Siamo abituati a vedere Kobe Bryant, uno dei più grandi cestisti della storia dell’Nba, primeggiare sul campo ed essere osannato dai fan, ma vederlo sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles a ricevere addirittura il premio oscar è una novità.
Nella giornata di ieri si è svolta la 90esima edizione della Notte degli Oscar, dove grandi attori e registi del cinema si riuniscono per ricevere l’ambita statuetta. E fra queste celebrità ecco salire sul palco l’ex giocatore statunitense, pronto a ritirare il suo premio.
Forse non tutti sanno che Kobe Bryant, prima di lasciare per sempre il basket nel 2015, ha deciso di scrivere una lettera che poi ha lasciato alla squadra e ai fan. Questa testimonianza, chiamata Dear Basketball, è stata talmente significativa da spingere il disegnatore Glen Keane a farne un corto animato, che trionfa accanto a film come “La forma dell’acqua”.
E ieri anche il famoso giocatore dei Lakers si è commosso quando ha sentito il nome del suo cortometraggio uscire dalla busta come vincitore della categoria corti animati. Per lui la massima onorificenza simbolicamente offerta con la statuetta d’oro e le parole di Keane, che valgono per Bryant tanto quanto il premio:
Grazie a Kobe per aver scritto ‘Dear Basketball’: è un messaggio per tutti noi. Perché con la perseveranza, l’impossibile diventa possibile
Per realizzare il corto, Bryant ha lavorato anche con il compositore John Williams, al quale Bryant fa i suoi ringraziamenti al momento della premiazione. Bryant, Keane e Williams, pur appartenendo a mondi diversi, hanno realizzato qualcosa di incredibile che ha avuto un riconoscimento a livello internazionale.
Kobe Bryant nel corso della sua brillante carriera soddisfazioni ne ha avute tante. Ma dopo i cinque titoli NBA e due premi di miglior giocatore delle finali dei playoff, quando è salito sul palco per essere premiato ha provato un’emozione completamente nuova.
Kobe Bryant is officially an #Oscar winner. pic.twitter.com/tbyZ9yIDTr
— Entertainment Weekly (@EW) 5 marzo 2018
Doveroso, quindi, riportare per intero il testo della lettera che ha dato ispirazione a questo cortometraggio che rievoca la sua storia:
Caro basket,
dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre
e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum
ho saputo che una cosa era reale:
mi ero innamorato di te.
Un amore così profondo che ti ho dato tutto
dalla mia mente al mio corpo
dal mio spirito alla mia anima.
Da bambino di 6 anni
profondamente innamorato di te
non ho mai visto la fine del tunnel.
Vedevo solo me stesso
correre fuori da uno.
E quindi ho corso.
Ho corso su e giù per ogni parquet
dietro ad ogni palla persa per te.
Hai chiesto il mio impegno
ti ho dato il mio cuore
perché c’era tanto altro dietro.
Ho giocato nonostante il sudore e il dolore
non per vincere una sfida
ma perché TU mi avevi chiamato.
Ho fatto tutto per TE
perché è quello che fai
quando qualcuno ti fa sentire vivo
come tu mi hai fatto sentire.
Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker
e per questo ti amerò per sempre.
Ma non posso amarti più con la stessa ossessione.
Questa stagione è tutto quello che mi resta.
Il mio cuore può sopportare la battaglia
la mia mente può gestire la fatica
ma il mio corpo sa che è ora di dire addio.
E va bene.
Sono pronto a lasciarti andare.
E voglio che tu lo sappia
così entrambi possiamo assaporare ogni momento che ci rimane insieme.
I momenti buoni e quelli meno buoni.
Ci siamo dati entrambi tutto quello che avevamo.
E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò,
che rimarrò per sempre quel bambino
con i calzini arrotolati
bidone della spazzatura nell’angolo
5 secondi da giocare.
Palla tra le mie mani.
5… 4… 3… 2… 1…
Ti amerò per sempre,
Kobe
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