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Perché le tecnologie stanno avendo un grande impatto sul settore sportivo ultimamente?

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È inutile rammaricarsi: lo sport di DeCoubertin ormai è morto e sepolto. Secondo la visione del fondatore delle moderne Olimpiadi, lo sport era sostanzialmente basato sulla competizione fine a se’ stessa. E benché questo sia uno scopo nobile, l’evoluzione dello sport l’ha visto ritornare alle sue origini, derivanti dalle arti della guerra – e come tali, dipendenti non solo dalla preparazione fisica, ma dall’armamento.

L’evoluzione dello sport moderno: le attrezzature

Tutto il mondo dello sport è cambiato con l’introduzione dei moderni materiali e delle possibilità offerte dai computer, tant’è che non solo lo sport giocato è entrato in un’altra dimensione, ma anche quello “scommesso”. I moderni bookmaker offrono la possibilità di scommettere sulle partite dal proprio smartphone, usufruendo di quote live, ovvero che variano continuamente anche durante lo svolgimento delle partite su cui si sta scommettendo, fino al risultato finale.

È ovvio che, quando queste potenzialità informatiche vengono sfruttate per migliorare lo strumento attraverso cui si compete, i risultati sul campo non possono che migliorare. Senza addentrarci in sport estremamente tecnici quali la Formula 1 o il Moto GP, dove le performance dell’atleta dipendono in maniera sostanziale dalla progettazione e affidabilità del mezzo meccanico, anche in altri sport, che sembrerebbero meno soggetti a questa evoluzione, l’impatto delle attrezzature e dei materiali si rivela fondamentale.

Pensiamo per esempio al tennis, che tante soddisfazioni ha dato ultimamente ai colori azzurri. Il servizio più veloce mai registrato nella storia appartiene a un giocatore australiano, Samuel Groth, che nel 2012 ha fatto registrare una velocità di 263 km/h. Se facciamo un salto indietro nel 1994 i servizi di Pete Sampras, considerato un “bombardiere” raggiungevano i 206 km/h. Nel 1980, nella famosa finale di Wimbledon fra Bjorn Borg e John McEnroe lo svedese serviva a 160 km/h. Siamo proprio sicuri che il semi-sconosciuto Groth sia così più forte di una leggenda del tennis come Bjorn Borg, chiamato all’epoca “l’Alieno”?

Dalle racchette alle scarpette

Se pensate che nell’atletica o nel calcio le cose siano differenti, vi sbagliate di grosso. Le moderne scarpe da ginnastica o da calcio sono soggette a progettazione e ottimizzazioni continue da parte delle grandi case che le producono, e che impiegano – soprattutto per quelle professionistiche – enormi risorse tecnologiche nella loro progettazione. Per esempio, ricordiamo quanto è accaduto con le famose scarpe Adidas adiZero.

Mentre il trend tecnologico dell’epoca portava verso scarpette robuste e pesanti, in modo da sostenere il piede durante lo sforzo e assicurare stabilità, la Adidas nel 2010 ha percorso una strada completamente opposta con il progetto adiZero, che invece privilegiava la leggerezza. Sono state lanciate durante le finali della Europa League del 2010, e hanno trovato molto apprezzamento fra i giocatori professionisti, fra cui addirittura la “Pulce”, Leo Messi. Ne è stata realizzata una serie speciale venduta al pubblico in Limited Edition in 299 esemplari numerati. Il loro peso? Solo 99 grammi.

Il segreto di una performance così incredibile va alla suola in mesh di poliestere in pezzo unico spessa solo un millimetro. Secondo le parole del designer, Robin Fuller, per farle più leggere sarebbe stato necessario dipingerle direttamente sui piedi: e non fatichiamo a crederlo.

L’evoluzione delle metodologie di allenamento

Anche i metodi di allenamento in realtà sono migliorati grazie all’adozione di tecnologie moderne. Ormai esistono dei software che permettono di tracciare, tramite una serie di sensori applicati sul corpo dell’atleta, tutti i suoi riferimenti biometrici e i risultati nei diversi esercizi. Collegando le letture con un database storico delle performance, lo staff tecnico è in grado di valutare lo stato di forma dello sportivo.

Questo permette all’allenatore di calibrare l’allenamento su particolari specifici, valutare eventuali cali di forma e prevenire gli infortuni. Insomma, dietro ai grandi successi sportivi, come l’ultimo Pallone d’Oro conquistato da Lewandowski c’è molto di più: e chissà cosa ne direbbe oggi il vecchio DeCoubertin se potesse vedere come si è evoluta oggi l’attività sportiva!

Redazione mondiali.it

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