Calcio

I grandi esclusi dalla lista dei 50 allenatori migliori di sempre

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E’ forse l’unica classifica in cui il podio non è in discussione. Michels, Ferguson, Sacchi sono il meglio che gli allenatori hanno offerto negli ultimi decenni. Ma essendo il calcio materia soggettiva per definizione, si discute di chi c’è e soprattutto di chi è stato escluso. Un po’ come accade con il Pallone d’Oro, un’altra lista non a caso stilata dallo stesso periodico, il francese France Football. Accanto ai grandi nomi (Guardiola, Mourinho, Cruijff, Van Gaal, Hiddink, Herrera, Lobanovsky), compresi un buon manipolo di italiani (Capello, Ancelotti, Lippi, Conte, Rocco oltre al già citato Sacchi), ci sono un po’ di esclusi eccellenti. Perché è difficile pensare alla presenza, ad esempio, di Simeone e Bielsa e non a quella di Allegri, Tabarez, Liedholm e altri.

Allegri out

Il primo nome a cui molti hanno pensato è stato proprio il tecnico della Juve. Ormai 5 scudetti consecutivi, quattro Coppe Italia di fila, due supercoppe italiane e due finali di Champions finora non sono bastate. Allegri può vantare anche un campionato e una supercoppa vinti col Milan. Manca ancora il sigillo continentale nella massima competizione, sfuggito anche al Cholo Simeone che però si è rifatto con l’Europa League. Ma acciughina non è il solo a restare fuori dai magnifici 50. Non c’è l’ultimo allenatore vincente in un Mondiale, Didier Deschamps. E neanche il suo predecessore con la Germania, Joaquim Löw.

Gli altri esclusi

All’asciutto anche Oscar Washington Tabarez, il santone del calcio sudamericano con il suo Uruguay. E poi Cesar Menotti, che vinse il Mondiale con l’Argentina nel 1978. Niels Liedholm, guru svedese del calcio italiano sulle panchine di Milan e Roma. Vittorio Pozzo, l’unico allenatore ad aver vinto due Coppe Rimet (antenate della Coppa del Mondo) consecutive con l’Italia nel 1934 e nel 1938. E poi Claudio Ranieri, vincitore del campionato più incredibile del calcio degli ultimi anni con il Leicester. O il giramondo Bora Milutinovic, uno che ha guidato cinque Nazionali in cinque Mondiali diversi.

Giornalista, nato e cresciuto nella provincia barese con pezzi di cuore sparsi tra Roma e Liverpool, a metà tra Penny Lane e Strawberry Fields. Segue il calcio da quando Andrè Escobar segnava nella propria porta a Usa ‘94 mentre Roberto Baggio riceveva palla da «un’iniziativa di Mussi sulla fascia destra» . SCOPRI LO SCONTO UTILIZZANDO IL COUPON: VINCENZOP

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