Russia 2018

Diario Mondiale: la Francia è la prima finalista di Russia 2018

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Nel 1998, nel Mondiale che parlava francese, fu il difensore Thuram, con una storica quanto irripetibile doppietta, a mandare la Francia in finale superando un’arcigna Croazia per 2-1. La prima finale nella storia Bleus, quella poi portata a casa (poca distanza a dire il vero da Saint-Denis alla sede della Federazione francese) schiantando per 3-0 il Brasile. Al tempo Didier Deschamps ringraziò Thuram, da compagno di squadra, e ringraziò anche Blanc, squalificato, per aver potuto ascoltare la Marsigliese e giocare la partita di una vita con la fascia di capitano al braccio.

Vent’anni dopo, esattamene due giri di decennio e una finale, la seconda, persa ai rigore contro l’Italia del 2006, c’è ancora Deschamps, questa volta da commissario tecnico, ma i ringraziamenti in semifinale vanno anche a questo giro a un difensore, Umtiti,  che di nome fa Samuel , come il profeta. “Il suo nome è Dio”, in ebraico.

 

La Francia batte 1-0 il Belgio nella prima semifinale in programma e accede così alla finale di Mosca del 15 luglio. Al 51’, con il suo stacco perentorio, sugli sviluppi del corner, sovrasta Fellaini ed è un messaggio di forza, di rabbia, di compattezza e completezza. Giroud, l’attaccante riferimento transalpino, può permettersi di segnare solo un gol tra questo Mondiale russo e il precedente brasiliano, perché la Francia è tutto questo. E’ soprattutto consapevolezza di non essere mai stata tanto brillante lungo questo mese, eccezion fatta per alcuni istanti durante il match contro l’Argentina.

Con Mbappè imbrigliato, che spolvera colpi di tacco e tocchi di genio mixate a sceneggiate del compagno di squadra al Psg, Neymar, e Griezmann non molto in palla, è stato il difensore del Barcellona e di origine camerunese a sbloccare la partita. Proprio lui in un derby cosmopolita e multietnico, con 23 giocatori, tra Francia e Belgio, figli d’Africa. Lui che non ha mai avuto dubbi su quale maglia nazionale volesse vestire, talmente convinto di poter essere importante per la Francia da non aver neppure vacillato di fronte al mitico Roger Milla che tentava di convincerlo a scegliere il paese dei genitori.

E’ il derby di cuore e di sangue di Thierry Henry, vice allenatore di Martinez, attento e motivatore, che durante gli inni non si scompone, ma interiormente esplode di orgoglio per sfidare i suoi connazionali. E con lo stesso orgoglio e rispetto al termine del triplice fischio, saluta i nuovi probabili eroi francesi, così come aveva fatto con gli altri avversari mentre il suo Belgio passava gironi, ottavi e quarti di finale.

Il fiammeggiante Belgio ha tenuto in scacco i Bleus per tutto un tempo con un inedito 3-2-4-1 e Dembélé in campo al posto dell’annunciato Carrasco per dare equilibrio alla squadra e costringere la Francia a stare rintanata. Ma il sogno del Belgio è durato appunto un tempo, con Hazard ispirato, De Bruyne praticissimo e Lukaku poco lucido. Poi Courtois nella ripresa tiene la partita ancora aperta, mentre il subentrato Mertens non riesce a spaccare il ritmo. Il Belgio esce in semifinale come nel 1986, quando si piegò all’Argentina di Maradona.

Mentre la Francia, al bivio, impegna la curva per la finale, i ragazzi del mago Martinez hanno ancora un’ultima partita, la finale del terzo e quarto posto. Sarà solo utile alle statistiche per molti, ma questo Belgio non può tornare in patria a mani vuote. Magra consolazione.

Francia (4-2-3-1): Lloris, Hernández, Pavard, Varane, Umtiti, Mbappé, Pogba, Griezmann, Kanté, Matuidi (41′ st Tolisso), Giroud (40′ st N’Zonzi). (23 Areola, 19 Sidibe, 17 Rami, 3 Kimpembe, 22 Mendy, 8 Lemar, 20 Thauvin, 11 Dembélé, 18 Fekir, 16 Mandanda). All.: Deschamps.

Belgio (3-1-4-2): Courtois, Alderweireld, Chadli (46′ st Batshuayi), Vertonghen, Kompany, Witsel, Dembélé (15′ st Mertens), Fellaini (35′ st Carrasco), E. Hazard, De Bruyne, Lukaku. (20 Boyata, 3 Vermaelen, 18 Januzaj, 17 Tielemans, 16 T. Hazard, 23 Dendoncker, 12 Mignolet, 13 Casteels). All.: Martinez.

Arbitro: Cunha (Uruguay).

Reti: 6′ st Umtiti.

Ammoniti: E. Hazard, Alderweireld, Kantè, Mbappé e Vertonghen

Angoli: 5-3 per il Belgio. Recupero: 1′ e 6′. Var: 0.

Giornalista professionista, cura “Curiosità sportive”, rubrica-memorabilia di aneddoti, storie e miti legati allo sport, riavvolgendo le lancette del tempo perché il suo cuore è ancora fermo sulla traversa dove si è stampato il rigore tirato da Di Biagio nel Mondiale del ’98.

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