Da Messico ‘70 una curiosa statistica lega l’Italia al suo cammino nei Mondiali
Una statistica che forse passa inosservata, alla quale pochi prestano attenzione ma che finora ha colpito con la forza di una sentenza, di una regola. La regola del 12.
Facendo un breve excursus sulle prestazioni della Nazionale italiana nelle varie edizioni dei Mondiali, si può notare che, a partire dall’edizione del 1970, si verifica una circostanza ricorrente. Ogni dodici anni gli Azzurri raggiungono la finale.
i primi due mondiali
Ma andiamo con ordine. Sotto la guida illuminata di Pozzo, l’Italia vinse i primi due Mondiali ai quali partecipò: quello di casa del 1934, trascinata e dai vari Schiavio e Meazza e quello transalpino del 1938 grazie alle doppiette di Colaussi e Piola che regolarono l’armata magiara di Alfred Schaffer nella finale di Colombes.
Seguirono una serie di delusioni, tra cui spiccano la clamorosa mancata qualificazione a Svezia ’58 e la, se possibile, ancor più clamorosa uscita al primo turno nel 1966 al mondiale d’oltremanica grazie alla storica sconfitta per 1-0 contro la Corea del Nord per mano del carneade Pak Doo Ik.
mexico 1970
Ma veniamo a quando tutto ebbe inizio: il Mondiale messicano del 1970.
Qui gli Azzurri incantano, fino ad arrivare all’atto finale dell’Azteca al cospetto dell’imbattibile Brasile di Pelè, Rivelino, Jairzinho e Carlos Alberto. Nonostante il gol di Boninsegna è sconfitta (4-1). Da qui però qualcosa succede. Scatta la “regola”.
Le partecipazioni del 1974 e del 1978 non lasciano il segno, se non per la buona impressione destata dai ragazzi di Bearzot in terra argentina, dove però due tiri da distanza siderale di Brandts e Haan (e uno Zoff da rivedere) ci negano la finalissima contro i padroni di casa (chiuderemo quarti).
il mundial dell’82
La finale la vediamo nuovamente, guarda caso, solo nel magico Mondiale spagnolo del 1982. Ebbene, quanti anni sono passati? 12! Ed è vittoria, al termine di un torneo magnifico che resterà per sempre impresso nei cuori degli sportivi italiani.
Ma la storia si ripete. Dopo quel trionfo, subiamo la sconfitta agli ottavi del mondiale messicano del 1986 ad opera di Platini e soci nonché l’amarissima sconfitta in semifinale (guarda caso a 12 anni esatti dalla precedente .. corsi e ricorsi), sconfitti ai rigori a Napoli dall’Argentina degli “italianissimi” Maradona e Caniggia.
usa 94
Ad USA 94 il momento è propizio (sono 12 anni dall’urlo di Tardelli ormai) e la cabala non delude: dopo un inizio balbettante, uno straripante Baggio ci trascina alla finale contro il Brasile di Romario e Bebeto. Purtroppo i rigori ci puniscono con gli errori di Baresi, Massaro e del Divin Codino (croce e delizia).
Nulla da segnalare nelle edizioni del 1998 e del 2002 dove l’Italia non fa grande figura venendo eliminata dai rispettivi padroni di casa (Francia e Corea del Sud) e che vengono ricordate più per le lacrime di Di Biagio e le polemiche arbitrali sull’ineffabile Byron Moreno.
il trionfo di germania 2006
Ma 12 anni fanno presto a passare e si arriva così a Germania 2006. E che succede? Cavalcata esaltante e finale conquistata, ma non solo: Grosso realizza il rigore decisivo, il cielo è azzurro sopra Berlino e, in un sol colpo, gli Azzurri si prendono l’agognata rivincita di Francia ’98 ed Euro 2000 sui cugini d’oltralpe e diventano per la quarta volta Campioni del Mondo.
Direi che è inutile soffermarsi sulle imbarazzanti recite del 2010 e 2014 ed è meglio concentrarsi su un pensiero: se tanto mi dà tanto è così assurdo concedersi la speranza di una finale a tinte azzurre nella cornice del Luzniki? Visti i precedenti, la Regola del 12 lascia ben sperare.
Michele De Martin
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