, oltre ai due veterani e a Moscon e Pozzovivo, prenderanno parte al gruppo: Gianluca Brambilla, Dario Cataldo, Damiano Caruso, Alessandro De Marchi, Davide Formolo, Franco Pellizzotti e Giovanni Visconti.  

Per quanto riguarda la cronometro il ct si affiderà a Fabio Felline e Alessandro De Marchi.

Tutti i convocati inizieranno la preparazione il prossimo 23 settembre a Torbole, in Trentino, per poi trasferirsi in Austria il 27 settembre.

Sarà un 2018 in cui i ciclisti italiani torneranno a ruggire. Se lo aspettano in molti: gli appassionati, il commissario tecnico dell’Italia Davide Cassani e lo sperano soprattutto loro.

Abbiamo parlato di Vincenzo Nibali e di quella che sarà la sua prossima stagione nel team Bahrain Merida.

Da un isolano a un altro. Dallo Squalo al Cavaliere dei Quattro Mori, Fabio Aru. Il ciclista sardo ha da qualche mese cambiato squadra, passando dall’Astana (ex team anche di Nibali) alla UAE Team Emirates.

La scorsa stagione è stata un po’ altalenante anche e soprattutto a causa degli infortuni. In effetti la rinuncia di essere assente al Giro d’Italia numero 100 è stata assai dolorosa anche per via delle prime tappe corse proprio in Sardegna. Il grave infortunio al ginocchio lo ha lasciato ai box e, in corso d’opera, ha cambiato strategia su quella che è stata la scorsa stagione, optando per la Grande Boucle.

Proprio nel Tour, Aru è riuscito ad indossare, solo per alcune giornate, la maglia gialla e a conquistare una vittoria di tappa. Lo scettro è poi passato a Chris Froome che ha chiuso leader sugli Champs Élysées di Parigi.

Il sardo però ha chiuso i campionati italiani da vincitore tanto che per tutta la corsa francese ha indossato il tricolore. Per il 2018 il Cavaliere dei 4 Mori è pronto per un’avventura, con squadra e spirito nuovo.

A differenza del suo compagno e collega Vincenzo Nibali, Aru non ha ancora ben chiaro il programma per la prossima stagione. Lo Squalo siciliano ha chiarito che non prenderà il al Giro d’Italia, optando per il Tour de France. Il sardo invece è ancora in una fase di studio e non ha deciso ancora il piano per le grandi corse.

Una cosa è certa, sarà presente alla Vuelta di Spagna (così come Nibali) per tenere le gambe allenate in vista dei Mondiali di Innsbruck, che si correranno nel mese di settembre, un percorso duro adatto alle caratteristiche dei due corridori.

 

Convinto che il corridore sardo faccia una stagione ad altissimi livelli è il ct azzurro, Davide Cassani. L’allenatore dell’Italia è sicuro delle potenzialità di Fabio Aru data anche l’esperienza accumulata nel corse delle ultime stagioni.

 Aru ha vinto una Vuelta e un campionato italiano, ha indossato la maglia gialla, è stato protagonista al Tour de France, penso che per avere la consacrazione definitiva debba vincere un Giro d’Italia e penso che abbia le capacità per farlo.

Non ci resta dunque che aspettare la prossima primavera per vedere come starà Fabio Aru al Giro. In effetti, anche se ancora non è arrivata l’ufficialità, sembra molto più probabile la sua partecipazione alla corsa in rosa piuttosto che al Tour de France. Tuttavia c’è da attendere il programma ufficiale dell’atleta.

Era nell’aria, ma l’ufficialità è arrivata solo ora Da oggi è ufficiale il passaggio di Fabio Aru alla UAE Team Emirates. Il campione d’Italia lascia così l’Astana Pro Team con cui militava dal 2012 per legarsi alla compagine di matrice italiana ma di licenza emiratina. Il sardo ha siglato un accordo triennale.

