Il suo sogno è quello di entrare in vasca per difendere i colori della nazionale azzurra, ma per fare ciò il pallanuotista Niccolò Rocchi è consapevole del tanto lavoro che c’è da fare e lui non si tira indietro. Vuole diventare un esempio per i giovani.
Nato e cresciuto a Imperia, Niccolò attualmente gioca in Francia a Nizza nell’OIympic Nice Natation dopo un trasferimento con un po’ dalla Pallanuoto Trieste, società in cui si trovava molto bene.
Tuttavia la professionalità e la dedizione di Niccolò ha preso il sopravvento e ora è soddisfatto di come si sta evolvendo la sua stagione, nella sua prima esperienza estera.
Come ti stai trovando a Nizza?
Mi sto trovando molto bene, siamo una squadra molto giovane e possiamo crescere ancora molto. Per me è sicuramente un’ottima esperienza finora positiva perché sto giocando molto. Sto crescendo tanto anche a livello mentale dato che le mie responsabilità in acqua aumentano essendo “straniero”, tuttavia c’è ancora molto da lavorare a testa bassa.
Com’è stato lasciare l’Italia e il campionato italiano?
Posso ribadire che lasciare l’Italia e il campionato italiano mi è dispiaciuto molto. Comunque sia ho guardato il lato positivo nel poter fare un’esperienza estera sotto tutti i punti di vista. Penso di essere già migliorato in molti aspetti.
Il tuo sogno è comunque quello di tornare in Italia, magari proprio a Trieste?
Penso che il campionato sia il secondo più bello e competitivo a cui ogni giocatore possa ambire. A fine stagione valuterò la decisione da prendere. Trieste è sempre nel mio cuore. La società friulana mi ha dato tanto in due anni: la possibilità di crescere e giocare a livelli alti.
La cosa positiva di Nizza è che non dista molto da Imperia (la tua città), ti facilita questo aspetto?
Si Nizza-Imperia distano 40 minuti in macchina anche sono non torno molto a casa. Però sapere che la mia famiglia è ad un passo da me mi ha aiutato e facilitato molto all’inizio.
Ci sono altri italiani in squadra?
Sono l’unico italiano in squadra, ma ho trovato un altro italiano nel club che è Marco Fusco. È allenatore delle giovanili. Lui in primis è sempre a disposizione per offrirmi aiuto, è una persona eccezionale a cui sono molto grato.
Tutto sommato ti senti parte del gruppo?
Diciamo che all’inizio ho fatto un po’ di fatica non parlando bene la lingua. Tuttavia far parte di una squadra aiuta sicuramente: quando si scende in acqua si muore l’uno per l’altro. Ora ho legato molto con i miei coetanei diciamo, gli sto insegnando l’italiano (ride, ndr). Cerchiamo almeno di svagarci insiemi fuori dalla piscina.
La preparazione alle partite è simile a quando eri in Italia?
Diciamo che la preparazione è quasi simile. In Italia si lavora molto sulla tattica. Sono convinto che anche qui un po’ di tattica in più non guasterebbe. In Francia si punta di più sulla preparazione fisica e atletica.
Qual è l’obiettivo stagionale della società?
L’obiettivo attualmente è qualificarci per i play-off scudetto (accedono le prime 4 squadre). Stiamo combattendo con il Montpellier, per aggiudicarci l’accesso.
Capitolo nazionale, hai avuto modo di indossare la cuffia con le categorie minori. Al settebello ci pensi?
Si diciamo che ho fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili. Il settebello penso sia l’obiettivo per ogni pallanuotista, non ho ancora avuto occasione di essere chiamato, vorrà dire che c’è ancora molto da lavorare, quindi testa bassa e macinare.
Hai qualche sogno sportivo da realizzare?
Il mio sogno è magari in futuro diventare una bandiera per qualche squadra ed essere un esempio per i più giovani.
Cosa si prova quando si entra in vasca per difendere i colori azzurri?
È una sensazione unica, porti in giro per l’Europa e per il Mondo il nome della tua nazione. Spero un giorno di rivivere queste emozioni.
Per il futuro cosa ti aspetti?
Spero di continuare a giocare a questo sport il più a lungo possibile e magari riaffacciarmi al mondo dello studio. Non si sa mai, chi vivrà vedrà!
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