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«La decisione più passionale e razionale che abbia mai preso», dice Vincent Kompany, difensore belga e capitano del Manchester City. Anzi, ex oramai. Dopo 11 stagioni, 360 partite e tanti successi (in ordine di tempo  lo storico “treble” Premier League, FA Cup e Coppa di Lega), il leader dei Citizen ha annunciato il suo addio al club di Manchester, ma non al calcio giocato.

Kompany torna in patria, torna all’Anderlecht che lo ha lanciato come promessa talentuosa, in una nuova – inusuale – veste: giocatore e allenatore.

Per i prossimi tre anni assumerò l’incarico di allenatore-giocatore dell’Anderlecht. Il signor Coucke mi ha promesso tempo, budget, struttura e personale. Guardiola ha riacceso il mio amore per il gioco. Il Manchester City gioca il calcio che voglio insegnare e vedere

 

Passione, come ha detto lui stesso, per questo sport che ha professato con lealtà e grande maturità. Il difensore belga, che ha compiuto 33 anni meno di un mese fa, ha deciso di chiudere la sua lunga esperienza al City con cui ha giocato dal 2008 fino ad oggi e di cui era capitano, lasciando l’ultimo ricordo indelebile ai suoi tifosi, il bellissimo gol siglato contro il Leicester, nella terzultima giornata di Premier League, decisivo per la corsa al titolo finale.

Ho immaginato questo momento innumerevoli volte e ancora non mi sembra reale. Il Manchester City mi ha dato tutto e ho provato a restituire il più possibile. Ora per me è giunto il momento di andare

 

Il Manchester City, in realtà, avrebbe offerto a Kompany la possibilità di entrare nello staff di Guardiola o di continuare a giocare nel New York City, club satellite, ma il belga ha preferito tornare all’Anderlecht dove, come detto, potrà imparare il mestiere da allenatore e sentirsi ancora un calciatore per i prossimi tre anni. Il ritorno del “figliol prodigo”, cresciuto nelle giovanili e in prima squadra dal 2003 al 2006, prima di trasferirsi all’Amburgo.

 

Una scelta che ricorda altri precedenti, illustri o meno: Gianluca Vialli giocò e allenò nel Chelsea nel 1997-98 piazzando in bacheca una Coppa di Lega inglese, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa europea; o il suo predecessore, Ruud Gullit che, nel ruolo di giocatore-allenatore, ha conquistato la FA Cup 1996-97 diventando l’allenatore più giovane nonché il primo non britannico a conquistare questo trofeo. Di recente, ricordiamo l’esperienza di Marco Materazzi che nel settembre 2014, a 41 anni, ha firmato per gli indiani del Chennaiyin: terzo posto alla stagione d’esordio, successo in campionato nel dicembre 2015.

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Era nell’aria da un po’, ora è ufficiale: Xavi Hernandez ha mandato una lettera aperta ai media spagnoli annunciando che a fine stagione lascia il calcio per dedicarsi alla carriera di allenatore. Per i tifosi blaugrana, possiamo dire che Xavi si era ritirato dopo aver conquistato il secondo triplete del Barça, nel 2015, a Berlino nella finale di Champions contro la Juventus. In realtà era rimasto attivo andando a giocare in Qatar con l’Al Sadd. Per soldi, che servono sempre, e per iniziare a frequentare il corso da allenatore, legato all’accademia Aspire.

 

In questi quattro anni ha giocato, e anche vinto: il 4 aprile scorso ha conquistato la sua prima Liga del Qatar, la quattordicesima per il club, quarto titolo in Medio Oriente per il cervello del Barcellona di Guardiola. Che a 39 anni ha deciso di passare dal campo alla panchina. Ecco le sue parole:

Vincere la Liga delle Stelle del Qatar, l’unico titolo che mi mancava qui, rappresenta il finale perfetto alla mia carriera di calciatore. Come calciatore, non ti stanchi mai di vincere. Ora mi piacerebbe chiudere la stagione vincendo la Coppa dell’Emiro, però sono già curioso di vedere cosa mi prepara il mio futuro in panchina. La mia filosofia come allenatore riflette lo stile che abbiamo sviluppato per tanti anni alla Masia sotto l’influenza di Johann Cruijff, e che tiene la sua rappresentazione più alta nello stile di gioco del Barcellona. Adoro vedere le squadre prendere l’iniziativa sul terreno di gioco, il calcio d’attacco, recuperare l’essenza del calcio che tutti noi amiamo dai tempi della nostra infanzia: il gioco di possessione. Ciò che ho ottenuto negli ultimi decenni è stato un privilegio e penso che sia mio dovere provare a restituire qualcosa attraverso il calcio, se sarò in grado

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Il destino, dunque, è segnato: Xavi allenerà il Barcellona. Bisogna solo vedere quando e con quale presidente. Magari Gerard Piqué, o Pep Guardiola. In attesa che Ernesto Valverde si faccia da parte il catalano inizierà a fare esperienza altrove. Poi ci sarà il ritorno al Camp Nou. Dove il suo talento ha lasciato una traccia indelebile, così come in nazionale: ballando al suo ritmo la Spagna ha vinto Europeo, Mondiale ed Europeo tra il 2008 e il 2012. Un talento fuori dal comune, in campo. Vedremo come andrà in panchina: di certo, Xavi ha le idee chiare.