Il team manager Carlo Saronni spiega:

“Diamo il benvenuto a un campione come Fabio Aru, le sue qualità si abbinano alla perfezione alle ambizioni della squadra. Oltre a sottolineare l’enorme potenziale di Aru, mi piace rimarcare come Fabio sia un corridore in grado di suscitare la passione dei tifosi e come sia amato per la sua generosità in bici: contribuirà con le sue prestazioni a veicolare un’ottima immagine del team e a raggiungere importanti traguardi agonistici”.

Dal canto suo Aru ha aggiunto:

“Sono onorato per la volontà espressa dalla dirigenza e dagli sponsor dell’UAE Team Emirates di unire i nostri percorsi ciclistici, ringrazio per la fiducia accordatami e spero di ripagare presto le aspettative. Vorrei rivolgere un ringraziamento anche a tutti coloro che mi hanno accompagnato fino a ora nella mia carriera, sono stati tutti importanti per la mia crescita”.

Fabio Aru, il campione d’Italia in carica, l’unico quest’anno ad essere riuscito a vestire la maglia gialla ad eccezione di Chris Froome, cambia squadra per dare inizio ad una nuova avventura.

Presentata a Parigi l’edizione per il 2018 del Tour de France. Partenza dalla Loira, sabato 7 luglio, e arrivo a Parigi il 29 luglio. Prima si affronteranno le Alpi e poi i Pirenei. Ritorna la cronosquadre, terza tappa a Cholet.

La 105/a edizione del Tour de France partirà il 7 luglio da Noirmoutier-en-Ile, sull’Oceano Atlantico, per i primi tre giorni sulle strade della Vandea. Pianura dunque, ma con una crono a squadre già il terzo giorno, tra La Roche sur-Yon e Cholet. Il Tour 2018, presentato oggi a Parigi, prevede tanto pavé, per un totale di 21,7 chilometri, un record dal 1980, oltre che sei tappe di montagna tra La Rosière, Alpe d’Huez e Col de Portet. Previsto anche un passaggio inedito su un percorso non asfaltato sul plateau de Glières, sempre nelle Alpi, una prova mai vista dal 1991.

LE TAPPE

sabato 7 luglio: Noirmoutier en l’Île-Fontenay le Comte (195 km)
domenica 8 luglio: Mouilleron Saint Germain-Roche sur Yon (185 km)
lunedì 9 luglio: Cholet-Cholet (35 km, cronometro a squadre)
martedì 10 luglio: La Baule Escoublac-Sarzeau (192 km)
mercoledì 11 luglio: Lorient-Quimper (203 km)
giovedì 12 luglio: Brest-Mur de Bretagne (181 km)
venerdì 13 luglio: Fougères-Chartres (231 km)
sabato 14 luglio: Dreux-Amiens (181 km)
domenica 15 luglio: Arras-Roubaix (154 km)
martedì 17 luglio: Annecy-Le Grand Bornard (159 km)
mercoledì 18 luglio: Albertville-La Rosière (108 km)
giovedì 19 luglio: Bourg Saint Maurice-Alpe d’Huez (175 km)
venerdì 20 luglio: Le Bourg d’Oisans-Valence (169 )
sabato 21 luglio: Saint Paul Trois Châteaux-Mende (187 km)
domenica 22 luglio: Millau-Carcassonne (181 km)
martedì 24 luglio: Carcassonne-Bagnères de Luchon (218 km)
mercoledì 25 luglio: Bagnèrese de Luchon-Saint Lary Soulan (65 km)
giovedì 26 luglio: Trie sur Baïse-Pau (172 km)
venerdì 27 luglio: Lourdes-Laruns (200 km)
sabato 28 luglio: Saint Pée sur Nivelle-Esplette (31 km, cronometro)
domenica 29 luglio: Houilles-Parigi (115 km)

A poche ore dall’inizio della Vuelta di Spagna sono tanti i pronostici riguardo i favoriti della vittoria. In questa edizione 2017 ci sono molti big che, nonostante la partecipazione a Giro d’Italia e Tour de France, non hanno voluto mancare alla corsa spagnola.

