Brazil – Vocábulario do futebol

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Il Brasile è il paese del calcio, per eccellenza. È passione universale, il futebol, nella patria dell’unica rappresentativa nazionale presente a tutti i Mondiali, di quella che ha vinto più titoli iridati. Il paese del Mondiale 2014, quello in cui il Gotha del calcio torna nella sua terra santa, a 64 anni di distanza dall’ultima volta. Perché un Mondiale in Brasile è qualcosa in più. Insomma: è “più” Mondiale. Questo manuale minimo di calcio brasiliano serve come…“riscaldamento” in vista dell’estate di Brasile 2014; un viaggio tra fuoriclasse e bidoni, squadre e tornei, modi di dire e curiosità. Perché così, magari, davanti alla tv o al bar potrete commentare un fallaccio bollando come açougueiro colui che lo ha commesso, stupirete tutti vantando la conoscenza dell’inventore dell’elastico e non commetterete mai l’errore di esultare spacciando per brasiliano un pezzo dance belga.
Con una licenza, abbandonando il portoghese brasiliano i cui termini permeano tutte le pagine, lo abbiamo chiamato Brazil. Per la presenza della A e della Z, prima e ultima lettera del nostro vocabolario, ma anche perché persino in Brasile il calcio l’hanno portato quelli che un tempo venivano chiamati “i maestri inglesi”. Prima di essere abbondantemente superati dagli allievi.

Il Brasile è il paese del calcio, per eccellenza. È passione universale, il futebol, nella patria dell’unica rappresentativa nazionale presente a tutti i Mondiali, di quella che ha vinto più titoli iridati. Il paese del Mondiale 2014, quello in cui il Gotha del calcio torna nella sua terra santa, a 64 anni di distanza dall’ultima volta. Perché un Mondiale in Brasile è qualcosa in più. Insomma: è “più” Mondiale. Questo manuale minimo di calcio brasiliano serve come…“riscaldamento” in vista dell’estate di Brasile 2014; un viaggio tra fuoriclasse e bidoni, squadre e tornei, modi di dire e curiosità. Perché così, magari, davanti alla tv o al bar potrete commentare un fallaccio bollando come açougueiro colui che lo ha commesso, stupirete tutti vantando la conoscenza dell’inventore dell’elastico e non commetterete mai l’errore di esultare spacciando per brasiliano un pezzo dance belga.
Con una licenza, abbandonando il portoghese brasiliano i cui termini permeano tutte le pagine, lo abbiamo chiamato Brazil. Per la presenza della A e della Z, prima e ultima lettera del nostro vocabolario, ma anche perché persino in Brasile il calcio l’hanno portato quelli che un tempo venivano chiamati “i maestri inglesi”. Prima di essere abbondantemente superati dagli allievi.

Lorenzo Longhi è nato nella Bassa modenese in un mercoledì di coppe europee del 1979, quando ancora imperversavano le squadre dell’Est. Giornalista, ha vissuto e lavorato anche in Inghilterra e a Milano, scegliendo poi il rientro in Emilia. Dopo avere scritto per un decennio sul Corriere dello Sport-Stadio, oggi viene ospitato principalmente dal sito di Sky Sport e l’Unità. Nel 2011 ha scritto Tutti gli uomini che hanno fatto la storia del Torino (Castelvecchi-Ultra Sport).
Web:www.lorenzolonghifreelance.com
Twitter:@longhifreelance