 

In occasione di Lazio-Cagliari, lunch match di sabato 22 dicembre 2018, il mister dei biancocelesti taglierà il traguardo della 100 gare in Serie A.
E’ quanto fa sapere FootStats.it, realtà specializzata in statistiche del calcio italiano, che ha provato a riassumere con i numeri la carriera nel massimo torneo italiano di Simone Inzaghi.

OLTRE IL 50% DI SUCCESSI

In 99 gare di Serie A, tutte alla guida della Lazio, Inzaghi ha raccolto 53 vittorie (53,5%), 20 pareggi (20,2%) e 26 sconfitte (26,3%). In sostanza, per 73 volte è riuscito a raccogliere punti (73,7%).
Il bilancio di Inzaghi in casa
27 vittorie
9 pareggi
13 sconfitte
36 match a punti

Il bilancio di Inzaghi fuori casa
26 vittorie
11 pareggi
13 sconfitte
37 match a punti

La Lazio 2018/2019 viaggia a circa 1,5 punti/match.
Nel 2015/2016, anno d’esordio, il ritmo tenuto fu di 1,7; nel 2016/2017 di 1,8; nel 2017/2018 di poco sotto gli 1,9 punti/match.

AFFRONTATE 25 SQUADRE CON 4 TABÙ E LA POSSIBILITÀ DI FARE 200

Dall’Atalanta all’Udinese Simone Inzaghi ha incrociato uomini e schemi con 25 club in Serie A. Il bilancio è positivo, somma di vittorie e pareggi maggiore rispetto al numero delle sconfitte, in 21 circostanze.
Le squadre che possiamo definire problematiche da affrontare sono quattro. In rigoroso ordine alfabetico rispondono ai nomi di: Inter, Juventus, Napoli (vero e proprio tabù, mai battuta a oggi) e Roma.
Al contrario, le società contro cui il mister piacentino ha raccolto soltanto trionfi ammontano a nove: Benevento, Carpi, Empoli, Frosinone, Hellas Verona, Palermo, Parma, Pescara e Udinese.

Curiosità: i gol marcati dalle sue Lazio ammontano a 198. Se in occasione della centesima panchina arrivassero anche due o più reti…

I MISTER AVVERSARI SONO A QUOTA 39

Fu Walter Novellino a tenere a battesimo Inzaghi su una panchina di Serie A. Palermo-Lazio, 32esima giornata del 2015/2016, terminò col punteggio di 0-3. Era il 10 aprile 2016. Poi sono arrivati altri 38 mister per avversari. Da Allegri, contro cui mai ha pareggiato in 6 incroci, a Zenga, affrontato 2 volte con un bilancio di 1 successo e 1 segno X.

 

Note di lettura: V = partite vinte dalle squadre allenate da Inzaghi; X = partite pareggiate dalle squadre allenate da Inzaghi; P = partite perse dalle squadre allenate da Inzaghi

Il Principato è pronto a riabbracciare uno dei suoi figli più talentuosi e puri: Thierry Henry che, nel Monaco, ha iniziato la sua carriera prima di prendersi i palcoscenici mondiali, torna in Francia, questa volta da allenatore del club che disputa la Ligue 1 francese.

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La prima esperienza su una panchina, per Titì, non poteva che essere il Monaco: ai recenti Mondiali di calcio in Russia, l’ex dell’Arsenal è stato l’assistente di Roberto Martinez nella nazionale belga, ma ora a Montecarlo prende il posto del portoghese Leonardo Jardim che, negli ultimi quattro anni, ha fatto grandi cose con i monegaschi, vincitori del titolo in Francia nel 2017. Henry, che ha firmato un contratto fino al 2021, sarà assistito dall’allenatore delle giovanili Carlos Valado Tralhao e da Patrick Kwame Ampadu, ex preparatore dell’accademia dell’Arsenal.

 

Dal 1994 fino al 1999, Henry ha giocato 122 partite con il Monaco prima di passare alla Juventus, club in cui si potè solo intuire il suo talento cristallino. Talento che, dopo aver vinto il Mondiale del 1998 con la Francia, tutto il mondo ha potuto vedere con la maglia dei Gunners, la sua seconda pelle. Con l’Arsenal ha totalizzato 228 gol, vinto due Premier League, tre FA Cup e due Community Shield. L‘esperienza con il Barcellona gli permise, invece, di conquistare la Champions League e la Coppa del mondo per club.

