La sua entrata, durante la parata celebrativa di mercoledì 10 luglio a New York, è stata da grande guascona, ma guai a non prendere sul serio Megan Rapinoe, la co-capitana della Nazionale femminile di calcio americana che ha appena vinto il suo quarto Mondiale in Francia.
Drappi Usa a stelle e strisce, un clima festoso e patriottico, lei che entra con il trofeo in mano, poi consegnato alla ragazza accanto a lei per alzare le mani al cielo come la sua tipica esultanza. E in questa Coppa del Mondo che ha visto un dominio in lungo e in largo della squadra di Jill Ellis, Megan Rapinoe, che il 5 luglio ha compiuto 34 anni, ha vinto la Scarpa d’Oro con sei reti realizzate: ha deciso la finale, realizzando il suo cinquantesimo gol con la maglia della Nazionale, con un rigore che ha portato le americane in vantaggio sull’Olanda. Ma non solo perché è stata premiata come miglior giocatrice della finale e, infine ha ricevuto il premio come miglior calciatrice in assoluto di questi Mondiali.
Visualizza questo post su Instagram
Una che parla in campo, tanto, ma che ha la determinazione per alzare la voce anche fuori dal terreno di gioco. Una battaglia personale, ma coinvolgente, evidenziata anche nel profondo discorso pronunciato durante la parata:
Dobbiamo essere migliori. Dobbiamo amare di più e parlare di meno. Dobbiamo ascoltare di più e parlare di meno. Dobbiamo capire che è responsabilità di tutti. Certo, noi facciamo sport. Certo, siamo atlete donne, ma siamo anche molto più di questo. Siete tutti molto più di questo. Come possiamo migliorare la nostra comunità?
Megan Rapinoe, dichiaratamente lesbica, la sera prima della parata si era rivolta, parlando alla CNN, direttamente al presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: «Il tuo messaggio esclude le persone. Tu mi escludi. Tu escludi le persone come me, escludi le persone di colore. Escludi anche americani che potrebbero sostenerti».
Visualizza questo post su Instagram
Comments are closed.