Cala il sipario sul velodromo di Hong Kong, teatro dei campionati del mondo su pista che hanno aperto il nuovo quadriennio olimpico. Era l’appuntamento per verificare dopo Rio2016 la continuità del trend di crescita registrato dalla pista azzurra negli ultimi anni e ripartire con slancio verso Tokyo 2020.
Da questo punto di vista le proiezioni sono più che positive. Tre medaglie: oro (Barbieri nello scratch), argento (Ganna nell’inseguimento individuale), bronzo (inseguimento a squadre uomini). Inoltre, molti piazzamenti al top: quarto posto nell’inseguimento a squadre donne e nell’omnium uomini, quinto nel madison donne, settimo nell’omnium e nella corsa a punti donne, ottavo nell’inseguimento individuale donne.
Un bilancio così non si vedeva da anni ai mondiali su pista, ma ciò che maggiormente conforta è il costante miglioramento attestato dalle lancette nelle specialità olimpiche di endurance. Quelle veloci restano il nostro punto debole, anche se non mancano segnali promettenti nel vivaio femminile.
In un mondiale che ci ha regalato tante gioie ed emozioni, l’ultima giornata è stata in tono minore per l’Italia. La stanchezza si è fatta sentire nelle gambe di Liam Bertazzo e Simone Consonni. Hanno affrontato il madison con il serbatoio ormai agli sgoccioli dopo l’impresa nell’inseguimento a squadre e le altre gare affrontate nei giorni precedenti. La Top Ten premia la loro costanza ma non riflette il loro standard.
Sorride invece la Francia che aggiunge l’oro di Morgan Kneisky e Benjamin Thomas a quello vinto del redivivo Francois Pervis nel km da fermo.
La Germania, da parte sua, mette in bacheca il secondo titolo iridato di Kristina Vogel accanto a quello della velocità individuale.
Ultima annotazione per Giorgia Bronzini, tornata al primo amore della corsa a punti, memore del titolo iridato vinto nel 2009. L’azzurra ha colto il settimo posto contro avversarie che in questi anni non hanno mai cessato di frequentare con costanza la pista mentre lei era impegnata a raccogliere allori su strada.
Ha vinto la britannica Elinor Barker, che aveva dovuto cedere il passso alla nostra giovanissima Barbieri nello scratch,. Argento alla statunitense Sarah Hammer, bronzo all’olandese Kirsten Wild. Un plauso a Giorgia per il coraggio e l’attaccamento alla maglia azzurra dimostrati anche in questa occasione.
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