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Dopo nove giornate di campionato, il Monaco si trova ora terzultimo in classifica e in zona retrocessione. Ha ottenuto soltanto sei punti e ha vinto soltanto una partita, lo scorso agosto. Nelle ultime stagioni è stato il principale contendente del Paris Saint-Germain, motivo per cui le difficoltà incontrate in questo inizio di stagione hanno sorpreso tutti, nonostante la squadra sia inferiore a quelle degli anni passati.

Una curiosità: Henry ritrova in Ligue 1 anche Patrick Vieira, attuale allenatore del Nizza.

 

Ricominciare dallo Sparta Praga con l’imperativo di vincere il titolo e qualificarsi ai preliminari di Champions League. È l’obiettivo che punterà per la prossima stagione il neo allenatore della squadra ceca, Andrea Stramaccioni, il quale, dopo un periodo di stasi, ha deciso di riprendere l’attività continuando l’esperienza all’estero.

In effetti, il 41enne ex allenatore di Inter e Udinese è già alla sua seconda avventura lontana dall’Italia: prima di approdare nella capitale ceca ha guidato i greci del Panathinaikos, in una stagione che certo non si ricorda positivamente. Infatti, con i biancoverdi c’è stato sia un rendimento altalenante dal punto di vista delle prestazioni e dei risultati ma soprattutto ci sono state situazioni al limite dal punto del vista dell’ambiente: in molti casi i tifosi greci hanno creato subbuglio, tafferugli tanto che la squadra viene addirittura penalizzata in classifica.

L’allenatore romano, prima di firmare con la nuova società, ha risolto il contratto con il club ateniese con cui era legato fino al 2018.
Con lo Sparta, invece, ha firmato un contratto biennale da 1,5 milioni di euro a stagione, e insieme a lui ci saranno altri sette elementi all’interno dello staff. Tra questi potrebbero esserci anche l’ex difensore della Fiorentina, Tomáš Ujfaluši, e l’ex bomber del Cagliari e Udinese, Roberto Muzzi, già vice allenatore nel Panathinaikos.

I granata quest’anno hanno chiuso al terzo posto, che vale l’accesso ai preliminari di Europa League (sarà testa di serie, impossibile l’incrocio col Milan), quindi non c’è tempo da perdere, la società ha subito definito l’allenatore con cui si cercherà di mettere le basi su quella che sarà la rosa per il 2017/2018.
Il presidente Daniel Křetinsky, magnate dell’energia e tra i dieci più ricchi della Repubblica Ceca, ha grosse ambizioni per il suo club: lo scopo è quello di ottenere la vittoria del campionato che manca da tre anni.

Per aiutare il tecnico italiano alla conquista del titolo, potrà esser acquistato qualche attaccante direttamente dalla Serie A. Piacciono il macedone Nestorovski del Palermo e il croato Budimir della Sampdoria, ma il vero sogno è l’argentino Rodrigo PalacioEl Trenza potrebbe sbarcare in Repubblica Ceca proprio grazie a Stramaccioni che lo conosce bene avendolo allenato all’Inter. Il 30 giugno prossimo scade il contratto con i nerazzurri e, seppur con 35 primavere alle spalle, Palacio è un professionista che si allena quotidianamente a pieno ritmo e porterebbe esperienza, vivacità all’interno del gruppo e voglia di vincere.

Andrea Stramaccioni auspica che sia una stagione ricca di soddisfazioni dopo le parentesi non proprio felici con l’Inter (65 presenze e tanti rammarichi), Udinese (41 presenze e record negativo per la società friulana) e Panathinaikos (52 presenze). Che Praga sia un trampolino di lancio per un allenatore ancora giovane ma che è nel mondo professionistico già da parecchi anni.

Dario Sette

Il calcio italiano si appesta a vivere una nuova era e a cambiare forma. Tecnologia e interessi economici porteranno la Serie A a una doppia epocale novità. Dalla stagione 2018-2019, infatti, sarà introdotta la Var, la cosiddetta moviola in campo e, per preparare fisicamente i calciatori al Mondiale in Qatar nel 2022 verrà sperimentato l’inizio del campionato addirittura a ferragosto.
Novità che, in realtà, circolavano già da diverso tempo, tra semplici voci di corridoio e proposte semiserie, ma dopo l’ultimo consiglio dei vertici sportivi internazionali, adesso si ha una data d’esordio che verrà ufficializzata entro il prossimo giugno.
Solo pratiche burocratiche, in verità: le strette di mano ci sono con buona pace di tutti gli organi di competenza.

