? Mondiali.it supporta l’Islanda a Russia 2018: scopri le storie e gli eventi live
Siete orfani degli Azzurri e non sapete chi tifare ai Mondiali? Ecco a voi una soluzione simpatica e poco impegnativa: l’Islanda!
1) COMUNQUE VADA SARÀ UN SUCCESSO
Secondo un sondaggio pubblicato pochi giorni fa da un quotidiano islandese, solo il 24% degli intervistati pensa che la propria nazionale passerà il primo turno. Il restante 76% prevede che al termine del girone di ferro (Argentina, Croazia e Nigeria le altre componenti) Aron Gunnarsson e compagni faranno ritorno in patria… e saranno comunque accolti da eroi. Per un paese così piccolo che solo otto anni fa era al 112° posto nel ranking FIFA, già esserci è un enorme successo!
2) LA NAZIONE PIÙ PICCOLA AD AVER MAI PARTECIPATO AI MONDIALI
Con i suoi 334.000 abitanti, l’Islanda è la nazione più piccola ad aver partecipato ad un mondiale. E’ come se in Russia andasse la Provincia di Livorno. Il confronto con abitanti e numeri del calcio italiano sono impietosi.
L’Islanda vince questa classifica per distacco. Il record precedente spetta a Trinidad e Tobago, stabilito nel 2006, con i suoi 1.3 milioni di abitanti. Seguono l’Irlanda del Nord nel 1958 (quella che fece fuori l’Italia) con 1.4 milioni di abitanti del 1958, il Kuwait del 1982 con 1.5 milioni di abitanti, la Slovenia del 2002 con 2 milioni di abitanti e la Giamaica del 1998 con 2.6 milioni di abitanti.
3) SE SI INCAZZANO SONO DOLORI
Nel 2010 tutta Europa ha scoperto la furia dell’ “Isola di Ghiaccio e di Fuoco” per la devastante eruzione del vulcano Eyjafjöll.
Dopo un’infinita serie di scosse, il 22 marzo arriva la prima eruzione: nel terreno si apre una fessura lunga 500m da cui il magma viene lanciato fino a 150m di altezza e il fumo arriva a 4km. Il 14 aprile inizia l’eruzione che ferma il traffico aereo continentale, stimata venti volte più potente della precedente. Iniziata sotto il ghiacciaio che ricopre le pendici del vulcano, ha scatenato un jökulhlaup: termine geologico preso in prestito dall’islandese per definire un’inondazione catastrofica innescata da eruzioni subglaciali.
Il traffico aereo europeo resta chiuso dal 15 al 23 aprile. Ne sanno qualcosa i giocatori del Barcellona che, per sfidare l’Inter nella semifinale di Champions League, devono raggiungere Milano dopo 14 ore di pullman. Il 23 agosto 2014 una nuova eruzione fa temere il peggio quando a “scaldarsi” è il Bárðarbunga, un sistema di vulcani sotto il più grande ghiacciaio d’Europa, il Vatnajökull. L’allarme rientrò dopo un giorno.
4) SANNO ANCHE FESTEGGIARE
A fine marzo 2017 si è verificato sull’isola un anomalo boom di nascite. Il mistero è stato rapidamente scoperto quando ginecologi e ostetriche hanno girato indietro le pagine del calendario di nove mesi: il 26 giugno l’Islanda aveva ottenuto la storica vittoria per 2-1 contro l’Inghilterra agli ottavi di Euro 2016. In campo avevamo visto elmi vichinghi, barbe colorate e Víkingaklappið… e dopo? Ora lo sappiamo!
5) VESTE ITALIANO
Il Diavolo veste Prada e la nazionale islandese veste Erreà, azienda di Parma specializzata nell’abbigliamento sportivo. La collaborazione è iniziata nel 2002 quando la nazionale era sconosciuta al mainstream. Incoronata da L’Equipe come la maglia più bella del torneo, al termine degli scorsi europei non si trovava più neppure nell’angolo più sperduto dell’ultimo magazzino.
