Concludere, anche se per ultimi, una gara ciclistica per alcuni è più che un dovere: diventa un obiettivo talmente importante che si sfida il tempo e la stanchezza in una corsa contro tutto e tutti pur di tagliare il traguardo. Ma c’è chi si spinge anche oltre e decide di non fermarsi nemmeno dinanzi alla fine della competizione, l’allontanamento della giuria e dei corridori e persino davanti ai cancelli chiusi.
Succede alla Parigi-Roubaix, dove dopo la conclusione dell’evento vinto da Peter Sagan, qualcuno invoca l’apertura del cancello del velodromo per finire la sua corsa.
Il protagonista della storia che sta facendo il giro del mondo è Evaldas Siskevicius, un corridore lituano che, nonostante sia stato definito l’ultimo degli ultimi, entra nella storia del ciclismo come uno dei più testardi mai visti in questo sport.
Comincia la sua gara tra varie difficoltà, compresi i disagi dovuti alla bronchite presa nella scorsa tappa, ma niente lo ferma, nonostante sembra che la sfortuna si accanisca contro di lui. Infatti, proprio durante la corsa fora una gomma e il caso vuole che proprio la sua ammiraglia di squadra riscontri un problema e sia costretta a chiedere l’intervento del carro attrezzi.
Un altro ciclista a quel punto si sarebbe ritirato. Evaldas Siskevicius invece trova un’altra soluzione perché il ritiro non rientra affatto nei suoi programmi. Così decide di fare da sé e cambiare la gomma direttamente sul carro attrezzi!
Un’operazione che richiede tempo e la Parigi-Roubaix di certo non può aspettarlo. Così, nel frattempo, Sagan raggiunge per primo il traguardo, viene premiato e dopo i convenevoli di rito i cancelli dell’André Pétrieux vengono chiusi. È allora che Evaldas Siskevicius si rimette in gara e si avvia verso il traguardo, ma si scontra contro un velodromo ormai vuoto.
Aprite il cancello, je vous en prie…
Questa è l’incredibile quanto bizzarra richiesta che si sentono rivolgere quei pochi addetti ai lavori ancora oltre il cancello, che non possono fare a meno di accontentare il caparbio corridore e permettergli di raggiungere il traguardo come i suoi compagni, anche se con largo ritardo.
Nessuno potrà mai dire che la sua prestazione alla Parigi-Roubaix sia stata eccezionale, ma la voglia di correre a tutti i costi e poter un giorno dire “in quella corsa c’ero anche io” resterà negli annali del ciclismo. Per tutti Evaldas Siskevicius è un eroe sportivo che dimostra quanto sia vero il famoso detto: l’importante è partecipare, non vincere!
#ParisRoubaix – At 18.13, one hour later than Sagan, Siskevicius reached the velodrome out of time, with gates closed. Organizers still opened the gate for him giving him the joy to reach the finish line. pic.twitter.com/TVOcUHVUik
— La Flamme Rouge (@laflammerouge16) 9 aprile 2018
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