Tra i favoriti c’è l’italianissimo Vincenzo Nibali che, dopo la vittoria del 2010 vuole riproporsi tra i papabili vincitori di quest’anno. Il ciclista siciliano, capitano della squadra Bahrein Merida, cercherà di riappropriarsi della maglia rossa del giro spagnolo dopo il forfait al Tour de France.

Lo Squalo dello Stretto da qualche mese ha deciso di lasciare la sua vecchia squadra, l’Astana, con cui ha trionfato nei tre maggiori tour mondiali (la Vuelta a España 2010, i Giri d’Italia 2013 e 2016 e il Tour de France 2014).

I successi con la squadra kazaka sono stati numerosi, grazie anche all’aiuto di squadra di compagni come Fabio Aru. Proprio lo scalatore sardo ora è punto fermo del team Astana dopo l’addio del messinese.

Con il team Bahrein sinora ha vinto il Giro di Croazia 2017, un terzo posto al Giro d’Italia numero 100 con vittoria della sedicesima tappa vinta al traguardo di Bormio.

La Vuelta arriva al momento giusto per Nibali, un modo per rimettersi in mostra dopo un periodo così così.

Boia che caldo !!! ?????????☀️☀️???

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A sfidare lo scalatore siciliano, l’ex compagno di squadra Fabio Aru e il vincitore del Tour de France 2017, Chris Froome. Il campione britannico vuole ripetere quanto fatto di buono alla corsa gialla, per tentare di vincere il suo primo giro spagnolo dopo tre secondi posti (nel 2011, 2014 e 2016).

Vincenzo Nibali è stato ed è tra i ciclisti italiani più vincenti della storia più recente, dopo i trionfi di Marco Pantani. Lo Squalo è riuscito, infatti, a conquistare una storica vittoria al Tour dopo i successi del Pirata del 1998, diventando il settimo italiano ad aver vinto la Grande Boucle.

Inoltre c’è da dimenticare la delusione a Rio 2016 con una caduta che ha infranto il sogno medaglia olimpica.

Ora le montagne della Spagna aspettano lo Squalo che cercherà di riprendersi la scena magari scalzando il favoritissimo Chris Froome.

Dario Sette

Parte il 19 agosto, con i 13,7 chilometri della cronometro a squadre di Nimes (Francia), la Vuelta 2017, 72/a edizione della corsa spagnola. Fra gli azzurri, due nomi su tutti: Fabio Aru e Vincenzo Nibali. Entrambi hanno già vinto la Vuelta.

Si apre il sipario sulla Vuelta a Espana, il meno ‘nobile’ tra i Grandi Giri che però, per qualità di partecipanti e per difficoltà del percorso, promette scintille e spettacolo in dosi massicce.

Che in Spagna si strizzi l’occhio agli scalatori è un dato di fatto, accertato dai 50 Gran Premi della Montagna che i corridori dovranno affrontare da Nimes, sede della prima partenza nella storia dalla Francia, a Madrid, rituale sede d’approdo. Ma anche le cronometro avranno un peso specifico importante: in totale sono 40,2 i chilometri per quelle individuali, 13,7 per quella a squadre di sabato, che sulle strade di Nimes assegnerà la prima maglia rossa, quella che contraddistingue il leader della classifica generale.

vuelta

Tra i favoriti ci sono due italiani, ex colleghi che ora si ritrovano uno contro l’altro ma sempre da amici. Si tratta ovviamente di Vincenzo Nibali e di Fabio Aru: il siciliano Bahrain-Merida, vincitore della Vuelta nel 2010 e secondo nel 2013, dovrà vedersi le spalle innanzitutto dal sardo dell’Astana, primo nel 2015 e reduce da un Tour de France vissuto tra i big (quinto ai Campi Elisi).

