Calcio

Lunga intervista di Pirlo

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Quando un grandissimo giocatore parla, spesso è bene starlo ad ascoltare e questo è il caso della lunga intervista di Pirlo, in cui il professore parla a ruota libera. Stiamo parlando di uno dei centrocampisti più tecnici di tutta la storia italiana, che l’anno scorso ha allenato la Juve con alterne fortune, e quindi vale la pena ascoltarlo.

Al momento non è seduto su alcuna panchina ma molto probabilmente non gli mancheranno opportunità di lavoro alla guida tecnica di qualche squadra.

Lunga intervista di Pirlo – Le sue Parole

All’inizio dell’intervista per The Athletic, parlando della nazionale italiana, elogia il lavoro svolto da Roberto Mancini, che ha saputo dare un’identità alla squadra e ha cambiato la mentalità calcistica dell’Italia. Lui sa benissimo quanto sia bello vincere con la nazionale e quindi conosce l’importanza della vittoria di Euro 2020. Parlando dell’Inghilterra, ha detto che non ci sono stati molti registi, come lo era lui quando giocava, tra gli inglesi; che hanno annoverato sempre centrocampisti con caratteristiche un tantino diverse da quelle che aveva lui.

Sul calcio in generale, Pirlo dice che l’obiettivo è sempre quello di segnare ed evitare di subire reti. Quello che cambia è l’idea di gioco con cui raggiungere questi obiettivi e variano anche le caratteristiche richieste ai giocatori nel tempo.

A questo riguardo, lui predilige il calcio offensivo, votato al dominio del gioco per ampi tratti della gara. Può, comunque, succedere di dominare la gara per il 90% del tempo e perdere nell’unico tiro in porta degli avversari. Comunque, per la sua idea di calcio, è meglio rischiare di perdere che difendere bassi ed assumere un atteggiamento difensivista per sperare in un contropiede sporadico. Il suo credo è, quindi, il gioco d’attacco, con la costruzione dal basso, la ricerca del possesso del pallone e il pressing; finalizzato a conquistare la palla il più velocemente possibile.

Sulla sua esperienza alla Juventus, ha dichiarato di aver imparato molto nella passata stagione anche se tutto è stato molto veloce e non c’è stato il tempo per preparare bene la stagione. Gli piacerebbe anche andare a lavorare all’estero e in passato ha apprezzato tantissimo soprattutto la sua esperienza negli Stati Uniti. In quei 3 anni ha apprezzato praticamente tutto, a partire dalla città fino ad arrivare alla squadra MLS, ai compagni e a tutto il contorno. Per il futuro, accoglierebbe in modo molto positivo un suo approdo su una panchina americana perché il calcio degli USA sta crescendo molto su tutti i livelli.

Al momento, quindi, sta ancora studiando i migliori allenatori del mondo per continuare ad imparare e a migliorare nel suo lavoro.

Redazione mondiali.it

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