Erreà ha cercato di fare ancora meglio per i mondiali. Ha mischiato rosso (fuoco), blu (acqua) e bianco (ghiaccio) in maniera vagamente psichedelica ed enfatizzato il forte senso di comunità con la scritta “Fyrir Ísland” (“Per l’Islanda”) all’interno del collo e la bandiera crociata sul retro.
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6) UN CALCIO ANCORA UMANO
Sia chiaro, tutti i calciatori della nazionale islandese sono professionisti. Il contesto dove sono cresciuti però è ben diverso. Nel campionato islandese di professionisti ce ne sono pochi e quasi tutti arrivano al campetto dell’allenamento di ritorno dall’ufficio, dal magazzino del pesce o dal cantiere. In Inkassodeild, la seconda serie, e soprattutto in 2.deild, la terza serie, molte squadre rappresentano piccoli villaggi e i giocatori rappresentano più di una squadra di calcio. Altro che diritti TV!
7) SAUDADE D’ISLANDA
Quante volte sentiamo dire che nel calcio le bandiere sono sempre meno? Nonostante il calcio islandese abbia budget risicati, in quest’ultima stagione stanno tornando in Pepsideild, la massima serie del calcio islandese, molti giocatori del giro della nazionale per chiudere la carriera nei club dove sono cresciuti. Fra i 23 convocatidal CT Heimir Hallgrímsson brilla Birkir Már Sævarsson, terzino titolare agli scorsi europei, tornato a giocare nel Valur dopo averlo salutato nel 2008. Dopo i Mondiali, torneranno alla casa madre anche Kári Arnason, sponda Vikingur Reykjavik (da cui manca dal 2004), e Ólafur Ingi Skúlason, sponda Fylkir (lasciato nel 2003). Nostalgia di casa… spesso provata anche da chi ha avuto la fortuna di visitare l’isola.
8) ANCHE LA GAZZETTA DELLO SPORT LA SOSTIENE
La “rosa” più amata dagli italiani ha benedetto il tifo per la nazionale scandinava. Non è stata una scelta casuale, ma il risultato di un sondaggio in cui l’Islanda ha vinto per distacco su nazionali ben più titolate come il Brasile di Neymar, l’Argentina di Messi, il Portogallo di Cristiano Ronaldo.
Dal 27 maggio, fino all’esordio con l’Argentina, gira per Reykjavik l’inviato Filippo Conticello. Nell’ordine ha intervistato il Presidente della Repubblica Guðni Thorlacius Jóhannesson (che era in vacanza a Rimini quando l’Italia vinse il Mundial del 1982), l’allenatore-dentista Heimir Hallgrímsson, il centrocampista dell’Udinese Emil Hallfreðsson, i mitici ultras islandesi Stuðningssveitin Tólfan… più tanti altri servizi e video interessanti, sempre all’urlo di #ForzaIslanda!
9) …E PURE I CUGINI FAROESI
Freezeland.it segue con pari interesse ciò che rotola in Groenlandia e Fær Øer, arcipelago a metà strada fra la Scozia e l’Islanda. Delle Fær Øer vi abbiamo raccontato la storia fin dalle origini e ne seguiamo costantemente il campionato. Così come durante Euro 2016, anche per i Mondiali verrà allestito un maxischermo nel centro della capitale Torshavn per tifare Islanda. Per i faroesi non c’è nessun campanilismo nei confronti dei cugini islandesi, al contrario di Danimarca (da cui le Fær Øer dipendono) e Inghilterra.
Anche i faroesi urleranno “Áfram Ísland!“… in attesa di battere il record di nazione più piccola a partecipare ad un mondiale!
10) APERITIVO CON BRENNIVÍN E SQUALO PUTREFATTO
Siccome comunque vada sarà un successo, tanto vale portarsi avanti con i festeggiamenti. Per essere al passo con lo stile islandese, bisogna procurarsi una bottiglia di Brennivín. E’ un distillato di cereali e patate aromatizzato al cumino. Viaggia sui 40° e la sua traduzione significa “vino bruciato“, anche se in gergo viene chiamato “morte nera“. Il suo abbinamento naturale è con l’hákarl, il famoso squalo putrefatto: la carne viene fatta fermentare qualche mese sotto la sabbia e poi appesa ad essiccare. Il Brennivín serve a mascherarne il sapore… cin cin!
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