Curiosita Sportive

Un po’ di storia: Dorothea Agetle, prima atleta italiana paralimpica sul podio

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In attesa del nuovo grande evento offerto da Pyeongchang per domani, con l’inizio delle Paralimpiadi Invernali 2018, volgiamo uno sguardo al passato e ricordiamo la prima medagliata italiana della storia in una gara paralimpica.

Si tratta di Dorothea Agetle, vincitrice di diverse medaglie nell’arco della sua carriera, che nonostante non abbia mai svolto questo lavoro da professionista, dedicando anche la sua vita al lavoro da impiegata, è considerata la più grande fondista della storia.

L’atleta paralimpica di Bolzano ha fatto i conti la sua disabilità sin dall’età di 3 anni, ma la passione per lo sport l’ha aiutata a non mollare mai e al suo esordio, nel 1988, sfiora il podio per soli 11 secondi.  

Ai Giochi di Innsbruck, in Austria, dove lo sport è un obbligo, si è piazzata in quarta posizione, assaporando quasi l’idea della medaglia, mancata per pochi secondi: 

Arrivai quarta nella gara di 2.5 km, non presi la medaglia per soli 11 secondi. E c’è ancora qualcuno che, con una simpatia che vi lascio immaginare, mi chiede se, nel frattempo, io sia riuscita a ritrovarli quegli 11 secondi o se ancora li stia cercando. Un vero peccato, me lo ricordo bene

Ma Dorothea non si è persa d’animo e i suoi sacrifici e il grande impegno le hanno permesso di ottenere finalmente quella medaglia che tanto desiderava. Ma non fu una soltanto: una dopo l’altra arrivarono quelle medaglie che più che un premio per la gara erano un riconoscimento per essere riuscita a farcela nonostante la sua disabilità, vista non come un limite ma una possibilità. 

Il primo successo è datato 1992 ad Albertville, in Francia, dove per la categoria sitting vinse due bronzi, uno sulla 2.5 km e uno sulla 5 km. Poi nel 1994 fu argento sui 10 km a Lillehammer, dove fece anche il bis di bronzi. Un altra medaglia d’argento arrivò poi a Nagano, in Giappone, sui 10 km.

Ecco una delle pochissime foto che ritraggono la grande atleta, emozionata mentre riceve un riconoscimento per le sue performances ottenute nel 1992 come atleta plurimedagliata ad Albertville. 

A dimostrazione del suo modo di vedere lo sport come una passione e un divertimento, se le si chiede di ricordare uno dei momenti più significativi della sua carriera da sportiva paralimpica non si avrà una risposta scontata, legata ad uno dei suoi successi, ma un aneddoto che ancora racconta con grande emozione:

Mi ricordo di quando la norvegese, una che batteva anche i maschi, mi diede dei consigli per non farmi male alla spalla. Poteva non dirmi niente, fregarsene e, invece, mentre gareggiavamo e ci giocavano le medaglie, mi chiamò per nome e mi disse di non alzare troppo il braccio per non farmi male, per non rovinarmi l’articolazione. Sono le dolcezze dello sport che ricordo con maggior affetto

Del resto, oltre alle soddisfazioni, Dorothea Agetle ha anche vissuto attimi di sconforto e tristezza, come nel 2002 quando fu portabandiera alle Paralimpiadi di Salt Lake City. Di quell’edizione non conserva un bel ricordo, come racconta in queste parole:

Avrei potuto fare benissimo, ma fu una Paralimpiade sciagurata a livello emotivo e di squadra. Fui portabandiera e questo attirò su di me odio e invidie che mi rovinarono i Giochi. A pensarci, ancora mi dispiace tantissimo

Oggi, alla vigilia delle Paralimpiadi in Corea del Sud, ecco cosa si sente di dire ai giovani che da domani affronteranno questo percorso e a chi, dopo di loro, vorrà intraprendere la stessa strada: 

Lo sport è bello perché è divertimento, ma ricordatevi che ci vuole anche coscienza e costanza. Aiuta a inserirsi nella società e, vi dirò di più, è bello anche arrangiarsi, trovare delle difficoltà logistiche da superare, come le ho spesso superate io, è bello non avere tutto. Perché così facendo non si è debitori di nessuno e questa, per me, è una cosa importante

Fonte: Gazzetta dello Sport

 

Laureata in materie umanistiche ha fatto della sua passione per la scrittura e il giornalismo un vero lavoro a cui si dedica a tempo pieno. Vive in Sicilia ma gira il mondo coi suoi pezzi che trattano di tutto e di tutti, con particolare attenzione per l'affascinante mondo dello sport.

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