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Tennis: Venti dall’Est

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Il 2016 appena concluso si è caratterizzato per l’affacciarsi sulla scena mondiale di alcuni prospetti interessanti per il futuro del tennis, giovani rampanti pronti a lasciare il segno su palcoscenici di primario rilievo.

Ma quale movimento nazionale pare essere il principale fornitore di nuove leve del tennis che conta?
Senza dubbio la cara vecchia Russia.

Era dai tempi di Kafelnikov e, poco dopo, di Davydenko che non si vedeva un fermento così chiaro ed evidente nel panorama sovietico.

All’ombra del buon vecchio Youzhny che cerca, con alterne fortune, di giocare le ultime cartucce grazie alla sua classe innata, mantenendo un più che dignitoso n. 70 ATP e di Andrey Kuznetsov (45 ATP) che sembra non riuscire mai a superare lo step necessario ad entrare tra i “grandi”, si vedono avanzare convinti e a grandi passi dall’Europa Orientale almeno 2 giovani dal futuro probabilmente raggiante: Karen Khachanov, Daniil Medvedev.

KAREN KHACHANOV – Senza dubbio pare il più pronto dei 3. Già un titolo ATP nel carniere, dopo la grande vittoria a Chengdu contro Ramos Vinolas non ha però confermato, in questo inizio di 2017, le buone impressioni destate. Un po’ Berdych un po’ Cilic per gli esperti (ad avviso di chi scrive molto Raonic), l’attuale n. 52 del mondo ha colpi e potenza da fenomeno ma pecca in quello che é il requisito fondamentale dei tennis di oggi (Murray n. 1 ne è testimonial): la continuità.
Il 2017 può essere l’anno della conferma anche se la sconfitta al primo turno di Doha per mano del certo non irresistibile taiwanese Yen-Hsun Lu e quella senza appello con il pur quotato Sock a Melbourne dimostrano che il giovanotto deve ancora svoltare.

DANIIL MEDVEDEV – probabilmente il prospetto meno scintillante ma senza dubbio quello che pare avere proprio quell’ingrediente magico di cui prima si parlava: la continuità. Il secco 96 moscovita, entrato con continuità nel circuito dei grandi nel 2016 con gli ottavi ad Amburgo e i quarti di finale a Mosca dopo aver sconfitto nientemeno che Victor Troicki come migliori risultati, è tennista completo in entrambi i fondamentali, tra cui spicca sicuramente il dritto anomalo con il quale il punto è quasi assicurato. Punti deboli? Probabilmente la seconda di servizio troppo morbida e poco lavorata e il fisico minuto (1,96 per 80kg scarsi) che dovrebbe essere rinforzato per aumentare ancora la potenza dei colpi.

Senza allontanarsi troppo dalla Piazza Rossa, troviamo un altro bombardiere di indubbie doti che stuzzica la nostra fantasia: il nativo russo (ma dal 2016 naturalizzato kazako) Alexander Bublik.

ALEXANDER BUBLIK – il ragazzetto (classe 97) si è messo in mostra con un 2016 di tutto rispetto (è partito 964 ATP ed ha concluso 206) con un exploit rilevante nel torneo di casa (Mosca) dove ha raggiunto le semifinali prima di essere sconfitto dal solido Carreno Busta, poi vincitore del torneo. Promettente anche l’inizio del 2017 dove ha già collezionato uno scalpo di rilievo come quello di Lucas Pouille, n. 16 ATP, disintegrato in 4 set (con tanto di 6-0 nel primo) al primo turno degli Australian Open, salvo poi fermarsi al cospetto di Malek Jaziri. Senza dubbio fa di freschezza e di una gran combinazione servizio-dritto le sue armi migliori ma è forse ancora acerbo (anche fisicamente) per il grande salto. Staremo a vedere.

Volendo sbilanciarsi, su chi puntare? A mio avviso MEDVEDEV è quello che avrà il futuro nell’immediato più roseo.

Carattere, grinta, calma nei momenti decisivi… ci scommetto: nei primi 30 entro fine anno.

Michele De Martin

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