Massimo Barbolini è l’artefice del miracolo Pomì Casalmaggiore, la squadra che ha vinto la Champions League di volley femminile 2016, da matricola e contro i pronostici.

Il coach modenese, 51 anni, ha sempre fatto gola alle squadre straniere, anche da tecnico della nazionale azzurra (due europei e due coppe del mondo).
Quel suo amore per la Turchia è stato corrisposto in più occasioni: guida il Galatasaray dal 2012 al 2015 e poi la nazionale turca dal 2013 al 2015.
Estate 2016

Una trattativa lampo lo ri-porta ad Istanbul. Lo chiama l’Eczacibasi, top-team con giocatrici stellari (tra le altre Ognijenovic, Boskovic, Kosheleva) dove vince subito il mondiale per club sconfiggendo in finale al tie-break, fatalità, Casalmaggiore.

Alla Gazzetta dello Sport nel giugno 2016 dichiara: “Torno in Turchia per divertirmi”.
Chissà se oggi ripeterebbe quelle stesse parole entusiastiche.
Quello che è successo nell’ultimo anno in Turchia deve avere condizionato perlomeno il suo stato d’animo.
Le stragi
Sono state ben 8 le stragi negli ultimi 12 mesi; una catena di sangue e terrore, senza contare il tentato golpe militare di luglio per rovesciare il presidente Erdogan.

17 febbraio 2016
Autobomba in centro ad Ankara: 28 morti e 60 feriti.
13 marzo 2016
Altra autobomba ad Ankara: 38 morti.
28 giugno 2016
Attacco Isis all’aeroporto di Istanbul: 42 morti.
30 luglio 2016
Miliziani curdi attaccano una base dell’esercito turco: 43 morti.
20 agosto 2016
Un kamikaze si fa esplodere a un matrimonio a Gaziantep: 51 morti.
10 dicembre 2016
Doppio attacco fuori dallo stadio di calcio del Besiktas: 44 morti.
20 dicembre 2016
L’ambasciatore russo viene freddato in diretta televisiva da un poliziotto che vuole vendicare i morti di Aleppo.
2 gennaio 2017
Poco dopo la mezzanotte in una famosa discoteca, il Reina, uno o più uomini armati uccidono 39 persone ferendone almeno 70. Attacco rivendicato dall’Isis.
Queste le parole del tecnico, dopo l’ultimo della serie di attentati.
“Il momento è complicato, quindi è normale che susciti un po’ di preoccupazione. Penso e spero che la situazione sia sotto controllo. Questi attentati si stanno verificando un po’ in tutto il mondo, qui sicuramente sta avvenendo un po’ troppo spesso. Il Reina è un locale famosissimo, tra i più frequentati dai turisti, quindi penso si sia trattato di un attacco mirato a colpire sopratutto persone straniere” dichiara Barbolini a Modena Radio City.
“E’ chiaro che sarebbe meglio se ci fosse la tranquillità di Modena. Ma da qui a pensare di abbandonare Istanbul ce ne passa. Spero che aumentino i controlli e che la situazione possa migliorare, anche se riconosco che è molto difficile”.
Una storia di italians con l’elmetto, in una polveriera che ha ben poco a che vedere con i valori dello sport, colpendo di riflesso professionisti veri come Barbolini, che solo in casi decisamente estremi decidono di ritornare a casa.
La speranza è che la tranquillità modenese regni finalmente anche su Istanbul, e si possa riparlare di Barbolini per le sue vittorie sul campo, quelle che ha sempre ottenuto con indiscutibile classe.
Davide Ferracin
@davideferracin
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