Due sesti posti più che lusinghieri, è il bilancio italiano alla 13esima edizione del Mondiale di paddle, conclusa sabato 19 a Cascais (Portogallo). Nuovamente il Paraguay per gli uomini e il Portogallo per le donne sono stati gli ostacoli che le nazionali azzurre non sono riuscite a superare nella “finale” per il 5° e 6° posto.
Al termine di un match molto equilibrato, come dimostrano i punteggi delle partite giocate, la nazionale maschile ha ceduto nuovamente al Paraguay (già incontrato nel girone eliminatorio). Niente da fare né per Cervellati e Cattaneo, sconfitti nel primo incontro per 75 al terzo dopo più due ore di partita, né per Verginelli Capitani, che hanno ceduto 76 al terzo contro la fortissima seconda coppia sudamericana dopo un match avvincente incerto fino all’ultima palla.
Identica sorte è toccata alle ragazze di Sandrine Testud, che si sono arrese alla compagine portoghese con identico punteggio (2/0). Solo, forse, per la nazionale rosa italiana un piccolo rammarico, quel terzo incontro perso contro l’Uruguay nel girone eliminatorio, che fosse stato vinto magari avrebbe dato una sorte diversa al Mondiale.
Si torna a casa con un bilancio più che lusinghiero (seconda squadra europea dopo l’irraggiungibile Spagna in campo maschile) e con ancora più consapevolezza nei propri mezzi dopo aver combattuto fino alla fine e fino all’ultimo colpo (grazie anche alla grande esperienza internazionale di Sandrine Testud e Marcelo Capitani e alla conferma di Enrico Burzi come giocatore di grande spessore internazionale) al cospetto di selezioni nazionali che fino a pochi anni fa sembravano irraggiungibili a livello tecnico.
Il paddle azzurro ha portato ai Mondiali quattro giocatori sotto i trent’anni (Alessandro Cervellati, Chiara Pappacena, Daniele Cattaneo e Martina Lombardi) che hanno ben figurato e, soprattutto, si sono integrati alla perfezione con i “vecchi” della squadra.
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