Nella giornata di ieri ci ha lasciato un pezzo di storia olimpica insieme alla centenaria Carla Marangoni.
Un nome che ha fatto splendere la ginnastica italiana in uno dei periodi storici più difficili, con la leggerezza e il talento innato di altre undici ragazzine giovanissime, ma capaci di raggiungere un traguardo finora mai eguagliato: conquistare la medaglia d’argento alle Olimpiadi.
Siamo nel lontano 1928 e ad Amsterdam si stanno disputando le Olimpiadi dell’epoca, che per la prima volta accolgono in pista anche la ginnastica artistica al femminile. E proprio in questa categoria gareggiano le nostre rappresentanti azzurre, le Piccole Pavesi, che riescono a farsi notare e a conquistare il podio.
Ecco le protagoniste, tutte di età molto giovane: Bianca Ambrosetti, Lavinia Gianoni, Luigina Giavotti, Virginia Giorgi, Germana Malabarba, Luigina Perversi, Diana Pizzavini, Anna Tanzini, Carolina Tronconi, Ines Vercesi, Rita Vittadini e Carla Marangoni.
Per la prima e unica volta nella storia olimpica si aggiudicano la medaglia d’argento e vengono poi premiate anche dal duce Benito Mussolini. Guidate dall’allenatore Gino Grevi sono arrivate seconde solo alle padroni di casa, le giovani olandesi.
Un risultato reso ancora più spettacolare dall’età delle ragazze, una delle quali, Luigina Giavotti, aveva ancora soli 11 anni ed è rimasta da allora l’atleta più giovane che abbia mai partecipato ad una competizione olimpica.
Ma non è l’unico record legato a quell’edizione a cinque cerchi: Carla Marangoni ha vissuto dopo quella premiazione fino all’età di 102 anni, allietando giornalisti e amici con il racconto di quell’esperienza unica che le ha segnato la vita. E anche dopo aver spento le 100 candeline ha sempre conservato la stessa lucidità di un tempo e i ricordi intatti, anche di quelle sue compagne che non sono state così fortunate da vivere a lungo come lei.
Purtroppo alcune di loro subirono sulla propria persona gli effetti drammatici della guerra e morirono in un campo di concentramento, data l’origine ebrea. Lo stesso destino è stato riservato anche alle vincitrici delle Olimpiadi olandesi, qualche tempo dopo la loro vittoria.
Rimasta l’unica superstite in vita di quel famoso evento sportivo di Amsterdam, è stata ribattezzata qualche tempo fa una degli sportivi medagliati alle Olimpiadi più anziani al Mondo.
Oggi che non c’è più vogliamo ricordare di lei la grinta e l’amore per lo sport che l’ha accompagnata fino all’ultimo dei suoi giorni. Nonostante non abbia più preso parte ad alcuna competizione da quel 1928, ha sempre cercato di mantenersi in forma, allenandosi a casa con la cyclette, ed è stata anche una delle prime donne a conseguire la patente di guida, sia automobilistica che nautica.
Da giovanissima farfalla a donna emancipata, dall’alto dei suoi 102 anni ha visto e seguito con curiosità le Olimpiadi che negli anni si sono svolte da quella lontana edizione olandese. Magari a volte ha speso qualche critica, ma non è mai scomparsa in lei quella stessa passione di un tempo per lo sport che l’ha resa celebre in tutto il mondo e le ha fatto guadagnare un pezzo importante tra le pagine della storia olimpica di tutti i tempi.
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