La lesione midollare non è completa. Una notizia pazzesca, come tutto quello che ho fatto in questi nove mesi e ho sempre voluto tenere per me. Quando si parla di cose di cui non si è sicuri, con la medicina è sempre meglio andarci con calma
Lo ha detto Manuel Bortuzzo, il nuotatore triestino vittima di una sparatoria alla periferia di Roma nel febbraio 2019 che gli ha provocato una lesione midollare, a Che Tempo che fa su Rai 2. A nove mesi dalla sparatoria che lo ha fatto finire in sedia a rotelle, Manuel Bortuzzo, giovane promessa del nuoto in lizza per un posto alle Olimpiadi, si racconta nel libro “Rinascere”, edito da Rizzoli, in libreria dal 5 novembre. «Eccomi qui, a raccontare di me, sperando di poter essere d’aiuto a chi ha dovuto far cambiare rotta ai propri sogni», dice il nuotatore che con la sua forza di volontà ha conquistato il cuore di milioni di italiani.
“Per 12 millimetri sono vivo, nella sfortuna mi è andata bene. Probabilmente un filamento di midollo è intatto e potrei tornare a camminare.”#ManuelBortuzzo a #CTCF da @fabfazio su @RaiDue 📺 pic.twitter.com/HxPgk6XHhc
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) November 4, 2019
Nel libro, Manuel ha voluto annotare tutti i suoi progressi, i suoi miglioramenti, ricordando che si era dato 10 anni per tornare a camminare. «Mio padre mi sostiene nella vita e mi sostiene anche in piedi», ha poi aggiunto il giovane atleta, commentando una foto pubblicata su Instagram, in cui il padre lo aiuta a stare in piedi.
Nato a Trieste nel 1999, Bortuzzo si allenava al Centro Federale di Ostia con campioni del calibro di Gabriele Detti e Gregorio Paltrinieri fino al giorno del tragico incidente del 2 febbraio 2019, alla periferia di Roma, in cui, per uno scambio di persona, è stato colpito alla schiena da un proiettile che gli ha provocato una lesione midollare. Oggi il suo sogno non è più partecipare alle Olimpiadi, ma ricominciare a camminare. “Rinascere” racconta ciò che di Manuel non sappiamo: la sofferenza, lo sconforto, la rabbia dopo “quella notte”, e più ogni altra cosa la forza che ha dovuto trovare dentro di sé, quello che ha imparato da questa vicenda, la determinazione dello sportivo e del ragazzo speciale che ha dimostrato di essere. Sono 176 pagine di dolore e di gioia incontenibile.
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