Curiosità Mondiali

Usa 1994, la prima volta che spuntarono i nomi sulle maglie

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Parlare di maglie delle nazionali ha sempre un fascino particolare, soprattutto se si trattano delle edizioni di Mondiali degli anni passati. C’è chi addirittura ha giocato con le maglie dei club!

Il Campionato del Mondo di Usa 1994 è stato quella della prima volta dei nomi dei calciatori sulle maglie della loro nazionale.

Per la prima volta si leggono i nomi tra gli altri di Baggio, Maradona, Bergkamp e Romario.

Una novità per tutti gli appassionati del calcio e anche per gli statunitensi che certo non avevano il calcio nel sangue. In effetti secondo un’indagine di quell’anno, il 66% degli americani non aveva idea che si stessero per svolgere i Mondiali di calcio. Solo il 17% manifestava curiosità per la cosa.
Quindi diciamo che gli americani, all’inizio, non erano proprio attratti da questa manifestazione che comunque avrebbe offerto un’altra ottica agli Usa.

Tornando alle maglie, l’edizione del ’94 fu quella anche delle maglie estroverse delle nazionali, in particolare dei portieri. Su tutti si ricorda la maglia del portiere del Messico, Jorge Campos, che lui stesso si disegnava. A primo acchito sembrava un vero e proprio vestito a maschera dai colori accesi.

Altrettanto colorata, ma meno conosciuta, anche la divisa della Corea del Sud dell’estremo difensore Young Choi. Anche la divisa dell’Italia porta in auge molta nostalgia per gli appassionati. La casacca del portiere azzurro Pagliuca, con forti richiami al Tricolore. Tra gli azzurri spiccava anche il doppio Baggio: D. Baggio (con la maglia numero 13) e R. Baggio (con la 10).

Un aspetto però fu importante e rese le partite molto complicate, il caldo. Nell’estate 1994 ci fu una forte ondata di caldo asfissiante che coinvolse gran parte degli Usa. La Fifa non facilitò certo le nazionali fissando molte partite dei gironi in orari improponibili, con temperature ben oltre i 40 gradi.

Al quanto particolare, invece, è stata la petizione messa in atto dagli islandesi. I tifosi del piccolo paese prima di Euro 2016 hanno iniziato una raccolta firme sul sito iPetitions per convincere la federazione calcistica locale a stampare il nome dei calciatori, e non il cognome, usanza molto frequente sull’isola.

In effetti, in Islanda è consuetudine riferirsi alle persone chiamandole sempre per nome, anche se si cita o se si sta parlando con una persona che non si conosce; gli autori della petizione sostengono che il nome sulle maglie sia un modo per rispettare la tradizione del proprio paese. Rifaranno questa raccolta firme in vista di Russia 2018?

Giornalista professionista, cura “Italians”, rubrica che parla di sportivi italiani che si sono affermati all’estero. E chissà magari, Ivanka Trump, la prossima volta non confonderà più Giorgio Chinaglia, ex attaccante di Lazio e New York Cosmos, per un santo.

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