Dimmi chi era Recoba

 14.50

Il calciatore Recoba è stato un eterno ragazzino, capace di giocate paradisiache e di lunghi periodi bui. Nel suo curriculum i numeri sono bassi e pochi i trofei, per uno che ha smesso di giocare a quarant’anni. Colpa di tutti e di nessuno, colpa sua e di chi non ha creduto in lui, colpa della sua poca voglia di allenarsi e della poca voglia di farlo allenare dei suoi tecnici. Ma se avesse giocato il doppio delle partite e segnato il doppio dei gol, non sarebbe entrato nella leggenda e non avrebbe conquistato schiere di appassionati.

Il calciatore Recoba è stato un eterno ragazzino, capace di giocate paradisiache e di lunghi periodi bui. Nel suo curriculum i numeri sono bassi e pochi i trofei, per uno che ha smesso di giocare a quarant’anni. Colpa di tutti e di nessuno, colpa sua e di chi non ha creduto in lui, colpa della sua poca voglia di allenarsi e della poca voglia di farlo allenare dei suoi tecnici. Ma se avesse giocato il doppio delle partite e segnato il doppio dei gol, non sarebbe entrato nella leggenda e non avrebbe conquistato schiere di appassionati.

Poche gocce di Chino hanno saputo dare un gusto diverso a tante pietanze. Peccato che infortuni, passaporti falsi e incomprensioni con gli allenatori gli abbiano impedito di usare il suo contagocce appena appena di più. Non troppo, altrimenti non sarebbe stata la stessa cosa.

Alvaro Recoba era e resta un giocatore unico. Irripetibile nel suo modo di essere, inclassicabile secondo i criteri canonici della nomenclatura calcistica, ingestibile per il suo essere anarchico senza vantarsene.
La semplicità è stata la base del successo di un fenomeno talvolta incompreso, talvolta incomprensibile.

Recoba è stato solo e semplicemente se stesso. Sempre e comunque.