Nella giornata di ieri, Pyeongchang ci ha regalato un’altra cerimonia d’apertura degna di essere ricordata per gli effetti speciali, i giochi di luce, le animazioni e l’intero scenario scenografico.
Proprio com’era accaduto circa un mese fa quando si è celebrato l’inizio delle Olimpiadi invernali 2018, anche per l’inizio delle Paralimpiadi la partecipazione e l’interesse sono stati altrettanto vivi e hanno reso la serata memorabile.
In Corea del Sud si è scelto di seguire lo stesso tema delle scorse competizioni olimpiche “la passione che ci fa muovere” e solo un aspetto in tutta la cerimonia è stato completamente diverso.
Durante la sfilata, infatti, le due Coree hanno fatto il loro ingresso separatamente. In questa edizione si è deciso di gareggiare ognuno con la propria fazione, a testimonianza di un regime diplomatico e più amichevole intrapreso da entrambi i capi politici.
La cerimonia d’apertura di queste Paralimpiadi Invernali ha visto sfilare 547 atleti di 48 delegazioni. Ognuno di loro possiede delle disabilità fisiche, come quelle di tipo motorio e neurologico, e si sfideranno in sei discipline sportive: sci alpino, snowboard, para-hockey, curling su sedia a rotelle, cross country e biathlon.
Per l’Italia sono 26 gli atleti che gareggiano in alcuni di questi sport, tra cui la squadra di ice hockey con a capo Florian Planker, che in apertura ha avuto l’onore di essere anche portabandiera azzurro.
Gli italiani, così come gli altri atleti paralimpici provenienti da tutto il mondo, si batteranno per conquistare le 80 medaglie totali previste. Così come nella prima edizione dei Giochi paralimpici, le linee guida della manifestazione restano le stesse e tendono a promuovere lo sport come mezzo per superare determinate problematiche fisiche.
In origine erano i reduci di guerra a gareggiare per fare terapia fisica e al contempo per sentirsi ancora in grado di competere. Poi da quell’idea risalente al periodo della Seconda Guerra Mondiale si è arrivati all’istituzione delle Paralimpiadi Invernali che sono cominciate ufficialmente in Svezia nel 1976.
Oggi come allora gli atleti sono ancora in grado di regalare momenti di grande sport, resi ancora più spettacolari dall’impegno e dalla determinazione che ognuno di loro mette in ogni gara nonostante le evidenti difficoltà fisiche.
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