Si può dire che il Sei Nazioni, prestigioso torneo internazionale di rugby a 15, sia tra i più importanti in questa disciplina. Senza dubbio per l’Italia è il più importante anche perché a lungo inseguito. Nato nel 1883 e disputato solo tra i paesi britannici (Inghilterra, Irlanda, Galles e Scozia), ha cambiato nome e forma altre due volte: nel 1910 con l’ingresso della Francia e poi nel 2000 con la felice ammissione dell’Italia.
Un salto tra i grandi, tra gli adulti. Il percorso dell’Italia fu lungo e tortuoso e la soddisfazione di partecipare in una competizione tosta, privilegiata e entusiasmante non sempre ha fatto seguito a buone prove degli azzurri.
In 14 edizioni, il XV azzurro ha chiuso il torneo all’ultimo posto vincendo (si fa per dire) il temuto cucchiaio di legno. Ma tra fango, delusioni, ferite e botte, l’Italia ha saputo anche ruggire, mettendo la testa al di là della barricata e portando a casa delle storiche vittorie. Letteralmente storiche.
5 febbraio 2000: Italia – Scozia 34-20
Sin dall’inizio. Prima partita in assoluto nel Sei Nazioni, allo stadio Flaminio di Roma, l’Italia affronta la Scozia. E’ il 5 febbraio 2000, l’epifania più bella: guidati dall’ex All Black, Brad Johnstone, gli Azzurri battono la Scozia 34-20. Diego Dominguez è il solito trascinatore segnando 3 drop e 7 punizioni, per un totale di 30 punti. La ciliegina sulla torta è la meta di De Carli al 78’.
E’ euforia: l’Italia evita così il “cappotto”(whitewash) cosa che invece subì la Francia all’esordio nel 1910. Dall’altare alle polveri, però, il passo è breve: dopo quella vittoria, tuttavia, seguiranno ben 14 sconfitte consecutive: le successive quattro partite del 2000 più le edizioni 2001 e 2002 chiuse tutte in bianco.

15 febbraio 2003: Italia – Galles 30-22
Bisogna andare veloce nel tempo e arrivare nel 2003. Dopo due anni bui, ancora al Flaminio, ancora all’esordio, arriva la seconda vittoria dell’Italia nel Sei Nazioni. Galles per la prima volta piegato: è 30-22 il punteggio finale, tre mete a due, De Carli, Festuccia e Phillips per i colori azzurri e con il solito sontuoso Diego Dominguez a fare la differenza, ben 15 punti.
24 febbraio 2007: Scozia – Italia 17-37
E’ tempo di mostrare maturità e di conquistare qualche avamposto estero. Ci sono voluti otto anni, ma finalmente il 24 febbraio 2007 arriva la prima vittoria dell’Italia lontano da casa: a Murrayfield, l’Italia piazza e issa la sua bandiera tricolore. Un secco 37-17 alla Scozia, attonita, demolita.
L’aurea della leggenda con seimila tifosi a seguito in un esodo magico. Tre mete in appena sette minuti: già dopo 20 secondi Mauro Bergamasco si tuffa in meta, poi segue Scanavacca e poi ancora Robertson. Guardando il tabellone è 21-0 dopo 360 secondi. E’ la prima vittoria lontano dalle mura amiche, ma che vittoria…
12 marzo 2011: Italia – Francia 22-21
Vi ricordate Grenoble 1997? L’ultima volta che l’Italia è riuscita a sconfiggere la Francia. Una rivalità antipatica, genuina che ha visto fin troppe volte i francesi spuntarla. Sono passati quattordici anni dal trionfo di Grenoble: il 12 marzo 2011 la Francia cade nuovamente sotto i colpi di un’Italia come quel giorno commovente, indomita e feroce.
Sotto con il punteggio, il XV azzurro è stato capace di un parziale di 16-3 negli ultimi 21 minuti. La meta di Masi e i 17 punti di Mirco Bergamasco riscrivono la storia con un finale di 22-21. I cugini tornano a casa in silenzio. L’Equipe il giorno dopo, per criticare la troppa mancanza di concentrazione dei transalpini, titola: “Vacanze romane”. Au revoir.
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