La moviola in campo

Partiamo dalla Var (Video assistance referee). La recente amichevole tra Francia e Spagna con il gol annullato ai transalpini e la rete convalidata a Deulofeu tramite utilizzo della moviola ha convinto anche i più critici.
Di test nell’ultimo anno se ne sono fatti parecchi e dimostrano che, grazie a un pronto dialogo tra arbitro di gara e video assistenti, è possibile prendere con serenità la giusta decisione in pochissimo tempo.
Addio dunque alle care discussioni da bar o alla crociata di Aldo Biscardi. Dopo la goal-line technology, dunque, in Italia crolla un altro tabù legato allo sport più amato nella penisola.
Come detto, a partire dal 2018, i cinque maggiori campionati europei avranno a disposizione un prezioso aiuto tecnologico in più. Come già visto anche in Italia, ve ne avevamo parlato qui, nell’amichevole tra Italia e Germania under 16 giocata a Verona il 22 marzo è stato, infatti, annullato il primo calcio di rigore grazie all’ausilio della Var. E sono bastati solo 14 secondi.

C’è chi ovviamente storce il naso sostenendo che le troppe perdite di tempo rallenteranno e spezzetteranno il ritmo del gioco, ma Ruud Bakker, delegato europeo della moviola in campo, rasserena gli scettici:

Il calcio adesso è molto più veloce rispetto a 20-30 anni fa. Gli arbitri sono spesso chiamati a prendere decisioni in un battito di ciglia e, come abbiamo visto, non sempre l’assistenza dei giudici di porta ha portato a decisioni corrette. Anche per gli stessi tifosi che ci mettono cuore e passione, anche per dare costante credibilità a uno sport amato e seguito, non possiamo più girare lo sguardo da un’altra parte e rimandare la decisione

 

Ancora non è chiaro quando l’arbitro potrà avvalersi dall’assistenza mediante video, se solo in caso di rigore o fuorigioco o esteso anche su espulsioni e altri episodi dubbi, ma un prezioso rapporto lo potrà dare il Mondiale che si giocherà in Russia: entro marzo 2018, infatti, l’International Board darà il suo nulla osta, o meno, all’impiego della tecnologia di supporto arbitrale durante la Coppa del mondo.

 

Il clima del Qatar preoccupa: serie A parte a ferragosto

Ma se questo piccolo passo per l’uomo, ma grande per l’umanità era già nell’aria, ha sorpreso, invece, la decisione di anticipare l’avvio della Serie A il 15 di agosto.
E qui pesa la scelta di giocare il Mondiale del 2022 in Qatar che ha già stravolto le logiche calcistiche: spinti da patti economici, per la prima volta, infatti, la manifestazione iridata farà tappa in Medio Oriente e, considerando le temperature proibitive del paese qatariota, la Fifa ha imposto di giocare in inverno e non nei classici mesi di giugno e luglio.
Ma Ala Buf, a capo dei delegati che si occupano della tutela e del monitoraggio climatico in relazione alle attività agonistiche ha di fatto confermato che, anche giocando a dicembre o gennaio, il clima sarà afoso, umido e privo di vento.

Gli atleti devono allenare il corpo ed essere pronti psicologicamente, pertanto, ecco la volontà di anticipare l’avvio della Serie A a ferragosto. Una scelta che, in sostanza, si uniforma alla Bundesliga o alla Premier League che, però, hanno medie climatiche decisamente diverse dalle nostre. Provate a immaginare una partita giocata al Barbera giù in Sicilia o anche al San Paolo di Napoli.
Una condizione, inizialmente, proibitiva non solo per calciatori, ma anche per gli stessi tifosi. Non ci sono ancora conferme sugli orari delle partite di agosto, sembra umanamente plausibile che saranno tutte in notturna anche se gira voce di un anticipo alle 18.00. Da riprogrammare, quindi, tutte le attività nei ritiri estivi delle società che già vedono ridotto il periodo di preparazione perché molti giocatori saranno da poco rientrati dal Mondiale in Russia.

Tra l’altro questa decisione arriva qualche giorno dopo la dichiarazione del ct Giampiero Ventura che aveva proposto di anticipare di una settimana l’inizio della Serie A (stagione 2017, però), in modo da avere più giorni di rodaggio nelle gambe per prepararsi alla sfida decisiva contro la Spagna del 2 settembre:

E’ interesse nazionale anticipare l’inizio del campionato al 13 agosto. Ho chiesto di giocare tre domeniche di campionato prima di affrontare la Spagna, ma mi hanno detto di andarmi a ricoverare. Giocano tutti prima, noi siamo un po’ schematizzati, ma per raggiungere grandi obiettivi, bisogna anche creare i presupposti

 

Insomma, tra calcio “spezzatino”, giocato ad agosto e con la moviola in campo, quello che sembrava impensabile anche solo 15 anni fa, ora è diventato realtà. E pensare che prima molte partite si giocavano solo la domenica in contemporanea…