I riflettori sono ovviamente puntanti anche su Christopher Froome, il britannico del Team Sky che, dopo il poker alla Grande Boucle, tenta una storica doppietta dopo la piazza d’onore ottenuta nel 2016. L’ultimo a  riuscirvi è stato un fenomeno Bernard Hinault nel 1978.

Da non sottovalutare le ambizioni dei francesi Romain Bardet (AG2R-La Mondiale) e Warren Barguil (Sunweb), del lussemburghese Bob Jungels (Quick-Step Floors), del colombiano Carlos Betancur (Movistar), del veterano spagnolo Igor Anton (Dimension Data), del russo Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), dell’olandese Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo) e del britannico Adam Yates (Orica-Scott), in corsa assieme al fratello Simon (anche Vincenzo Nibali avrà l’appoggio di Antonio).

Circoletto rosso attorno al nome di Alberto Contador: il campione madrileno della Trek-Segafredo, tre volte vincitore della Vuelta (2008, 2012 e 2014), disputerà la sua ultima gara prima del ritiro. Una scelta coraggiosa che gli vale il pettorale numero 1 in un gruppo pronto a salutarlo come merita.

 

Sulle montagne più sacre del Tour de France, l’italiano Fabio Aru, lascia parecchi secondi sia sul leader Froome che sugli inseguitori, tanto da cadere giù dal podio.

Il ciclista sardo ha stretto i denti fino all’arrivo in discesa dopo la scalata del Galibier (la salita mitica che fece da trampolino alla vittoria di Pantani nel 1998), ma all’arrivo è giunto con 31 secondi di ritardo (35″ calcolando l’abbuono) che in classifica generale significa meno 53” dal campione britannico in maglia gialla e quarto posto. A vincere la tappa è stato Primoz Roglic, dopo una fuga di 100 km, giungendo solo al traguardo di Serre Chevalier.

Quando hanno attaccato: non ho avuto le energie per rispondere!

Il “Cavaliere dei 4 Mori” sa di aver perso e certo non è contento del risultato della tappa di montagna, tuttavia non getta la spugna ed è convinto che fino all’arrivo sugli Champs Élysées a Parigi qualcosa si possa ancora fare.

Il Tour de France del campione italiano è stato comunque da incorniciare. Ha indossato per diversi chilometri la maglia gialla e lo ha fatto praticamente senza compagno di squadra a supporto. È proprio questa la vera differenza con i diretti concorrenti alla vittoria del giro francese. Il campione Chris Froome tuttora ha uomini che lo sostengono in tappa, così come il transalpino Bardet.

Oggi c’è un’altra tappa dura sul colle dell’Izoard e lo scalatore italiano sa che può fare bene se la pedalata è quella giusta. Aru proverà a rifarsi sotto e guadagnarsi il podio verso Parigi che sarebbe strameritato, per come si sono evolute le situazioni in tre settimane di corsa.

Tra gli sfortunati della tappa montuosa, Marcel Kittel. Il tedesco, vincitore di cinque tappe e maglia verde, è caduto tanto da comunicare il ritiro dalla corsa gialla.

La stanchezza nei corridori si sente come ha ben testimoniato la foto di Pawel Poljanski ha postato sul suo profilo Instagram, e dopo l’arrivo a Parigi per molti ci sarà meritato riposo, per altri riprenderà la preparazione in vista della Vuelta di Spagna dove sicuramente sarà presente Vincenzo Nibali.

Dario Sette

Romain Bardet ha vinto. Chris Froome è crollato. Fabio Aru per la prima volta in carriera è in maglia gialla. Questi gli spunti principali della dodicesima tappa dell’edizione numero 104 del Tour de France, la difficile Pau-Peyragudes, di 214.5 chilometri, con insidioso arrivo in salita in prossimità della stazione sciistica dei Pirenei e con ben sei Gran Premi della Montagna, dei quali due di primo livello e uno hors categorie. Il francese della AG2R La Mondiale (al terzo successo in carriera alla Grande Boucle) ha preceduto di 2″ al traguardo il colombiano Rigoberto Uran (Cannondale, secondo) e il sardo Aru, terzo.

