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Dopo l’abbandono della nazionale svedese avvenuto nel 2016, Ibrahimovic sembra avere qualche ripensamento e pare stia pensando di tornare a giocare con la Svezia per i prossimi Mondiali di calcio 2018.

La notizia, che sta facendo il giro del web, viene direttamente dal protagonista, che ha postato sui social un messaggio che lascia intendere la possibilità di vederlo in campo a giugno in Russia. Ecco il suo tweet, che ha destato curiosità ma anche polemiche.

Sarà solo un suo desiderio o c’è del concreto dietro questo messaggio? A giudicare dalle parole dette poco tempo fa dallo stesso ct della Svezia, Andersson, sembra che la strada sia ancora lunga per il calciatore e decisamente in salita:

Zlatan ha lasciato la Nazionale nel 2016, se ora ci ha ripensato e lui a dover chiamare me. Io di sicuro non telefono a lui. Penso a concentrarmi sul lavoro e alle cose concrete. Voglio fare bene in Russia come contro l’Italia e su una cosa non si discute: qui comando io, non ci sono dubbi su chi sceglie i giocatori: io

Deciso e piuttosto infastidito dall’atteggiamento di Ibrahimovic, il tecnico svedese tende a salvaguardare la sua squadra, che ha conquistato la qualificazione al mondiale senza il suo aiuto in campo. In queste sue considerazioni trova il consenso di molti tifosi, che vedono nell’abbandono di Ibra un tradimento non ancora digerito.

Il giocatore, che da poco milita nella squadra dei Los Angeles Galaxy, si è ambientato piuttosto bene nel nuovo team e ha già regalato diverse soddisfazioni. Tre gol in tre partite è il suo bilancio attuale in poco più di un mese. Basteranno queste performances per convincere la nazionale svedese a riammetterlo in campo?

Sembra che Zlatan Ibrahimovic non abbia dubbi, come risulta chiaro dalle sue stesse parole:

Le possibilità che io giochi i Mondiali sono altissime

“Pressione? No, non posso dire di sentire su di me il peso delle aspettative di un’intera nazione. Ma voglio andare in Russia la prossima estate più di qualsiasi altra cosa al mondo, abbiamo tutto per vincere e i miei si sentono bene”.

A parlare è il ct della Svezia, Jan Andersson, pochi giorni prima della partita contro l’Italia che vale l’accesso al Mondiale in Russia nel 2018. Il tecnico svedese però carica i suoi:

“È una squadra piena di ottimi giocatori”, avvisa il c.t. che è anche alle prese con le non perfette condizioni di alcuni dei suoi, ovvero Lindelof, Durmaz ed Ekdal, ex di Siena, Bologna e Cagliari. E proprio Ekdal, secondo il tecnico, “sta meglio di prima, ed è sulla buona strada dopo un periodo di lesioni e problemi fisici che è stato lungo. Ma io conto su di lui”.

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Lindelof invece, dopo essere stato strapagato dal Manchester United, non riscuote la fiducia di Mourinho, che non lo fa giocare.

“Possiamo dire che a Manchester per ora non abbia avuto successo – ammette Andersson -, ma ora viene qui in nazionale e non deve lasciarsi influenzare da questa situazione. Sono sicuro che qui con noi darà tutto ciò che ha dentro”.

Centottanta minuti che valgono la qualificazione alla Coppa del Mondo: è iniziato il conto alla rovescia per il play off mondiale con la Svezia, un doppio confronto in programma prima a Solna e poi a Milano che metterà in palio il pass per Russia 2018.

Nel pomeriggio di sabato 4 novembre il Commissario Tecnico Giampiero Ventura diramerà le convocazioni per i due match e domenica sera gli Azzurri si raduneranno al Centro Tecnico Federale di Coverciano, dove il giorno seguente saranno impegnati nella prima seduta di allenamento. La squadra partirà giovedì 9 novembre alla volta della Svezia, venerdì 10 scenderà in campo alla ‘Friends Arena’ di Solna per l’andata del play off e all’indomani della partita farà rientro a Milano, dove preparerà il match di ritorno sul campo del Centro Sportivo Suning di Appiano Gentile.

Intanto il ct svedese Andersson ha parlato alla Gazzetta dello Sport:

“La storia non scende in campo. Abbiamo rispetto e non paura”. “Dovremo giocare al nostro top, concentrati al massimo sempre. Se ci riusciamo possiamo vincere contro tutti” E su Ventura aggiunge: “Non credo che lo staff azzurro ci sottovaluti, sono dei professionisti. Ma se dovessero farlo, allora tanto meglio per noi…”. Il giorno del sorteggio non ha tanto guardato a chi avrebbe voluto incontrare: “Più che altro sono stato contento di conoscere l’avversario. Così ho potuto cominciare a studiarli, a prepararmi. A lavorare invece di aspettare. Prima di sapere chi avremmo incontrato nei playoff, non aveva nessun senso studiare altre squadre”.