L’italiano della Astana ha preso 4″ di abbuono e ha staccato il britannico Froome (Sky) di 20″, diventando quindi il nuovo leader del Tour. Da domani il campione d’Italia gareggerà in maglia gialla: per lui ora 6″ di vantaggio su Froome, che oggi ha accusato un distacco di 22″ da Bardet nei soli 300 metri finali. Per il resto classifica generale rivoluzionata: con Nairo Quintana, l’infortunato Jakob Fuglsang (due microfratture per lui) e Alberto Contador attardati all’arrivo.

Completa il podio virtuale oggi il transalpino Bardet, a 25″ dal sardo. A ruota Uran, a 35″ da Aru. In pratica in poco più di un minuto ci sono quattro uomini pronti a darsi battaglia sino all’arrivo ai Campi Elisi di Parigi (previsto per il 23 luglio).
Dietro ai quattro “battistrada” trovano posto nella top eight: l’irlandese Daniel Martin (a 1’41”), il britannico Simon Yates (a 2’13”), lo spagnolo Mikel Landa (che oggi ha preceduto il suo caposquadra Froome, a 2’55”) e il colombiano Quintana (a 4’01”).

Esplosione di gioia per Aru all’arrivo

“Nella vita bisogna provarci. Io oggi ho provato ad attaccare a 350 metri dall’arrivo, lo strappo era veramente duro ma e’ andata bene. Vestire la maglia gialla e’ un’emozione incredibile, forse la piu’ bella per un ciclista”, ha detto il sardo, dopo le premiazioni. “Mi mancava questa maglia. Avevo indossato quella di leader al Giro e alla Vuelta ma mai qui. La corsa e’ ancora lunga: questo risultato e’ comunque molto importante. La squadra sta facendo tanto per me: questa maglia e’ dedicata a loro. Mi spiace per il ritiro di Cataldo e per i problemi che hanno condizionato oggi Fuglsang ma siamo sempre un grande team. E’ stata una giornata molto difficile, con la pioggia per buona parte del percorso. Complimenti a Bardet per la vittoria di oggi”, ha aggiunto Aru.

La 9/a tappa del 104/o Tour de France di ciclismo, vinta dal colombiano Rigoberto Uran, ha regalato il 2/o posto provvisorio nella classifica generale a Fabio Aru. Il corridore sardo dell’Astana, che stamattina alla partenza era terzo, adesso insegue la maglia gialla di Chris Froome a 18″ e precede il francese Romain Bardet, a 51″ dal leader.

Ma la 9/a tappa del Tour de France di ciclismo verrà ricordata anche per i ritiri: la stagione sfortunata di Geraint Thomas prosegue anche al Tour de France, dove il gallese, vicecapitano del Team Sky, è stato costretto al ritiro dopo una caduta, quando mancavano circa 100 chilometri alla fine della 9/a tappa, da Nantua a Chambery, lunga 181,5 chilometri.

Thomas ha rimediato la frattura della clavicola ed è stato trasportato in ospedale. Il corridore britannico era già stato costretto al ritiro all’ulltimo Giro d’Italia, dopo essere caduto ai piedi della salita del Blockhaus, andando a schiantarsi assieme al compagno Mikel Landa contro un motociclista della Polstrada fermo sul bordo della carreggiata.

Dopo Thomas, costretto al ritiro per caduta, è finito a terra Richie Porte.
L’australiano, fra i principali favoriti al successo di Parigi, è andato fuori strada e poi è rimbalzato sull’asfalto in discesa, a 22,7 chilometri dall’arrivo. Il capitano della Bmc ha coinvolto nella caduta anche Daniel Martin.

Domani la grande Boucle osserverà una giornata di riposo e riprenderà martedì 11 luglio con la decima tappa da Perigueux a Bergerac di 178 km.